Friulano: lingua e non solo...
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Friulano: lingua e non solo...
E così siamo alla stretta finale: il friulano verrà insegnato nelle scuole della Regione, nei comuni (175) ove è previsto, ovviamente, non in tutti. Per bocca dell'ineffabile assessore Antonaz, veniamo a sapere che tale scelta è riservata ai comuni della Destra Isonzo. "Non un Comune interessato dalla legge è sito nella Sinistra Isonzo" cito dall'articolo del "Piccolo" di oggi (se il "Piccolo" sia il "Giornale di Trieste" è anche da appurare...). La sciocchezzuola costerà tra i 5 e i 9 milioncini di Euro.
Grazie, sig. Antonaz. Grazie, giunta Illy. Adesso abbiamo un nuovo importante tassello per dividere questa Regione che a parole si vuole unica: la demarcazione geografica.
Sia chiaro, sono favorevole all'insegnamento del friulano, come lo sarei per qualunque altra lingua identificata come tale, legata al territorio. Non mi scandalizza neanche il fatto che il friulano di Fiumicello venga sbeffeggiato se sentito a Udine (esperienza personale) per essere, ritengo, considerato incomprensibile a Imponzo, o Cadunea. Ma, a questo punto, bisogna forse più che mai farsi qualche domanda sull'opportunità che la Regione FVG continui ad esistere.
Partiamo dalle dichiarazione del Prof. Strassoldo, eletto alla Provincia di Udine nell'uiltima tornata elettorale, che manda a dire alla Giunta "E' l'ultima volta che vengo a Trieste per giurare davanti al Consiglio Regionale" forte di una legge che, obiettivamente consente di non farlo. Ma la cortesia forse "consiglia" di farlo....Più recentemente, il Presidente dell'Assoindustria di Udine, alla domanda se sia necessaria l'ìesistenza di due Associazioni all'interno della stessa Regione (quella di Udine e quella di Trieste) parli espressamente di "diversa struttura economica" fra i territori friulani e, diciamo, giuliani. E con l'economia, oltre la delimitazione territoriale, siamo a posto.
Manca il sociale e l'assistenziale; ma è noto, solo pensando all'ultima diatriba sul riordino del sistema sanitario regionale, la guerra fra i Poli di Trieste e Udine non solo per le competenze del "Burlo" ma anche per la divisione di fondi e finanziamenti. Il tessuto sociale è, inoltre, palesemente diverso: basti pensare nell'edilizia convenzionata residenziale quanto maggior peso ha la medesima in una realtà come la triestina in confronto al resto resto della regione.
Oggi leggo sul "Sole" che Porto Nogaro ha pianificato investimenti per 18 milioni di Euro (forniti in parte dalla Regione, in parte dalla UE e in parte dal consorzio Aussa-Corno) per potenziare le sue strutture, riqualificare una banchina e creare un terminal "anche" traghetti. Solo l'idea di cosa debba fare Boniccioli per farsi finanziare i progetti di ampliamento del porto di Trieste.....
Insomma quello che manca è che ci sia una "presa d'atto" specifica della necessità amministrativa di una precisa divisione fra Friuli e Trieste (non oso parlare di "Venezia Giulia" vista anche l'esiguità della "Sinistra Isonzo") con la creazieone di un modello in grado di dare autonomia precisa nella destinazione e disposizione dei sempre più scarsi fondi forniti dal sistema tributario e non sia a livello locale che nazionale.
Mi rendo conto che è un problema trito e ritrito e che tanto è stato "cavalcato" nei tempi andati. Ma oggi, più che mai, mi sembra che il problema sia tornato alla ribalta, e che nessuno dei politicanti attuali, ligi alla difesa del - permettetemelo - loro "culopiatto governativo" (ah, il buon Benni...) pensi di neanche immaginare alla possibilità.....
Che ne pensate?
Grazie, sig. Antonaz. Grazie, giunta Illy. Adesso abbiamo un nuovo importante tassello per dividere questa Regione che a parole si vuole unica: la demarcazione geografica.
