Carlo I d'Austria
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... e approfitando che ogi casca el 86° anniversario della morte, ve mostro (grazie a McFriend) la targa in bronzo esposta a Chiusa (Klausen), foto dalla rivista Dolomiten.
La targa ricorda che anche dall'esilio in Madera el se ga prodigado per far aver aiuti alla città dopo un disastro meteo ( mia libera traduzion, la parola in tedesco xe Unwetterkatastrophe ) nel 1921.
R.I.P.
La targa ricorda che anche dall'esilio in Madera el se ga prodigado per far aver aiuti alla città dopo un disastro meteo ( mia libera traduzion, la parola in tedesco xe Unwetterkatastrophe ) nel 1921.
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Mal no far, paura no gaver.
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Stasera logicamente jero alla funzion organizzada dalla Kaiser Karl Gebetsliga fuer den Voelkerfrieden: la cesa jera piena, con adiritura gente in piedi e come in tutte le Messe che fa riferimento al vecio Impero, parte delle letture jera in sloven e parte in furlan.
Ai partecipanti xe stadi distribuidi dei foglietti con el testo della Serbidiola , alcune note biografiche e un santin.
Una curisità de questa biografia xe che riporta una roba che non go mai leto de nissuna altra parte: tuti savemo che l'Imperator Carlo jera assolutamente contrario al progetto del Kaiser tedesco de far rientrar Lenin in Russia per far cascar lo Zar, ma qua scrivi adiritura che el gaveva mandado un comando del kuk 97 per cercar de salvar la famiglia Romanov dopo la destituzion da parte dei bolscevichi.
El coro San Carlo de Gorizia xe stado assolutamente emozionante.
Ai partecipanti xe stadi distribuidi dei foglietti con el testo della Serbidiola , alcune note biografiche e un santin.
Una curisità de questa biografia xe che riporta una roba che non go mai leto de nissuna altra parte: tuti savemo che l'Imperator Carlo jera assolutamente contrario al progetto del Kaiser tedesco de far rientrar Lenin in Russia per far cascar lo Zar, ma qua scrivi adiritura che el gaveva mandado un comando del kuk 97 per cercar de salvar la famiglia Romanov dopo la destituzion da parte dei bolscevichi.
El coro San Carlo de Gorizia xe stado assolutamente emozionante.
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in ungherese gnente?AdlerTS ha scritto:e come in tutte le Messe che fa riferimento al vecio Impero, parte delle letture jera in sloven e parte in furlan.
le babe fotografava come sempre a tutto spian? o ormai no xe più novità?
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
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Me vien segnalado in MP che : (grazie mille per la segnalazion )
È fissata per domenica 17 agosto l’apertura al pubblico della storica chiesetta di Santa Zita in Vezzena, un icona del passato torna a splendere, testimonianza di intesa tra i popoli, tra passato e presente, tra guerra e pace. "Abbandonata dall'incuria, sconsacrata e ridotta a solo qualche rudere, la chiesa di santa Zita a Vezzena, è stata ricostruita a novant'anni dalla sua inaugurazione avvenuta il 15 agosto 1917 alla presenza dell'imperatore Carlo d'Asburgo. E ciò perché, le bellezze naturali dell'Altopiano delle Vezzene non coprano, per sempre, il dolore di oltre 100 mila morti di assurdi combattimenti fra l'esercito austro-ungarico e quello italiano”. Questi richiami sono tratti dal libro scritto dal giornalista Marco Zeni e impreziosito da numerose foto (molte delle quali inedite) sulla prima guerra mondiale scattate lungo la piana del Basson e dintorni. A rendere possibile la ricostruzione sono stati i generosi alpini, della sezione di Trento, i Kaiserschützen e le penne nere delle sezioni vicentine, nel campo allestito dal nucleo volontari degli alpini della Protezione Civile. Lavori che hanno rispettato in tutto e per tutto il primitivo progetto dell'architetto boemo Albert Erlebach, ora rielaborato dall'ingegnere trentino Pierluigi Coradello. La volontà di ricostruzione è partita nella sede della sezione Ana di Trento, il 7 novembre 1996 e autorizzata dalla Parrocchia (titolare della chiesetta) e dall'Amministrazione Comunale di Luserna con il contributo anche del Comune di Levico Terme, coinvolto catastalmente e donatore del terreno.
Notizia completa qua
È fissata per domenica 17 agosto l’apertura al pubblico della storica chiesetta di Santa Zita in Vezzena, un icona del passato torna a splendere, testimonianza di intesa tra i popoli, tra passato e presente, tra guerra e pace. "Abbandonata dall'incuria, sconsacrata e ridotta a solo qualche rudere, la chiesa di santa Zita a Vezzena, è stata ricostruita a novant'anni dalla sua inaugurazione avvenuta il 15 agosto 1917 alla presenza dell'imperatore Carlo d'Asburgo. E ciò perché, le bellezze naturali dell'Altopiano delle Vezzene non coprano, per sempre, il dolore di oltre 100 mila morti di assurdi combattimenti fra l'esercito austro-ungarico e quello italiano”. Questi richiami sono tratti dal libro scritto dal giornalista Marco Zeni e impreziosito da numerose foto (molte delle quali inedite) sulla prima guerra mondiale scattate lungo la piana del Basson e dintorni. A rendere possibile la ricostruzione sono stati i generosi alpini, della sezione di Trento, i Kaiserschützen e le penne nere delle sezioni vicentine, nel campo allestito dal nucleo volontari degli alpini della Protezione Civile. Lavori che hanno rispettato in tutto e per tutto il primitivo progetto dell'architetto boemo Albert Erlebach, ora rielaborato dall'ingegnere trentino Pierluigi Coradello. La volontà di ricostruzione è partita nella sede della sezione Ana di Trento, il 7 novembre 1996 e autorizzata dalla Parrocchia (titolare della chiesetta) e dall'Amministrazione Comunale di Luserna con il contributo anche del Comune di Levico Terme, coinvolto catastalmente e donatore del terreno.
