L'addio del Granduca

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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

Una curiosità, riguardo al nome Pietro Leopoldo:
il primo nome Pietro gli venne dato in onore della sua madrina onoraria, l'imperatrice Elisabetta di Russia, in memoria di Pietro il Grande di Russia. Venne chiamata come madrina per festeggiare l'alleanza fra l'impero di Maria Teresa e la Russia.
e come Pietro Leopoldo fu Granduca di Toscana. Ma quando venne chiamato ( per poco, perchè morì dopo un paio di anni) al trono imperiale, mi sembra che conservò il solo nome di Leopoldo II, se non mi sbaglio .. Sofonisbaaaa! :-D


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Messaggio da Sofonisba »

babatriestina ha scritto:Una curiosità, riguardo al nome Pietro Leopoldo:
il primo nome Pietro gli venne dato in onore della sua madrina onoraria, l'imperatrice Elisabetta di Russia, in memoria di Pietro il Grande di Russia. Venne chiamata come madrina per festeggiare l'alleanza fra l'impero di Maria Teresa e la Russia.
e come Pietro Leopoldo fu Granduca di Toscana. Ma quando venne chiamato ( per poco, perchè morì dopo un paio di anni) al trono imperiale, mi sembra che conservò il solo nome di Leopoldo II, se non mi sbaglio .. Sofonisbaaaa! :-D
Si, è proprio così. Come S.R.Imperatore fu Leopoldo II, riprendendo il nome dell'Imperatore suo bisnonno.
Come Granduca di Toscana fu Pietro Leopoldo I, così è detto nei documenti e così recitano le numerose lapidi affisse sotto il suo regno, che iniziano regolarmente con un "PETRUS LEOPOLDUS, M. E. D." (Magnus Etruriae Dux).
Tuttavia suo nipote Leopoldo Francesco, nato nel 1797, e che per ultimo regnò in Toscana come Granduca, fu semplicemente Leopoldo II.


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Messaggio da babatriestina »

Sofonisba ha scritto: Tuttavia suo nipote Leopoldo Francesco, nato nel 1797, e che per ultimo regnò in Toscana come Granduca, fu semplicemente Leopoldo II.
ricordato pure col nomignolo toscano, secondo me alquanto affettuoso, di Canapone, per la capigliatura biondo- rossiccia.
L'hanno conservata i successori?


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Messaggio da Sofonisba »

babatriestina ha scritto:
Sofonisba ha scritto: Tuttavia suo nipote Leopoldo Francesco, nato nel 1797, e che per ultimo regnò in Toscana come Granduca, fu semplicemente Leopoldo II.
ricordato pure col nomignolo toscano, secondo me alquanto affettuoso, di Canapone, per la capigliatura biondo- rossiccia.
L'hanno conservata i successori?
Decisamente no. Anche se hanno conservato una grande somiglianza, impressionante a distanza di tanto tempo.
Allegati
Leopoldo II
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Messaggio da Sofonisba »

Secondo me questo pronipote gli assomiglia moltissimo:
Allegati
Il Granduca (in titolo) Leopoldo, pronipote di Leopoldo II e padre dell'attuale Granduca in titolo
Il Granduca (in titolo) Leopoldo, pronipote di Leopoldo II e padre dell'attuale Granduca in titolo


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Messaggio da AdlerTS »

L'affascinante racconto di due secoli di politica, cultura e gusto in Toscana

La mostra intende ricostruire, alla luce dei più recenti contributi storiografici e di inedite acquisizioni, il clima politico e culturale della città sotto il governo lorenese (1737-1859).
Pisa, tra le realtà politiche e culturali più importanti del Granducato di Toscana, dall'avvento dei Lorena sul trono granducale trasse nuovi stimoli per la propria rinascita. In particolare, la città, dove la corte trascorreva tanta parte del periodo invernale, visse un periodo di rinnovato splendore proprio a partire dalla sua consacrazione da parte di Pietro Leopoldo come seconda città del regno.


