triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

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mandi_
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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da mandi_ »

DOPO LE PARTENZE da KIRSANOV

Purtroppo non sono riuscita a trovare le liste degli ex prigionieri , tornati da Arcangelo(Russia) a Genova tra il 1916 e il 1917. So solo di aver visto migliaia di nomi, scritti su singole schede, con persone arrivate da Kirsanov domiciliate a Torino e Milano per molto tempo. Infatti, le loro abitazioni (se non erano state distrutte o danneggiate dai bombardamenti) si trovavano in zona di guerra e, tornandovi, gli uomini sarebbero stati arrestati o peggio.
Questi uomini in parte si arruolarono nell’esercito Italiano, ma molti scelsero di lavorare (come ad esempio nelle imprese di costruzione milanese della Lys), altri giovani finirono gli studi a Torino e Milano.Altri rimasero raggruppati in grosse “Colonie” in Italia , a volte in ozio forzato, aspettando che terminasse la guerra, aiutati da alcune Associazioni. Altri finirono in campi di detenzione, perché il Governo Italiano non si fidava molto dei loro “sentimenti patriottici”.
Inoltre molti familiari erano sfollati nei campi di raccolta oppure ancora in guerra o prigionieri. Perciò cominciò un’affannosa ricerca delle famiglie disperse.

Riporto a simbolo di ciò due nomi di Triestini che, suppongo, effettuarono il viaggio (dal Boll. dei Profughi e richiamati, edito a Vienna ). Su tale giornale, in data novembre 1916 c’è scritto:
RICERCANO LA FAMIGLIA :
M. LORENZINI, prig. a Kirsanov, governatorato di Tambov,ricerca la famiglia Lorenzini,via San Sergio, Trieste e la famiglia Maccari, Trieste, Chiarbola sup., Ponzano, via Maccari.
V. CUCIT, prig. a Kirsanov, governatorato di Tambov,cerca Anna Cucit, Trieste, via Dossato Diamante.


Naturalmente gli ex prigionieri, ora cittadini italiani, non potevano far sapere pubblicamente che erano tornati in Italia. Per questo si usarono questi sistemi , usando i giornali per informare o cercare le famiglie.

Su questo giornale, controllato dall’Austria,venivano riportati anche molti dati di migliaia di prigionieri(nome,data e luogo di nascita, data e luogo di prigionia). Inoltre venivano pubblicati i morti in guerra e l’andamento della guerra, le medaglie d’oro, d’argento o croci ferree secondo il punto di vista austriaco. Quindi preziose informazioni per le famiglie di un tempo, ma anche per le ricerche di oggi.
Si pubblicavano anche notizie di questo tipo :

VIENNA, 25 maggio 1916
MANIFESTAZIONI DI OMAGGIO E DI FEDELTA’
Nella ricorrenza dell’anniversario della dichiarazione di guerra dell’Italia,306 comuni e 480 corporazioni professionali delle terre di lingua italiana del Tirolo meridionale (attuale Trentino)hanno inviato a S. M. I.l’Augustissimo nostro Imperatore Francesco Giuseppe un indirizzo di omaggio , nel quale essi fanno dichiarazione di sentimenti patriottici. I firmatari elevano protesta contro l’ignominioso tradimento.


Naturalmente, i patrioti d’Italia si esprimevano in senso opposto.

Non penso comunque che le persone comuni austriache , italiane, redenti o irredenti o austriacanti abbiano esultato per l’inizio delle guerre, soprattutto dopo averne vissuto gli effetti.




SCRIVO QUI ANCHE DUE CONDANNE, SIMBOLICHE, PER ALTO TRADIMENTO, RIFERITE A KIRSANOFF :

…Molte prove attestano che queste persone, dai diversi depositi di prigionieri radunati in Russia, furono concentrate a Kirsanov per essere trasportate in Italia….perciò la Corte di Innsbruck condanna alla confisca dei beni….
-Masè J.,am 16 september 1891 in Triest geboren…
-Marchi I . scrisse da Kirsanov una cartolina sul cui lato anteriore era scritto : Viva l’Italia.

Anche il trentino Cesare Battisti fu catturato ed ucciso per alto tradimento, come molti altri . Non mi dilungo sulla sua figura, leggendo il lungo dibattito sul forum su altri irredentisti.
Ho cercato di essere imparziale, proprio per rispetto delle idee di tutti, comprese le mie .

Avevo pensato di allegare una foto del monumento dove è sepolto Battisti a Trento, o quella del fossato del Castello del Buonconsiglio dove fu ucciso, ma ho preferito allegare una piccola immagine, che per me è un simbolo di ciò in cui credo.

Mi piacerebbe che ci fossero molte fontanelle nel mondo, simbolo di un' umanità non dimenticata,come questa che vi allego.
Ciau Mandi.
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Questa è la fontanella della fratellanza. Si trova a Rovereto,in un luogo tranquillo.A questa fontanella venivano a bere persone e soldati di ambedue gli schieramenti . Mi piace per questo. Perchè gli uomini a volte, per un poco,  miracolosamente sanno ricordare di essere fratelli e dimenticare le reciproche diversità.
Questa è la fontanella della fratellanza. Si trova a Rovereto,in un luogo tranquillo.A questa fontanella venivano a bere persone e soldati di ambedue gli schieramenti . Mi piace per questo. Perchè gli uomini a volte, per un poco, miracolosamente sanno ricordare di essere fratelli e dimenticare le reciproche diversità.
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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da babatriestina »

Oggi sul Corriere della sera un interessante articolo dedicato a Trento, purtroppo non trovo il link, magari lo pubblicheranno domani. Un aggiornamento allo stato attuale, con ricordi del passato. Della coppia Rizzo-Stella.


