Forsi pol esser de aiuto le pagine che el Museo civico dedica ale proprie sale dela Preistoria
http://www.retecivica.trieste.it/triest ... preistoria
che disic he i le ga rifatte dopo la mostra del 1983 caput Adriae
d questo ricopio le pagine sulla protostoria ( la protostoria xe adesso un nome che se dopra per quei che no gaveva ancora scrittura, ma no iera più preistorici perchè i gaveva altre arti sviluppade) Se parla dei Castellieri, ma se evita de darghe un nome ai popoli
La Protostoria - termine con cui si indicano le età dei metalli dal III millennio a.C. fino alla romanizzazione (II - I a.C.) - è rappresentata da una ricca serie di complessi archeologici (sono esposti più di 1.500 oggetti), che consentono di approfondire due tematiche molto importanti della nostra regione: quella relativa ai castellieri, abitati fortificati con mura a secco che costituiscono l'aspetto insediativo più tipico dell'area carsica dalla metà del II alla metà del I millennio a.C. circa, e quella delle usanze funebri nell'età del ferro, ben documentati dalle collezioni Marchesetti.
Vetrine sui castellieri del Carso triestino e dell'Istria, e sulle necropoli e depositi in grotta dell'età del ferro (Carso sloveno, Istria e Redipuglia)La sala I (in totale più di 160 oggetti), corredata da pannelli illustrativi sulla cronologia dei castellieri del Carso e dell'Istria e sulla distribuzione dei siti protostorici nel Friuli-Venezia Giulia, oltre che da indicazioni specifiche sui siti da cui provengono i materiali, presenta i reperti ceramici più significativi rinvenuti da Marchesetti nei castellieri del Carso triestino e dell'Istria, dall'età del bronzo medio e recente (XVI - XIII a.C.) fino alla prima fase dell'età del ferro (XIII - fino al IX-VIII a.C. ca.). Per quanto concerne le usanze funebri dell'età del Ferro, al rito pressoché generalizzato della cremazione corrispondono diverse modalità di sepoltura e caratteristiche degli oggetti di corredo a seconda dell'area geografica e della cronologia.
Questo aspetto viene affrontato attraverso i corredi di alcune tombe della necropoli di Brezec di San Canziano del Carso, dove Marchesetti S.Canziano, necropoli di Brezec: spada a manico pieno piegata ritualmente (VIII sec. a.C.)in tre campagne di scavo (dal 1896 al 1900) portò alla luce 325 tombe ad incinerazione, maschili e femminili, che vanno dal tardo bronzo finale alla fase evoluta dell'età del ferro. Esse erano costituite da semplici pozzetti in cui venivano deposte le ceneri e il corredo metallico, in genere prive di un ossuario in ceramica e coperte da lastre calcaree o di arenaria. Alla fase media della necropoli appartengono alcune tombe più ricche, con corredi maschili di armi bronzee, come la sepoltura di guerriero con spada a manico pieno piegata ritualmente e coltello a codolo (VIII sec. a.C.).
Importanti anche la Grotta delle mosche e la Grotta delle Ossa di San Canziano del Carso. Nella Grotta delle mosche a 50 m ca. di profondità furono rinvenuti più di 500 oggetti di bronzo, interi o frammentari, con tracce d'uso e di fusione e deformazioni da fuoco; tra essi prevalgono le armi (220 oggetti), quali cuspidi di lancia e di giavellotto, puntali, asce ad alette e a cannone, spade, elmi, oltre a recipienti in lamina bronzea, utensili, coltelli, oggetti d'ornamento ed elementi connessi alla lavorazione del bronzo quali placche per il restauro dei recipienti, pani di rame e scorie di fusione. S.Canziano, Grotta delle Ossa: situla di bronzo con iscrizione venetica incisa sull'orlo (o s t i i a r e i), V sec. a. C.Nella Grotta delle Ossa di San Canziano, in un deposito sconvolto da precedenti scavi, Szombathy e Savini rinvennero resti di sepolture ad inumazione, una delle quali con corredo costituito da una situla di bronzo con iscrizione venetica incisa sull'orlo (o s t i i a r e i), una fibula "Certosa" e altri oggetti d'ornamento (fine V - inizio IV a.C.), oltre a un'enorme quantità di resti ossei di animali domestici e selvatici precipitati o sacrificati nella grotta e a oggetti di contesto dubbio. Il deposito è interpretabile quale grotta votiva utilizzata poi come grotta sepolcrale.