Tutti i dettagli della mostra su http://www.pisaeilorena.it/

Scrive poi ilgiornale.it:

In effetti ottanta visitatori al giorno sono pochissimi, [...] Ma entrando nel palazzo, ci si accorge di trovarsi davanti non solo a un allestimento nuovo e curioso, ma a una realtà di spessore. Nelle sale cupe e vellutate, in una atmosfera soft e musiche d’epoca, si affacciano gli Asburgo-Lorena, grandi sovrani europei che hanno svecchiato la Toscana durante il loro governo durato dal 1737 al 1859. [...] A raccontarne l’opera di modernizzazione ci sono dipinti, sculture, preziosi documenti, libri, opere a stampa. C’è, ad esempio l’importante Progetto di Costituzione della Toscana del 1787 giunto dall’archivio Nazionale di Praga, di Pietro Leopoldo.

C’è la rivoluzionaria Legge criminale del 1786, che aboliva la tortura e la pena di morte ponendo la Toscana all’avanguardia in Europa.
A illustrare le grandi riforme di bonifica in Maremma e Valdichiana, di Pietro Leopoldo, e di Leopoldo II per aumentare la rete stradale e costruire le prime ferrovie, ecco una serie eccezionale di carte, mappe, incisioni, disegni, arrivati dagli archivi praghesi. Purtroppo le mostre intelligenti non sempre sono le più visitate anche se certamente le più utili.


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Messaggio da rofizal »

AdlerTS ha scritto:Purtroppo le mostre intelligenti non sempre sono le più visitate anche se certamente le più utili.[/i]
Scommettiamo che una mostra sulla biancheria intima delle più famose attrici batterebbe il record di visitatori? :wink:


Ognuno sta solo sul cuor della terra
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Messaggio da babatriestina »

AdlerTS ha scritto:C’è la rivoluzionaria Legge criminale del 1786, che aboliva la tortura e la pena di morte ponendo la Toscana all’avanguardia in Europa.
purtroppo, il successore Leopoldo II , rientrato dopo il 1848 con l'appoggio delle baionette austriache , ripristinò la pena di morte nel suo Stato, oltre a rimangiarsi la costituzione nel 1852.


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Messaggio da Sofonisba »

babatriestina ha scritto:
AdlerTS ha scritto:C’è la rivoluzionaria Legge criminale del 1786, che aboliva la tortura e la pena di morte ponendo la Toscana all’avanguardia in Europa.
purtroppo, il successore Leopoldo II , rientrato dopo il 1848 con l'appoggio delle baionette austriache , ripristinò la pena di morte nel suo Stato, oltre a rimangiarsi la costituzione nel 1852.
Per essere proprio precisi, furono i toscani a rivoltarsi contro i rivoluzionari ed a richiamare sul trono Leopoldo II, nel 1849. Le truppe d'occupazione austriache furono imposte a Leopoldo II dal nipote, il giovanissimo Imperatore Franceco Giuseppe, e questo fu probabilmente un grosso errore politico da parte di quest'ultimo, che compromise così il Granduca di fronte ai sudditi di idee liberali. Tale occupazione fu malsopportata dallo stesso Granduca, che dovette oltretutto pagare per il mantenimento delle truppe occupanti, e commentò anni dopo la loro definitiva partenza con la frase (assai indicativa):-Finalmente ce li siamo levati di torno!-.
Mentre sarebbe doveroso aggiungere che al loro arrivo, nel 1849, alla notizia che gli austriaci stavano andando a cannoneggiare Livorno in rivolta, la Guardia Nazionale di Pisa corse a dar man forte agli austriaci contro i rivoltosi della vicina e poco amata città labronica.
Se poi il Granduca ripristinò la pena di morte, si guardò bene dall'applicarla. Anche suo nonno Pietro Leopoldo, che l'aveva abolita nel 1786, la ripristinò nel 1790, in occasione di rivolte popolari. E pure lui, pur avendola ripristinata nei codici, non l'applicò in pratica.