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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da mandi_ »

Ho letto l'articolo citato ed anche la risposta data dalle autorità politiche trentine. Non mi azzardo a fare commenti sull'Autonomia. Posso però confermare che il mito di Battisti è un pò impolverato, che si studia poco nelle scuole, e che quest'anno è stato dedicato molto più spazio ad Andreas Hofer nelle pubblicazioni storiche, oltre che a festeggiamenti vari ,rispetto a Battisti, Filzi e Chiesa.
Ricordo però che in Trentino, e questo per me è lodevole, quest'anno è stato completato(e messo in internet) il censimento di tutti i morti nella prima guerra mondiale. Intendo morti dal 1914 al 1918. Cioè di tutti i soldati un tempo austroungarici, nati in quello che oggi è chiamato Trentino. Prima, sui monumenti ai caduti, venivano citati ,mi pare, solo gli Irredentisti, morti per l'Italia.
Credo che Battisti, traditore per gli Austriaci e eroe per gli Italiani, sia stato un uomo che ha combattuto per i suoi ideali, ed essendo morto per questo, vada comunque rispettato.
Mandi
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Cesare Battisti, dopo la cattura, venne portato per le vie di Trento su questo carro, per poi essere impiccato nel cortile interno del Castello del Buonconsiglio.
Cesare Battisti, dopo la cattura, venne portato per le vie di Trento su questo carro, per poi essere impiccato nel cortile interno del Castello del Buonconsiglio.
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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da mandi_ »

Continuo a raccontare i viaggi del rientro DEI PRIGIONIERI dalla Russia all’Italia, a modo mio. E' un pò lunga, se a qualcuno interessa,porti pazienza.

Sin qui quello che ho raccontato non si discosta dalla Storiografia , e quello di cui ho parlato si può trovare in libri vari.
Io mi sono fatta però alcune idee di come sono successi i fatti che descrivo, un po’ diversa da quella solita ufficiale , peraltro molto nebulosa e raccontata poco o niente. Infatti ben pochi tra di noi sanno cosa è successo ai loro nonni e parenti prigionieri in Siberia.
Naturalmente me podo anca sbagliar…Seguite l’interpretazione che vi pare.
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Allora, io ritorno indietro ancora nel tempo, al 1914..

1914

Già nel 1914 , lo Zar aveva aderito alla Convenzione dell’Aia, che prevedeva che i prigionieri dovevano essere mantenuti a spese del governo ospitante. Ma i prigionieri Austroungarici furono soggetti a condizioni di vita peggiori rispetto a quelle del Paese d’origine, essendo la Russia molto più povera.
Dalle “Disposizioni dello zar” si può dedurre che i prigionieri potevano spostarsi abbastanza liberamente, senza gravissime conseguenze, potevano essere usati come forza lavoro per contribuire al loro sostentamento, e soprattutto non dovevano essere impiegati militarmente. Scrivo solo uno degli articoli , il numero 8.

<<Disposizioni dello zar stampate a Carskoe Selo il 7 ottobre 1914>>
8 - I prigionieri possono essere impiegati in vari lavori, ad eccezione degli ufficiali. Questi lavori non devono avere alcuna attinenza con attività di tipo militare.

La Russia fu la prima nazione a fare uso della politica delle nazionalità, avviando trattative diplomatiche per offrire la cessione all’Italia dei prigionieri di guerra irredenti d’etnia italiana, usandoli come elemento di pressione contro la neutralità italiana. Ma per tre volte il Governo italiano rifiutò lo scambio (fu riportato anche dal Corriere della sera del 29.5.1915).
1915
Intanto si preparava l’intervento dell’Italia. Già prima del 24 maggio 1915, nei preaccordi ,gli eserciti russo e italiano s’impegnavano, tra l’altro, a riunire il massimo delle forze necessarie per uno sforzo comune italo russo contro l’Impero Austro Ungarico. Tra le prime conseguenze dell’accordo vi fu lo scambio reciproco di Missioni militari: quella russa presso il Comando supremo italiano, e quella italiana presso la Stavka.
Quindi, a Pietrogrado, s’insediò una MISSIONE MILITARE ITALIANA , il 20 giugno 1915.
La Missione si occupò di relazionare a Roma sui fatti russi e di aiutare il rientro dei prigionieri.

1916 – 1917

Vi ho già raccontato dei viaggi di rimpatrio da Kirsanov da Arcangelo e del fatto che la scarsità di navi per gli Italiani era drammatica , mentre per altri Stati come la Francia, lo fu meno. Durante l’inverno la Missione rallentò ancora, molti componenti di essa tornarono in Italia (mentre i prigionieri rimasero lì) e per molti mesi non si parlò più del rientro. In Russia già in ottobre ci furono i primi fermenti della Rivoluzione: scioperi, dimostrazioni contro la guerra; il 30 dicembre 1916, nella notte, venne assassinato Rasputin a Pietrogrado.
Il 1917 fu l'anno della rivoluzione russa che portò la Russia, stremata da tre anni di guerra ad uscire dal conflitto a causa dei moti rivoluzionari interni.

8 marzo 1917(23 febbraio, secondo il calendario russo): ebbe inizio la rivoluzione russa.
15 marzo: lo zar Nicola II fu costretto ad abdicare. Si formò un governo provvisorio con Kerenskij ministro .
11 febbraio 1917: iniziò in Russia la seconda fase della Missione con il ritorno in Russia dei tre ufficiali colonnello Manera, ten. Iccilio Baccich e Ten. Bazzani. Durante il viaggio i tre vennero a sapere dello scoppio della Rivoluzione. Arrivarono a Pietrogrado il 15 marzo 1917, poche ore prima che Nicola II abdicasse a favore del fratello, che porrà fine al governo degli Zar in Russia, firmando il manifesto di rinuncia al trono. La Missione rimase per settimane bloccata nella capitale senza poter continuare nella visita dei campi e nella raccolta di adesioni all’Italia. I prigionieri erano in gravissima difficoltà.
Ve li immaginate, in mezzo ad una Rivoluzione di quella portata?

