«The White War» di Mark Thompson

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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

Per chi desidera leggerlo in italiano, edizione Il saggiatore ISBN 9788842813071 - 2009 prezzo di copertina 22 €
per esempio su IBS
http://www.ibs.it/code/9788842813071/th ... -vita.html
La quarta di copertina:
Agli albori del 1915 l'Italia è una nazione ancora da forgiare. Il popolo è diviso da irriducibili differenze: non c'è una lingua, non c'è un sentimento comune. Gli italiani devono temprarsi in una solida unità nazionale. La soluzione è la guerra, la fucina il campo di battaglia. Più alto sarà il sacrificio, più nobili saranno i risultati. A pagarne il prezzo saranno i giovani costretti in un fronte che corre per seicento chilometri, dalle Dolomiti all'Adriatico. Combatteranno in un biancore di pietre e di neve che dura tutto l'anno, saranno uniti nella paura e nell'angoscia, uccideranno. Intorno a loro l'assordante fuoco di sbarramento, l'insostenibile tensione prima dell'"ora zero", l'inferno della terra di nessuno. Luigi Cadorna avrà in pugno le vite dei suoi soldati. Nel 1919 chi alla patria aveva dato tutto si lascia conquistare dalla "trincerocrazia" di Mussolini e dall'idea che la Grande guerra costituisca il fondamento della nazione. Si prepara così la scena per l'avvento del fascismo. Valorizzando fonti come i diari dell'epoca e le interviste ai veterani, lo storico inglese Mark Thompson con "La guerra bianca" restituisce il pathos degli assalti alle trincee, ripercorre con sobrietà e precisione l'epica del fronte italiano, mette a nudo la foga nazionalistica e gli intrighi politici che hanno preceduto il conflitto. Tra le pagine del libro, le esperienze di guerra di una grande generazione di scrittori schierati su fronti opposti: Ungaretti, Hemingway, Kipling e Gadda.
da cui prendo l'immagine della copertina.
Immagine


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Messaggio da babatriestina »

Rawa Ruska ha scritto:Hai ragione, Baba Triestina, ma è il metro usato da tutti quelli che si accendono appena trovano qualcuno che non la pensa come loro
concordo con la tua analisi, ma appunto non approvo tale criterio.

Per inciso, lo hai già letto? cosa te ne sembra?
mi incuriosisce, a dir il vero, come mai un autore inglese si sia interessato agli aspetti della guerra sul fronte italiano, quando di solito la maggior parte dei testi anglosassoni sulla prima guerra mondiale tende a vederla soprattutto come una guerra fra Gran Bretagna, Francia e alla fine Stati Uniti contro la Germania, un fronte russo-tedesco, e incidentalmente contro l'Austria Ungheria, la presenza di un'Italia e qualche cenno all'area balcanica, oltre ai riflessi nell'area mediorientale, sempre nell'ottica del conflitto anglotedesco.


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Messaggio da babatriestina »

Ancora una curiosità, per chi desidera leggere il libro: non è ancora presente, almeno non risulta pubblicato nei cataloghi online , nelle biblioteche pubbliche triestine, ma Nonna Ivana può benissimo leggerselo, visto che è già presente nella biblioteca comunale della sua Crevalcore! :-D :-D :-D :-D


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non è presente...

Messaggio da ernesto93 »

mi lo gò comprà al Bennet, supermercato. El iera anche in ofèrta.


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Re: non è presente...

Messaggio da babatriestina »

ernesto93 ha scritto:mi lo gò comprà al Bennet, supermercato. El iera anche in ofèrta.
te lo ga anche letto? te ne lo recensissi?


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Messaggio da macondo »

babatriestina ha scritto: mi incuriosisce, a dir il vero, come mai un autore inglese si sia interessato agli aspetti della guerra sul fronte italiano, quando di solito la maggior parte dei testi anglosassoni sulla prima guerra mondiale tende a vederla soprattutto come una guerra fra Gran Bretagna, Francia e alla fine Stati Uniti contro la Germania, un fronte russo-tedesco, e incidentalmente contro l'Austria Ungheria, la presenza di un'Italia e qualche cenno all'area balcanica, oltre ai riflessi nell'area mediorientale, sempre nell'ottica del conflitto anglotedesco.
Questo xe el bel dei storici inglesi e particolarmente de sti 'storici' minori (gente che vien del giornalismo o de qualche esperienza diplomatica). I ga el coragio (?) de scriver libri ben documentadi su periodi storici de 'nicchia' e i vendi anca ben.
Me vergogno dirlo ma mi el libro no lo go ancora letto e no posso discuterlo ma me riprometo de farlo.
Me devo anca ricreder su quel ghe gavevo ditto riguardo al giudizio dela Grande Guera per parte de la opinion publica britanica. Gavevo semplificado troppo, ma credo de gaver adesso le idee piu ciare e me spieghero mejo :wink: :wink:


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thompson

Messaggio da ernesto93 »

te lo ga anche letto? te ne lo recensissi?
zà fato nela pagina precedente.