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Ho letto che dovrebbe essere presente anche Otto d'Asburgo !
Mcfriend, mi aiuti a scoprire a che ora c'e' la cerimonia ?
Mcfriend, mi aiuti a scoprire a che ora c'e' la cerimonia ?
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Ciao Adler, ho contattato il sig. G.H. di Merano, presidente della Gebetsliga, che forse conosci dalle foto. Mi ha detto che la cerimonia è prevista per le 10 ma mi ha detto di dirti che sarebbe meglio essere al Passo già alle 9. Stanno programmando altre manifestazioni per la prima mattina.
My heart's in the Highlands
Adler, io ti ho preceduto, l`ho già fatto un salto! Stamattina presto, c`era ancora la rugiada che mi bagnava i piedi quando sono arrivata lì al Passo Vezzena (TN) e all`improvviso è apparsa ai miei occhi la preziosa chiesetta dedicata a Santa Zita, ricostruita a nuovo, che da se “parlava” degli avvenimenti storici in maniera da produrre nell`animo la massima emozione. Ho rivolto un pensiero di felicitazioni e ringraziamento a tutti coloro che hanno preso l`iniziativa del ricupero di questo monumento storico, abbattuto in così tragica circostanza…..AdlerTS ha scritto:Grazie infinite: sto valutando la possibilità di fare un salto.
La chiesa di Santa Zita era stata costruita a sua volta sui resti di una precedente cappella alpina dedicata nel 1660 a San Giovanni; questa cappella era stata demolita, insieme ad un rifugio/albergo presente nelle vicinanze, all’inizio delle ostilità con l’Italia nel 1915 in seguito ad operazioni di bonifica del territorio in vista degli scontri militari.[/b]
Son poi passata dalla città di Levico ed ho avuto il piacere di salutare tanta gente che porta il cognome di amici emigrati qui….
Finita questa mia visita immaginaria, sono ritornata al mio posto carica di un nuovo bagaglio di conoscenza e piacere.
"Todo lo bueno me ha sido dado"
Elisa ha scritto:l`iniziativa del ricupero di questo monumento storico, abbattuto in così tragica circostanza…..AdlerTS ha scritto:Grazie infinite: sto valutando la possibilità di fare un salto.
Torno sui miei passi ed emendo il particolare dato postato: secondo la storia, la cappella demolita nel 1915 in seguito ad operazione di bonifica del territorio in vista degli scontri militari fu la precedente cappella alpina dedicata nel 1660 a San Giovanni.
Poi sui resti de quella cappella era stata a sua volta costruita nel 1917 la storica chisetta di Santa Zita, attualmente ricostruita a novant`anni dalla sua inaugurazione e in procinto di essere aperta al pubblico.
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Sulla rivista dell'Associazion Mitteleuropa i riporta un'intervista allo storico e germanista trevigian Nerio De Carlo, autor de “Dialettica dell’Armistizio 1918” (edizioni Comitato Imprenditori Veneti Piave 2000), […]AdlerTS ha scritto:tuti savemo che l'Imperator Carlo jera assolutamente contrario al progetto del Kaiser tedesco de far rientrar Lenin in Russia per far cascar lo Zar
Interessante la parte nella quale scrivi:
“Lo Stato Maggiore tedesco – spiega lo studioso trevigiano – aveva escogitato un piano geniale: rimpatriare nei Paesi avversari numerosi sobillatori e rivoluzionari in esilio, che avrebbero agito da scintilla per estese rivolte alle spalle degli eserciti combattenti. Ne sarebbe conseguita la caduta dei fronti sia per mancanza di rifornimenti, sia per le idee rivoluzionarie che avrebbero determinato diserzioni e ammutinamenti.
[…]
“I treni in partenza da Zurigo con il loro carico di agitatori, erano due. Il primo raggiunse la Russia, il secondo invece era diretto in Italia. Le conseguenze possono essere facilmente immaginabili, considerato che c’erano già state violente agitazioni specialmente in Romagna, Marche e Piemonte , con 60 morti e 200 feriti. Ma per raggiungere l’Italia il treno doveva attraversare il territorio controllato dalle truppe austro-ungariche, poiché dalla Francia logicamente non si passava e dalla neutrale Svizzera non poteva dirigersi direttamente in Italia. L’Imperatore Carlo I però impedì il transito, e così la rivoluzione non ebbe luogo. […] Visti gli eventi in Russia e la disfatta di Caporetto, quel treno avrebbe dato il colpo di grazia all’Italia…
C’era Papa Benedetto XV che aveva un grande ascendente sull’Imperatore, e la Santa Sede aveva l’impellente necessità di raggiungere un Concordato con il Regno d’Italia. Era chiaro che una rivoluzione nella penisola avrebbe comportato sia la fine della monarchia, sia la costituzione di una repubblica marxista. In tale prospettiva risultava naturalmente impensabile qualsiasi Concordato. La rivoluzione avrebbe danneggiato la Chiesa, da sempre sostenuta dagli Asburgo. Così si spiega l’orientamento di Carlo I”.
[…].L’Imperatore Carlo I aveva in pratica deciso di disarmare la guerra”. Così per la seconda volta il “nemico” Carlo aiuta di fatto l’Italia…
“L’Imperatore voleva far finire quanto prima la guerra. Ad ogni costo. Egli non aveva voluto, ma solo ereditato quella guerra. Purtroppo non si parla mai dei suoi tentativi di far finire il conflitto.
Mal no far, paura no gaver.