Donne che lavoravano
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Re: Donne che lavoravano
Interessanti le foto...Mi sembra sia stata molto brava come fotografa...Pecà no trovar en suo ritratto
Sto vardando anche questo video ... qua de la povera donna no se parla più...se parla del marito. Tante foto le conosso anca mi
http://www.youtube.com/watch?v=MaZYyAgPUQg
Sto vardando anche questo video ... qua de la povera donna no se parla più...se parla del marito. Tante foto le conosso anca mi
http://www.youtube.com/watch?v=MaZYyAgPUQg
"E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa, che ha fatto la tua rosa così importante"
Antoine de Saint-Exupéry
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Re: Donne che lavoravano
Le iuze...
mi hanno raccontato tempo fa delle povere donne, le iuze, che venivano dal Carso e dai paesi sopra Capodistria a Muggia col mus e cioleva el vaporeto fin a Trieste. Tante volte inveze le scarpinava. Andavano a portare latte, uova, verdure ai siori de Trieste,facendosi a volte cinque piani di scale,dopo andavano in varie famiglie a lavare e a prendere le gamelle per il pranzo per gli operai del San Marco. Mangiavano sedute per terra vicino al passeggio di San Andrea; alla fine riportavano le gamelle alle mogli degli operai. Dopo le tornava, a provveder a le faccende de casa propria.
Me ricorda le Terragnole trentine che portava el bandolot del late sora la testa o appoggià su un legno sulle spalle :
"In vero le donne del paese, frodando di continuo agli occhi il sonno,e alle membra il conveniente riposo, senza distinzioni d'età, dalla tenera fanciulla alla madre di famiglia, sia pure di età avanzata, alla prim' alba si vedono battere le strade col proprio carico sulla testa e sulle spalle...Sembra cosa incredibile ma pur vera, la Terragnola concorre al sostentamento della famiglia più di quello non concorrano le braccia dei nostri contadini..." (Giornale agrario 1877)
La nona de me marì l'era na teragnola e "terragnola" era il suo soprannome. Le teragnole battevano con le sgalmere (zoccoli)i sentieri dall'alba per scendere in città a vendere verdure, legna, uova, latte, erbe... Questo lavoro è durato fino agli anni 50- 60.
mi hanno raccontato tempo fa delle povere donne, le iuze, che venivano dal Carso e dai paesi sopra Capodistria a Muggia col mus e cioleva el vaporeto fin a Trieste. Tante volte inveze le scarpinava. Andavano a portare latte, uova, verdure ai siori de Trieste,facendosi a volte cinque piani di scale,dopo andavano in varie famiglie a lavare e a prendere le gamelle per il pranzo per gli operai del San Marco. Mangiavano sedute per terra vicino al passeggio di San Andrea; alla fine riportavano le gamelle alle mogli degli operai. Dopo le tornava, a provveder a le faccende de casa propria.
Me ricorda le Terragnole trentine che portava el bandolot del late sora la testa o appoggià su un legno sulle spalle :
"In vero le donne del paese, frodando di continuo agli occhi il sonno,e alle membra il conveniente riposo, senza distinzioni d'età, dalla tenera fanciulla alla madre di famiglia, sia pure di età avanzata, alla prim' alba si vedono battere le strade col proprio carico sulla testa e sulle spalle...Sembra cosa incredibile ma pur vera, la Terragnola concorre al sostentamento della famiglia più di quello non concorrano le braccia dei nostri contadini..." (Giornale agrario 1877)
La nona de me marì l'era na teragnola e "terragnola" era il suo soprannome. Le teragnole battevano con le sgalmere (zoccoli)i sentieri dall'alba per scendere in città a vendere verdure, legna, uova, latte, erbe... Questo lavoro è durato fino agli anni 50- 60.
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- babatriestina
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Re: Donne che lavoravano
Ho trovato nei vecchi quaderni della nonna nome cognome e indirizzo delle nostre "iuze", la donna del latte e la lavandaia. Una lavandaia stava verso Longera, un'altra a Caresana, la donna del latte a san Dorligo Dolina.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
Re: Donne che lavoravano
Mi son dimenticata di scrivere che le nostre donne portavano da vendere anche i funghi raccolti nei boschi, che in città non si trovavano.Me vegn en mente che tutti questi "sentieri" e strade percorsi dalle donne avranno sentito tante di quele ciacole...
