Alla ricerca del Cavallo Fossile

dei omini preistorici, i castellieri, fin ala Tergeste romana, inclusa
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rofizal
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Alla ricerca del Cavallo Fossile

Messaggio da rofizal »

Altro argomento che avevo trattato in data 11 agosto 2002 e successive.
E' interessante (e probabilmente pochissimo risaputo) che nella Grotta di Gabrovizza VG 6, situata vicino alla località omonima e anche conosciuta con il nome di "Grotta Ercole", di cui parleremo nella sezione dedicata alla speleologia, durante le prime esplorazioni vennero ritrovati un grosso femore e un dente molare che vennero attribuiti, dal dott. Marchesetti, ad un cavallo fossile.

Tale grotta venne esplorata ufficialmente per la prima volta nel 1890.

Nella vicinissima Grotta dell'Orso VG 7, che era abitata dall'uomo preistorico, vennero pure ritrovati dei resti equini, e precisamente dell'Equus Caballus, oltre a quelli di diverse altre specie di animali.

Un'altra cavità preistorica importante è quella della "Caverna Pocala" VG 91 presso Aurisina, dove sono anche stati ritrovati resti di Equus Caballus e Equus Asinus (hemionis?), oltre a numerosissimi di altri animali, tra cui oltre mille Ursus Spelaeus.

Le notizie sono purtroppo prese solo dal libro "2000 Grotte", non avendo per ora altri testi più recenti a disposizione (ma cercherò di trovarne).

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Nello studio citato in altro topic, ho anche trovato delle informazioni che riguardano, almano in parte, lo stato delle ricerche archeologiche nella nostra zona. Certo, il periodo esaminato è solo quello che comincia con la comparsa dell'uomo, ma è già qualcosa.

Parlando dell'era preistorica più antica, il Paleolitico Inferiore, è significativa questa affermazione:

"L’unica località nota che abbia restituito reperti riferibili al Paleolitico inferiore nella regione Friuli-Venezia Giulia è il Riparo di Visogliano nel Carso triestino (Comune di Duino-Aurisina). I dati a disposizione consentono di tracciare un quadro parziale e frammentario del primo popolamento umano di questi territori. I motivi di questa scarsità di rinvenimenti risiedono forse nella mancanza di ricerche sistematiche nei luoghi e nei depositi che potrebbero conservare tracce della presenza umana."

Su questo non avevo dubbi. Già la scarsità di interesse che avevo riscontrato, come detto altrove, quando portai all'Università quelle ossa preistoriche ritrovate, me ne aveva dato la certezza. Sono probabilmente rare le persone che nella nostra zona si interessano a questi argomenti.

"Il Riparo di Visogliano [situato in una dolina], il cui deposito è ancora in corso di scavo, ha fornito una delle sequenze più ricche di dati paleoecologici e paleoclimatici del Pleistocene medio in Italia (700.000-130.000 anni fa)."

E' il periodo dell'Homo erectus.

Cosa hanno indicato i ritrovamenti in questo sito:

"L’animale più frequentemente cacciato era una sottospecie arcaica di cervo, ma in minor misura si trovano resti di daino, capriolo, rinoceronte di Merck e di cavallo. Questi animali indicano un clima più temperato di quello ricavato dallo studio della microfauna, ma tale contraddizione può essere spiegata dalle abituali migrazioni stagionali dei grandi mammiferi verso ambienti più umidi e riparati di quelli esistenti nelle immediate vicinanze del riparo."

Il posto è scientificamente molto importante, dato che

"Nella breccia ossifera esterna sono stati rinvenuti un premolare e un frammento di mandibola riferibili all’Homo erectus che risultano così tra i più antichi resti scheletrici umani rinvenuti in Italia."

