Oltre alla solita wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Silvio_Ceccatobabatriestina ha scritto:ci ho pensato, e devo dire che non condivido del tutto: non so chi sia Silvio Ceccato ( confesso la mia ignoranza) autore di questo testo,
ti segnalo http://guide.supereva.it/filosofia_e_co ... 7088.shtml che in una biografia meno ingessata ne rende, forse, meglio le caratteristiche
Il suo intervento si chiude con una domanda, con un invito a non impoverirci, ad usare bene la libertà che il calcolatore ci dà. Ti domando: come pensi che molti nostri allievi hanno riempito il tempo libero che hanno avuto dal non dover studiare le tabelline? Si sono arricchiti di altro? O si sono storditi la mente con altri svaghi?babatriestina ha scritto:il calcolatore ci lascia una libertà, e sta alla nostra decisione il saperla riempire in modo appropriato e non vedo perchè dovremmo diventare più poveri solo perchè ci siamo risparmiati un lavoro materiale: chissà se qualcuno al momento dell'invenzione della ruota disse: ma no, perchè usare questa nuova diavoleria? perderemo tutto l'allenamento dei muscoli con cui solleviamo gli oggetti..quella libertà che il calcolatore potrà darci, con che cosa la riempiremo, se ci ritroveremo più poveri di oggi?
Mi è capitato tante volte che qualche evento, un tabellone pubblicitario, un qualcosa, mi abbia fatto venire alla memoria una poesia (ah ste poesie studiate a memoria, quanto le odiavo) e mentre me la ripetevo, mi rendevo conto di significati che fino a quel momento mi erano sfuggiti, forse per superficialità mia non lo nego. Ma se non avessi studiato a memoria quella poesia, se non fossi stato costretto a studiare a memoria quella poesia, avrei perso, anni dopo, quell'opportunità di arricchimento e di riflessione.
Ecco questo penso che lui intenda e non credo che sia nemmeno molto lontano dal tuo pensiero.