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Avete visto questo ? :-D

http://www.granducato.org/


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Messaggio da Sofonisba »

AdlerTS ha scritto:Avete visto questo ? :-D

http://www.granducato.org/
Mi era sfuggito, grazie della segnalazione. Anche se sono legittimista, è un ambientino dal quale preferisco stare lontana il più possibile....


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Messaggio da Sofonisba »

Inno del Granducato:

http://www.youtube.com/watch?v=gtO1jwALxD4

Ricorre quest’anno il 150° anniversario dell’infausto 27 aprile 1859, giorno in cui l’allora regnante Granduca Leopoldo II abbandonò la sua capitale per un esilio definitivo. Mettendo fine così a secoli di indipendenza e di autogoverno del popolo toscano, ed ai cent’anni di regno in Toscana della sua benemerita Dinastia.
Dinastia che da allora figura come “sconfitta dalla Storia”, malgrado le indubbie qualità personali dei suoi rappresentanti che regnarono in Toscana. Da quel Granduca lorenese Francesco Stefano, assente dalla Toscana in quanto impegnato in ben altre attività come Sacro Romano Imperatore, ma i cui provvedimenti per la nostra terra posero le basi per le future riforme di suo figlio Pietro Leopoldo. Fino a quel Leopoldo II che trascorse i suoi anni di regno realizzando grandiose opere pubbliche volte al progresso della nostra Patria.
Con la partenza di Leopoldo II, si interruppe la storia del progresso, ed iniziò una storia ben diversa, fatta da gente ultramontana che, come primo atto, rase al suolo mezza Firenze per ricostruirla più simile a Torino. Né i danni si limitarono all’architettura, purtroppo. Si pensi solo che i sudditi toscani, insieme agli altri sfortunati italiani, nei successivi ottanta anni vennero spediti in guerra contro mezzo mondo; generalmente, per giunta, con deplorevoli risultati.
Dicevano i latini: Veritas filia temporis.
In altre parole, solo il tempo consente di giudicare con distacco gli avvenimenti della Storia.
E, da questo punto di vista, a distanza di un secolo e mezzo, non c’è alcun dubbio che i veri sconfitti siano stati piuttosto i propugnatori di certe chimere che portarono alla fine del Granducato, e che il vero vincitore sia stato quel buono e nobile Granduca Leopoldo II che centocinquanta anni fa salì mestamente in carrozza per imboccare la via Bolognese diretto al confine. Il suo ricordo è ancora vivo tra noi sudditi, ed ancora oggi i suoi discendenti vengono in Toscana ossequiati, stimati e rispettati da tutti.
Ecco perché, a distanza di così tanto tempo, in un mondo tanto diverso e globalizzato, ogni toscano non può mancare di rivolgere il pensiero, in questo triste anniversario, al nostro Sovrano; alla nostra piccola Patria, sicura e felice, da quel giorno perduta; ed a quei nostri avi che, forse presentendo oscuramente la catastrofe, alla notizia della partenza del Granduca rimasero sgomenti e piansero per un avvenimento che dovette parer loro (come difatti fu) la fine di un mondo.


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Messaggio da babatriestina »

Sofonisba ha scritto: Da quel Granduca lorenese Francesco Stefano, assente dalla Toscana in quanto impegnato in ben altre attività come Sacro Romano Imperatore, ma i cui provvedimenti per la nostra terra posero le basi per le future riforme di suo figlio Pietro Leopoldo. .
Francesco Stefano di Lorena, che ricevette la Toscana non per eredità ma per indennizzo contro la perdita della Lorena, a sua volta data a Stanislao Lesczinsky che a sua volta perdeva la Polonia, in realtà per un breve tempo fu, assieme alla consorte Maria Teresa, presente a Firenze come Granduca.
E vorei chiedere a Sofonisba, se ha approfondito l'argomento, chierimenti su alcune frasi che leggo nell'Italia del settecento di Indro Montanelli. Il quale, da buon toscano, le cose di Firenze dovrebbe averle ben conosciute, e che racconta che alla partenza di Maria Teresa e Francesco Stefano i fiorentini si addolorarono per la loro partenza, ma soprattutto per quella di un grossissimo carico d'opere d'arte di provenienza medicea che vennero trasferite a Vienna. E' vero? quali sono queste opere d'arte? il Kunsthistorisches Museum di Vienna è pieno di opere italiane, ma possono esserci arrivate da tante provenienze..
forse ci fu il confronto con il testamento dell'ultima Medici che lasciò tutti i suoi tesori d'arte alla città, a condizione che non ne fossero mai allontanati.