Sia chiaro, sono favorevole all'insegnamento del friulano, come lo sarei per qualunque altra lingua identificata come tale, legata al territorio. Non mi scandalizza neanche il fatto che il friulano di Fiumicello venga sbeffeggiato se sentito a Udine (esperienza personale) per essere, ritengo, considerato incomprensibile a Imponzo, o Cadunea. Ma, a questo punto, bisogna forse più che mai farsi qualche domanda sull'opportunità che la Regione FVG continui ad esistere.
Partiamo dalle dichiarazione del Prof. Strassoldo, eletto alla Provincia di Udine nell'uiltima tornata elettorale, che manda a dire alla Giunta "E' l'ultima volta che vengo a Trieste per giurare davanti al Consiglio Regionale" forte di una legge che, obiettivamente consente di non farlo. Ma la cortesia forse "consiglia" di farlo....Più recentemente, il Presidente dell'Assoindustria di Udine, alla domanda se sia necessaria l'ìesistenza di due Associazioni all'interno della stessa Regione (quella di Udine e quella di Trieste) parli espressamente di "diversa struttura economica" fra i territori friulani e, diciamo, giuliani. E con l'economia, oltre la delimitazione territoriale, siamo a posto.
Manca il sociale e l'assistenziale; ma è noto, solo pensando all'ultima diatriba sul riordino del sistema sanitario regionale, la guerra fra i Poli di Trieste e Udine non solo per le competenze del "Burlo" ma anche per la divisione di fondi e finanziamenti. Il tessuto sociale è, inoltre, palesemente diverso: basti pensare nell'edilizia convenzionata residenziale quanto maggior peso ha la medesima in una realtà come la triestina in confronto al resto resto della regione.
Oggi leggo sul "Sole" che Porto Nogaro ha pianificato investimenti per 18 milioni di Euro (forniti in parte dalla Regione, in parte dalla UE e in parte dal consorzio Aussa-Corno) per potenziare le sue strutture, riqualificare una banchina e creare un terminal "anche" traghetti. Solo l'idea di cosa debba fare Boniccioli per farsi finanziare i progetti di ampliamento del porto di Trieste.....
Insomma quello che manca è che ci sia una "presa d'atto" specifica della necessità amministrativa di una precisa divisione fra Friuli e Trieste (non oso parlare di "Venezia Giulia" vista anche l'esiguità della "Sinistra Isonzo") con la creazieone di un modello in grado di dare autonomia precisa nella destinazione e disposizione dei sempre più scarsi fondi forniti dal sistema tributario e non sia a livello locale che nazionale.
Mi rendo conto che è un problema trito e ritrito e che tanto è stato "cavalcato" nei tempi andati. Ma oggi, più che mai, mi sembra che il problema sia tornato alla ribalta, e che nessuno dei politicanti attuali, ligi alla difesa del - permettetemelo - loro "culopiatto governativo" (ah, il buon Benni...) pensi di neanche immaginare alla possibilità.....
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- cenerentola82
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Che purtropo manca i numeri per la division.
Le elezioni regionali se deciderà in Friul, visto che i xe in magioranza, quindi...
Le elezioni regionali se deciderà in Friul, visto che i xe in magioranza, quindi...
[img]http://www.bandieredeipopoli.com/images/friuli_vg/animate/b_trieste120an.gif[/img][img]http://www.bandieredeipopoli.com/images/altripopoli/animate/b_austriaimp.120an.gif[/img]
Ormai la mia Patria comincia a Muja e finissi a Duin
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- babatriestina
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avevo postato qua ieri mattina, ma nessuno mi rispondeva se non per fare le pulci alla forma dello scritto, mi fa piacere che ci sia qualcun altro che ne parla.
Unifichiamo?
per me andrebbe in Friuli, più che sul futuro di Trieste, che non è toccata dal progetto di legge- di cui ho messo il link nel mio post
Unifichiamo?
per me andrebbe in Friuli, più che sul futuro di Trieste, che non è toccata dal progetto di legge- di cui ho messo il link nel mio post
Nessun problema ad unificarlo, però mi sembra che il mio approccio sia un pò diverso e con un occhio più interessato alla funzione di Trieste e il suo territorio rispetto al resto della regione. La vicenda del marilenghe è solo l'ultimo pretesto per portar fuori la questione.
