parto da questo breve riassunto, per commentare molto molto brevemente il libro di cui sopra, che ho appena finito.1382-1918 ha scritto: Con bosniaco si intende un qualunque abitante della Bosnia, a prescindere dalla sua lingua o religione, mentre il bosgnacco è esclusivamente il bosniaco musulmano di lingua serbo-croata.
Per cui "bosniaco" denota un'appartenenza geografica, mentre "bosgnacco" un'appartenenza nazionale.
Aggiungo che un bosniaco cattolico si definisce "croato", un bosniaco ortodosso si definisce "serbo", ed un bosniaco musulmano si definisce "bosgnacco".
Anche qua, leggo che è stato difficile, come per me, spiegare questa distinzione di cittadini di uno stato, Bosnia ed Erzegovina, divisi in origine per religione: musulmana, cattolica, ortodossa, fino a trasformare le religioni in divisioni etniche, tanto che negli stessi censimenti Yugoslavi nei primi anni non erano previste le distinzioni e molti musulmani, non volendo definisrsi Serbi o Croati ( ossia ortodossi e cattolici), lasciavano in bianco o si definivano Yugoslavi.
la tesi del libro, riassunta in poche righe e quindi con le semplificazioni che ne discendono, è che la guerra è stata importata dagli Stati confinanti..
ma vi riporto un episodio citato nel libro che farà sorridere molti forumisti:
negli anni Venti, un prete ortodosso serbo bosniaco, Simo Begovic, che era stato condannato a morte nel 1916 da un tribunale Austroungarico , per partecipazione ad associazioni tipo la Mano Nera, ma evidentemente la sentenza non fu eseguita, si presentò dal Bano di Sarajevo per protestare contro la nuova amministrazione e chiese 4000 dinari. alla domanda e che te ne fai di 4000 dinari? rispose: Compro un biglietto per Vienna, vado sulla tomba di Franz Josef e gli dico: Caro Franz, se solo avessi saputo in che caos la Bosnia sarebbe finita dopo la tua morte, non avrei mai cospirato contro di te.