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Messaggio da Sofonisba »

babatriestina ha scritto:
Sofonisba ha scritto: Da quel Granduca lorenese Francesco Stefano, assente dalla Toscana in quanto impegnato in ben altre attività come Sacro Romano Imperatore, ma i cui provvedimenti per la nostra terra posero le basi per le future riforme di suo figlio Pietro Leopoldo. .
Francesco Stefano di Lorena, che ricevette la Toscana non per eredità ma per indennizzo contro la perdita della Lorena, a sua volta data a Stanislao Lesczinsky che a sua volta perdeva la Polonia, in realtà per un breve tempo fu, assieme alla consorte Maria Teresa, presente a Firenze come Granduca.
E vorei chiedere a Sofonisba, se ha approfondito l'argomento, chierimenti su alcune frasi che leggo nell'Italia del settecento di Indro Montanelli. Il quale, da buon toscano, le cose di Firenze dovrebbe averle ben conosciute, e che racconta che alla partenza di Maria Teresa e Francesco Stefano i fiorentini si addolorarono per la loro partenza, ma soprattutto per quella di un grossissimo carico d'opere d'arte di provenienza medicea che vennero trasferite a Vienna. E' vero? quali sono queste opere d'arte? il Kunsthistorisches Museum di Vienna è pieno di opere italiane, ma possono esserci arrivate da tante provenienze..
forse ci fu il confronto con il testamento dell'ultima Medici che lasciò tutti i suoi tesori d'arte alla città, a condizione che non ne fossero mai allontanati.
E' vero ciò che afferma Montanelli. Francesco di Lorena visitò Firenze dopo la morte dell'ultimo Granduca Medici, Giangastone, e si trattenne per un brevissimo periodo a Firenze con sua moglie, ricevuto dall'ultima principessa Medicea Anna Maria Ludovica. Ancora viveva il suocero, l'Imperatore Carlo VI.
Quanto al grandissimo carico di opere d'arte, su questo farei una gran tara. Nel senso che i Medici erano ricchissimi. Avevano una infinità di ville e residenze disseminate per tutta la Toscana, tutte sontuosamente arredate. Francesco Stefano, che appunto aveva avuto la Toscana in cambio dell'avita Lorena, dalla Toscana doveva trarre le sue rendite. Nei primi anni, quando ancora non era Imperatore, ma anzi era impegnato in una guerra di successione per diventarlo, aveva bisogno di "monetizzare". Per cui è vero che arrivò a far recuperare addirittura l'oro delle passamanerie dei tendaggi dei palazzi medicei. Così come riformò il sistema fiscale del Granducato, per cercare di renderlo più efficente (e più redditizio).
Ma nel 1763-65, in occasione dell'ultima grande carestia europea, da Vienna ordinò l'approvvigionamento di grano per il Granducato e, non bastando i soldi, mise di tasca sua la differenza. E la Toscana fu uno dei pochi fortunati paesi in cui non si morì di fame. Per cui, credo che una cosa abbia compensato l'altra.
Comunque, nonostante tutto ciò, ancora ai tempi di suo figlio Pietro Leopoldo, restavano tanti di quegli arredi ed oggetti d'arte che il Granduca Pietro Leopoldo poteva permettersi di trasferirsi da una residenza all'altra semplicemente spostandosi in carrozza con un piccolo seguito; con grande meraviglia (ed un po' di invidia) di sua sorella Maria Carolina Regina di Napoli, che invece, se doveva spostarsi, era costretta a far trasferire anche i mobili da un palazzo all'altro.
Credo che da Firenze, ad opera dei Lorena, manchi ben poco; e forse c'è anche qualcosa di troppo, visto che in epoca napoleonica il nostro Granduca, Ferdinando III, era finito a fare il Granduca di Wurzburg, e quando venne restaurato sul trono toscano, nel 1814, portò a Firenze anche molti oggetti preziosi da lì, che dovrebbero essere tutt'ora esposti a Palazzo Pitti (anche se forse hanno ragione i cittadini di Wurzburg a rivolerli indietro).


