La città e le mura de Trieste

dela Tergeste medieval fin ala proclamazion del portofranco nel Settecento
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babatriestina
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La città e le mura de Trieste

Messaggio da babatriestina »

Gavemo za parlado un poco dei muri de Trieste in questo topic, con la piantina del aTrieste trecentesca, la descrizion dele mura de Jacopo Cavalli...
Partendo dal punto dov'è presentemente il baluardo della città ( Castel?) , le mura scendevano diritte nell'androna del Macello Vecchio ( che no esisti più, credo), in Riborgo, imboccavano la contrada delle Beccherie, ne seguivano la curva, e pochi passi prima di arrivare in Malcantone, prendevano in linea obliqua la direzione di via del Teatro, e riuscivano all'estremità della Piazza Grande. Di qui costeggiavano il porto o mandracchio , ch'era nel sito del Giardino ( i lumini blu di Piazza grande); indi percorrevano le vie della Pescheria e dei Fornelli sino a toccare quella del Fortino. Qui piegavano ad angolo retto, entravano nella via delle Mura, e attraversata la piazza del Barbacane, infilavano l'androna degli Orti, giravano a sinistra del duomo (San Giusto??) , dopo del quale, incurvate alcun poco, andavano a ricongiungersi sulla sommità del colle nel punto di dove prendemmo le mosse. Da Barbacane si staccava un'altra cinta, che andava su per la via San Michele e si riuniva alle mura principali sotto il coro della cattedrale ( dovessi esser ancora visibili). Questa era la contrada di san Lorenzo Nota: i forestieri che intendevano domiciliarsi in Trieste dovevano fabbricare in questa contrada; il comune dava loro il fondo gratuitamente e li esentava per cinque aani da ogni gravezza vedi Statuti di Trieste libr 1 rubrica 95.

Nelle mura si aprivano cinque porte principali, cui sovrastavano alti e larghi torrioni da contenere parecchi armati, ed erano munite da fosse esterne, da barbacani, da ponti levatoi e da altre opere di difesa, come portava il costume di quel tempo. le porte principali erano queste: Donota, Riborgo, del Porto, Cavana e San Michele. Le due prime sono ricordate ancora da lapidi poste agli sbocchi delle vie che ne conservano i nomi ( esisti ancora?). Porta del Porto dava sul mandracchio; porta Cavana era fra le vie del Fortino e delle Mura; san Michele sulla piazzetta del Barbacane. C'erano quattro porte secondarie: delle Saline, Portizza, san Lorenzo e Pusterla. Questa i documenti dicono ch'era nella contrada del Castello -nota Vicedomini Vol OOO 132 manoscritto Archivio Diplomatico- ma il sito non lo precisano.. Porta san Lorenzo era sulla via della Cattedrale, su quel ripiano che sovrasta il giardino di casa Prandi . Portizza non occorre indicare; dura ancora,. Porta delle Saline stava fra quella e porta a Riborgo.
Afforzavano le mura alcune torri che s'innalzavano fra porta e porta, e se ne vedeva alcuna qua e là per la città, accanto alle case dei nobili; altre, come sentinelle avanzate, stavano fuori dalla cinta
Nomi delle torri, tratti da ms dell'Archivio: Sant'Apollinare, san Sergio, Pozzacchera, Sam Giacomo, Rampana, Baseggio, delel Beccheire, Fradaia o Fradella, de pescatori, Zenovese, Tiepolo, della Bianca, Galsegna, Cinisa, Cucherna,Caboro, Cella o delle Monache, Calcara o Chaiucara, San Servolo, Nontemer, Giolanda, dei Corvi, San Pietro, Carbonara, Cavriolo, santi Martiri, Valesio