6 ottobre : fu occupato il Palazzo d’inverno di Pietrogrado; questa data corrisponde all’8 di novembre Italiano, dove avvenne la disfatta di Caporetto (24 ottobre -19 novembre : 12° battaglia Isonzo : 11.000 morti e 19000 feriti).Arrivarono queste notizie a Kirsanov e molti uomini , confusi e disperati abbandonarono Kirsanov. La Russia era nel caos. Molti uomini andranno a lavorare altrove, molti si sarebbero arruolati in vari battaglioni di rivoluzionari bolscevichi (ci sono svariate testimonianze).
6 novembre 1917 (24 ottobre, secondo il calendario russo): i bolscevichi assunsero il potere, sotto la guida di Lenin. La Russia era in fiamme.
Anche la strategia degli ufficiali italiani per i 2500 trentini e Italiani delle province adriatiche, rimasti in Russia in una situazione simile, variò. Intanto Manera a Kirsanov cominciò ad organizzare gli uomini in gruppi di 200 e li fece esercitare militarmente, organizzandoli in gruppi di venti uomini con un ufficiale di complemento. Furono formati tre battaglioni di quattro compagnie ciascuno.
La situazione era caotica, e Manera e collaboratori presero la decisione di inviare gli uomini a Wladivostok (chiamata dai russi Dominatrice dell’Est), sul mare del Giappone e di lì imbarcarsi lungo la via Orientale .
18 dicembre 1917: Manera divise gli uomini in gruppi da venti, a tutti consegnò un documento di riconoscimento scritto in russo e italiano, un po’ di denaro (30 rubli a testa), poi li fece salire sui treni affollatissimi della Transiberiana.
In 20-25 giorni si svuotò Kirsanov (da dove partì anche Manera) si svuotò Vologda, in gruppi di centinaia di prigionieri. Erano 2600 uomini. Molti proseguirono, con viaggi di anche due mesi, molti abbandonarono la Missione e vagarono per la Siberia. Gli Irredenti passarono da Vologda, da Ekaterinenburg, Celiabjnsk, Omsk, Tomsk e Cita, in territorio cinese (Manciuria).


1918

Il 15 febbraio 1918 giunsero a Kharbin, sulla biforcazione per Pechino o Wladivostok, ma il proseguimento del viaggio non fu possibile per tutti. Parte degli uomini rimase bloccata. Ora invece c’era un grande concentramento di uomini a Wladivostok: i 2000 di Kirsanov e i 600 di Vologda; ma essi non trovarono nessuna nave e possibilità d’imbarco. Era l’ennesima delusione, e gli uomini alloggiarono dove poterono.
Il 13 marzo 1918 fu firmata la pace con gli Imperi Centrali con il trattato di Brest-Litovsk, con molti cambiamenti territoriali .
Questo fu l’anno d’inizio delle GUERRE CIVILI in Russia. La guerra civile ebbe inizio nell'estate 1918 e si svolse, con alterne vicende e momenti critici per entrambe le parti, in diversi territori, su un fronte di ottomila chilometri. La guerra civile divampò tra i bolscevichi(chiamati ROSSI) e una coalizione di forze di opposizione, conosciuta come Zaristi bianchi, guidata dal dittatore ammiraglio Kolciak.
Ed ecco qui il bello: voi pensereste che il Governo Italiano avrebbe portato subito in patria i prigionieri , tirandoli fuori da una situazione simile,vero?
Ed invece no.

A febbraio a Wladivostok, Manera , in accordo con il ministro Sonnino cominciò a porre le basi per impiegare i prigionieri arrivati a Wladivostok in attesa della tanto sognata rapida partenza per l’Italia, costituendo un CORPO DI VOLONTARI OPTANTI.
Insomma, si riuscì a convincere un primo nucleo di prigionieri , pur provati psicologicamente dalla sofferenza di quegli anni, ad arruolarsi con l’esercito italiano per tornare di nuovo a fare la guerra contro i bolscevichi.
Siccome agli Irredenti si poteva chiedere, ma non comandare il volontario contributo alla Campagna antisovietica, fu attuata un’opera di persuasione e premessa indispensabile di questo era il trasloco degli uomini in un luogo più opportuno e sicuro.
Alla fine di febbraio tutti i 2500 uomini arrivati da Kirsanov e Volodga a Wladivostok , furono portati in ferrovia nella vicina città di Pechino e nelle confortevoli concessioni italiana di Shan-hai-kuan e Tientsin,(in Cina) per riposarsi, rilassarsi ed essere così grati all’Italia, che permetteva loro una vita più confortevole.
Si proseguì con l’armare gli uomini ,addestrarli e farli esercitare ginnicamente e militarmente 2- 3 ore al giorno.

Nell’aprile 1918 si sparse la notizia che erano arrivate due navi a Wladivostok. Molti uomini tornarono precipitosamente in quella città. Si imbarcarono un centinaio di persone sul piroscafo americano U.S. LOGAN, con molti invalidi e malati .Il percorso effettuato fu attraverso l’oceano Pacifico,fino a San Francisco. Dall’America ritornarono a Genova con il piroscafo G. Verdi il 27/06/1918.

In seguito da Shan Shai Quan partì un altro piroscafo americano , la SHERIDAN,in data 16 giugno 1918,con a bordo 370 uomini. La nave arrivò a San Francisco il 17 luglio. Gli ex prigionieri ripartirono da New York il 16 agosto 1918 e arrivarono anch’essi a Genova con la nave Giuseppe Verdi il 5 settembre 1918.
Degli altri, rimasti a Tientsin, vi racconterò in seguito, se non vi ho annoiato troppo.