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Re: thompson

Messaggio da babatriestina »

ernesto93 ha scritto:
te lo ga anche letto? te ne lo recensissi?
zà fato nela pagina precedente.
sì, te ne ga dito quel che te ga trovado bel o più interessante del libro, mi me piaseria saver ancora una roba, che te ne disessi quanto che te condividi e te trovi pertinenti i comenti che gavevo riportado de internet, dal articolo del giornal de Vicenza ai comenti inglesi che colegava el libro cola politica italiana attual, fin a Berlusconi.
Ancora una domanda, per capir: el libro ghe dà tuta la colpa ala personalità de Cadorna? disi che xe cambiado o no con Diaz? o che iera colpa del sistema italian, o che prefigurava za el successivo fascismo? insomma, spiega perchè el fronte italian i lo presenta come tanto diferente dei altri fronti? questioni militari o questioni politiche?
ultima domanda: te ghe vedi una tesi de fondo, del libro? o se te preferissi, secondo ti, perchè el autor ga sentido el bisogno de scriver el libro? xe de notar che el xe un che se ga occupado de recente dei problemi dei Balcani recenti, posso dir un poco come alcuni libri de Rumiz? o xe su un altro piano rispetto a Rumiz?


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risposte

Messaggio da ernesto93 »

Nel libro no xe parola su Berlusconi, se qualchidùn vol vedèr una continuità politica che va fin a la Prima Guera, no c'entra col libro.

Proprio volendo se podessi anche far, ma no c'entra co' Thompson e c'entra poco anche con la politica, forsi podessi esser fatti de costume. Xe un capitolo interessante sui mezzi de informaziòn (giornai), su la diferenza tra quèl che i pensava (dedotto da lettere personali) e quèl che i publicava, e su quèl che pensava i soldài al fronte e/o la gente comune. Xe assai approfondito, prima no savevo che el Proclama dela Vittoria, lo gaveva scrito quèi del Corriere.

Xe anche qualche esempio sull'indipendenza dei mezzi de informaziòn, o meio sulla propensiòn dei giornalisti de scriver robe sgradite a chi che comanda e/o a l'editòr; in inghilterra iera qualcossa, in Italia no iera niente. Anche l'Avanti, da un certo momento in poi, se gaveva allineado in funziòn patriottica. Solo per questo aspetto (ma lo digo mi, no Thompson), se podessi zercàr de vedèr se xe un fenomeno de costume che in Italia ga continuità storica.

Cadorna? Colpa de cossa? El xe assai obiettivo e lo ridimensiòna, el disi che nei momenti de disfatta (strafexpedition e caporetto), el iera bravissimo. Ovviamente el disi che el mandava la gente al "macello" e el cita el suo "assalto frontale ed ammaestramento tattico" che tutti conossi e che iera una monàda. Però el cita diversi pensièri de Cadorna (lettere private) che conferma che el màto, per vinzer la guera, l'unica possibilità che el gaveva, iera de sfruttàr la superiorità numerica e ciapàr el nemico per esaurimento. E difati, quei altri i ga tentà Caporetto perchè no i iera in grado de resister ad altre battaglie difensive sull'Isonzo, ma queste no xe novità.

Piutosto, de Cadorna el metti in luce la sua forza "politica" (el gaveva sempre tuto el governo contro), e questa xe un poco una novità, come anche el suo impegno in funziòn de prevenziòn "antisocialista", roba che no savevo e grazie al libro stago approfondindo.

I capitoli sull'interventismo i xe 'ssai ben fatti, el cita tute le varie correnti, le rispettive motivazioni e tanti documenti successivi che chiarissi la question de chi voleva cossa e perchè.

Certo che el disi che con Diaz xe cambiado.

Iera tante robe che preconfigurava el sucessivo fascismo, ma no tanto dal punto de vista militàr; Thompson fa una piccola galleria de fatti e li metti insieme offrindo un scenario interessante. Anche qua niente de novo, solo che nissùn gaveva ancora fatto in quel contesto (un libro sula Prima Guera). Per mi, questo xe un dei aspetti più interessanti del libro, e me ga dà alcune risposte, a domande che me fazzevo da sempre.

