L'attentato di Sarajevo

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L'attentato di Sarajevo

Messaggio da AdlerTS »

Franz Ferdinand aveva preferenze politiche ben precise atte ad una riforma ed una riorganizzazione necessarie a portare l’impero nel 20° secolo. Desiderava una sorta di confederazione tra stati, in cui però il potere dei magiari venisse ridotto rispetto a quello degli austriaci. Gli ungheresi temevano ciò e non di meno i serbi a Belgrado e Sarajevo. Era un uomo con cui lo zio imperatore non andò mai pienamente d’accordo, sia per le idee politiche, sia per il temperamento del suo carattere.

Nel febbraio 1914 il Generale Oskar Potiorek, Governatore delle recenti province della Bosnia Erzegovina invitò l’Ispettore generale dell Forze Armate a presiedere alle parete militari vicino a Sarajevo. Franz Ferdinand, nonostante bui presentimenti, accettò l’invito anche in ragione del fatto che Franz Josef acconsentì che la moglie di Ferdinando, la contessa Sophie Chotek, lo accompagnasse in veste ufficiale: l’occasione era particolare perché il vecchio monarca non aveva mai digerito che il nipote avesse sposato una ex dama di corte che appena dopo il matrimonio morganatico divenne principessa di Hohenberg. Con tale formula rinunciavano ad ogni diritto dei loro figli per la successione al trono. Per quanto donna bella, intelligente e colta sopra la media, per Franz Josef il loro grado era troppo disparato, specie nel caso dell’erede al trono. Comunque dopo anni di scontri, anche l’imperatore cominciò ad accettare la donna, o meglio, la sua origine.

Il triste giorno dell’attentato fu domenica 28 giugno, 1914 – il giorno di S. Vito (o Vidovdan), festa nazionale serba. Gli assassini erano sette ragazzi serbi: Nedjelko Cabrinovic, Vasco Cubrilovic, Trifko Grabež, Danilo Ilic, Mohammed Mehmedbasic, Cvijetko Popovic, and Gavrilo Princip. Erano tutti membri della Mlada Bosna, dai 19 ai 27 anni, tutti malati di tubercolosi. Nel 1914 la loro malattia era comunque una condanna a morte.

Già nell’inverno del 1913/14 Danilo Ilic (23) e Gavrilo Princip (18 ), fanaticamente nazionalisti ed asceti (rifiutavano fumo, alcool o sesso) discutevano la possibilità di uccidere il governatore militare della Bosnia Erzegovina, il Generale Oskar Potiorek. Princip ricevette una lettera da un altro giovane serbo in Francia che gli annunciava la visita di Franz Ferdinand a Parigi e suggerì l’attentato.

Princip, al motto di “Ujedinjenje ili Smrt”, (Unione o Morte),' incontrò un agente della fantomatica Cerna Ruka, il Maggiore Voislav Tankosic, a cui chiese bombe e fucili. Pochi giorni dopo, un altro militante della Cerna Ruka, Milan Ciganovic, consegnò le armi ed insegnò loro ad usarle. Quindi si mossero per Sarajevo.

Dopo otto giorni, Princip, Cabrinovic e Grabež arrivarono a Sarajevo, ma non senza intoppi: Cabrinovic e Ilic sembravano voler cavarsi fuori dal progetto ed Ilic era l’unico sufficientemente fluente in tedesco da capire le pubblicazioni a proposito del percorso dell’erede al trono. Ilic suggerì di evitare o per lo meno posporre l’omicidio. Princip decise che Ilic non sarebbe stato armato. Il mattino dopo vennero decise le posizioni da prendere lungo il percorso. Ilic, Cabrinovic ed i tre ausiliari – avrebbero tenuto la prima postazione presso la Banca di Austri-Ungheria presso il ponte Cumunja. Se avessero fallito, Princip, presso il "ponte Latino" e Grabež a quello successivo, avrebbero avuto al seconda o terza possibilità.