Non ho trovato la nave Sheridan. Se per caso qualcuno mi aiuta.... Mandi
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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da babatriestina »

mandi_ ha scritto: A febbraio a Wladivostok, Manera , in accordo con il ministro Sonnino cominciò a porre le basi per impiegare i prigionieri arrivati a Wladivostok in attesa della tanto sognata rapida partenza per l’Italia, costituendo un CORPO DI VOLONTARI OPTANTI.
Insomma, si riuscì a convincere un primo nucleo di prigionieri , pur provati psicologicamente dalla sofferenza di quegli anni, ad arruolarsi con l’esercito italiano per tornare di nuovo a fare la guerra contro i bolscevichi.
Siccome agli Irredenti si poteva chiedere, ma non comandare il volontario contributo alla Campagna antisovietica, fu attuata un’opera di persuasione e premessa indispensabile di questo era il trasloco degli uomini in un luogo più opportuno e sicuro.
Alla fine di febbraio tutti i 2500 uomini arrivati da Kirsanov e Volodga a Wladivostok , furono portati in ferrovia nella vicina città di Pechino e nelle confortevoli concessioni italiana di Shan-hai-kuan e Tientsin,(in Cina) per riposarsi, rilassarsi ed essere così grati all’Italia, che permetteva loro una vita più confortevole.
Si proseguì con l’armare gli uomini ,addestrarli e farli esercitare ginnicamente e militarmente 2- 3 ore al giorno.
trova riscontro con quanto riportavo in un post di memorie
https://www.atrieste.eu/Forum3/viewtopic ... nte#p53468
alcuni passi di un libro Il diplomatico sorridente, un diplomatico italiano che si trovò alla Missione di Pechino in quei giorni;


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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da mandi_ »

Infatti, si tratta della stessa storia. Avevo letto il post tempo fa, ma mi sembrava di vedere dell'incertezza nel come sono andate le cose. E' una storia lunga e complicata.Io non ho mai letto il "diplomatico sorridente". Ma ho letto tantissimi altri libri e documenti, trentini e triestini ecc(compreso "la cartella di cuoio, ultimamente, Adler)in tre anni, e cerco , dato che c'erano coinvolti triestini e trentini, di dare un pò di ordine alle date e ai fatti, soprattutto quelli dopo questa data, che sono i più complicati. M'interessa anche il discorso delle navi e delle date del rientro, che possono dare informazioni riguardanti il ritorno a casa di familiari non troppo lontani nel tempo (genitori o nonni), oltre che approfondire il discorso navale. Si potrebbe eventualmente unire parti di forum, se vi pare. Magari avessi un pò di aiuto o potessi darne a voi!
Quello che io cerco di dire, comunque, è che per me (come spiegherò in seguito) l'uso dei prigionieri non è stato per niente corretto. Questa storia sembra un romanzo d'avventura ma non lo è stata per chi l'ha vissuta, nè per i loro familiari.
Ciao Mandi


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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da babatriestina »

babatriestina ha scritto:Oggi sul Corriere della sera un interessante articolo dedicato a Trento, purtroppo non trovo il link, magari lo pubblicheranno domani. Un aggiornamento allo stato attuale, con ricordi del passato. Della coppia Rizzo-Stella.
lo hanno pubblicato:
http://archiviostorico.corriere.it/2010 ... 1024.shtml


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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da mandi_ »

Vi scrivo i tragitti più esatti dei piroscafi di cui vi ho parlato, che arrivarono a Wladivostok nel 1918. Questi due piroscafi trasportarono gli ex prigionieri seguendo il tragitto statunitense, con molta probabilità, per propagandare in America l'irredentismo italiano. Secondo il mio parere questi uomini,sempre in parte triestini ecc e in parte trentini ecc , avevano optato per l'Italia, ma non appartenevano ai famosi Batt. Neri. Alcuni di essi si fermarono nei dintorni di Genova, altri proseguirono per Torino e Milano, in attesa della possibilità di rientro. Ormai la guerra era finita, ma non era così semplice tornare a casa. C'erano dei periodi di "quarantena" e dei periodi di "osservazione"dove venivano valutati i sentimenti di "Italianità" adeguati e di "non bolscevismo", in quanto gli uomini erano stati a contatto con le idee della Rivoluzione russa.



NAVE SHERIDAN, AMERICANA, vecchia nave che non superava i 10 nodi.


25 aprile 1918 : Partenza da Wladivostok

Partirono un centinaio di ex prigionieri, provenienti da Tientsin, sulla nave che stava per salpare. Sul piroscafo c’erano già a bordo 2000 uomini, tra ufficiali e soldati statunitensi.

La nave attraversò l’oceano Pacifico in otto giorni, prima con mare agitato, poi con tempo splendido. Il 4 maggio (al cambio di latitudine la data torna indietro di un giorno) la nave giunse al 180° di long. Ovest.
12 maggio 1918: arrivo a San Francisco. Da lì gli Irredenti furono trasportati in treno fino a New York e alloggiati nella Governos Island. Rimasero circa un mese, in pena per paura di essere dimenticati negli Stati Uniti. Arrivò in visita anche il tenore Caruso.
Verso la metà di giugno furono imbarcati sul Piroscafo GIUSEPPE Verdi, italiano, ripartirono, attraversarono Gibilterra e giunsero a Genova il 27 giugno 1918. Rimasero alcune persone in America. Uno morì.



______________________________________________________________________________________________________________________________________

PIROSCAFO AMERICANO LOGAN (Cargoboat)


Trasportava 370 uomini

15 giugno 1918 :partenza da TIENTSIN
16 giugno :Shan Shai Quan
17 giugno :Muchden
18-19-20-21 : Corea
21 : sosta a Fusan (Corea). Pernottamento in un teatro.
22 : partenza da Fusan.
23 : Wladivostok
8 luglio 1918 : arrivo ad Honolulu, sosta e partenza la sera
17 luglio : arrivo a San Francisco in California all’alba, ore 5; partenza alle ore 17
18-23 luglio :percorso lungo gli Stati Uniti( Sacramento-Salt Lake City, Colorado, Kansas, Missouri,Illinois, Indiana, Pennsilvania ,Philadelphia)
24 luglio – 15 agosto : permanenza nel New Jersey a Camp Dix ,accampamento militare americano
16 agosto 1918 New York :IMBARCO SULLA NAVE G.VERDI, camuffata di strisce ingannatrici. La Nave G. Verdi salpò con altre navi americane e fu scortata da sottomarini,aereoplani, aerostati , torpediniere … Fu anche attaccata da un sottomarino.
29 agosto :arrivo a Gibilterra
5 settembre 1918 :ARRIVO A GENOVA


Ed ora lascio che sia il racconto di un prigioniero a raccontare la sua storia e il viaggio, il soldato ex austroungarico Angelo.