Per cui, almeno, conservarla su questo thread.
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- babatriestina
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Un pò sì. Per quanto riguarda il "particolarismo"...mi spiace, ma sono convinto, benchè una volta fossi europeista convinto, che la UE sia una farsa, un altro pozzo senza fondo a favore dei politici e abbia una funzione esclusivamente economica. Per quanto riguarda la nostra regione è evidente e i fatti lo domostrano sempre di più che per storia, economia e tessuto sociale il Friuli e trieste hanno poco da spartire. In altre regioni europee (basti pensare al Belgio, o alla ex Cecoslovacchia, ecc.) è bastato meno per creare forti autonomie fra i vari territori. Non si capisce perchè non dovrebbe succedere qua.perchè tu la vedi nel più ampio rapporto fra le varie componenti della Regione e ti chiedi che cosa ci sta a fare una Regione così?
La funzione economica è di gran lunga la cosa migliore per esaltare i particolarismi, siano essi localistici o, più in grande, nazionali. Mai vedrò inglesi o francesi rinunciare alla loro nazionalità ( o polacchi, o chi volete voi)
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- babatriestina
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- Iscritto il: dom 25 dic 2005, 19:29
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Io mi sento europea e sono tuttora europeista. e certe frammentazioni interne all'Europa invece non mi lasciano presagire niente di buono per il futuro.
Però a mio parere la questione del friulano, al di là della libertà di usarlo a scuola per chi lo vuole, che per me è anche giusto, è che come è impostata la proposta di legge ( non ancora approvata) prevederà una notevole spesa, a carico della Regione, che avrebbe potuto essere destinata a scopi più urgenti.
Però a mio parere la questione del friulano, al di là della libertà di usarlo a scuola per chi lo vuole, che per me è anche giusto, è che come è impostata la proposta di legge ( non ancora approvata) prevederà una notevole spesa, a carico della Regione, che avrebbe potuto essere destinata a scopi più urgenti.
- cenerentola82
- ixolan
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- Località: Quel che resta de TRieST(e)
Anche mi son europeista ma no me 'ndassi ben un'Europa omogenea e uniforme su tutto. Leggi e regole uguali per tuti ma libertà de poder restar se stessi.
La richezza dell'Europa xe dada dal'union de popoli differenti che da il proprio contributo. No per gnente se parla de Europa dei popoli.
Quindi xe de volarizzar la culture e le specificità locali, tute e no furlani si e noi no, in modo che ognidun possi sentir de poder el proprio contributo a qualcossa de più grande.
La richezza dell'Europa xe dada dal'union de popoli differenti che da il proprio contributo. No per gnente se parla de Europa dei popoli.
Quindi xe de volarizzar la culture e le specificità locali, tute e no furlani si e noi no, in modo che ognidun possi sentir de poder el proprio contributo a qualcossa de più grande.
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la proposta di legge ( non ancora approvata) prevederà una notevole spesa, a carico della Regione, che avrebbe potuto essere destinata a scopi più urgenti.
..leggendo un pò qua, ascoltando un pò là si arriva ad una cifra compresa tra i 5 e i 9 milioni di Euro tanto per cominciare...ma non è questo il problema. Un "bravi!" a chi è riuscito a farsi dare questi soldi.
Non capisco - a scopo di puro esempio - perchè non si sono trovati i soldi per la messa in sagoma limite del sovrappasso pedonale di Via del LLoyd a Trieste, a causa del quale i Ro.La sono destinati a girare uno per volta e bloccare gli altri treni. Stiamo parlando di un paio di centinaia di migliaia di euro. Altro che corridoio 5....ed è solo un esempio. Evidentemente i triestini nopn sono "bravi!" ma "Mone!!". Magari con un pò più di "autonomia" o "localismo" questi problemini (e parecchi altri) verrebbero risolti.