Franz Ferdinand e Sophie lasciarono Chlumetz per Vienna mercoledì 24 giugno, ma presero percorsi separati. Franz Ferdinand non desiderava passare per Budapest, così Sophie passo via treno per l’Ungheria, mentre Franz Ferdinand passò per Trieste e scese la Dalmazia via SMS Viribus Unitis.

28 giugno 1914: Quel giorno cadeva anche l’anniversario di matrimonio di Franz e Sophie. Nel 1900 il loro era stato un matrimonio minore, ma ora era giunto il giorno del riscatto. Presero il treno a Bad Ilidze ed arrivarono a Sarajevo verso le 9 e 20 dove furono ricevuti dal Generale Potiorek. Non appena salirono in una comoda convertibile Gräf & Stift il tempo cambiò, smise di piovere e la capote fu aperta per permettere a tutti di vedere le LL MM. La processione si fermò alle caserma Filipović dove Sophie camminò a fianco, non dietro, a suo marito mentre questi ispezionava la guardia d’onore

Quando risalirono in macchina, vennero salutati da 24 salve di cannone. L’auto di testa portava Fehim Effendi Curcic ed il dottor Gerde, rispettivamente il Sindaco ed il capo della Polizia di Sarajevo, ed il Generale Potiorek. La seconda conteneva Franz Ferdinand e Sophie con Graf von Harrach ed il loro autista Franz Urban. Seguivano alter automobili. Procedevano lentamente lungo la via Čemaluša (recentemente rinominata viale Franz Ferdinand) e lungo la riva Appel, l’ormeggio nord sul fiume Miljacka che scorre nel centro di Sarajevo, al grido di "Zivio! Zivio!" (Viva!, Viva!).Il primo degli attentatori a vedere la carovana fu Cvijetko Popovic. Al suo fianco Danilo Ilic, disarmato, segnalò a Cabrinovic, Mehmedbasic e Cubrilovic che la processione si avvicinava. Mehmedbasic perdette la calma, più tardi sostenne che un poliziotto si trovava troppo vicino e lo avrebbe intralciato e Cubrilovic e Popovic fallirono anch’essi.

Cabrinovic comunque riuscì a lanciare una bomba alle 10 e 15. Franz Ferdinand, Sophie e Graf von Harrach era voltati verso la folla e non se ne accorsero nemmeno. L’autista, Franz Urban, vide l’oggetto in volo ed accelerò. La bomba rimbalzò sulla capote aperta e cadde vicino all’auto che seguiva. Agli occupanti di questa sembrò quasi di aver bucato una gomma, mentre Sophie avvertì qualcosa come se un insetto le avesse punto il collo. Guardandosi indietro, Franz Ferdinand vide il trambusto ed I gendarmi in agitazione ed ordinò di fermarsi. Graf von Harrach corse a vedere a realizzo che era stata una bomba. Molti spettatori era rimasti feriti, anche più gravemente che le persone a bordo dell’auto.. Sophie capì che quella arrivata al suo collo era stata una scheggia. L’attentatore era intanto saltato su un’imbarcazione lungo il fiume Miljacka, inseguito dalla polizia. Le auto ripartirono per completare il percorso con velocità maggiore.

Cabrinovic, mentre scappava, prese anche una pillola di veleno, ma questa non fece alcun effetto e venne arrestato. Gavrilo Princip pensò che la processione cambiasse percorso, però questo non avvenne.

Potiorek e Gerde ritornarono a riferire sui fatti di poc’anzi ed assicurarono che si trattava del gesto di un fanatico isolato: Sua Altezza poteva rilassarsi e riprendere la visita come pianificato. Franz Ferdinand però chiese un’auto che portasse la moglie al hotel. Questa però fece capire con cenno che sarebbe rimasta vicina al marito qualsiasi cosa accada. Potiorek informò le altre vetture che sarebbero passati all’ospedale per visitare i feriti.

La carovana si mise in moto per ritornarre verso l’ Appelkai. L’orologio sulla torre di Sarajevo segnava le 10 e 30.