Il palazzo del comune era sulla Piazza Grande, a pochi passi dal porto, e avea la facciata volta al palazzo municipale odierno- nota .. due statue di bronzo mobili, dette dal volgo i Mori di piazza, battevano le ore il primo orologio pubblico è del 1356- , allora casa del comune di forma modesta. Fra questi due edifizi stava, come adesso sta adesso , la piazza in forma quadrangolare; ma senza la fontana e la colonna che si vedono al presente....
il palazzo del podestà sorgeva tra lo sbocco della via Malcantone e la demolita chiesa di San Pietro, e chiudeva quella via che oggi da Piazza Grande mette nel Corso....
al Orto lapidario ghe xe dei panei esplicativi che me ga parso molto ciari e che go avudo la pazienza de ricopiar, penso che vali la pena de postarli.
Quindi no xe che scrivo mi, ma el Museo de Storia e Arte de Trieste:
i xe ilustradi de un per de imagini: per cominciar, xe sempre le imagini dela Trieste trecentesca, e xe spiegado come che le vien fora:
de due afreschi e un quadro che xe a san Giusto, se vedi el santo con in man la città:nel Ottocento nel libro de Caprin Il trecento a Trieste, cola colaborazion de De Franceschi per i disegni, i ga tirado zo, prima in prospettiva la pianta de Trieste, e po la pianta che xe postada nel thread de sora. Qua go una copia de uno dei disegni, el più famoso, ciolto del solito Tamaro, Storia de Trieste:
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De questo disegno xe tratta la piantina che vien spesso postada, coi quartieri, etc...

sempre ispirado a questo, e credo sempre De Franceschi, ga fato una ricostruzion de come che podeva esser el palazzo comunal trecentesco de Trieste, sempre disegno tratto dal Tamaro:
Immagine

e ecco el testo del pannello relativo al tre- Quattrocento:
la città e la storia, prima tappa
le mura della città e la sua storia

La tergeste romana con le sue mura fu distrutta dalle incursioni longobarde nel 568, o più probabilmente nel 585 d.C. la città non dovette
però rimanere a lungo sprovvista di mura. Nel 948, nel documento di donazine della città al vescovo da parte del re Lotario II, Tergeste viene descritta come una città circondata da mura con torri, porte e posterule.
di queste mura non conosciamo nè la forma nè l'estensione, che doveva ipoteticamente ricalcar quella romana.

Con l'emancipazione dal potere temporale dei vescovi (1253) e il
consolidarsi dell'autonomia comunale, si venne a definire un tessuto urbano compatto e addensato in isolati irregolari e strade strette e mistilinee, all'interno di una cerchia di mura il cui perimetro ritagliava un'area urbana dall'andamento triangolare isoscele, con il vetice sul colle di san Giusto e la base sul mare e il porto.

Sul colle vi era probabilmente una rocca , in corrispondenza dell'attuale Castello= e fin dal VI secolo una basilica e la sede del vescovo. Un'area non edificata divideva questa zona, destinata dal potere politico-militare e religioso, dalla città vera e propria che si sviluppava nella parte bassa ed era suddivisa in quartieri. La vita comunale si svolgeva in prossimità del porto dove furono eretti i palazzo dell'amministrazione civica e giuridica, mentre in apposita piazza si svolgeva il mercato.

le mura erano in corsi più o meno regolari di pietra grezza e alti nove
passi veneti ( circa 15,5 metri), larcghe sette piedi alla base (circa due
metri e mezzo) e cinque al sommo ( 1,75 metri); erano coronate da merlatura guelfa per proteggere i balestrieri e le ronde; il lato interno era scandito da archi ogivali che reggevano ballatoi e camminamenti.
Zonto do immagini de ste mura, dal interno del Orto Lapidario:
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Nel Trecento le mura dovevano essere dotate di almeno 12 torri ( i documenti antichi ricordano una ventina di nomi, ma spesso una stessa torre ebbe più nomi) e 5 porte principali: Donota, riborgo, cavana, san Michele e San Lorenzo. Ognuna aveva due chiavi, affidate a due cittadini, eletti espressamente per tale compito.

gruppi di soldati dovevano tenerle pulite, prive di immondizie e valide,
restaurandone eventuali manchevolezze, per un tratto rigidamente stabilito dagli statuti civici, pena forti multe.

