Dal Centro Didattico Naturalistico di Basovizza, alla cui mailing list mi sono iscritto, ho ricevuto questa comunicazione che ricopio
“A caccia di asparagi ma c’è il virus della febbre”
Un chiarimento
Con riferimento all’articolo apparso il 17/3/2012 sul quotidiano “Il Piccolo” e dopo una ricognizione effettuata con la dottoressa Dana Pahor responsabile del Dipartimento Epidemiologico per la Salute pubblica di Fiume (Croazia) è possibile fornire i seguenti chiarimenti:
Si tratta di un infezione causata da virus appartenenti alla famiglia degli Hantavirus.
Serbatoi e sorgenti dell'infezione sono i roditori selvatici e domestici. Il serbatoio animale caratterizza le infezioni da Hantavirus come tipiche zoonosi
Le infezioni da Hantavirus producono, sul piano clinico, un gruppo eterogeneo di malattie ad esordio acuto. Nella forma "classica" queste sono caratterizzate da febbre, cefalea, dolori addominali e lombari, fotofobia e dopo tre-cinque giorni compare una sindrome renale con proteinuria, seguita da ipotensione, emorragie multiple (emottisi, ematuria, ematemesi) e, nei casi più gravi, coma.
La letalità varia dallo 0,5% delle forme miti, al 15 % delle forme gravi non trattate.
I roditori selvatici disseminano il virus nell'ambiente per mezzo dei loro escreti (urine, feci, saliva).
Una volta infettati, i roditori eliminano il virus per tutto l'arco della vita.
L'uomo rappresenta un ospite accidentale di questi agenti virali, e può infettarsi in seguito all'ingestione di alimenti contaminati, prevalentemente frutta e verdura, con le deiezioni dei roditori infetti
Periodo di incubazione
Il periodo di incubazione può variare da pochi giorni ad alcuni mesi, ma nella maggioranza dei casi è di 2-4 settimane.
Periodo di contagiosità
A parte circostanze eccezionali, gli Hantavirus non vengono trasmessi da persona a persona.
Come si prevengono
Le misure preventive si basano soprattutto sul controllo della popolazione murina, in quanto i roditori selvatici (topi di campagna) costituiscono il serbatoio e la sorgente di infezione per l'uomo.
In buona sostanza bisogna consigliare di lavare con la massima accuratezza gli asparagi selvatici, o gli altri vegetali che vengono raccolti durante le escursioni primaverili.
Si ricorda che la cottura è risolutiva.
E’ necessario evitare di raccogliere asparagi selvatici nelle prossimità delle condutture e canali di scolo, dove maggiore può essere la presenza delle colonie murine.
Si segnala che il problema, già apparso nel 2002, interessa solamente la Croazia ed è probabilmente legato alla attuale elevata intensità riproduttiva dei topi stessi, che è sottoposta a forte variabilità annuale.
In conclusione
Gli asparagi selvatici i cosiddetti “bruscandoli” possono essere mangiati normalmente ma bisogna prima lavarli accuratamente e quindi cuocerli a fondo
Trieste, 5/4/2012
dott Fulvio Zorzut