Il palcongressi, un hangar con pareti in precompresso sagomate e tutte uguali, maxi anonimo. Almeno il Tripcovich ha un andamento movimentato e abilmente invecchiato con lesene , e bugnati esterni , qualche torretta, e un coronamento di statue, un tocco da architetti d'altri tempi, potrebbe rimanere a buon diritto nel terzo millennio. Mah vedremo se il tempo ci darà ragione.
Ho rispolverato vecchie cartine del porto......vecchio.
Siamo nel 1835
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Alla sinistra lo specchio di mare chiuso del lazzaretto sante teresa per contenere le navi infette, più in alto gli edifici del lazzaretto. La linea diagonale rappresenta il corso del torrente incanalato che esce da Roiano. Proseguendo c'è un edificio lungo e stretto che segue la costa e si tratta della prima corderia triestina produttrice di tutti i cordami della marina austriaca. Poi andando a destra si incontra un primo molo che è quello del sale, dove si fermavano anche le navi che necessitavano dell'addobbo del vicino cantiere Panphili , quel edificio grossomodo a C . Poi segue il canale. Notare come le rive siano strette e molto vicine alle case. Indi si piega a destra e incontriamo il molo san Carlo che è ancora separato da un ponte con la riva. Segue poi il mandracchio .Il primo edificio dopo il mandracchio e il palazzo della sanita. con davanti una piccola sporgenza . Proseguendo incontriamo una piazza che sarà la piazza Giuseppina e una altro piccolo molo che è il sartorio . Sulla destra la caserma di marina nella sede del ex lazzaretto ed infine nella parte bassa il molo che collega la riva, cioè il promontorio deila punta sant'Andrea con lo scoglio dello zucco dove sorge il faro de la lanterna.
Siamo nel 1857 l'anno dell'arrivo della ferrovia a Trieste, e conseguentemente degli ulteriori sviluppi e incrementi di superficie del porto.
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La rada del porto di Trieste sta cambiando forma. E' ancora presente sulla sinistra il braccio di mare chiuso del lazzaretto, ma già notiamo come molte costruzioni del lazzaretto siano state demolite. Notiamo come tutta una area grigio più scuro sia stata portata via al mare e sopra sorga un edificio lungo e stretto a due ali che è il silos ferroviario. Il nucleo del nuovo porto vecchio è rappresentato da quel triangolo di mare chiuso da due moli davanti al silos. Verso il monte, a sinistra del silos si intravede la sede delle ferrovie meridionali, edificio lungo con due piccole ali. Davanti ad esso correrà il futuro viale miramare e dietro di esso la strada del friuli. Vediamo come la riva davanti al cantiere Pamphili si sia allargata il Cantiere è stato chiuso ed è rimasto in piedi il solo corpo posteriore . Il molo del sale davanti si è raccorciato rispetto la carta del 1835. Invece il molo san Carlo è stato più che raddoppiato. Il mandracchio è ancora presente. All'altezza di piazza Giuseppina è stato costruito un nuovo molo il molo venezia. Anche il molo sartotio è stato allungato
Per non confondere le idee, però le ultime immagini si riferiscono al porto davvero vecchio, ossia le attuali Rive, Non quello che indichiamo come porto Vecchio e che a fine ottocento era porto nuovo
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
Vediamo allora una nuova carta , laparte sinistra della rada del porto naturale di Trieste con l'ormai costruito e in corso ancora di ampliamento porto che noi oggi conosciamo come porto vecchio, ma che allora nel 1880 era nuovo.