IL trecento e la prima metà del Quattrocento: la dedizione all'Austria

dalla metà del XIII secolo la città di Trieste fu favorita dallo sviluppo delle attività commerciali, benchè sempre ristrette ai prodotti locali quali il sale, il vino e l'olio. Politicamente indipendente, doveva mantenere un rapporto di ossequioso rispetto verso la più potente repubblica Veneta, alla quale tributava omaggi, spesso però mal sopportati.

in ripetute occasioni si ribellò, ma con catastrofiche conseguenze venne ogni volta costretta con le armi a riporgere onori ufficiali al vessillo di san Marco e a pagare pesanti tributi.

per ben due volte Venezia ( nel 1285 e nel 1291) le impose la demolizione di parte delle mura sul lato mare, e gli Statuti del 1320 e 1330 ancora ne sollecitavano la ricostruzione.

Il periodo di tolleranza- sopportazione venne bruscamente interrotto dall'assedio e saccheggio nel 1368-69, con cui Venezia prese possesso della città, iniziandovi un'opera di potenziamento delle difese.

Sul colle, nel 1371, i veneziani eressero un castello e un secondo venne progettato e realizato, forse el 1377 il cosiddetto Castello marina.

ambedue, indesiderati simboli di oppressione, vennero demoliti già nel 1381, quando la serenissima perdette l controllo della città in seguito all'assedio e al crudele saccheggio operato dai genovesi, alleati del Patriarca di Aquileia.

Trieste, stretta tra gli interessi della Repubblica veneta, del Patriarcato d'Aquileia e della Casa d'Austria, nel 1382 sceglierà la spontanea dedizione a quest'ultima potenza, che ne ripristinerà gli statuti e reintegrerà la vita comunale, ma sostituirà il podestà con un Capitano di
nomia del Duca d'Austria. Questa svolta garantirà alla città, nella prima metà del Quattrocento, una vita moderatamente tranquilla e quella protezione in grado di assicurarle lo sviluppo dei commerci.

Nel 1419 il duca Ernesto ordinò che venissero rifatte le muraglie ove richiedeva il bisogno e che fossero fortificate le porte: ingiunzione che testimonia quanto le mura dovessero essere mal ridotte dopo i ripetuti attacchi, subiti soprattutto dalla parte del mare.


La seconda metà del quattrocento

Dopo la prosperità della prima metà del Quattrocento, improvvisa giunge la rovina. la seconda metà del secolo è caratterizzata infatti da eventi funesti che fecero registrare una profonda depressione economica dovuta al blocco di tutti i commerci don Trieste, imposto da venezia.
Lo sviluppo e l'accresciuta potenza mercantile di Trieste avevano provocato nel 1463 una nuova guerra con venezia, alla quale erano seguite disastrose confizioni di resa. decadenza della vita civile e crisi demografica seguirono inoltre alla riconquista austriaca, che nel 1469 videun crudelissimo saccheggio compiuto dalle forze imperiali. la città, ormai allo stremo sopportò contemporaneamente anche il ripetersi di flagelli di carestie, pestilenze e calamità naturali.
le mura venenro riedificate per ordine dell'imperatore Federico III che, riconquistata dopo cruenta lotta la città, nella sua visita del 1470, oltre a disporre i lavori sulla cerchia muraria, fece innalzare sul colle di san Giusto un'alta torre con annesso edificio rettangolare, con funzione di residenza del capitano cesareo. Questa costruzione esiste tuttora e costituisce l a parte dominante a due piani, dove è ospitato il Civico Museo
del Castello.
A testimonianza di tale opera l'Imperatore fece incidere unain cui venne ripreso il testo che ricordava la costruzione delle mura romane volute da Ottaviano nel 33-32 a.C. A queste prime tre righe furono aggiunte altre due, in caratteri minori, che perpetuavano la memoria della ricostruzione voluta da Federico III, quale Imperatore del sacro Romano Impero, Duca d'Austra e Signore di Trieste.