Iera tanti motivi perchè el fronte italiàn iera diverso dai altri. Le differenze salta poco fòra dai libri de storia italiani, el mato el vedi le robe da un altro punto de vista, el fa tantissimi colegamenti con quel che pensava e diseva i altri, sia nemici che alleàti. Questo gaveva fato anche altri (es. Schindler) ma solo da un punto de vista militàr, mentre Thompson no se dimentica mai de far paralleli tra i fatti bellici dei vari periodi e quel che succedeva nelle naziòni.

Sulle tesi de fondo no so cossa dir, ognidùn che fa indagini el ga delle ipotesi che dopo le vien o meno confermade in base a quèl che el trova. Se la domanda iera per savèr se el mato la gà coi italiani, sicuro no, el parla ben dei italiani ogni volta che xe possibile. No dei politici o dei generài (salvo rare eccezioni), ma quel, credo che sia impossibile. Se la domanda iera per capìr i suoi orientamenti politici, mi questo no lo go capì. Ma a dìr el vero, no me lo son nianche domandà.

No so dirte a proposito de Rumiz, no me ricordo de avèr letto robe storiche scritte da lui. Comunque i se conossi, Thompson xe stado parecchio tempo a Trieste, el conossi le robe nostre bastànza bèn, meio de la media dei italiani (ma per questo no ghe vòl 'ssai :-)


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Re: risposte

Messaggio da babatriestina »

ernesto93 ha scritto: Se la domanda iera per savèr se el mato la gà coi italiani, sicuro no, el parla ben dei italiani ogni volta che xe possibile. No dei politici o dei generài (salvo rare eccezioni), ma quel, credo che sia impossibile. Se la domanda iera per capìr i suoi orientamenti politici, mi questo no lo go capì. Ma a dìr el vero, no me lo son nianche domandà.

No so dirte a proposito de Rumiz, no me ricordo de avèr letto robe storiche scritte da lui. Comunque i se conossi, Thompson xe stado parecchio tempo a Trieste, el conossi le robe nostre bastànza bèn, meio de la media dei italiani (ma per questo no ghe vòl 'ssai :-)
Grazie comunque, me par molto interessante quel che te ne conti e me par che sia sempre un ben, co se discuti un libro, aver i commenti de chi che lo ga leto per bon e no solo comentar come che el vien riferido sui mass media.
le domande iera no per saver come che el la pensa dei italiani, che po xe troppo generico, i italiani de allora? de oggi? i militari? me domandavo se ghe iera qualche collegamento con l'attuale politico o cultura inglese attuale, magari in collegamento col Unione Europea.. e per questo andar a curiosar la storia dei partner europei. Anche i orientamenti politici, no savessi gnanca capir perchè no conosso ben la politica britannica, che xe diferente dela nostra.

De Rumiz, confrontavo i titoli del libro de Thompson:
Forging war : the media in Serbia, Croatia and Bosnia-Hercegovina / Marc Thompson
e

Thompson, Mark <1959- >
A paper house : the ending of Yugoslavia / Mark Thompson
e li confrontavo con
Maschere per un massacro e La linea dei mirtilli de Rumiz, libri che ga avudo prefazioni de Claudio Magris e Demetrio Volcic e che tratta anche quei più o meno i stessi argomenti.

per la conoscenza de Trieste, vero, se difatti el ga tradotto in inglese Ernesto de Saba:
Ernesto / Umberto Saba ; translated from the Italian by Mark Thompson
Pubblicazione Manchester ; New York : Carcanet, 1987
Descrizione fisica 166 p. ; 23 cm.
Numeri ISBN - 0856355593


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Messaggio da Rawa Ruska »

Leto pena comprà, a la Transalpina. Personalmente me ga piaso in primis el taio de la ricerca. Certo che no el ga la esperienza de un italian sui loghi, ma certo che el le disi senza pei su la lingua. E el disi robe giuste che disi tuti quei che non gioga più a Dulce et decorum est...
Conoso el toma e amici mii lo ga anche portà a veder i loghi, che el se rendi conto meio. Tuti po ghe ga sugerì qualche libro de consultar, qualche testo de veder. Me troverè anche a mi dentro.
Per mi, un bel lavor, che ga fato diventar mati tanti che ITALIA ITALIA ma meio se in stadio.