Il soldato Angelo, nato nel 1888, si trovava di vedetta nelle vicinanze di Rovno, città della Volinia. Fu preso prigioniero il 15 ottobre 1915 e in un mese di viaggio fu portato in un Campo a Kazan. Fu preso a lavorare nel novembre 1915 nei dintorni , perché doveva procurarsi il cibo per sopravvivere.
Il giorno 1 agosto 1917, dopo 22 mesi, fu riportato al Campo di Prigionia , da dove dopo sette settimane, su sua richiesta e dopo aver firmato per l’opzione italiana, fu avviato al Campo di Kirsanov. Vi arrivò il 20 settembre. Partì da K. col terzo viaggio, il più sfortunato, e arrivò a Vologda il 14 ottobre 1917. Siccome la nave che doveva trasportare gli ex prigionieri era già partita due giorni prima, gli uomini dovettero ritornare sconsolati a Kirsanov. Si racconta che altri rimasero nel porto nell’attesa di un imbarco. C’erano anche circa 6000 serbi e molti francesi. Il 23 dicembre, da Kirsanov, un convoglio di Italiani, con a bordo anche il nostro uomo, fu avviato verso Wladivostok, tramite la Transiberiana.
Il 29 dicembre 1917 il treno con gli uomini arrivò a Irkutsk, dove stava infuriando la Rivoluzione Bolscevica, c’erano lotte tra partiti e si sentiva parlare di 2000 morti fatti dai Bolscevichi.
Il viaggio proseguì e dopo 17 giorni gli optanti per l’Italia attraversarono la Siberia, la Manciuria (provincia Cinese).L’11 gennaio arrivarono a Nicolsk, dove furono messi in un lager senza spiegazioni. Non sapendo se si trovavano ancora nella situazione di prigionieri o di uomini liberi, il nostro ex prigioniero ed un suo compagno scapparono, salirono sul treno e arrivarono dopo 5 ore a Wladivostok.
Il mattino dopo videro due corazzate nel porto, di bandiera Statunitense . Notarono anche dei piccoli vapori che giravano per mantenere il mare non gelato, per lasciar spazio di manovra ai grandi piroscafi. Allora i due amici si recarono dal console inglese, che diede loro 9 rubli e un documento di passaggio fino a Nicolsk. Il 2 febbraio 1918 arrivarono a Kharbin (oggi Ha Erl Pin) in Cina e il 4 marzo a Cheongju (Corea), territorio giapponese. Il 5 febbraio 1918 arrivano a Tientsin negli accampamenti inglesi. Nella Concessione furono rifocillati e “se non si avesse pensieri di casa si starebbe benone, pane bianco, zuppa fina, carne 5 zigaretti al giorno e un bicer di vero vino. A me non mi manca niente, ma mia moglie e i figliolini? Avranno da mangiare o no?” Il nostro Z. a Tientsin lavorò come barbiere.
Nell’aprile 1918 si sparse la notizia che si era trovata una nave a Wladivostok. Molti Irredenti tornarono precipitosamente in quella città. S’imbarcarono un centinaio di persone sulla U.S. SHERIDAN. Tra essi molti invalidi e malati.

Poco dopo , il 15 giugno 1918, 370 uomini (tra cui Angelo e il suo amico ) salirono in treno a Tientsin, continuarono lungo la linea della Corea fino a Fusan, dove s’imbarcarono sul PIROSCAFO AMERICANO LOGAN.


IL RACCONTO DEL VIAGGIO DA FUSAN DI ANGELO

FUSAN (Corea)
Pernottammo a Fusan una notte nel teatro, cenammo in un hotel giapponese, cosa da rammentare : 50 uomini per tavola e senza sedie,perché i giapponesi usano sedersi sul pavimento e così abbiamo dovuto fare anche noi, come i bambini. La tavola era alta 40 cm. Visitammo la città ed il porto. , domandammo dei costumi. Il 21 di sera, al tramonto del sole, ore 8 meno 10 minuti ponemmo piede nelle barche e un’ora
OCEANO PACIFICO
Sono adesso 8 giorni e 8 notti che mi trovo fra cielo e mare. Le onde mi fanno un po’ paura, però voglio sperare in Dio che vada tutto bene .Il grande oceano Pacifico è calmo e placido . L’aria è balsamica, sanissima Ma il 2 un brutto mare svolge la nave da ogni parte, come se si fosse in altalena.
HONOLULU
Oggi, 8 luglio 1918 io e un mio compagno abbiamo fatto due bei passi, ci troviamo qua su un colle che rimiriamo il mare e la città. Abbiamo comprato due cartoline. Ora siamo qui sotto una pianta che facciamo due chiacchiere. Il sole è a piombo. La città, il porto e il mare sono incantevoli. Rimiriamo anche dei vulcani, ormai spenti.
SAN FRANCISCO
Oggi 17 luglio mi trovo qui a San Francisco, California e scrivo due righe per memoria del passaggio. Siamo entrati trionfanti nel porto.
LUNGO GLI STATI UNITI
Passammo il deserto di Sierra Nevada
A Salt Lake city siamo smontati dal treno e ci hanno accettato con entusiasmo, fra mille Evviva. Abbiamo ricevuto zigarette e ciliegie.
CAMP DIX
2 – 15 agosto , Caserme di Camp Dix, presso New York.
Oggi, trovandomi qui da 10 giorni assieme ad 800.000 soldati Americani è così che anch’io mi son vestito alla mericana, qua non si sta male, solo che con impazienza attendiamo il giorno della partenza.
Mai nella mia vita provai un caldo come questo, da non sapere dove andare a salvarsi.
MARE ATLANTICO
Al porto di New York ci sono una cinquantina di navi da carico di soldati e materiale da guerra. E' pronta la bella nave Verdi.
Mi fa assai paura traversar l’Atlantico Si viaggia velocemente
GIBILTERRA
Gibilterra è bella e ridente Ha un bellissimo porto con un infinito numero di bastimenti. La città si specchia nel mare. Dallo Stretto si vedono le montagne, l’Inghilterra, la Spagna e le Coste dell’Africa.
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IL TRANSATLANTICO GIUSEPPE VERDI - Costruito nel 1914 a Genova, Italia, Linea transatlantica italiana.
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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da mandi_ »