Nel caffè Moritz Schiller Gavrilo Princip attendeva gli avvenimenti, quando sentì le macchine ripassare.

Potiorek, per evitare il centro cittadino, decise che la colonna dovesse passare lungo la Appelkai verso l’ospedale, ma dimenticò di avvisare l’autista.Sulla via per l’ospedale, Urban girò per Franz-Josef-Straße, il percorso originale. Potiorek sbottò immediatamente che quella era la strada sbagliata e che dovevano tornare indietro. Urban frenò e cominciò l’inversione. Così facendo si trovò a muoversi a velocità ridotta davanti a Gavrilo Princip che probabilmente non credeva alla sua fortuna.Il bersaglio era talmente vicino, che non poté usare la bomba. Fece quindi un passo avanti ed estrasse la pistola. Riuscì a sparare due volte prima di venir disarmato dai gendarmi.

Per quanta tensione ed adrenalina potesse avere in corpo, non poté mancare il bersaglio da poco più di un metro di distanza…

Da prima Potiorek e Harrach non avvertirono alcuna reazione dalla coppia reale. Il primo proiettile colpì però Sophie allo stomaco. Si giro e vide il marito con il sangue alla bocca: si girò e cadde con la testa sulle ginocchia del marito. Potiorek e Harrach pensarono solo ad uno shock, in quanto credevano che essa non fosse stata colpita. Il secondo colpo ferì l’arciduca sulla destra del collo e la giugolare cominciò ben presto a macchiare l’alto collo della sua divisa. Potiorek ordinò quindi di correre al vicino ospedale Konak che aveva un infermeria militare. A quel punto uno sconvolto Franz Ferdinand vide il sangue che macchiava il candido vestito della moglie e balbettò, "Sopherl, Sopherl, stirb nicht! ... Bleib am Leben für unsere Kinder" (piccola sophie, non morire…resta viva per I nostri figli). Harrach continuava a chiedere come stesse Franz Ferdinand ed egli continuava a minimizzare. "E’ niente.", continuava a dire con sempre meno forza e con voce sempre più debole." Arrivarono al Konak. I due corpi privi di coscenza vennero portati dentro. Invano. E’ stato stabilito che Sophie morì praticamente al momento in cui svenne, e poco dopo giunse la morte del marito ...

Gavrilo Princip fu arrestato. Dopo aver centrato l’arciduca e la consorte cercò di puntare l’arma verso di sé, ma fu bloccato. Cercò anche di ingerire la capsula di veleno, però riuscirono a toglierla di mano. Tutti i cospiratori vennero presi nel giro di quattro giorni. Tutti e sette parlarono a lungo durante l’interrogatorio e confermarono che il progetto era da ricondursi a loro soltanto. Nedjelko Cabrinovic, che aveva lanciato la bomba, il 23 Ottobre 1914 disse: "Ci hanno detto che Franz Ferdinand era un nemico degli Slavi e benché nessuno ci abbia mai detto di ucciderlo, fu una decisione a cui arrivammo da soli. Abbiamo però anche dei rimorsi. In primo luogo non sapevamo che fosse padre. Siamo rimasti molto toccati dalle sue ultime parole – Sophie resta viva per I nostri figli – Siamo tutto ciò che volete, eccetto criminali. Chiedo, anche a nome dei miei compagni, il perdono di questi ragazzi. Non siamo criminali, siamo gente onesta, animata da nobili sentimenti, siamo idealisti e volevamo fare del bene. Amiamo la nostra gente e moriremo per i nostri ideali."

Anche a Princip fu chiesto perché avesse sparato anche all’arciduchessa. Rispose che fu un incidente.Si scusò con gli orfani, ma non si scuso mai per l’assassinio di Franz Ferdinand. Tuttavia scusarsi è facile dopo aver commesso un delitto. Sophie era stata colpita dal primo sparo e questo di solito è sempre quello più mirato e ragionato.

Ad ogni modo Princip, Grabež e Cabrinovic erano minorenni è così evitarono la pena capitale.

