Kyeldor ha scritto:Non voglio dire che non ci fosse un problema "nazionale" per l'esercito AU, ma anche non bisogna pensare che elementi quali la fedeltà all'Impero e a Francesco Giuseppe non fosse sentita da elementi di TUTTE le etnìe...
Io credo che molti, italiani, sloveni, austriaci o ungheresi, siano andati a combattere "perché si doveva".Io so le storie di due prozii e due nonni, mandati tutti a combattere per l'Austria sui Carpazi; sono storie diverse che credo confermino la varietà di atteggiamenti:
Un prozio morì in battaglia. Punto e a capo. Un altro prozio, suo fratello, quando apprese della notizia si chiuse in un mutismo assoluto, quando aveva un momento libero, con la baionetta si metteva a scavare e a chi gli chiedeva cosa facesse, rispondeva, guardando fisso per terra, che doveva seppellire suo fratello. Dopo un poco di questa storia, lo mandarono a casa (scemo de guerra).
Un mio nonno, l'unico con cui abbia parlato di queste cose, si fece tutta la guerra sui Carpazi, si prese anche qualche medaglia (nastrini li chiamava lui, perché, diceva, volevano risparmiare sui metalli). Poi venne trasferito sul fronte italiano, venne catturato e mandato in un campo di concentramento ad Ascoli Piceno (ho una sua foto). Credo che nel '19 fosse già a casa, perché nel febbraio del '20 si sposò. Parlò sempre pochissimo della guerra; ho avuto il sospetto che avesse dovuto partecipare anche ad almeno una fucilazione (perché sapeva come si facevano ed in questo senso il 5 fucilazioni che ho letto da qualche parte mi sembra basso). Dai pochissimi racconti e soprattutto dai suoi silenzi ebbi l'impressione di un'esperienza molto dura. Non era austriacante, ma rimpianse subito l'Austria quando dovette pagare le tasse all'Italia per la prima volta.
Dell'altro mio nonno ho già detto altrove: tiratore scelto, venne messo in un avamposto a tirare sui russi che si affacciavano sulle trincee. Non volendo uccidere gente a sangue freddo, mise un paio di mutande bianche sul fucile e passò dall'altra parte. Venne internato a Vladivostok da dove tornò credo intorno al 1920/21 dopo aver fatto il giro del mondo. Non credo si sia consegnato ai russi per viltà o per farla finita, ma solo perché non poteva ammazzare a sangue freddo. Mia nonna e mio papà piccolo e che lui non aveva mai conosciuto, passarono un brutto momento perché volevano internarli come familiari di un disertore; poi, davanti alle lacrime di mia nonna e al bambino piccolo, li lasciarono stare.
Se ci pensate, due fecero
"il loro dovere", uno cercò di salvare la pelle ed uno ebbe una crisi di coscienza. Credo ce ne sia per tutto ed il contrario di tutto. Se mi chiedete cosa avrei fatto io ... non posso che ringraziare Dio di non avermi fatto vivere esperienze del genere (né quelle di mio padre 25 anni dopo, ma questo è argomento tabù
)