Ciao a Tutti

Inserisco la mappa della Transiberiana.
Questa ferrovia è la ferrovia che attraversa l’Eurasia, che collega la Russia europea e la capitale russa, alle regioni centrali della Siberia e quelle orientali (l’Estremo Oriente russo). La sua lunghezza di 9.288,2 km ne fa la ferrovia più lunga nel mondo. Fu per la prima volta presentata all'Esposizione universale di Parigi del 1900, con il nome di Train Transibérien.
il suo nome storico è "la Gran Via Siberiana".
Si può chiamare più precisamente Transiberiana solo la parte orientale della ferrovia, da Celiabinsk (al sud degli Urali) a Vladivostok. La sua lunghezza è circa 9.000 km di rotaie. Proprio questa parte fu costruita tra il 1891 e il 1916, anche con il lavoro negli ultimi due anni, dei prigionieri italiani.
Le tappe principali furono allora : Mosca, Perm, Jekaterimburg, Tjumen, Omsk,Novosibirk, Krasnojarsk,Irkuts, Cita , Vladivostok.In queste località erano concentrati anche i maggiori campi di detenzione.
Mi accorgo adesso che in questi racconti ho sempre parlato di uomini. Ricordiamoci che spesso questi uomini avevano vent'anni. Pensiamo un pò ai ventenni di oggi, nella stessa situazione...
Mandi
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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da mandi_ »

I giovani viaggiano oggi, con disivoltura; si muovono per studio, per stage all'estero, a volte si trasferiscono lontano perchè in Italia non trovano lavoro adeguato; ma si muovono anche per divertirsi e conoscere il mondo.
Ma un tempo, durante la Grande guerra, i nostri giovani e i padri di famiglia fecero lunghi, incredibili viaggi per andare a combattere e poi per poter ritornare a casa .Addirittura ,dopo aver attraversato Russia e Siberia, solcarono l'oceano e giunsero fino in America.
Mi piacerebbe tanto, se possibile, che qualcuno mi aiutasse a far vedere questo itinerario del 1918.
Mandi


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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da mandi_ »

IL GIRO DEL MONDO

Ecco uno dei due viaggi che riportarono una parte dei nostri prigionieri in Italia, lungo l'itinerario Americano. Ricordo che, partiti da Kirsanov,arrivarono a Tient-Sin.Da questa città cinese,dove l'Italia aveva una Concessione,arrivarono a Fusan e poi a Vladivostok. Qui di seguito potete vedere il proseguimento dello straordinario viaggio verso gli Stati uniti,sulla nave Logan ed infine a bordo della G. Verdi verso Genova,dove gli uomini sbarcarono.

Immagine

Cliccando all'indirizzo qui sotto è possibile aprire la carta interattiva, più dettagliata e con foto d'epoca.

http://maps.google.it/maps/ms?ie=UTF8&h ... 960938&z=2


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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da babatriestina »

questo itinerario venne percorso all'epoca anche da esuli cecoslovacchi, fra cui Tomas Masaryk, che ne approfittò per propagandare la causa cecoslovacca presso il presidente Wilson nel 1918.


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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da mandi_ »

Masarick era su una di queste navi (la Sheridan o la Logan)? Io so che di sicuro la Logan e la Sheridan furono usate una sola volta, nel viaggio di andata da Vladivostok a San Francisco per gli Italiani. Ma so quasi di sicuro che dopo la Logan ripetè il tragitto, tornando a Vladivostok..
Insomma, so che queste navi nei due viaggi descritti trasportarono Soldati americani e ex prigionieri di etnia italiana; non so se a bordo c'erano anche Cechi o se questi furono trasportati in seguito con un altro viaggio sulla stessa nave.
Ciao Mandi


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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da babatriestina »

mandi_ ha scritto:Masarick era su una di queste navi (la Sheridan o la Logan)?

Ciao Mandi
penso di no, dicevo solo che l'itinerario fu più o meno il medesimo. Masaryk non era un prigioniero di guerra, ma uno dei fuorusciti del comitato per la creazione della Cecoslovacchia, credo operassero a Parigi durante la guerra, era andato in Russia immagino per propagandare la propria idea, venne bloccato dalla guerra fra bianchi e bolscevichi e anche lui dovette seguire questo itinerario. insomma, una rotta alquanto trafficata, allora..


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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da Elisa »

avendo avuto io un papà che da giovanissimo combattè nella grande guerra, non sentii mai da lui (chè poco parlava di guerra e di Patria....) nè da altri, descrizione alcuna in riguardo a questo viaggio, dimostrativo in effetti di un GIRO DEL MONDO! Oggi giorno, pur tenendo molto in conto e cercare di interpretare le peripezie, i sacrifici e i dolori dei nostri avi combattenti obbligati a far ritorno in qualsiasi maniera e condizione, si potrebbe denominare questo itinerario "favoloso", ma a quale prezzo! Menomale, diciamo però, che sia esistito tra tanti ostacoli e disagi!
E mi congratulo con te per questa tua spiccata predilezione per approfondire la Storia! Io non trovo, forse, un commento esauriente a questo argomento; eppure mi sento spinta ad inoltrare la mente in quegli eventi bellici, immaginando che qualcuno appartenente alla mia famiglia o ai miei posti ne possa esser stato protagonista.
In più...qui in famiglia (sì,sì, attualamente...) ho gente che sta ripassando con fervore il susseguirsi dei fatti storici, dove si viene a conoscenza dei luoghi di combattimento ecc., ma non specialmente di tutto quello che concerne alla questione affrontata da te.
Allora grazie Mandi!