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Nel thread de Babatriestina go espresso i miei dubbi sulla Legge dal punto de vista pratico. In questo tuo Kyeldor, rubo due righe per esser d'accordo con ti che el provvedimento della region sia fatto più per far contento qualchidun che non per una reale tutela delle tradizioni.
me taco su 'l discorso de europeixmo/localixmo ... se tuto continua in modo trancuilo (e xe ancora de dimostrarlo) no me meraviliasi se a far le spexe de sta "rivoluzion" fusi proprio i stati nazionai multietnici, come che pol eser l'italia ... perche`, secondo mi, se l'union europea se consolida fin a diventar un elemento de sicureza forte e che se riva a gaver el tempo per riscoprir le diverse culture che ghe xe in giro un poco per tuto alora no ga piu` scopo la protezion economica/militar de i stati nazionai
no me spetasi che i francexi i se dividi tra de lori, ma za la germania che la xe divixa tra lander no credo che ghe cambiasi sai tra eser lander de tedeschi in germania o lander de tedeschi in europa ... (la go butada la` ... no ghe go mai domandado a i tedeschi
)
per l'italia fusi un pel diverso, perche` per mi semo ancora in te la faxe de "dimenticanza" de la storia pre-unitaria che pero` la salta fora per tuti i buxi .. Kyeldor el se domanda se ga ancora senso el Friuli Venezia Giulia, ma el steso discorso el val per tuto 'l resto de l'italia ... rivar a pasar oltra de sto momento in modo serio e costrutivo xe una roba che ne toca a tuti cuanti ... e no credo che fusi pezo de eser triestini (o giuliani, se volesimo tuti cuanti tacar insieme le province de trieste e gorizia) in europa piutosto che no in italia ...![:-) :-)](./images/smilies/icon_smile.gif)
Franco
no me spetasi che i francexi i se dividi tra de lori, ma za la germania che la xe divixa tra lander no credo che ghe cambiasi sai tra eser lander de tedeschi in germania o lander de tedeschi in europa ... (la go butada la` ... no ghe go mai domandado a i tedeschi
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per l'italia fusi un pel diverso, perche` per mi semo ancora in te la faxe de "dimenticanza" de la storia pre-unitaria che pero` la salta fora per tuti i buxi .. Kyeldor el se domanda se ga ancora senso el Friuli Venezia Giulia, ma el steso discorso el val per tuto 'l resto de l'italia ... rivar a pasar oltra de sto momento in modo serio e costrutivo xe una roba che ne toca a tuti cuanti ... e no credo che fusi pezo de eser triestini (o giuliani, se volesimo tuti cuanti tacar insieme le province de trieste e gorizia) in europa piutosto che no in italia ...
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Franco
Cosa significa "stare in Europa?". Praticamente niente. Storicamente ben poco ci accomuna e non c'è alcun evento storico di rilievo (come per altre nazioni) che abbia unito l'Europa intera per combattere o anche solo promuovere un ideale, o un diritto (compreso quello all'esistenza di un popolo diciamo "europeo". L'Europa si distingue per una lunghissima serie di guerre intestine, fino alle due mondiali,e poi un uno stato eterico di protezione dagli USA durante la guerra fredda. Oggi si apre un nuovo corso? Forse, ma sta di fatto che l'unico effetto che si vede in giro è la promozione economica dei più forti o i più numerosi. Elementi come lo stato sociale,il diritto di essere capiti ovunque nel continente, un corpus giuridico univoco, un unico esercito, un parlamento e un esecutivo degni di questo nome: impossibile. Noi restiamo per i tedeschi dei spaghettari, come loro per noi dei mangiapatate (e così via per inglesi, francesi..per non parlare degli slavi) nella migliore delle ipotesi.
Intanto si scopre che il 64% degli abitanti del FVG sono "Friulani". Quando mai verranno prese in considerazione in modo preciso le esigenze del rimanente 36%?