Nedjelko Cabrinovic fu condannato a 20 anni di lavori forzati alle prigioni Theresienstadt in Boemia. Un giorno all’anno, il 28 giugno, data dell’assassinio, doveva passarlo in cella di isolamento. Morì di tubercolosi il 23 gennaio, 1916.
Vasco Cubrilovic fu condannato a morte. Rilasciato dagli alleati nel 1918, in vecchiaia divenne uno storico.
Trifko Grabež fu condannato a 20 anni di lavori forzati alle prigioni Theresienstadt in Boemia. Un giorno all’anno, il 28 giugno, data dell’assassinio, doveva passarlo in cella di isolamento. Morì di tubercolosi il 21 ottobre, 1916.
Danilo Ilic, il più vecchio, fu giustiziato il 3 febbraio, 1915.
Mohammed Mehmedbasic ritornò a Sarajevo e fu perdonato per il suo ruolo nell’attentato. Divenne giardiniere e falegname.
Cvijetko Popovic fu condannato a 13 anni di prigione. Più tardi divenne preside di una scuola.
Gavrilo Princip fu condannato a 20 anni di lavori forzati alle prigioni Theresienstadt in Boemia. Un giorno all’anno, il 28 giugno, data dell’assassinio, doveva passarlo in cella di isolamento. Morì di tubercolosi il 28 aprile, 1918.
Senz’altro le condizioni di vita in carcere accelerarono il decorso della tubercolosi, benché fosse già malato prima di essere incarcerato.

Le forze militari decisero che ad entrambi doveva essere riconosciuta la massima onorificenza funebre. I corpi dell’Arciduca e della duchessa Sofia dovevano essere rimpatriati a Vienna. I loro corpi rimasero al municipio di Sarajevo per quasi tutto il giorno 29. Venne allestito un treno che portò I corpi verso la costa. Ad ogni stazione venivano salutati da soldati sull’attenti e bandiere a mezz’asta. La mattina del 30 giugno vennero imbarcati sul Viribus Unitis che, scortato da navi da guerra, ma anche yacht civili, pescherecci e navi cargo con bandiere a mezz’asta e segni neri a lutto. La sera del primo luglio la triste armata arrivò a Trieste dove, accompagnati da salve di cannone, dopo un lungo corteo funebre per la città vennero portati al treno speciale che doveva portarli a Vienna.


Dopo 24 ore arrivarono finalmente al Südbahnhof. Qui la responsabilità dei militari cessò ed incominciò la parte più farsesca del loro funerale. Con molta cocciutaggine, Francesco Giuseppe ribadì che Sofia non poteva essere sepolta con gli onori di una imperatrice, tuttavia le due salme non andavano nemmeno separate visto che i due avevano trovato la morte assieme. Fu così che Francesco Ferdinando venne sepolto con un corteo non all’altezza del suo rango, bensì con gli onori relativi dovuti alla moglie morganatica.
Ultima modifica di AdlerTS il ven 16 ott 2009, 21:46, modificato 2 volte in totale.


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Messaggio da AdlerTS »

Le salme a Trieste

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ed el corteo

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Messaggio da AdlerTS »

Un paio de giorni fa el Comun confermava, tramite el Piccolo, che la carrozza funebre giaci, in pessime condizioni de conservazion, al De Henriquez in via Cumano.

Credo sia un delitto che un simile cimelio vadi distrutto. Che se sia Asburgici o no, l'episodio de Sarajevo ga segnado la fine de un epoca.

Me son attivado a scriver a tute le associazioni sul web per stimolar l'interesse in un eventuale manutenzion straordinaria. Alcuni non me ga calcolado, altri me ga risposto che xe tempi dificili per meter soldi nella cultura. Qualchidun me ga dito che porterà la mia al consolato generale D'Austria a Milano. Se qualchidun ga altri "ganci" in proposito, me fazi saver (magari Belvedere a Vienna :wink: )


kalvus
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...

Messaggio da kalvus »

mi ghe mandero' una richiesta via email ai due candidati sindaco... e vedemo chi che me rispondera'...