IMP.CAESAR.COS.DESIGN
TERT.iii.VIR-R-P-C.ITERUM.
MURUM.TURRESQUE.FECIT

FRI.TER.RO.IMP.DUX.AUST.ZC.DOM-QM TERGESTI iiii.VICE.NVRV xxxxxx FICARI IUSSIT


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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

Se volè, zerco de tradur anche passo per passo l'iscrizion latina dela lapide, e se ve interessa, posto el testo dei panei successivi.


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Messaggio da Kyeldor »

"Volemo"... :-D


Some day you will find me,
Caught beneath the landslide
In a champagne supernova in the sky
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Messaggio da babatriestina »

Ben, eco qua la continuazion:
qua xe la traduzion, per quel che rivo, dela lapide:

Imperatore Cesare console designato ( che saria i titoli de Augusto) terzo (?) triumviro (?) per la ricostruzion dela Repubblica (xe el titolo de triumviro, in realtà la Repubblica romana el la ga affossada!) de novo el muro e le torri el ga fatto

Federico terzo imperator e duce dei Romani austriaco ?????? a Trieste ????? muro XXXXX costruir ga comandado


continua el testo, pannello 2:

Il Cinquecento


Il secolo XVI vide per Trieste il protrarsi della paralisi dei commerci a ausa del blocco marittimo imposto da venezia, la quale più volte ordinò anche la distruzione delle saline e la devastazione della campagna.

Nel 1508-1509 Venezia assediò e conquistò Trieste. durante questa breve permanenza diede inizio alla costruzione di un nuovo castello che doveva avere forma triangolare, con tre bastioni rotondi agli angolo, e inglobare la torre federiciana. venne eretto però solo un primo bastione rotondo rivolto al mare, successivamente occultato da quello tuttora visibile, sempre di forma circolare.

Sulla città,falcidiata dal morbo endemico della peste e dalle carestie, si abbatterono anche un'invasione di cavallette, alcune devastanti tempeste e nel 1511 un violento terremoto,seguito da un maremoto.

A Trieste non rimase che supplicare l'aiuto dell'Imperatore Massimiliano I, sottolineando come la città versasse in completa rovina con la cerhia dlle mura crollata, così come molte case e il palazzo civico. essa dava un quadro di vera desolazione e rapprersentava un punto di ignominia per l'onore imperiale.

Massimiliano rispose con la disposizione di provvedere alla ricostruzione delle opere essenziali di difesa. nel 1517 venne riedificata la torre del Porto o dell'Orologio ( come è ricordato nella lastra esposta nel lapidario medioevale e moderno) e nel 1520 furono restaurate le mura e potenziato il Castello con la costruzione di potenti cortine murarie e del bastione Lalio ( 1553-57) opera dell'architetto milanese Francesco de Pozzo, ma che prende il nome dal soprintendente militare dell'Austria, domenico Lalio, il quale aveva introdotto nelle terre asburgiche la forma dei baluardi all'italiana con la costruzione del Castello di Graz. La somiglianza fra la fortificazione di Graz e quella di Trieste è tale da far supporre un accordo tra i due architetti, o una revisione del progetto da parte del Lalio stesso.

La fine del secolo fu ancora tormentata dalla guerra commerciale con la Serenissima, dall'assedio del 1599, dai ripetuti blocchi navali del 1600, a609-10 e dal coinvolgimento nella guerra del Friuli tra la Casa d'Austria e la repubblica di san Marco ( 1615-1618)

Testo della lapide:
Maximilianus Caesar turrim/ Venetis prius machinis concussam/ terremoto deinde horribili pene/ destructum civictati benemeriti restau/rari iussit anno salutis MDXVII

Massimiliano Cesare ordinò di far restaurare la torre prima rovinada dele machine de assedio venete e po distrutta del orendo teremoto anno 1517

Tra seicento e Settecento: progetti per il potenziamento del confine orientale dell'Impero Asburgico