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Sono visibili i tre primi moli con segnate delle navi per indicare la capacità di attracco .Tra il molo uno e il due appaiono anche le bitte ( punti neri) per poter ormeggiare anche le navi in attesa di imbarco o sbarco. Colpisce la esigua lunghezza delle navi di allora . A fianco del primo molo abbiamo un bacino a forma di C ancora in costruzione che va a costituire il primo bacino petroli. Le navi porteranno il petrolio dal mar nero. All'angolo sinistro in alto di questo bacino appare una specie di serpente che prosegue tratteggiato a lato del parco ferroviario. E il canale per convogliare fuori del porto le acque dei rivi di Roiano. A lato sinistro si vede una area più scura , avanzi di cava del colle di Gretta utilizzate per riempire il tratto di mare. Visibili ancora oggi prima del cavalcavia in ferroviario in ferro. Queste cave sono lambite da una strada che è quella che porta a barcola e al castello di Miramare e sotto scorre il canale interrato del torrente. Sopra il tratto scuro vediamo tratteggiata la galleria in curva di gretta che con un viadotto all'uscita scavalca la strada e il parco feroviario e porta ancora ad una area sopraelevata che va ai silos ferroviario. subito sopra a sinistra la strada del viale miramare riceve una via che è quella di tor San Piero. Sul lato in alto vediamo già l'edificio della stazione ferroviaria passeggeri. Sono stati progettati già gli spazi per la costruzione dei magazzini nella aree sottratte al mare. Notiamo sul lato destro , lato molo terzo, come la riva risulti inclinata seguendo il molo della precedente carta del 1857. Del lazzaretto di santa Teresa non esiste più traccia essendo stato interrato dal nuovo porto. Al lato del bacino petroli non è ancora presente il progetto di nuovo interramento per consentire la costruzione del parco ferroviario merci di barcola che oggi non esite più, fatto sparire interrandolo per ottenere posteggi.
Adesso vediamo la situazione nel 1879 della rada del porto naturale di trieste e della nova zona portuale
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Appare ben chiaro la fine che ha fatto il bacino Santa Teresa, e il piccolo e inadeguato spazio del primo porto triangolare di progettazione francese a ridosso del silos. Come poi si sia provveduto all'interramento del mandracchio e a una retifica della riva per ottenere la futura piazza Grande
Ecco la parte destra della rada del porto naturale di Trieste sempre nella carta del 1880
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Notare nella parte a sinistra tratteggiato il nuovo molo quarto in versione lunga e in versione corta, che sarà poi quella addottata, con il suo raccordo al molo terzo. Vediamo già la piazza grande con il suo giardino, il molo San Carlo raccordato alla riva. La piazza è più larga di quella attuale, perchè non è stato ancora costruito il palazzo del Lloyd, e Il primo palazzo a seguire sulla riva è la casa della Sanità, e quel piccolo molo sporgente andrà poi a costituire la base del molo della stazione marittima. Ancora tanti punti neri rappresentanti le bitte per l'ormeggio delle navi, bitte che scompariranno con l'aumento in lunghezza delle navi a vapore e quindi con l'incremento dello spazio stiva. I primi anni del 900 vedranno ancora l'allargamento delle rive cittadine come le conosciamo oggi e il loro innalzamento sul livello del mare per evitare le colme. Nella parte bassa della cartina una sezione costruttiva del molo uno
Inserisco adesso una foto molto interessante della piazza de la stazione del 1880
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l'unico edificio presente ancora oggi è quello che fa mostra di se nella parte centrale sinistra che costitusce l'isolato tra via gheha e via Cellini. Alla sua destra non è ancora stato costruita il palazzo d'angolo con corso Cavour ex sede del consolato germanico, e verso i primi velieri manca la casa catolla dell' ufficio tecnico erariale catasto urbano e finanza. Accanto alla chiesa evangelica (bordo sinistro della foto) altro edificio bianco a 4 piani che altro non è che la casa del cantiere Panphili. Al bordo inferiore della foto mancano i palazzi come il Cosulich kallister che fanno da cornice alla piazza della stazione. Piazza senza alberatura, e ancora ingombra del deposito di legname della ferrovia . Ma parlando del porto vecchio non vi è traccia del molo quarto, anzi abbiamo ancora uno spicchio di mare ingombro di piccoli velieri in disarmo e si riesce ancora a notare l'ormai corto molo del sale che serviva in origine quale molo di addobbo del cantiere pamphili. Nella parte alta della foto appare una ciminiera con accanto un lungo magazzino, sede del molino degli economo. Sotto abbiamo ancora oggi il lungo palazzo a 4 piani , oggi tutto bianco largo Rogers, ma quella volta colorato. Nella massa verde sovrastante si riesce a ingrandire, e appare la villa Murat, Alla estrema destra del promontorio la villa Segre.