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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da mandi_ »

Baba Triestina ha detto :
venne bloccato dalla guerra fra bianchi e bolscevichi e anche lui dovette seguire questo itinerario. insomma, una rotta alquanto trafficata, allora..
Anche gli Italiani furono portati lì in parte per propagandare la causa irredentista. Mi piace ricordare che il tenore Caruso andò a visitare gli ex prigionieri e cantò per loro.
In effetti la rotta, sia quella di Arcangelo ,sia quella americana, sia quella orientale sono state molto trafficate. Ma ricordo che i Cechi ebbero una parte molto importante nelle guerre civili russe. Da quel che so io, disertò quasi un esercito intero dalle file astroungariche. So che questi cechi lottarono disperatamente per ottenere la loro indipendenza , alleandosi con gli zaristi bianchi, combattendo lungo la linea della Transiberiana. Infine si ritrovarono tutti a Vladivostok, con i nostri . Di sicuro so che i Battaglioni neri combatterono con loro, ma ne parlerò più avanti. Se sbaglio correggimi, Baba, perchè queste cose le ho lette, non approfondite.

Elisa ha detto :
non sentii mai da lui (chè poco parlava di guerra e di Patria....) nè da altri, descrizione alcuna in riguardo a questo viaggio, dimostrativo in effetti di un GIRO DEL MONDO!
Anche mio nonno mi ha raccontato che era tornato a casa in treno,e nominava Vladivostok. Solo che da piccola non sapevo dove fosse Vladivostok. Il suo foglio matricolare però parla chiaro : partito da Vladivostok nel 20, tornato a Trieste sempre nel 20. A bordo di una delle tre navi giapponesi. Insieme a moltissimi altri .

il susseguirsi dei fatti storici, dove si viene a conoscenza dei luoghi di combattimento
E' vero e giusto , ma non ti pare che si sentono sempre nominare nei libri di storia troppe battaglie e nomi di generali, e invece si pensa poco alle persone comuni, che possono essere tuoi o miei parenti, sballottati di qua e di là a combattere e morire ? Infatti io raccontando questa parte di storia, cercherò di evitare di nominare troppo i generali vari. Se uno vuole li trova su Wiki. Mi fa molto, molto piacere che non li "senti lontani" quegli uomini di cui parlo. E' così che deve essere la Storia, sempre da scoprire e da riscrivere, ma basata su documenti .E ciascuno di noi può contribuire a ricordare

Ciao Mandi


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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da mandi_ »

LA STORIA

La Storia è fatta di spazio e di tempo. E di quel che fecero le persone in questo spazio e tempo. Nell’anno 1918 successero un bel po’ di cose, a Trieste, a Trento e nelle zone circostanti. Ma di questo non voglio occuparmi. Io vorrei solo seguire la strada percorsa dai prigionieri. Non ho parlato ad esempio della morte di Francesco Giuseppe, né di Carlo I , né di Vittorio Emanuele, né dei generali, né delle battaglie dei vari schieramenti. Mi pare che se ne parli ampiamente nel Forum, con idee diverse e complementari, a volte. Da tanti commenti su di un uomo, talvolta viene ricavato il ritratto abbastanza verosimile di quell’uomo. A volte potrà capitare che parli di un “uomo importante”,,ma solo perché interessa direttamente l’argomento “prigionieri nostri”

1918

Mentre un bel gruppo di ex prigionieri stava navigando verso gli Stati Uniti , per poi ritornare a Genova, migliaia di altri uomini erano ancora prigionieri in Siberia e Turkestan. Ad esempio a Krasnojarsk c’erano 11.000 prigionieri ed a Omsk un numero altrettanto consistente. Leggendo i diari scritti in Siberia , io ho avuto una percezione un po’ strana del 1918. La Siberia è vastissima e molti prigionieri stavano lavorando in varie zone, forse tenendosi alla larga da quella che era la Guerra civile russa. Insomma, molti facevano i fatti propri, tenendosi un po’ in disparte dagli eventi, andando a lavorare come contadini, falegnami ecc. , cercando di non scontentare Russi, Austriaci, Italiani, tentando insomma di salvare la pelle e rimandare decisioni. Molti hanno giudicato tra l’altro, i Russi come “brava gente”.

In definitiva la situazione era questa :
-due scaglioni di uomini erano partiti per gli Stati Uniti da Vladivostok (25 aprile 1918- 27 giugno 1918) (23 giugno 1918 -5 settembre 1918).Erano In tutto circa 470 ex prigionieri di etnia italiana.
-Altre migliaia di uomini erano dispersi nei vari Campi, oppure lavoravano presso fattorie.
-Altri uomini erano ancora a Tientsin e Pechino, nelle concessioni italiane. Ed altri ne stavano arrivando.Di questo parlerò più avanti.

I CAMPI

Questa volta vorrei soffermarmi sulla descrizione di come erano questi Campi in Siberia, tenendo conto però che i prigionieri potevano anche spostarsi per trovare lavoro altrove, oppure venivano costretti a spostarsi.

CHARCHOV

Comincio con il campo di Charchov, al quale sono particolarmente legata.

Queste sono le parole di un inviato della Croce Rossa Danese, in visita al campo nel 1916. L’inviato parlava di 12.000 prigionieri ammassati sulle gradinate di un circo, come i dannati di un girone dantesco :
“All’interno di un grande circo, situato ad un miglio di distanza dalla città, sono stipati 2000 prigionieri: armeni, greci, cechi, slovacchi, rumeni, croati, austriaci, polacchi. Sulle gradinate più alte di questo gigantesco circo sono state poste delle assi che arrivano alla sommità e che servono da giaciglio. Qui i diversi gruppi nazionali si agitano, bestemmiano,ognuno nella propria lingua ed il luogo rimbomba di un rumore assordante. Nei passaggi molto stretti si urtano in un movimento ed in un brulichio ininterrotto.”

Ekaterimburg,1918

“Ekaterimburg potrei chiamarla la città del mio martirio. Ci hanno condotti fuori città, in un grande recinto di assi, che non si poteva vedere una striscia per vedere fuori all’esterno. All’interno del recinto vi erano grandi baracche di legno . Nei baracconi c’erano grandi impalcature , con su delle assi inchiodate a specie di tavoloni,tre uno sopra l’altro; per salire al secondo e terzo, si metteva un piede sul primo poi vi erano dei pali per salire sui “pric”(da Pritsche, tavolaccio).Questi erano i letti di nudo legno, impaccati,uno contro l’altro e quel po’ di roba che si aveva unita alle scrpe, se venivano levate dai piedi, serviva da capezzale.
V . M.

