“ Sette furono le navi che la Marina Militare Austroungarica perse nella zona nel corso della Prima Guerra Mondiale. Sei furono ritrovate e alcune recuperate. Ne mancava una, affondata in una missione contro le foci del Po, che, se fosse andata a buon fine, avrebbe potuto cambiare le sorti del conflitto. Ciò che rimane della gloriosa unità si trova molto al largo, a 42 metri di profondità. A distruggerlo, fu probabilmente l'impatto contro una mina”.
Questo è il prologo di un articolo scritto dal caro amico Pierpaolo Zagnoni sulla rivista SUB (n°262, luglio 2007), di cui allego a seguito il link per la visione integrale del solo testo:
https://www.atrieste.eu/Pdf/WildfangSoloTesto.pdf
A coronamento delle operazioni di ripresa e mappatura del sito, era stata consegnata ufficialmente a Vienna ampia relazione sui fatti, unitamente al filmato che illustrava le condizioni attuali dell'unità .
Nel mese di marzo di quest'anno Pierpaolo riceveva, con suo profondo stupore, una lettera indirizzagli dal pronipote del Comandante dell'unità, Fregattenkapitän Albert Felix Machnitsch, perito assieme a 25 componenti dell'equipaggio, nella devastante esplosione della nave, avvenuta 96 anni or sono.
La famiglia, le cui vicende passate erano state profondamente plasmate dalla scomparsa del congiunto, del quale è ancor vivo il ricordo, ne ha affidato la memoria alle sue ultime generazioni, fatto piuttosto inconsueto nella società d'oggi, per lo più carente di questi valori fondamentali .
Era fortuitamente venuta a conoscenza del nostro ritrovamento dell'agosto 2006, quasi sette anni prima, e si era attivata alla ricerca di un contatto. Alla lettera, che riproduco solo parzialmente, seguì un incontro denso di emozioni, nel corso del quale venne proiettato, nella commozione generale, il filmato che ora appartiene di diritto al patrimonio delle tradizioni e dei cimeli familiari.
Si instaurò, in quei momenti, una particolare atmosfera: un legame quasi affettivo.
Ci fu così possibile ammirare copia delle decorazioni del Comandante (gli originali sono custoditi altrove) e visionare le vecchie foto di famiglia: alcune di queste ci vennero generosamente donate.
Fummo, inoltre, messi al corrente delle traversie occorse ai vari rami familiari, negli eventi successivi alla dissoluzione dell'impero A.U., che li costrinse a suddividersi tra Austria, Germania ed Italia.
Abbiamo suggerito e caldeggiato di inoltrare alle autorità viennesi un'istanza al fine di promuovere l'iniziativa di onorare il ricordo di quei caduti, di cui nessuno prima d'ora si è occupato, mediante una cerimonia da celebrarsi in loco, con l'apposizione sullo scafo di una corona ed una targa commemorativa, in conformità di consolidate tradizioni marinare.
A distanza di poche decine di miglia da quel sito, al largo della costa veneziana, si ricordano, infatti, in tale modo gli anniversari più significativi dell'affondamento del R. CT Quintino Sella, che comportò una gran quantità di vittime, il cui numero è ancor oggi incerto e del Regio Incrociatore Corazzato Amalfi, affondati rispettivamente nel corso della II^ e della I^ GM.
Avendo, a tale scopo, incaricato la famiglia Machnitsch uno dei suoi componenti viennesi, emerito diplomatico ed ex ambasciatore austriaco, auspico che tale istanza abbia maggiori possibilità di esser presa in considerazione.
L'articolo di SUB riporta uno splendido disegno di Giovanni Paulli, eseguito su commissione e secondo le indicazioni degli autori del ritrovamento, che illustra in modo assai fedele le condizioni del relitto nel 2006. Non potendolo allegare, per non incorrere nella violazione dei diritti di copyright invierò l'articolo integrale a chi me ne farà richiesta.
La famiglia Machnitsch mi ha cortesemente concesso di riprodurre la lettera inviata al dott. Zagnoni
e le preziose foto storiche qui allegate.
A maggior completezza di informazione e per meglio delinearne il profilo, voglio ricordare che Rudolf, il fratello maggiore del Comandante, ebbe, dall'imperiale e regio governo, la prestigiosa nomina di ingegnere capo nella complessa opera dei lavori di risanamento della basilica di Aquileia.
A suo ulteriore merito, constatata l'insufficienza delle sovvenzioni statali, va, inoltre, ascritta “una serie di istanze per raccogliere fondi da impiegare nei restauri della cattedrale” nel biennio 1906/08, che culminò con la sua scoperta del grande mosaico teodoriano, nel luglio 1909.
Cfr. http://academia.edu/1474618/1909_la_scoperta.
Dei fatti è reperibile ampia letteratura. Cito unicamente la pubblicazione dell'Università degli studi di Trieste:
http://www.openstarts.units.it/dspace/b ... nitiva.pdf pagg. 162 e segg.
ALLEGATI :
Lettera .. febbraio 2013
“ Egregio Dr. Zagnoni, desidero ringraziarla sentitamente per la cordialità dimostrata a mia madre L...S... in occasione dei recenti contatti telefonici; ho letto con grande interesse il suo “Pescatori e pescherecci di Chioggia”
nel quale è menzionato anche il ritrovamento del relitto del cacciatorpediniere austriaco SMS Wildfang del quale era capitano Albert Felix Machnitsch, fratello di mio bisnonno.
Albert Felix era nato nel 19/11/1873 a Lubiana, quinto ed ultimo figlio di una famiglia proveniente dal villaggio di Provir, frazione della località slovena di Sezana, che all'epoca era parte del dominio Austro Ungarico.