Parlando invece del Paleolitico medio :

"La frequentazione delle grotte del Carso è riferibile all’ultima glaciazione würmiana (90/80.000-35.000 anni fa). La presenza di reperti riferibili al Paleolitico medio è documentata in quattro grotte: Grotta Pocala, Grotta San Leonardo, Caverna degli Orsi e Grotta Cotariova. Nelle prime tre località la scarsità di manufatti è indice di una frequentazione sporadica. La grande abbondanza di resti scheletrici di orso delle caverne attestata nella Grotta Pocala e nella Caverna degli Orsi dimostra infatti che queste cavità erano utilizzate da questo plantigrado soprattutto come tana e luogo di letargo. La presenza di pochi manufatti può essere interpretata quindi come la testimonianza di brevi frequentazioni da parte dei Musteriani durante i periodi di tempo in cui le grotte venivano abbandonate dagli orsi. Non sono attestate sino ad ora prove certe della pratica della caccia all’orso delle caverne nelle cavità del Carso durante il Paleolitico medio."

Non molto, considerando anche il fatto che la Grotta Pocala è sicuramente quella di Aurisina, la Caverna degli Orsi dovrebbe essere la Grotta degli Orsi (ma non ne sono sicuro), mentre le altre non le conosco proprio.

Saltiamo allora al Mesolitico per trovare che

"le località che hanno restituito evidenze del Mesolitico sono diciassette, di cui quindici in grotta e due in ripari; nonostante il buon numero di siti segnalati, le informazioni a disposizione sono ancora piuttosto limitate, poiché in molti casi i livelli con resti del Mesolitico sono stati solo identificati e non scavati, mentre in alcuni casi la mancanza di un criterio rigorosamente scientifico delle indagini archeologiche ha determinato la distruzione dei depositi"

Comunque

"Le grotte più importanti dell’area carsica sono le seguenti: Grotta Caterina (San Pelagio), Grotta degli Zingari (Borgo Grotta Gigante), Grotta Benedetto Lonza (Monrupino), Grotta dei Ciclami (Fernetti), Grotta Benussi (Ternova Piccola), Grotta dell’Edera (San Pelagio), Grotta Azzurra (Samatorza) e Grotta della Tartaruga (Borgo Grotta Gigante). In queste cavità sono documentate entrambe le fasi del Mesolitico, ma a differenza di quanto noto nel Trentino, non si dispone ancora di una successione cronologica e culturale dettagliata di questo periodo della preistoria carsica."

Ma io sto cercando qualcosa sui ritrovamenti relativi al cavallo.... :(

Forse qui:

"Le informazioni relative alla sussistenza dei gruppi mesolitici stanziati nel Carso, ricavate in prevalenza dai resti faunistici della Grotta Azzurra, rivelano che essi praticavano la caccia ai mammiferi: cervo, capriolo, cinghiale, bue, stambecco, castoro, lepre, gatto selvatico, martora, lontra, tasso, orso e lupo."

No.. di cavallo non c'è traccia...

Anche se è molto interessante che

"La risalita del mare deve quindi aver sommerso un gran numero di insediamenti che nella fase antica del Mesolitico si trovavano nella pianura costiera sottostante l’altopiano carsico corrispondente all’attuale Golfo di Trieste"

e ancora

"L’ambiente, in base ai dati faunistici dei grandi mammiferi, doveva presentare una fitta copertura arborea, mentre la presenza dello stambecco attesta che l’area di caccia si estendeva anche in zone a vegetazione erbacea che vanno cercate nelle aree collinari e montagnose dell’altipiano. La mancanza di un’idrografia superficiale e la presenza di intensi fenomeni carsici, pur in presenza di piccoli stagni o laghetti in fondo alle doline, confermano che la pesca in acqua corrente e la caccia al castoro e alla lontra dovevano aver luogo nella zona pianeggiante verso ovest dove il fiume Timavo scorreva all’aperto e dove comunque potevano esistere corsi d’acqua dovuti all’affiorare della falda acquifera."

Tutto molto interessante, ma...

Possibile che solo il 2000 Grotte riporti le notizie sull'Equus Caballus?

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A questo punto uno si domanda:

"Ma chi è questo Marchesetti?[1] Un'illustre sconosciuto?"

[1] (quello che ha guidato gli scavi nei tempi passati e attribuito i reperti al cavallo fossile)

Non direi proprio. Carlo Marchesetti nasce a Trieste nel 1850 e muore nel 1926. Era direttore del Civico Museo di Storia Naturale di Trieste dal 1876 al 1921 e i suoi reperti sono attualmente raccolti allo stesso Museo di Storia Naturale.