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- babatriestina
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- Iscritto il: dom 25 dic 2005, 19:29
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Non saprei da dove cominciare una bibliografia sul concetto di Europa, direi che si potrebbe cominciare da:Kyeldor ha scritto:Cosa significa "stare in Europa?". Praticamente niente. Storicamente ben poco ci accomuna e non c'è alcun evento storico di rilievo (come per altre nazioni) che abbia unito l'Europa intera per combattere o anche solo promuovere un ideale, o un diritto (compreso quello all'esistenza di un popolo diciamo "europeo")
Chabod, Federico - Storia dell'idea d'Europa - 1977 alle tante storie d'Europa.
ti suggerisco in particolare:
Roberts History of Europe Penguin 1996 e
AAVV histoire de l'Europa 1992 , Seuil
Che per tante guerre che si sono fatti, erano per così dire baruffe fra fratelli, Francia e Inghilterra hanno fatto la guerra dei 100 anni, ma il re di Francia aveva per vassallo il re d'Inghilterra, il quale a sua volta riteneva di avere diritti al trono di Francia... ogni pace finale di queste guerre ( Cateau Cambrésis, Westfalia,...) organizzava l'Europa intera o quasi.
Vi sono le concezioni di diritto, le università , per non parlare di concezioni politiche quali democrazia e socialismo, che sono fenomeni europei. Nati in uno stato e diffusi in Europa, e solo molto dopo esportati altrove, e spesso modificati fino a stravolgerli al di fuori dell'Europa.. Anche il colonialismo, purtroppo... però dove credete che andarono a studiare i grandi anticolonialisti? nelle università europee!
Ed è soprattutto studiando le culture diverse da quelle europee, chessò, le mediorientali, le grandi civiltà asiatiche, che si vede la differenza.
Poi sono esistite una musica specificatamente europea, una letteratura europea, che erano patrimonio delle classi colte di tutti i paesi europei, magari in traduzione per la letteratura. Almeno per me Guerra e Pace, I Miserabili, Romeo e Giulietta, Amleto, Werther, Don Chisciotte, Iliade, Odissea, e se vuoi i tre Moschettieri mi sono familiari quanto ( e forse più) dei Promessi Sposi, Salgari e i Malavoglia, anche se non me li hanno fatti tutti leggere a scuola.
Per me comunque stare in Europa significa per lo meno muovermi liberamente per l'Europa senza confini, dogane, cambio di moneta, problemi di trasferimenti di residenza...
trovandomi in luoghi di cui non devo andare a cercarmi la storia sul manuale Lonely Planet, in cui riesco in qualche modo a comunicare linguisticamente. Insomma, cosa volete che vi dica? io girando per l'Europa mi sento dovunque a casa mia, mentre al di fuori mi sento all'estero.
Ps nell'Europa includerei la Svizzera, per cui non mi riferisco strettamente all'Unione Europea formale.
Resto dell'idea che le iniziative del tipo friulano o anche la parcellizzazione in tante piccole unità porterebbe ad una specie di Città-stato ( poleis) di tipo greco che ai primi attacchi di uno Stato militare organizzato ( Alessandro Magno prima, i romani poi) caddero subito, perdendo la libertà di cui si facevano tanto vanto.
Kyeldor ha scritto:Cosa significa "stare in Europa?". Praticamente niente.
Elementi come lo stato sociale,il diritto di essere capiti ovunque nel continente, un corpus giuridico univoco, un unico esercito, un parlamento e un esecutivo degni di questo nome: impossibile.
A volte me lo chiedo anch'io e l'Unione Europea mi sembra un mostro burocratico costoso e che riproduce amplificati tutti i difetti degli stati nazionali. Ma bisogna anche guardarsi indietro per apprezzare quanta strada si è fatta. Non avremo un corpus giuridico univoco ma il rispetto di certi principi (il rifiuto della pena di morte, per esempio, o l'adozione di sistemi democratici)e alcuni provvedimenti economici hanno permesso a paesi come la Spagna, il Portogallo e la Grecia di passare da regimi autoritari all'Europa senza spargimenti di sangue. Non è poco.
Certo, bisogna anche saper cogliere le opportunità, come ha fatto l'Irlanda e come il meridione d'Italia non fa.
Il discorso diventerebbe più complicato e lungo per l'Europa orientale.