Dal 1616 la Casa d'Austria fece riprendere i lavori per il completamento del Castello di trieste, portando a termine l'erezione del terzo bastione ad opera dell'architetto Piero de Pomis da Lodi (1639). subito però venne messa in evidenza dai tecnici la vulnerabilità del Casetello e sottolineati i suoi difetti, così come la sua inadeguatezza alle nuove strategie militari seguite alla scoperta della polvere da sparo e alla comparsa dell'artiglieria. Inoltre, sempre più preoccupante si andava facendo la pressione sul confine orientale,

minacciato dalle incursioni turche, per cui a Vienna si decise di potenziare questa linea di difesa nella quale Trieste figurava da caposaldo estremo sull'Adriatico

Sono di questo periodo alcuni progetti per l'ampliamento delle cortine murarie del castello, che doveva divenire una vera e propria cittadella, con la creazione di bastioni che avrebbero inglobato tutta la vetta del colle, compresa l'area della Cattedrale. quest'ultima doveva venir abbattuta perchè era troppo ingombrante e il suo campanile costituiva una minaccia: se conquistato, da lassù poteva facilmente esser tenuto sotto tiro il Castello stesso

Un progetto comprendeva addirittura, nell'estensione delle nuove mura, anche il colle di san Vito ( Pietro di Strassoldo, 1594) Altri progetti furono delineati da Giovanni Pieroni nel 1639 e da Martin Stier nel 1660: si credeva che non fossero stati attuati, finchè nel marzo del 1954, uno scavo archeologico nel Giardino del Capitano mise in luce le mura di un bastione, che corrisponde a quello segnato in tali progetti per il potenziamento dell'angolo Sud Est del colle, appare d'altronde evidente che la costruzione non venne poi mai portata a termine.

Alla metà del seicento le fonti ci forniscono un quadro molto positivo, descrivendo una città ricca ein pieno sviluppo. trieste aveva infatti assunto il ruolo di scalo dei trafficic on la Germania e i prodotto di Stiria, Austria e Carinzia venivano caricati sulle navi per essere venduti nella Marca di Romagna e nell'Istria.


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Messaggio da babatriestina »

Ultimo capitolo: le mura nel settecento e la loro fine
( andrebbe nella sezion storica successiva ma la lascio qua per continuità)
Il settecento: la demolizione delle mura

Con il XVIII secolo la vita di Trieste subì una svolta radicale: nel 1719 venne dichiarata Porto franco dall'imperatore Carlo Vi e sua figlia Maria Teresa (salita al trono nel 1749) trasformò il piccolo borgo medievale in un emporio vivace e in piena espansione. L'imperatrice, per permettere il libero sviluppo urbanistico della città, diede l'ordine di abbattere le mura con decreto del 1749. Solo alcune torri sopravvissero: la torre di Riborgo fino al 1784, quella dell'orologio fino al 1838, quella di san Servolo fino al 1842, mentre sono ancora in piedi la tor Cucherna, parzialmente quella di Donota e il quadrilatero federiciano del Giardino del capitano.
Nel settecento, come già nel medioevo, tratti delle mura erano stati affittati a privati, che ne avevano ricavato el loro botteghe, e vennero usati quali strutture portanti delle case moderne ( così in via delle Mura e, in via della Pescheria, la Torre Tiepolo).
Le fondamenta della porta di Cavana sono affiorate nei recenti scavi della via omonima.


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Messaggio da babatriestina »

La torre di Donota.. ve gavevi accorto dove che la iera?
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e per la torre Tiepolo, quei dela mostra e dei itinerari medievali pensa che la podessi esser stada inglobada in questa casa
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via della pescheria, perchè se vedi che la sporgi dela linea delle case. Le mura passava appunto al esterno de questa fila de case.


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Messaggio da AdlerTS »

Scrivi el Kandler:

La città materiale era compatta, cinta di mura e torri, ripartita in quattro quartieri, non avendo oggigiorno sufficienti notizie per portarli a sei, come è verosimile che fossero. Ed erano: Castello il quale comprendeva il più della città dall' alto del colle al clivo di Santa Maria Maggiore; e senz' altro era questa la primitiva. colonia romana; ed il nome di Castellum sembra registrato da Strabone la dove dice di Trieste Frurion.
Mercato, al mare, sottoposto al Castello, dal quartiere detto altravolta degli Ebrei fino a piazza Cavana. Riborgo, quartiere a levante di Mercato, nella parte piana; Cavana altro quartiere a ponente pure in piano.
Quelli che si potrebbero aggiungere: Chiaboro, l' antico Campidoglio che sull' alto del colle faceva corona alla città. S. Lorenzo, del quale e noto il nome primitivo, poi fu giardino dei Capitani, or possessione Ellul, e ritenevasi in Castello.