A dire il vero non sono molti, almeno quelli esposti:

"Le vetrine illustrano strumenti litici, in osso e oggetti ceramici rinvenuti in ripari e grotte del Carso triestino (in totale 84 oggetti). Il Paleolitico Medio (ca. 80.000-35.000 anni a.C.) è documentato da alcuni strumenti della grotta Pocala di Aurisina, il Mesolitico da manufatti in selce rinvenuti nella grotta Azzurra di Samatorza (ca. 8.000-5.000 anni a.C.), mentre il Neolitico ed Eneolitico (ca. 5.000-2.000 anni a.C.) da reperti in pietra scheggiata e levigata, ceramici, su osso e corno rinvenuti nella grotta dell'Orso di Gabrovizza, nella grotta della Tartaruga di Borgo Grotta Gigante, nella grotta delle Gallerie di San Dorligo della Valle e nella grotta del Mitreo di Duino."

Se pensiamo che i reperti furono migliaia, forse decine di migliaia...

Una parte del materiale rinvenuto però era rimasta di proprietà di un triestino, E. Neumann. Un'altra parte era stata portata dal Weithofer al Museo di Vienna.

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Vediamo se riusciamo a fare un po' di ordine.

Cominciamo con le ere geologiche:

Precambriano o Archeozoico
- comincia circa 4.500 milioni di anni fa
- batteri e alghe

Paleozoico
- comincia circa 570 milioni di anni fa
- si espande la vita nel mare
- un unico continente, il Pangea

Mesozoico
- comincia circa 230 milioni di anni fa
- il clima incomincia a cambiare in caldo-secco ed incominciano a formarsi le piante senza fiori
- la Pangea è ancora unita in un unico blocco ma il braccio di mare della Tetide s'estende e separa l'Eurasia e la Gondwana
- il Mesozoico comprende anche il famoso Giurassico, ed è quindi anche l'epoca dei grandi rettili (sauri)

Cenozoico o Terziario
- comincia circa 65 milioni di anni fa
- all'inizio dell'era i blocchi continentali sono sette: America settentrionale, Eurasia, l'Africa (con l'Arabia), India, America meridionale, Antartide, Australia (queste ultime tre terre sono talvolta riunite da tratti di terraferma ora emersi ora sommersi)
- nascono le catene montuose, tra cui le Alpi
- il clima è abbastanza mite
- si diffondono gli uccelli e i mammiferi, tra questi ultimi alcuni erbivori di dimensioni molto grandi: i Pantodanti (Barylamhda) che avevano l'aspetto di un cavallo tozzo, con una grossa coda e le dita munite di unghie a zoccolo
- il Cenozoico comprende i periodi
------- Paleocene
------- Eocene
------- Oligocene
------- Miocene
. inizia circa 26 milioni di anni fa e dura 19 milioni di anni
------- Pliocene
. inizia circa 7 milioni di anni fa e dura 5 milioni di anni
. verso la fine dell'era Cenozoica vi furono dei cambiamenti climatici che causarono la riduzione delle foreste e l'estensione delle savane
. 3 milioni d'anni fa in Africa compare il primo essere simile all'uomo, l'Australopiteco (era alto meno di un metro, pesava 30 kg, era onnivoro e aveva incisivi e canini molto sviluppati)

Neozoico o Quaternario
- comincia circa 2 milioni di anni fa e dura tutt'ora
- il Neozoico comprende i periodi
------- Pleistocene
. caratterizzato da periodi molto freddi (glaciazioni) e da periodi miti
. gli oceani si ritirarono perché parte dell'idrosfera si trova sotto forma di ghiaccio
. in Africa compare l'Homo Abilis che dura circa 500.000 anni
------- Olocene
. circa 1,5 milioni di anni fa compare l'Homo Erectus, derivato dall'Homo Abilis, che emigra verso Asia e Europa
. circa 150.000 anni fa in Europa e nel vicino Oriente compare l'Homo Sapiens; simile fisicamente all'uomo attuale, era nomade e viveva in gruppi numerosi, disponendo di armi di pietra, osso, legno; viveva in grotte e si copriva con le pelli degli animali uccisi; appartiene a questa specie umana l'uomo di Neanderthal, che si stabilì in Europa durante l'ultima glaciazione
. circa 40.000 anni fa sembra comparire l'Homo Sapiens-Sapiens, scoperto nel 1823 in una caverna del Galles (ossa dipinte); questo uomo riproduceva scene della propria vita (graffiti) mediante incisioni, pitture e sculture