Seppellitemi vicino all'ippodromo cosi' io possa sentire l'ebbrezza della retta d'arrivo. (Charles "Hank" Bukowski)
ffdt
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Re: ...

Messaggio da ffdt »

kalvus ha scritto:[...] una richiesta via email ai due candidati sindaco.[...]
Bona idea :-)


kalvus
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...

Messaggio da kalvus »

per intanto me ga risposto la segreteria de Rosato...
allego la risposta.

- - -
Gentilissimo sig.xxx,

nella considerazione del suo valore storico, come da lei opportunamente
sottolineato, sarà cura di Ettore Rosato far sì che al carro funebre siano
garantite le giuste condizioni di conservazione.

La ringraziamo moltissimo per il suo contributo e le rivolgiamo i nostri più
cordiali saluti.



Lorenza Pettarin
Segreteria Parlamentare Ettore Rosato
- - - -

e ora vedemo cossa (e se) rispondera' el sindaco ballerino !


Seppellitemi vicino all'ippodromo cosi' io possa sentire l'ebbrezza della retta d'arrivo. (Charles "Hank" Bukowski)
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Messaggio da AdlerTS »

Go scrito alla Österreichische Schwarze Kreuz, quei cioè che mantien el cimitero austriaco a Prosecco. I me ga consigliado de scriver al Franz Ferdinand museum. Mi provo ancora :wink:

Intanto sul sito sotto xe un breve filmato del corteo funebre

http://www.firstworldwar.com/video/foot ... uneral.wmv


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Messaggio da dcobau »

E questa dovessi esser la carozza in question, per che le iera parchegiade in un dei soterranei de Ts.

saluti

Dave
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veronese-jpg.jpg


Tu1

Messaggio da Tu1 »

nella vecia galleria de Viale D'Annunzio.


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Messaggio da babatriestina »

El francobollo commemorativo ( per l'occasion, la povera Sofia Chotek xe messa a livello del marì morganatico)
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Messaggio da cenerentola82 »

AdlerTS ha scritto:
Intanto sul sito sotto xe un breve filmato del corteo funebre
Ma il filmato xe a Vienna o a Trieste?


[img]http://www.bandieredeipopoli.com/images/friuli_vg/animate/b_trieste120an.gif[/img][img]http://www.bandieredeipopoli.com/images/altripopoli/animate/b_austriaimp.120an.gif[/img]
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Messaggio da AdlerTS »

Credo Trieste.


refolo

attentado a Saraievo

Messaggio da refolo »

Peca' che nessun ga' messo, dopo 92 anni dell'attentato! una parola de condoglianze?........povera Austria! dimenticata!

Maria aka Refolo


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Messaggio da AdlerTS »

Una foto poco vista (forse per la scarsa qualità) dell'arrivo della salma.

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Messaggio da AdlerTS »

Un'altra dove se vedi ben la carrozza.

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rofizal
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Messaggio da rofizal »

Ghe iera anche stado (in altro topic) un contributo de Campanile :
....nei giorni seguenti, vennero date le disposizioni per i funerali di stato che si svolsero, il 1° luglio, sul seguente percorso: piazza Grande, piazza della Borsa, corso, via Sant'Antonio, via e piazza della Caserma, via Ghega, Südbahnhof, fra una spalliera di guardie di sicurezza, soldati di fanteria, marinai, finanzieri, gendarmi e pompieri.

Le bare, sbarcate dalla corazzata Viribus Unitis, furono caricate su due carrozze funebri (nuove e mai usate, dicono i cronisti) della ditta Zimolo.
(da "La Bora", 1977)

http://www.schloss-artstetten.at/englisch/schloss.htm
un link del castel de Artstetten dove i xe seppellidi.
Kasteliz agiungeva:
Massimiliano xe morto nel 1867.
Revoltella xe morto nel 1869.

Zimolo Giovanni ga otignù dala "Eccelsa I.R.Luogotenenza" la Concessione n.10131 per l'esercizio delle attività della "Impresa Zimolo per Solennità Funebri" el 4 maggio 1876.