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Messaggio da babatriestina »

Riporto dal Montanelli: pag 284 della prima edizione 1970:
Gli orsi reciprocavano, dando di "lupi" ai pro-lorenesi e ne avevano di che. I nuovi padroni infatti non facevano complimenti. Non solo si erano subito appropriate le cariche più remunerative, ma trattavano la città come una preda bellica, mettendo spicciativamente all'asta i mobili, gli arazzi, i quadri di palazzo Pitti, e le stoviglie e suppellettili delle ville medicee. Tutto fu venduto, dice un cronista , " a rotta di collo" e ai difensori del nuovo regime non rimase altro argomento che il caffè di Castelmur
pag 286:
Tutto si guastò al momento della partenza, quando i fiorentini videro incolonnarsi lungo la via Bolognese un interminabile corteo di barrocci tiirati da muli e buoi, e carichi del tesoro di casa Medici, che non aveva forse l'eguale in Europa. E' vero che di quel tesori il Lorena era l'erede. ma i fiorentini ritenevano sottinteso che fosse da considerare connesso al titolo, e quindi inamovibile. Quel brutale saccheggio li riempì di sdegno. i carri continuarono a sfilare per dieci giorni.

Queste pagine sono state una sorpresa anche per me.. anche se , nel nostro piccolo, mi ero sempre chiesta perchè la collezione egizia di Massimiliano è stata trasportata a Vienna e nessuno abbia pensato di lasciarla a Miramare, tranne la sfinge.

Per Francesco Stefano di Lorena, mi sembra di aver letto nelle varie Vite di Maria Teresa che fu un ottimo amministratore del patrimonio personale, e che lasciò alla moglie ( e a quella lunga serie di figlii!) una buona rendita.


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Messaggio da Sofonisba »

babatriestina ha scritto:Riporto dal Montanelli: pag 284 della prima edizione 1970:
Gli orsi reciprocavano, dando di "lupi" ai pro-lorenesi e ne avevano di che. I nuovi padroni infatti non facevano complimenti. Non solo si erano subito appropriate le cariche più remunerative, ma trattavano la città come una preda bellica, mettendo spicciativamente all'asta i mobili, gli arazzi, i quadri di palazzo Pitti, e le stoviglie e suppellettili delle ville medicee. Tutto fu venduto, dice un cronista , " a rotta di collo" e ai difensori del nuovo regime non rimase altro argomento che il caffè di Castelmur
pag 286:
Tutto si guastò al momento della partenza, quando i fiorentini videro incolonnarsi lungo la via Bolognese un interminabile corteo di barrocci tiirati da muli e buoi, e carichi del tesoro di casa Medici, che non aveva forse l'eguale in Europa. E' vero che di quel tesori il Lorena era l'erede. ma i fiorentini ritenevano sottinteso che fosse da considerare connesso al titolo, e quindi inamovibile. Quel brutale saccheggio li riempì di sdegno. i carri continuarono a sfilare per dieci giorni.

Queste pagine sono state una sorpresa anche per me.. anche se , nel nostro piccolo, mi ero sempre chiesta perchè la collezione egizia di Massimiliano è stata trasportata a Vienna e nessuno abbia pensato di lasciarla a Miramare, tranne la sfinge.