Ma anche in questo caso chi di noi avrebbe osato sperare nella caduta del Muro? Per i miei coetanei andare a Berlino Est, Budapest o Praga ai tempi del comunismo era un viaggio alla scoperta di un altro mondo. Ed era un mondo sigillato, da cui i nostri coetani non potevano uscire. Eppure quella era Europa. Oggi che ci si muove con più facilità anche per i voli a basso costo, i ragazzi vanno con naturalezza a Dublino, Barcellona o Budapest. Questi sono i nuovi europei. E io, che sono un po' sentimentale, quando vedo gli ungheresi
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- Tirabaralla
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- Iscritto il: lun 2 gen 2006, 16:49
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Tornando al discorso iniziale...sono a favore della tutela di ogni patrimonio linguistico, quindi sono contenta per i friulani...auspico qualcosa di simile per ogni lingua locale o dialetto.
Non è facile, ma sarebbe bello.
Non è facile, ma sarebbe bello.
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insegnamento del friulano e del giuliano
Arrivo in ritardo, ma questo dibattito sull'insegnamento del friulano è molto interessante...
Vi racconto la mia piccola esperienza : l'estate scorsa (2007) sono andato visitare il piccolo museo nella stazione ferroviaria di Gorizia, situato, per pochi metri, in Slovenia. Grande fu la mia sorpresa nel constatare che il pannello di presentazione del museo era scritto in italiano, sloveno e... friulano ! Li' per li', ho preso la cosa come una provocazione : uno stato che si permette di utilizzare una "parlata" di un altro stato in un documento quasi ufficiale ! E mi son detto : cosa penserebbero i croati se nei musei e uffici di Trieste ci fossero tabelloni bi-lingui croato/ciccio ? Cosa penserebbero i francesi se alla dogana di Pool ci fossero manifesti bilingui franco/bretoni ? ecc. Ma mi ero sbagliato : non sapevo che il friulano, da poco tempo, era diventato una quasi-lingua ufficiale. Avevo "un train de retard" (è il caso di dirlo...).
A questo punto, la domanda che si pone è logica e inevitabile : perché la "minoranza" non-friulana della regione non ha fatto una domanda analoga in favore del dialetto giuliano ? E evidente che avrebbe ottenuto soddisfazione. Ci sono dei progetti in questo senso ?
Vi racconto la mia piccola esperienza : l'estate scorsa (2007) sono andato visitare il piccolo museo nella stazione ferroviaria di Gorizia, situato, per pochi metri, in Slovenia. Grande fu la mia sorpresa nel constatare che il pannello di presentazione del museo era scritto in italiano, sloveno e... friulano ! Li' per li', ho preso la cosa come una provocazione : uno stato che si permette di utilizzare una "parlata" di un altro stato in un documento quasi ufficiale ! E mi son detto : cosa penserebbero i croati se nei musei e uffici di Trieste ci fossero tabelloni bi-lingui croato/ciccio ? Cosa penserebbero i francesi se alla dogana di Pool ci fossero manifesti bilingui franco/bretoni ? ecc. Ma mi ero sbagliato : non sapevo che il friulano, da poco tempo, era diventato una quasi-lingua ufficiale. Avevo "un train de retard" (è il caso di dirlo...).
A questo punto, la domanda che si pone è logica e inevitabile : perché la "minoranza" non-friulana della regione non ha fatto una domanda analoga in favore del dialetto giuliano ? E evidente che avrebbe ottenuto soddisfazione. Ci sono dei progetti in questo senso ?
- babatriestina
- senator
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- Iscritto il: dom 25 dic 2005, 19:29
- Località: Trieste, Borgo Teresiano
Questa xe una dele volte che me trovo pienamente d'acordo con ti.babatriestina ha scritto:personalmente, mi sembra una gran babele, come se non bastassero già le tante lingue europee...a me sa di nazionalismo linguistico...
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Una roba xe difender e conservar cultura e tradizioni (per mi più che giusto), un'altra voler usar lingue locali per robe uficiali. Semo riuscidi a usar un'unica moneda, perché no rivemo a usar un'unica lingua in Europa? Inutile parlar de Europa unita se poi un svedese no capisi un italian (e cusì per tuti, salvo che no i sapi una lingua estera in comune).
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera
[S. Quasimodo]
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