Il padre Andreas era un funzionario statale presso il corpo di polizia del Lombardo Veneto che aveva ricoperto ruoli prestigiosi in diverse località: Milano, Budapest, ultima delle quali Venezia.
A seguito della guerra di indipendenza che portò alla costituzione dello stato italiano, nel 1866 l'Austria perse il controllo sulle regioni di Lombardia e Veneto per cui il corpo di polizia fu sciolto e gli appartenenti congedati; il padre di Felix fu così costretto a trasferirsi presumibilmente a Lubiana, dove appunto nacque Albert Felix, che alla nascita la madre Katarina chiamò “Felice”, essendo lei di lingua italiana poiché era di origine istriana.
Albert Felix aveva tre fratelli e una sorella, e frequentò, al pari del fratello Eduard “Edi” una scuola per allievi ufficiali della marina austroungarica a Pola.
Spero che queste poche notizie, per noi di grande importanza, possano essere interessanti anche per lei, per dare un volto all'uomo che il 4 giugno 1917 era al comando del cacciatorpediniere Wildfang, ritrovato da Lei e da i suoi compagni subacquei, che saluto cordialmente.
La nave, almeno così pare, affondò in poco più di dieci minuti avendo urtato una mina di superficie e persero la vita 25 uomini. Albert Felix, già pluridecorato con la “Signum laudis”, fu insignito della croce di ferro al valor militare, onorificenza assegnatagli dal governo austroungarico.
Sperando di fare cosa gradita, le allego una copia dell'unica foto di Albert Felix in mio possesso, che lo ritrae con l'amata figlia Irmgard il giorno della sua prima comunione, nel 1912...........................................................
….......................................................................................................................
Cordiali saluti
A... M...
Mia mail 26 febbraio 2013
Caro C...,
desidero porgerti i miei più vivi ringraziamenti, anche a nome di Pierpaolo, per l'accoglienza particolare, riservataci dalla tua famiglia, in occasione della nostra visita a …............ .
E' stato per me un grande piacere e mi sento onorato di avervi potuto conoscere; ho apprezzato sopratutto il forte legame con il passato, in relazione alle vostre origini, cosa, purtroppo, oggi non comune.
Ti assicuro di aver condiviso con voi una profonda commozione, ma nello stesso tempo gioia e soddisfazione per aver potuto contribuire a dare maggior chiarezza al lontano evento e far sì che il luogo dove riposa il vostro caro congiunto, non sia più un ignoto punto, sperduto in mare.
E' tradizione delle odierne Marinerie commemorare i propri caduti con cerimonie sui luoghi di affondamento delle proprie unità.
Mi auguro che in un prossimo futuro possa esser possibile rendere i dovuti onori ad Albert Felix, al suo equipaggio ed alla nave che costituisce il loro mausoleo.
Cordialmente,
Danilo.
Consenso alla pubblicazione dei documenti allegati
Mail 10 luglio 2013
Ciao Danilo,
Grazie per averci scritto, anche noi non ci siamo assolutamente dimenticati di Voi, in questi mesi abbiamo sollecitato più volte il nostro parente a Vienna e ci risulta che alla fine abbia contattato Karl Scrivanek, in questi giorni lui dovrebbe essere in vacanza dalle nostre parti e finalmente potremo parlare direttamente visto che i contatti a distanza sono stati particolarmente difficoltosi, speriamo di avere qualche novità della quale verreste immediatamente messi a conoscenza.
Ovviamente siamo ben felici di autorizzare la pubblicazione dell'articolo che ci hai trasmesso e tutte le foto di famiglia che ci hai richiesto. la data della foto dei fratelli Machnitsch non la conosciamo neanche noi, presumiamo stata scattata più o meno nel 1890/92.
Per quanto riguarda il fratello maggiore Rudolph Machnitsch ti confermo quanto mi scrivi, il mosaico fu scoperto nel 1909 nel corso dei lavori di risanamento delle fondamenta della basilica di Aquileia da lui diretti.
Per quanto riguarda la tua prozia, l'ha conosciuta proprio mia madre L... S.... presso l'ufficio del catasto di …...... perchè lavorando in Pretura aveva spesso contatti di lavoro con il suddetto ufficio.
Facci sapere se hai bisogno di ulteriori informazioni, siamo a tua completa disposizione.
Cordiali saluti.
L...S..., C... M... e famiglia.
FOTO STORICHE
![Immagine](https://www.atrieste.eu/Foto/B010/Wildfang/wildfang.jpg)
Il Wildfang.
![Immagine](https://www.atrieste.eu/Foto/B010/Wildfang/1.jpg)
Albert Felix Machnitsch. 1912
![Immagine](https://www.atrieste.eu/Foto/B010/Wildfang/2.jpg)
Il Comandante con la figlia Irngard. 1912
![Immagine](https://www.atrieste.eu/Foto/B010/Wildfang/3.jpg)
I fratelli Machnitsch, A. Felix (2° da sin.) e Rudolf (1° a dx). 1891
![Immagine](https://www.atrieste.eu/Foto/B010/Wildfang/4.jpg)
Gruppo di famiglia. Laibach (Lubiana) 1887
IN MEZZO ALL'ADRIATICO ED ALLA FONDA A VERUDA 15/17 AGOSTO 2006
![Immagine](https://www.atrieste.eu/Foto/B010/Wildfang/5.jpg)
Ubicazione del luogo di affondamento.
![Immagine](https://www.atrieste.eu/Foto/B010/Wildfang/6.jpg)
Il primo segnale dell'ecosonda del Maestrale.
Maestrale (a sin.) ed Aphrodite alla fonda, al termine dell'operazione.