Le donne che spostandosi arrivavano in zità avranno forse consigliato le loro ricette tipiche o i nomi delle erbe o dei funghi carsolini... ad altre donne.
Le donne che spostandosi arrivavano in zità avranno forse consigliato le loro ricette tipiche o i nomi delle erbe o dei funghi carsolini... ad altre donne.
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Re: Donne che lavoravano
Ho visto questa foto in una mostra itinerante sul lavoro femminile. La didascalia è: "Operaie nella fabbrica di liquori Serravallo. Trieste." Non so altro, mi sembra una bella foto.
L'unico Serravallo che ho trovato è citato nell'Archivio di Stato di Trieste in questo modo:
Istanza di Vittorio Serravallo, proprietario dal 1884 dell’omonima “Farmacia al Redentore” di via Cavana 1 concessa in appalto a Mario Lang, con la quale chiede di riprendere l’esercizio del commercio all’ingrosso di medicinali...
Ciao Mandi
L'unico Serravallo che ho trovato è citato nell'Archivio di Stato di Trieste in questo modo:
Istanza di Vittorio Serravallo, proprietario dal 1884 dell’omonima “Farmacia al Redentore” di via Cavana 1 concessa in appalto a Mario Lang, con la quale chiede di riprendere l’esercizio del commercio all’ingrosso di medicinali...
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Re: Donne che lavoravano
Serravallo era ben noto, la farmacia esiste tuttora ma gestita da decenni da altre persone. Era nota per la sua china liquore corroborante, e per la sua pubblicità. oltre che per la fabbrica.
proprio oggi ad una mostra del pittore Wostry sono esposto un bassorilievo , ma di Giovanni Mayer, ed un manifesto di Wostry per la Serravallo


proprio oggi ad una mostra del pittore Wostry sono esposto un bassorilievo , ma di Giovanni Mayer, ed un manifesto di Wostry per la Serravallo
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Re: Donne che lavoravano
Baba Triestina mi ha preceduto. Serravallo, mi par di ricordare, non faceva liquori, ma un corroborante liquoroso: Ferrochina. Mia madre lo prendeva ed anch'io, da bambino lo bevevo. Come pure il famoso Sciroppo Ruspini. Quella volta si cantava: E io la prego, signor primario, che la me daghi una medicina, che a mi le sponte le me rovina e ferrochina me fa 'ssai ben.babatriestina ha scritto: ven 31 mag 2019, 20:49 Serravallo era ben noto, la farmacia esiste tuttora ma gestita da decenni da altre persone. Era nota per la sua china liquore corroborante, e per la sua pubblicità. oltre che per la fabbrica.
proprio oggi ad una mostra del pittore Wostry sono esposto un bassorilievo , ma di Giovanni Mayer, ed un manifesto di Wostry per la Serravallo .....
Re: Donne che lavoravano
buongiorno a tutti,
in via del Cerreto, a Barcola, c'è ancora un edificio, ora albergo-pensione, che ha mantenuto il nome "antiche dimore dei Serravallo".
a memoria di mia mamma era il laboratorio dove producevano il loro liquore.
in via del Cerreto, a Barcola, c'è ancora un edificio, ora albergo-pensione, che ha mantenuto il nome "antiche dimore dei Serravallo".
a memoria di mia mamma era il laboratorio dove producevano il loro liquore.
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Re: Donne che lavoravano
Io ho il ricordo di un'anziana signorina Serravallo, che associavo alla farmacia e alla china
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Re: Donne che lavoravano
striga de buso non la vedo nel vocabolario.. la usava mia nonna per dire donna dall'aspetto trasandatobabatriestina ha scritto: mer 20 feb 2013, 19:36 la mamma sicuro, per la nonna non so, non credo... io non sono riuscita a d avere i capelli lunghi. In casa mia, i capelli si tagliavano, come aumentava la mia autonomia i iei capelli erano più lunghi di un paio di centimetri, fino toccare le spalle ci son riuscita, poi erano storia continua: no, xe ordinario, te par una zingana, ti xe una striga de buso, quando ti te tai sta cavelada? p
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