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Messaggio da rofizal »

Eco i mesagi sul funeral de Ferdinando dal vecio forum de Trieste Mia, datadi 5 giugno 2003.

---------------
Questa xe una cartolina che xe stada spedida, da mio nonno, da Trieste el 2 giugno del... no rivo a capir se xe el 1904, 1911 o 1914 ???

No so dove la foto xe stada presa né a cosa se riferisi, ma che la devi eser stada fata a Trieste credo sia sicuro, perché i lampioni ga l'alabarda in cima.

El comento scrito de drio ala cartolina dixi:
"Una recentissima!"
La spiegazion riva dopo...
Allegati
cartolina2giugno.jpg


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Messaggio da rofizal »

Eco che riva le spiegazioni...

Nino :
Mi credo che sia piazza Grande, con a sinistra el cafè dei speci e presa dal municipio.
Macondo :
Xe el corteo funebre del Arciduca Francesco Ferdinando e la moglie Sofia del 2 luglio 1914, quando el SMS Viribus Unitis iera rivado al molo San Carlo coi i resti.
Xe una foto assai interesante che no gavevo visto prima, ciapada come dixi Nino dal Municipio. Gavevo visto foto del corteo in Piaza de La Borsa e del Corso, ma mai de Piaza Grande.
Kasteliz :
Macondo ga sempre ragion.
Xe piaza Granda.
Xe interesante el cine operator in baso (chisà dove che xe finido el filmato) e i due ferai in canton a destra i xe quei che tigniva Tinza e Marianza, le fidanzate de Mikeze e Jakeze, deportade durante el fasismo.
Macondo agiungi questo :
Jan Morris ga scrito una belisima pagina nel libro che gavevo menzionado. La disi:

On 2 July 1914, the 22.000-ton battleship SMS Viribus Unitis arrived at the Molo San Carlo in Trieste, bringing the corpses of the Archduke Franz Ferdinand, nephew and heir to the Emperor, and his wife Sophie. They had both been assassinated at Sarajevo, in the Austrian territory of Bosnia- Herzegovina, five days before. Their coffins were carried in funeral procession through the streets of Trieste, before being sent by train to Vienna. This was an imperial frisson of an altogether new kind, and I can sense the shock of the occasion from an old photograph I have before me now. Sailors line the street, imperial infantrymen escort the cortege, led by mounted officers with cockaded hats. Every window and balcony, attic to ground floor, is crowded with people. Black flags or carpets hang from walls and flagstaffs. A mass of citizenry fills the pavements, the women in dark clothes, the men removing from their heads the boaters that every selfrespecting male wore in summer Trieste. The photograph was taken by the local photographers Giuseppe and Carlo Wulz, whose very names give it a true Trieste evocation. At the moment they clicked their shutter the procession has momentarily halted in the Corso, the main street of the city, now the Corso d'Italia. There is no apparent reason. Everybody in the crowd, from every window, is looking towards the coffins. The soldiers are rigid. The officers have turned in their saddles to see what is happening. Beside the bier a solitary courtier stands motionless, his top hat in his hand. Soldiers, sailors, citizens, officials, all wait still, silent and expectant. Did some of them guess that the saddest of angel messengers was passing by, foretelling the world's tragedy, the empire's humiliation and their own proud city's long decline?
con la foto qua soto.
Allegati
funeral.jpg


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Messaggio da rofizal »

Anche mi, a sto punto, rivavo a trovar ancora qualcosa :
I funerali furono organizzati dalla ben conosciuta ditta Zimolo, e guardate cosa scrive sul suo sito:

"Il più famoso funerale della Zimolo, però, rimane quello dell’Arciduca d’Austria Francesco Ferdinando d’Asburgo e la moglio Sophia, contessa di Chotec, assassinati a Sarjevo il 28 giugno del 1914.
Le salme giunsero a Trieste il primo giugno, sulla nave Viribus Unitis, e caricate in porto sui carri a cavallo dell’impresa attraversarono tutta la Città, in un’ala di folla composta e silenziosa."