Frurion ???


Mal no far, paura no gaver.
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Messaggio da babatriestina »

AdlerTS ha scritto: Frurion ???
el verbo greco Frouréo vol dir far la guardia e Frourion xe un posto de guardia, una cittadella. Kandler evidentemente riporta la parola grega usada de Strabone
el passo xe questo, in inglese:
Between the Timavum and Pola lies the stronghold of Tergeste, at a distance of one hundred and eighty stadia from Aquileia.
Libri V capit 1, par 9
in grego paressi che el capitolo no sia riprodotto in questo sito
Notar che Strabone scrivi nel I secolo d C.
(http://it.wikipedia.org/wiki/Strabone)


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Re: La città e le mura de Trieste

Messaggio da babatriestina »

qualcuno mi chiedeva della torre di san lorenzo, che dà nome a via Tor san Lorenzo: non è facile vederla, perchè inglobata nelle mura di contenimento del Giardino del capitano del Museo civico: dall'alto quindi ci si sale e si vede una sporgenza poligonale, ma da sotto case e piante la rendono irriconoscibile. Comunque, almeno il pannello a lei dedicato nel Giardino del Capitano si può vedere:
Immagine


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Re: La città e le mura de Trieste

Messaggio da babatriestina »

è pure riportato un disegno della città nel Seicento

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ed è interessante confrontarlo con la stampa che il solito Rieger ( dobbiamo fare un post a lui dedicato, decisamente!) illustratore ottocentesco, rielaborò in chiave più fantasiosa

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prima del portofranco era proprio piccolina, eh. la città? :-D


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Re: La città e le mura de Trieste

Messaggio da babatriestina »

Ma la stampa più nota, e che ispirò immagino tante stampe ottocentesche, era quella seicentesca del
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Stadt Triest vulgo Treste oder Térést ( ma che lingua è? ungherese?)
le note sono in un mix italo-tedesco, possiamo notare a destra le indicazioni
la b è la Hauptthor al porta principale preceduta da una c altes Thor, e dovrebbe corrispondere a Porta Donota o più probabile Riborgo
la g è una Kleine Thor piccola porta presso il mare
la f un'altra Kleine Thor verso le saline
la H die Juden gli Ebrei corrisponde al Ghetto
Das Rathaus è il Municipio, una torre più o meno corrispondente alla zona di Piazza Unità, quel E ?? BM dovrebbe essere il campanile di S Antonio Vecchio, PP Societatis Jesu è la chiesa dei Gesuiti ( S Maria Maggiore) dietro c'è un Castello Veccio abbastanza misterioso, a vederlo sembra in corrispondenza di san Vito, ma chissà cosa sia.. s Justus è indubbiamente san Giusto e il Castello nuovo è il Castello di san Giusto. Dietro , in prospettiva di fantasia, S Serff, san Servolo.
La chiesa fra i gesuiti e san Giusto dovrebbe essere san Cipriano..
notare fuori dalle mura, a sinistra delle saline, un Brunn fontana-sorgente, che verrà idealizzata nelle immagini ottocentesche di Rieger, di cui metto una seconda versione, la data dovrebbe far riferimento alla data della stampa di Valvasor
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Re: La città e le mura de Trieste

Messaggio da babatriestina »

ancora una stampa, è un'acquaforte apparentemente settecentesca :
Immagine
il Castello domina la città, forse anche più alto del reale, alla sua destra san Giusto e anche i Gesuiti troneggiano sulle piccole casette della città,alla sua sinistra una torre merlata che sembra la tor Cucherna, case e campanili nel Borgo Giuseppino, fore anche delle chiese poi soppresse da Giuseppe II, ma quello che mi sembra interessante sulla sinistra è che si vede ancora bene la Torre del Porto, che chiudeva verso il mare la vecchia Piazza Grande , portando al Mandracchio, il primo porticciolo.