SE QUALCUNO HA QUALCHE DESCRIZIONE DI UN CAMPO O DI UN LUOGO , IN BASE AI RICORDI, SAREBBE BELLO AGGIUNGERE QUALCOSA.

Ciao Mandi
Ancora una preghiera, nella speranza del ritorno in patria
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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da mandi_ »

RITORNO IN TRENO…

Quasi tutte le persone con cui ho parlato recentemente, chiedendo: “Come è tornato tuo nonno o tuo padre dalla Russia, dopo esser stato fatto prigioniero, dopo la fine della Guerra”, mi hanno risposto : in treno. Poi non hanno saputo aggiungere niente, perché in genere i parenti non si erano mai interessati di altro , se non del fatto che era già una grazia che i loro cari fossero tornati vivi. I nipoti poi ancor di meno, e tra quelli mi ci metto anch’io. Però poi ho scoperto che moltissimi prigionieri sono tornati per le vie del mare, o meglio dire oceani vari ed è quello di cui mi sto occupando.

Comunque ho trovato su vecchi giornali (trentini, ma pubblicati per un certo periodo a Milano) dei piccoli riferimenti a viaggi in treno e ve li cito. Ricordo che quando si parlava di prigionieri italiani, ai tempi si parlava di uomini trentini, sudtirolesi, triestini ,giuliani, istriani, ampezzani ecc. I nomi che ho trovato appartengono a tutte queste zone. Per favore, cercate di capire che io parlo di prigionieri, non di confini o nomi geografici attuali.

Ho trovato :

-Scambi di prigionieri tra Austria e Russia, in genere soprattutto di malati e invalidi.

-Poi riporto un articoletto : Roma, 14 gennaio 1919 IL RIMPATRIO DEI NOSTRI PRIGIONIERI
“Per accelerare il rimpatrio dei nostri prigionieri ancora trattenuti in Germania, è stato predisposto un servizio di sgombero con treni italiani attraverso la Svizzera (via Domodossola),Tirolo (via Innsbruck-Trento) e Boemia. Il ministro della guerra ha inviato una missione a Berlino con l’incarico di curare la raccolta e l’avviamento dei prigionieri e di sorvegliare il loro trattamento nel periodo precedente al rimpatrio.”(Da giornale irredentista)


Secondo il mio parere, che può essere sbagliato,io capisco che : c’erano prigionieri di etnia italiana in Germania (il giornale può equivocare anche con l’Austria ); questi prigionieri possono essere rientrati in Germania od Austria , ritirandosi dai campi di battaglia alla cessazione della guerra, perché erano vicino al confine russo-austriaco- germanico; furono inviati tramite treno in Italia . La parola “trattamento” si riferisce per me ad un periodo di “osservazione”. Cioè di valutazione se gli uomini fossero “austriacanti o simpatizzanti bolscevichi”. Oppure si riferisce solo al modo di come trattare i prigionieri . Ci sarebbero tante altre osservazioni da fare…


Ho letto parecchi articoli del genere. Sempre piccoli articoli.

Altri articoli irredentisti si dimostravano indignati che ci fossero dei prigionieri “trattenuti” in Austria, esposti a vendette od influenze antitaliane . Ovviamente ci furono campi di detenzione, oltre che in Russia, anche in Italia,Austria e Germania , per quel che riguarda molti nostri “nonni”..

Ho trovato in questi giorni un altro particolare viaggio di rientro,diverso da quello Siberiano .Vi indico il percorso, e ve lo esporrò meglio in seguito(causa stanchezza mia)

IL RITORNO DA ODESSA


Il Diarista si trovava nelle retrovie, nella zona di Podvolobisha _-Odessa.
Il ritorno fu effettuato da circa 3000 uomini.

27 settembre 1918 : Odessa (attuale Ucraina) sul vapore Lussinpiccolo (Irris)Triestino

Attraversamento del Mar Nero.
8 settembre : Sulina in territorio rumeno

PERCORSO LUNGO IL FIUME DANUBIO
Tulcea
Galatz
Braila
Ruschef(Bulgaria)
IN FERROVIA:
4 gennaio 1919 :percorso verso Costanza, porto sul mar Nero
A BORDO DI DUE CEMENTIERE MERCANTILI, SU VAPORI DELLA CITTA' di FIUME
6 gennaio :arrivo a Costantinopoli, dopo aver passato il mar Nero e il Bosforo
8 gennaio 19 Dardanelli
Mar Egeo
Stretto di Corinto
Patrasso
Mar Adriatico
11 gennaio 1919: Taranto

E UN GRAZIE DI CUORE A CHI MI HA AIUTATO A “ VEDERE” E “ FAR VEDERE “IL PERCORSO PER VIA DEGLI STATI UNITI.


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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da VetRitter »

mandi_ ha scritto:valutazione se gli uomini fossero “austriacanti o simpatizzanti bolscevichi”.

i soldati italiani fatti prigionieri durante la guerra, in genere al loro rientro non erano ben visti, Carlo Salsa, (scusate se cito sempre i soliti) racconta che al ritorno in Italia da un campo di detenzione in Ungheria, in treno, la prima tappa italiana fu la stazione di Trieste. Lui, ufficiale, non ne è testimone diretto, ma riferisce che un sergente ex prigioniero come lui, quando chiese ai soldati di guardia del pane, si sentì rispondere dal loro comandante, che per i vigliacchi traditori come loro c'era solo del piombo..
saluti


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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da mandi_ »

Caro Vet, io non ho letto il diario di Carlo Salsa, perciò hai fatto benissimo a ricordarlo. Ho trovato in internet alcuni stralci dal suo diario, approfondimenti sulla prigionia durante e dopo la fine della guerra in Germania, Austria ed Italia. Perciò grazie ancora. Vedi che ci si può aiutare? Mandi


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