san Servolo e Monte Carso, di qua e di là

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Altra gita transfrontaliera sul Monte Carso, stavolta passando per san Servolo e il panoramicissimo ciglione.
Partenza del solito Antro di Bagnoli, sentiero n 46 A, nuovo e prima sosta a mezza costa, sopra Dolina, a Crogole Kroglje, davanti alla chiesetta della santissima Trinità, rifatta sia all'inizio del Novecento che recentemente, però la chiesa è di origini antiche:


sull'architrave e sui pinnacoli di accesso date del Seicento. Purtroppo, pur essendo domenica, era chiusa, per uci non abbiamo potuto vedere il suo altare interno, che ha valore artistico/storico, essendo uno degli altari di legno intagliati della scuola di Kobarid, però ve lo mostro dal sito
http://artesacratrieste.com/

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però, al di là delle graziose decorazioni scolpite sulle pietre di accesso
interessante la soglia ottenuta utilizzando una antica lastra di pietra tombale

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Dietro, la primavera è in fiore


salendo sempre a mezza costa, raggiungiamo una sorgente che forma un piccolo stagno, la sorgente Moganjevec


che nello scorso autunno avevo vista completamente secca

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come confermano i cartelli ( e compare già un NO TAV)

raggiungiamo un bivio: a destra si procede verso Muggia, è il sentiero n 1 verso la Traversata muggesana e pure coi segnali della Vertikala, mentre noi saliamo a sinistra verso san Servolo Socerb

i minacciosi cartelli che ci segnalavano il confine assai prossimo sono superati dalla freccetta che ci invita a continuare

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e difatti superiamo il cippo di confine

ecco, uno dei lavori di manutenzione dei sentieri è anche tenerli puliti dai rovi, che qui non mancano!
la salita si fa più erta, e incontriamo tante fioriture primaverili:
anemone epatica

la scilla bifolia, piuttosto rara sul Carso

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corydalis

e l'immancabile primula! ( oltre a qualche bucaneve tardivo)

ci sono anche dei faggi, almeno a giudicare dalla foglie..

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e siamo arrivatai a Socerb san Servolo, e usciti dal bosco il panorama è proprio bello

la chiesetta del paese è ottocentesca, ma sull'architrave del portale la data è del Seicento


si tratta del portale di una precedente cappelletta che si trovava vicino al Castello e che è illustrata in una stampa seicentesca di Valvasor

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questo piccolo edificio

è un pozzo coperto, con l'acqua che proviene dalla grotta superiore

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c'è anche la fontanella esterna

una casa con un bell'architrave scolpito

e l'immancabile monumento ai partigiani caduti

Intorno e sotto al castello c'era la necropoli di san Servolo, scavata ancora nell'Ottocento, e che contiene materiale di diverse epoche, dalla preromana a quella romana. Nel passare, non si vede nulla in evidenza.

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sulla strada, un'edicoletta sacra

con un'immagine un po' inusuale, una Pietà

a san Servolo c'è uno stagno

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dove alcuni rospi prendevano sole

e finalmente ci avviamo al castello

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Una delle stampe di Valvasor col castello

( a destra la vecchia chiesetta) e a sinistra una strada porta ad una grotta sotto il castello, e questa l'abbiamo percorsa:

scalini intagliati nella roccia

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ed eccoci nella grotta, cantine dei Petazzi ( ma qualcuno ci ha pure parlato di un'antica signoria di una famiglia Weimar)


salendo al castello, ora ristorante ( ma noi abbiamo mangiato al sacco)

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il panorama

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così lo presentava Vavassor


e ci avviamo alla Grotta di san Servolo, di cui abbiamo anche parlato a proposito dei Santi triestini, stavolta ho imparato la leggenda delle rape, una volta il santo chiese delle rape, non gliele diedero e da quella volta non crescono rape in quella zona ( ve la dò come la raccontano)
la grotta era chiusa, la aprono solo ad orari prefissati, ma oltre le sbarre si può ben fotografare:
un'immagine alquanto modesta esposta su un albero, per mostrare com'era:

e subito vicino una lapide con altri ricordi della guerra partigiana

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Un'incisione ottocentesca più dettagliata

mostra un altare, che ora è sparito: quando? la zona è stata militarizzata per parecchi anni..
ed ecco ora il medesimo luogo

a destra, un'acquasantiera ricavata nella roccia

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dalla finestrella di destra


sull'ingresso, data ottocentesca

( continua)

[Zigolo]

dove alcuni rospi prendevano sole

Rana verde!
Bela gita!

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Grazie per la precisazione, in effetti io non sono esperta al riguardo..
proseguiamo lungo il ciglione, nella presentazione della gita lo avevano chiamato "sentiero dei graniciari" perchè in effetti ai tempi della Jugoslavia la zona era pattugliata, vista la posizione panoramica:



e difatti troviamo una garitta d'osservazione
solo
che adesso sono i gitanti che osservano

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dentro, ancora nomi e graffiti, e vicino c'era anche un edificio, possibile casermetta


dal versante verso il monte, la landa carsica non spietrata e forse resa più brulla da qualche vecchio incendio, verso il Taiano