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Re: La città e le mura de Trieste

Messaggio da babatriestina »

sempre dai pannelli del Museo Civico, un'altra ricostruzione della città di Trieste, ricavata da un
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e ve lo riporto sotto, mica facile ricavarne l'immagine della città! nel 1540 era ancora piccina.... :-D
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Re:

Messaggio da babatriestina »

babatriestina ha scritto:Ben, eco qua la continuazion:
qua xe la traduzion, per quel che rivo, dela lapide:

Imperatore Cesare console designato ( che saria i titoli de Augusto) terzo (?) triumviro (?) per la ricostruzion dela Repubblica (xe el titolo de triumviro, in realtà la Repubblica romana el la ga affossada!) de novo el muro e le torri el ga fatto

Federico terzo imperator e duce dei Romani austriaco ?????? a Trieste ????? muro XXXXX costruir ga comandado

Federico imperator dei Romani (= Sacro romano imperator) e duca d'Austria

la lapide fotografa nel original, museo civico Orto Lapidario
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Re: La città e le mura de Trieste

Messaggio da babatriestina »

ancora dai pannelli del Museo civico, la città nel 1508- ricordiamo che è l'anno che passò di mano ai Veneziani
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il Castello ha la sola casa del Capitanoe il Bastione rotondo. In basso, c'è il castello aMarina?


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Re: La città e le mura de Trieste

Messaggio da sono piccolo ma crescero »

Del quadro del Carpaccio avevo una foto sovraesposta dalla quale si riesce a vedere meglio l'originale della città

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Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: La città e le mura de Trieste

Messaggio da babatriestina »

A proposito delle torri, nella avevo postato la foto della presumibile torre Rampana
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come le vidi al momento dei restauri..
anche l'ubicazione è riportata nell' e forse grazie ad un ristorantino là sotto i vandali per ora non l'hanno ancora asportata
son passat a ieri sera:
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adesso fanno lavori all'esterno siamo ovviamente in via delle Mura
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direi che si nota la forma della torre, leggermente staccata dalle case vicine quella di destra sembra averla raggiunt a in altezza


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Re: La città e le mura de Trieste

Messaggio da babatriestina »

il portone vicino ha una data 1777, originale o rimessa adesso?
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Re: La città e le mura de Trieste

Messaggio da danilo43 »

Ciao Baba, sono qui nuovamente, ma 'stamattina sono rimasto a casa e sto seguendo i tuoi interessanti interventi.
Sono certo che molti lo conosceranno già, ma in caso contrario, a chi è interessato all'evolversi delle vicende storiche cittadine, raccomando una visita al museo della fondazione Giovanni Scaramangà d'Altomonte.
Notevole la raccolta cartografica e di piante della città, a partire dal 1553, inoltre si possono ammirare mobili, quadri, ceramiche, incunaboli e molti altri reperti unici nel loro genere e di pregiata fattura.
Non sempre risponde il numero telefonico fisso. Al portone dell'anagrafico 1 di via Fabio Filzi, sede del museo, se ben ricordo, è affisso il numero di cellulare del gentilissimo presidente della fondazione, dott. Antonio Rossetti de Scander e del segretario, di cui al momento, mi sfugge il nome.
E' possibile prenotare una visita guidata, gratuita, e ne vale la pena.


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babatriestina
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Re: La città e le mura de Trieste

Messaggio da babatriestina »

Grazie, conosco il Museo anche se l'ho visitato solo due volte, è una gran fonte di informazioni, ma per i miei gusti è un po' come dire chiuso, evita i prestiti,non gradisce ( almeno un tempo) che si fotografi.. alcuni mesi fa era stata diffusa la voce di un'apertura con visita guidata, ma risultò che la data era sbagliata e non se ne seppe più..


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