Quindi anche qui si fa la data addirittura del 1° giugno, pur scrivendo nello stesso paragrafo che erano stati assassinati il 28 (vedi fonte (4)). Probabilmente si tratta del 1° luglio, ma l'errore si ripete. Vi è anche una foto presa, credo, in Corso (simile ma non uguale a quella proposta da Macondo).

---


Francesco Ferdinando, nipote dell'imperatore Francesco Giuseppe ed erede al trono della Monarchia austroungarica, venne ucciso a Sarajevo, con la moglie Sofia Chotek, duchessa von Hohenberg, la mattina della domenica 28 giugno 1914 per mano dello studente serbo Gavril Prinzip, con una pistola. Ferdinando si era recato, controvoglia, in Bosnia, territorio da poco annesso all'Impero, per assistere alle manovre. Erano in particolare i serbi bosniaci che non si erano ancora rassegnati all'annessione compiuta sei anni prima (1908). Nella mattiata vi era già stato un altro attentato: Cabrinovic aveva lanciato una bomba sbagliando il bersaglio e distruggendo un auto del seguito. L'attentatore probabilmante sarebbe stato linciato dalla folla, ma si uccise con il cianuro. Dopo questo attentato Ferdinando tenne un discorso al Municipio e venne disposto di cambiare l'itinerario di percorrenza delle vetture. Ma l'autista di Ferdinando venne avvisato in ritardo. Così imboccò il vecchio itinerario, poi, ricevuto l'avviso, fermò l'auto per cambiare direzione, ma proprio davanti all'attentatore. L'indagine rivelò che alcuni dei cospiratori facevano parte dell’esercito serbo. l’attentato però compattò tutte le etnie dell’Impero Asburgico comprese quelle di origine slava.

Il 23 (o 25) luglio 1914 avviene l'ultimatum austriaco alla Serbia e il 28 luglio la Dichiarazione di guerra dell'Austria-Ungheria al Regno di Serbia, a cui seguiva, il 6 agosto 1914 la dichiarazione di guerra alla Russia.

Ecco i punti dell'ultimatum:

1) Condanna ufficiale della propaganda anti-austriaca nel territorio serbo.
2) Riconoscimento da parte della Serbia del coinvolgimento di ufficiali del proprio esercito nell’attentato a Francesco Ferdinando.
3) Il governo serbo doveva provvedere con la massima celerità all’istituzione di una commissione d’inchiesta per la punizione di quei militari che fossero stati riconosciuti colpevoli di propaganda anti-austriaca. Alla commissione avrebbero partecipato anche dei funzionari austriaci di nomina imperiale.
4) Le autorità e l’esercito austriaco avrebbero partecipato alla repressione dell’attività irredentista.
5) Gli attentatori che si erano rifugiati in Serbia (Tankosic e Ciganovic) dovevano essere immediatamente arrestati e il processo si doveva svolgere in collaborazione con l’autorità giudiziaria austriaca.
6) I funzionari amministrativi che si erano dimostrati pubblicamente a favore dell’irredentismo, dovevano essere deposti dai loro incarichi con effetto immediato.
7) Tutte le condizioni della Nota dovevano essere rese pubbliche con una comunicazione ufficiale del governo serbo.


Tra i vari racconti e leggende relative all'attentato, c'è quello della decappottabile a sei posti, di color rosso vivo, che trasportava quel giorno Ferdinando. La leggenda disse che fu un auto jellata poiché, dopo la prima guerra mondiale, essa fu venduta ad un ufficiale.
Il militare ebbe un numero impressionante di incidenti che lo turbarono a tal punto fino a convincerlo a liberarsi, a qualsiasi costo, dell'auto e la regalò ad un suo vecchio amico. Lo sfortunato, dopo soli sei mesi, morì in un tremendo incidente. Rimessa a nuovo e rivenduta la decappottabile fu riverniciata di blu dal nuovo proprietario che non riuscì, ugualmente, a sfuggire alla terribile influenza dell'auto maledetta e, in un pauroso scontro, perse la vita assieme ad altre persone, con lui nell'auto assassina. Aggiustata, ancora una volta, la decappottabile a sei posti, non trovò nessun acquirente, visto l'alone di morte che la circondava. Fu acquistata da un museo viennese ma non vi restò a lungo senza seminare altre rovine. In piena seconda guerra mondiale, un aereo bombardò e disintegrò museo e auto. (2)



