AdlerTS ha scritto:"La guerra di Kugy. dal fronte delle Alpi a caporetto, dal Grappa al drammatico ritorno di un reduce sconfitto" di Enrico Mazzoli, l'autor desidera investigar appunto gli anni de Kugy nella Grande Guerra , domandandose perché li gabbi deliberatamente eliminadi dalla propria biografia (anche se Mazzoli stesso disi che prorpio in questi mesi sta vignindo fora sul mercato sloven proprio la parte "mancante" dell'autobiografia).
Xe vigniuda fora la parte mancante: "La mia guerra nelle Giulie" sottotitolado anche "Mein Krieg in den Julischen" e "Moja vojna v Julijcih". El libro, edito dalle edizioni Saisera, a cura de Davide Tonazzi, xe la stampa trilingue del capitolo omesso da "Dalla vita di un alpinista". La pubblicazion xe con un bel cofanetto, che oltre al libro ben rilegado con copertina rigida contien copie de sue piantine manoscritte.
Come se diseva sora, tra le varie descrizioni delle azioni alpinistico-militari, 'sto capitolo conteneva alcuni passi che nel dopoguerra podeva risultar scomodi per l'amministrazion italiana e xe stado ritrovado per caso presso l'archivio dello storico Hubert Fankhauser.
Senz'altro non saria passado per la censura el paragrafo sul forte de Malborghetto, che resiteva al fogo italian "con la bandiera austriaca issata e consumato ad ogni tempesta era immagine della più ardita ed intrepida resistenza [...] Di tutto ciò che nella mia vita ho potuto vedere dall'alto dei monti, è questa l'immagine che voglio ricordare per sempre, per poterla trasmettere alla gioventù austriaca. La tua fama non tramonterà mai, o forte di Malborghetto, e i tuoi eroi non moriranno. (Dein Ruhm wird nicht untergehen, Festung Malborgeth, und Deine Helden werden nicht sterben - Tvoja slava, trdnjava Naborjet, ne bo zašla in tvoji junaki ne bodo umrli).
Parlando poi dello Jôf Fuart, el scrivi: sulle sue cime rocciose che sembrano guardare lontano, si dovrebbe scrivere a lettere indelebili CAVE FIDEM ITALICAN, "Guàrdati dalla fedeltà italica".
Resta el fatto che Kugy continua però a non sentirse un miltar, ma un civile in guerra per amor de patria: "voi sostenitori della guerra che state nei parlamenti, nelle assemblee, nelle strade di città e nei caffé, provate a venire con noi per vedere cosa significhi la guerra con i suoi orrori" (ihr kriegsbegeisterten von Parlament ud Versammlungen, von Gasse und Kaffehaus, ziehet mit und schaut es euch an, was Krieg und Kriegsschrecken sind - Vi vojni navdušenci iz parlamentov in skupšcin, z ulic in iz kavern, pridruzite se nam in poglejte si, kaj je vojna, kaj so vojne strahote ! )
Per
l’avanzata in Italia dopo Caporetto, el descrivi la gente con “un contegno corretto, amichevole, distinto e dignitoso. Umili e rispettosi. A me che parlavo la loro lingua dimostrarono grande fiducia ed affetto.”
Mal no far, paura no gaver.