Viene poi illustrata la necropoli del castelliere mediano dei Pizzughi, presso Parenzo d'Istria, dove Carlo Marchesetti indagò tra il 1901 e il 1913 circa 250 tombe ad incinerazione databili tra l'VIII e il V sec. a.C., in parte ancora in fase di studio e di restauro. urna cineraria decorata a cordicelle, necropoli di PizzughiTra gli oggetti esposti (una quindicina) di notevole interesse 4 urne cinerarie con decorazione geometrica e naturalistica (VIII sec. a.C.), un piede di vaso daunio con decorazione dipinta (VII sec. a.C.), un pendaglio a pettine di bronzo con decorazione a cerchielli impressi (VI sec. a.C.) e una situla in bronzo decorata a sbalzo con motivi a spirali correnti e a cerchielli (VII sec. a.C.).
Le necropoli del margine orientale della pianura friulana sono rappresentate dalla necropoli di Redipuglia dove Marchesetti nel 1901 scavò complessivamente un'ottantina di tombe, quasi tutte ad incinerazione, in ossuario oppure direttamente nella terra, con corredi di bronzo (spilloni, fibule, braccialetti, anelli ed altri oggetti d'uso e d'ornamento), ma anche di terracotta (vasi a calice, scodelle, fusaiole) databili dall'VIII al IV sec. a.C.
Della necropoli di Caporetto (scavi Marchesetti 1886 - 1904), dove furono rinvenute 1110 tombe, sono esposti una trentina di oggetti che attestano la continuità d'uso della necropoli dall' VIII secolo a.C. al V sec. a.C., e una frequentazione fino al periodo La Téne e all'epoca romana. .
Sempre dalle pagine dela sala II la necropoli de S Lucia de Tolmin xe definida cultura Halstattiana, quindi de Halstatt
S. Lucia fu il più grande abitato del gruppo culturale halstattiano delle Alpi sud-orientali.perla in pasta vitreaI reperti della necropoli sono molto interessanti per l'enorme quantità di dati che offrono sulle fasi centrali dell'età del ferro (VII - IV sec. a.C. ca.) e per la possibilità di proporre una ricostruzione dei costumi più tipici nelle varie fasi d'uso della necropoli, differenziati per sesso e per età.
ve copio anche la Sala III, perchè xe istruttivo veder cossa che i ga trovado nele grotte
La sala III, dedicata alla II età del ferro fino alla romanizzazione, presenta alcuni corredi della fase tarda della necropoli "celtica" di San Canziano, tra i quali due torques attorti a nodi e una spada in ferro con fodero, e della necropoli di Reka attribuibili al I sec. a.C. (un umbone di scudo in ferro, una spada di ferro piegata ritualmente, 5 fibule tipo medio LaTène in argento, 2 torques d'argento, ecc.) oltre a un elmo a berretto di fantino (tipo Montefortino) con il nome dei due soldati proprietari rinvenuto nella grotta delle Mosche di S. Canziano.
Monrupino, Grotta dell'elmo: elmo (IV sec. a. C.)E' visibile il tesoretto di S.Canziano, composto da 1170 frammenti, di cui 497 ambre di vario colore e forma, spesso non rifinite, e una straordinaria quantità di oggetti in bronzo (anelli, bottoni, pendagli, bracciali, fibule, un torques liscio con pendaglio a doppia spirale), una cinquantina di perle in pasta vitrea, alcune fusaiole in osso. Il tesoretto, datato al IV a.C, fu scoperto da un contadino del luogo nel 1908 sotto una grande lastra ai piedi del muro del castelliere, a circa 1 m di profondità. S.Canziano, Grotta delle mosche: elmo romano (I sec. a.C.)Marchesetti lo interpretò come corredo di una famiglia ricca nascosto in un momento di pericolo, altri come deposito sacro o riserva dell'intera comunità.
Nella stessa sala è esposta una collezione di bronzetti a figura umana e la cosiddetta stipe di Gretta, che comprende una ventina di figurine bronzee di Ercole, mutilate e spezzate in antico (V - IV sec. a. C. / II - I sec. a. C.), rinvenute casualmente nel 1904 e acquistate dal Museo nel 1910.
come vedè, se missia, roba celtica, roba za romana, el I secolo a.C..
mi devo dir che inveze, più che de saver el nome de sti popoli, son interessada alla
situle de bronzo, ve metterò un per, perchè xe una roba diffusa parecchio in giro..