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Messaggio da macondo »

Ritorno sul tema dell'opinione pubblica inglese che considera la Grande Guerra come una strage priva di senso, dove i soldati (ma anche gli ufficiali subalterni) erano Leoni comandati da Asini.
Preciso innanzitutto che ho fatto una certa confusione con il periodo quando tale giudizio era diventato un luogo comune. Nell'immediato dopoguerra, in effetti, il senso di lutto era tale che sarebbe stato impensabile parlare di una inutile strage. L'opinione pubblica responsabilizzava innanzitutto il Kaiser e lamentava il fatto che, invece d'essere giustiziato (!!??), si trovasse in esilio in Olanda.
Bisognerebbe aspettare fino agli anni 30 per trovare le prime critiche di come fosse stata condotta la guerra, particolarmente con la pubblicazione di libri di memorie e poesie, sia di veterani che caduti. Si dovrá aspettare comunque fino agli anni 60 per trovare queste critiche ormai generalizzate in libri di autori sia di destra che di sinistra. Di particolare interesse era stata una produzione di un musical intitolato Oh. Che bella guerra, poi tradotto in un film di un certo successo, che aveva particolarmente colpito la fantasia del pubblico.
In questi ultimi anni, e qui cito dei storici come Gary Sheffield, Gordon Corrigan e Dan Todman (che non ho letto), che si domandano sulle scelte esistenti nel 1914 e se veramente i generali fossero davvero cosí stupidi e senza cuore come si pensava.


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Messaggio da babatriestina »

sempre sull'opinione pubblica inglese fra le due guerre, sulla prima guerra mondiale, oltre a libri del tipo Goodbye to all that di Graves, diari di guerra alquanto realistici che ne descrivevano gli aspetti meno gloriosi e che fanno il paio con il libro di Lussu e simili sopra citati, sarò un po' maligna ma mi viene da sospettare che nel senso di lutto facesse anche parte la sensazione di perdita dell'importanza mondiale al termine della guerra , nonostante la vittoria, passato agli Stati Uniti, per le perdite come nell'impresa dei Dardanelli contro la Turchia, da confrontare con le esperienze coloniali ottocentesche, in cui la superiorità dell'armamento occidentale risolveva i conflitti con molto meno morti; e ho pure la sensazione che furono appunto le tante vittime della prima guerra che sostennero l'opinione pubblica pacifista, non solo inglese, che salutò come un trionfo gli accordi di Monaco del 1938.
Impressioni mie personali, ottenuto da letture di libri di storia europea...
( ci stiamo allontanando dal contenuto del libro, per parlare della visione generale della guerra dal punto di vista inglese)


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Messaggio da macondo »

Per tornar al tema, go apena ordinado el libro con Amazon (£5.99 compreso el costo postal, meno de €9 8) ).
Ve lo comenteró quando lo gaveró leto....


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Messaggio da babatriestina »

Corriere della sera di oggi, rubrica di Sergio Romano:
http://www.corriere.it/romano/10-02-12/02.spm
ad una domanda sui metodi di Cadorna e sull'opportunità di dedicargli vie e piazze, Romano risponde:
Credo che il giudizio storico su Cadorna debba tenere conto del fatto che i suoi metodi furono, almeno sino al 1917, quelli di tutti i generali della Grande guerra.


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Messaggio da macondo »

Verissimo!
Comunque le critiche, almeno nel libro suddetto, si concentrano all'uso indiscriminato della giustizia sommaria e sopratutto sulla pratica illegale, perché non prevista nel Codice Penale Militare del tempo, delle decimazioni.


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Messaggio da VetRitter »

sempre allontanandomi dalla Guerra Bianca, Silvestri nel suo Isonzo '17 fa una cruda e sgradevole statistica (.....) in pratica sul fronte francese (da parte dei francesi) ci furono più decimazioni che nel R.E..
poi tale colonnello Graziani, non sono riuscito a trovare il nome, sparava nella schiena a caso ai suoi soldati per incitarli all'assalto..


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Messaggio da macondo »

Sará probabilmente il Generale Andrea Graziani (da non confondere con il piú famoso Generale Rodolfo Graziani). La mattina del 16 novembre 1917 aveva ordinato l'esecuzione sommaria di 19 soldati per un numero d'offese diverse. Uno per aver salutato militarmente senza togliersi la pipa di bocca, altri due per avere un pacco di farina nascosto nello zaino.


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Ne parlavamo qua. Fece pure, sembra, una brutta fine..


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Messaggio da VetRitter »

grazie, non riuscirò mai a leggere tutto il Forum..
una canzoncina che girava tra i soldati sui meriti per le promozioni recitava così: "colonnello mo lo tenimmo, generale comm 'o faccimmo?
un assalto andato male, ecco fatto il generale"
promozioni per fucilazioni.. si è visto anche quello..
saluti


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