A proposito della prima guerra mondiale e dell'Italia, cito, per chi non lo ricordasse, la posizione dell'Italia (3):

"I due contrapposti sistemi di alleanze (Triplice Alleanza tra Austria, Germania e Italia e l’Intesa tra Francia e Inghilterra, a cui si affiancherà la Russia in difesa della Serbia, suo stato satellite) portarono alla guerra generale.

Subito dopo la dichiarazione di guerra l'Italia fu divisa fra interventisti e neutralisti ritenendo non operante la Triplice Alleanza, poiché la guerra aveva carattere offensivo e non difensivo come stabilivano i patti.

A FAVORE della guerra erano i nazionalisti che rivendicavano terre italiane (Trento e Trieste) o parzialmente italiane (Istria e Dalmazia), gli irredentisti che rivendicavano solo Trento e Trieste in nome degli ideali risorgimentali, i socialisti riformisti ed i radicali.

CONTRO la guerra furono la maggioranza degli italiani, operai e contadini, rappresentanti del partito socialista e cattolici, i liberali ed i giolittiani.

Però, nell’aprile del 1915, dopo un’accesa contestazione interna tra interventisti e contrari all’intervento, il ministro degli esteri italiano Sonnino, stipulò, all’insaputa del Parlamento, il Patto di Londra, che impegnava l’Italia ad entrare in guerra a fianco dell’Intesa nel giro di un mese e le garantiva, in caso di vittoria, il Trentino e il Tirolo meridionale, Trieste, l’Istria, la Dalmazia, esclusa la città di Fiume, e la base di Valona in Albania. Il conflitto cominciò, per l’Italia, il 24 maggio del 1915, quando l’esercito varcò il fiume Piave, aprendo un nuovo fronte."


Bibliografia:
(1) http://www.geocities.com/wcdproject/htm ... nco_2.html
(2) http://www.itamix.it/magic/malocchio.htm
(3) http://spazioinwind.libero.it/mice_etto ... ndiale.htm
(4) http://www.linformatorefeniof.net/10/eventi.htm
No go ricontrolado i link elencadi qua sora.

Mentre l'ultimo mesagio del topic iera de Max:
Recentemente go visità el Museo della Guerra a Vienna... e là go visto la macchina usada da Francesco Ferdinando per la visita de Sarajevo, con tanto de busi dei proietili de Princip..... ???

Comunque, la curiosità xe anche come che se ga svolto l'atentato... quel giorno ghe se stà tre tentativi de ataco ala machina dell'Arciduca, tuti andai mal... a quel punto, sia le autorità che, paradossalmente, l'atentator i gà rinuncià... Princip xe 'nda cussì in osteria (!)... e cossa se ferma proprio davanti l'entrata, apena andada via dalla strada del corteo? La machina dell'Arciduca, con scorta e el resto..a quel punto el mato ga sparà, no ghe gaverà parso vero....
:'-( che tristezza....


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rofizal
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Messaggio da rofizal »

No iera l'ultimo mesagio.... nela pagina dopo ghe iera ancora qualcosa.

Una precisazion de Max :
..no go scrito dove go savù de 'sta storia... a casa de un amico, un due ani fa, sul canal "History Channel" (su satelite) i ga fato tuto un giorno de documentari su la prima guera mondiale... uno de questi iera su l'atentato, ricostruì un poco come fazeva Minoli sula RAI, con foto, film, testimonianze ecetera...
e una foto inviada da Macondo e trovada, credo (el link xe ormai "broken"), su Ebay :
Però vardè che meraviglia:
Allegati
funer.jpg


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