Possiamo dire che il porto vecchio è andato sempre più a perdere la sua importanza quale contenitore di merci. Le nazioni nate dalla disgregazione dell'impero austroungarico erano degli Stati nascenti e dal potere economico scarso per cui il naturale retrotera del porto di Trieste non riusciva a riempire i magazzini. Il porto nuovo dotato di gru di sollevamento di carico di gran lunga superiori a quelle del porto vecchio, assicurava anche un migliore ormeggio alle lunghe nuove navi transoceaniche . Siamo nel periodo della guerra fredda e di nuovo manca il retroterra per i traffici triestini. Si addotta a livello mondiale un nuovo sistema di trasporto delle merci, cioè il contenitore, e ancora una volta dovranno passare tanti anni prima che si possa allestire il molo settimo portaconteiner. Il porto vecchio diventa sempre più una zona abbandonata. Una zona che sarebbe stata possibile utilizzare al trattamento delle merci e alla loro trasformazione industriale solo attraverso ingenti spese per il riuso logistico, per cui invece il GMA optò per la creazione della zona industriale a Zaule. Ora la zona del porto vecchio è passata ad un riuso "misto". Una parte gestibile da Comune a vocazione residenziale finanziaria museale, e una parte ancora sotto il controllo della autorità portuale. Agli inizi della nascitta del porto le merci provenienti dal traffico portuale sono state lavorate e trasformate in loco creando una attività industriale che ha aumentato di gran lunga la popolazione triestina. Ancora oggi si frappongono ostacoli alla vocazione industriale nonostante la extra trerritorialita dello scalo . Quindi non può avviarsi un incremento della popolazione e di conversa un riuso del porto vecchio quale nuovo rione cittadino. Ma oggi non solo viviamo in una recessione economica mondiale,e ci si mettte di mezzo anche il covid , per cui il riuso del porto vecchio è lontanissimo da realizzarsi. Quindi viviamo un periodo di piccoli passi per questa parte della città.
Un altro colpo o se volete una visione diversa sul riuso marittimo del porto vecchio. Qualcuno ha deciso di ormeggiare le navi da crociera al porto vecchio e siccome la unica banchina lunga per i giganti da trecento metri è quella dell' Adria terminal eliminare questo ultimo scampolo di attività mercantile imperniata sul deposito e movimentazione materiali metallici. Pochi sanno che il porto triestino è collegato alla borsa di Londra per questa attività. La domanda che mi pongo è dove hanno intenzione di spostare i metalli. Non credo sia utile per la città perdere questa attività "metallifera".
Almeno i trovasi tanta naftalina. Progetti sora progetti , forsi qualche fondo de investimento ghe casca nel scusir bori. No volessi che ste rinfuse le andasi a Monfalcon, anche se fa sempre parte de la stesa autorità portuale.
In fatto di edificio cadente che dire del silos lato ferrovia ( anni 1850) , edificio con trentennale impalcatura esterna , una volta con copertura a capriate ora tolta con travatura del solaio del sottoteto. E in restauro da tanti anni e......destinazione rìuso ignota, rinviata, o semplicemente in attesa che gli agenti atmosferici facciano il loro dovere sgretolandolo ?
Un esempio dei molti progetti triestini, protrattesi per troppi anni e poi superati dagli eventi.
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Davanti alla costruzione il silos che da trent' anni ospita il parcheggio a più piani, e sullo sfondo la bella facciata restaurata della casa tedesca.