Con questo breve quadro riassuntivo dovremmo essere in grado di capire il discorso anche sull'Equus Caballus e, più estesamente, sulla vita nel Carso in quei lontani periodi.

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Eccoci allora al cavallo (gli equidi) ed ai suoi progenitori.

La sua storia inizia circa 55 milioni di anni fa e rappresenta uno degli argomenti paleontologici meglio documentati da numerosi resti fossili.

Nell'Eocene troviamo quello che sembra il capostipite di questa famiglia, l'Hyracotherium o Eohippus (=cavallo dell'Eocene), che si diffonde in America settentrionale e meno diffusamente nell'Europa occidentale. È di statura piccola, misurando solo 28 cm al garrese, vive nelle foreste, ed è caratterizzato da 4 dita negli arti anteriori e 3 nei posteriori.

Sembra si sia estinto alla fine dell'Eocene inferiore, o perlomeno essi scompaiono dall'Europa nell'Eocene superiore, continuando però ad abitare nell'America settentrionale. Troviamo qui il Mesohippus, più alto di statura (60-70 cm al garrese), con gli arti tridattili, aventi il terzo dito più sviluppato dei due laterali, mentre continua a vivere nelle foreste.

Nel Miocene troviamo il Merychippus, ancora più alto (80 cm al garrese), con il muso divenuto lungo, con gli arti sempre tridattili ma unguligradi, cioè solo l'ultima falange del terzo dito, lo zoccolo, appoggia in terra. Si modifica pure la dentatura, facendo del Merychippus un animale già adatto alla vita in prateria e alla masticazione delle più dure graminacee.
Osserviamo la comparsa di numerose nuove specie, tra le quali l'Hipparion, il Neohipparion, il Pliohippus, l'Astrohippus, il Dinohippus.

Nel Pliocene inferiore compare il genere Equus dell'America settentrionale (Equus simplicidens) e raggiunge l'Eurasia e l'Africa circa 2,5 milioni di anni fa (Equus sivalensis, Equus livenzovensis, Equus stenonis).
L'Equus è comune anche in alcune località pleistoceniche del Sud America. Ad eccezione dell'Australia e dell'Antartide, il genere Equus nel Pleistocene conosce una vasta distribuzione e sopravvive indisturbato fino a circa 10.000 anni fa, quando la caccia praticata dall'uomo preistorico ne provoca l'estinzione.

Sterminato del tutto nel Nuovo Mondo, sopravviverà solo in Europa e verrà poi reintrodotto nel Nord America in epoca postcolombiana.

L'uomo, come abbiamo visto, compare solo in epoca successiva (l'Homo Erectus è dell'Olocene) e se i resti ritrovati sul Carso sono di questa epoca, si dovrebbe pensare alla sua presenza dopo il ritorno della specie dai territori americani.

Peraltro, il ritrovamento inaspettato di resti di Dinosauri al Villaggio del Pescatore, che dimostrano come queste zone fossero già densamente abitate dai sauri nel Mesozoico (circa 150 milioni di anni prima della comparsa dell'Eohippus), potrebbero anche far pensare che sia stata possibile la presenza in loco dei primi antenati degli equini, o perlomeno non sarebbe da escludere a priori.

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Ho trovato questa splendida immagine di uno scheletro completo dell'ursus spelaeus. Poiché la stessa è protetta da copyright, posso solo darvi il link della foto:
http://www.unich.it/museo/scheletro.jpg
Merita darci un'occhiata, perché è veramente impressionante! :o


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