Per Francesco Stefano di Lorena, mi sembra di aver letto nelle varie Vite di Maria Teresa che fu un ottimo amministratore del patrimonio personale, e che lasciò alla moglie ( e a quella lunga serie di figlii!) una buona rendita.
Francesco Stefano fu un ottimo amministratore. Portò via dalla Toscana ciò che senza dubbio era divenuto suo per eredità. Credo che provenisse dall'eredità medicea anche il famoso diamante "fiorentino" che divenne da allora proprietà degli Asburgo.
A quell'epoca, c'è anche da dire che Francesco Stefano non fece niente di così strano. Gli stessi Medici, un secolo prima, ben altro avevano saccheggiato ad Urbino, quando il Granduca Ferdinando II de' Medici sposò l'ultima erede dei Della Rovere, Maria Vittoria. In quell'occasione, i Medici provarono ad avanzare delle timide rivendicazioni sul Ducato di Urbino, ma il Papa dell'epoca ne fece un solo boccone, ed i Medici abbozzarono subito. Ma i preziosi, gli arredi e le opere d'arte dei della Rovere vennero caricati sui carri e presero la via di Firenze, aggiungendosi alle già ricchissime collezioni medicee. Per dire che all'epoca non c'era un così grande riguardo per queste cose, e che in confronto a questo il "saccheggio" di Francesco Stefano fu assai moderato. Non portò via una sola statua o quadro, ch'io sappia.
Quanto ai fiorentini, sono sempre stati ipercriticoni, e figuriamoci se in quell'occasione non si fecero delle critiche più o meno pepate. Tuttavia, come ho già detto sopra, il nuovo Granduca, all'inizio del suo regno, aveva bisogno di molti soldi. Se avesse potuto rimanere in Toscana, a fare il Granduca pacifico, non avrebbe avuto motivo di portar via niente. Invece era sposato con l'Arciduchessa Maria Teresa, e si accingeva ad affrontare la lotta per essere eletto Sacro Romano Imperatore alla morte del suocero. Io credo che gli indubbi meriti di Francesco Stefano anche nei confronti della Toscana abbiano un peso ben più grande dei gioielli medicei che portò via. In Toscana lasciò una Reggenza, ed allo stesso tempo si preoccupò di controllare l'operato di questa Reggenza. Da Vienna, con tutto ciò che avrà avuto da fare, trovò il tempo di occuparsi di bonifiche di territori paludosi, di riformare il sistema fiscale, di approvvigionare il grano in tempo di carestia... Anche se a distanza, fu un buon Granduca.
Se questo fu il peggiore dei Granduchi Lorena, figuratevi gli altri! L'ultimo Granduca, Ferdinando IV, nato e vissuto sempre in Toscana, quando dovette andare in esilio in Austria, si trovò in grande difficoltà anche per il fatto di non parlare bene il tedesco! Come lingua madre aveva il toscano (con tanto di c aspirata). Ed i Granduchi partirono da Firenze nel 1859 senza neppure fare i bagagli, con solo i vestiti che portavano addosso. Quindi tutte le loro proprietà rimasero in Toscana.


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Messaggio da babatriestina »

Sofonisba ha scritto: Francesco Stefano fu un ottimo amministratore. Portò via dalla Toscana ciò che senza dubbio era divenuto suo per eredità. Credo che provenisse dall'eredità medicea anche il famoso diamante "fiorentino" che divenne da allora proprietà degli Asburgo.
già che me lo ricordi... per quel che ne so, il Fiorentino è un diamante sparito misteriosamente. Passò agli Asburgo, e rimase alla casa Asburgo fino alla fine ( a quei tempi la distinzione fra gioielli della Corona e gioielli di proprietà personale mi sembra ancora molto vaga) e sembra che lo portasse con sè l'Imperatrice Zita. e qui incomincia il mistero, perchè sembra o che le sia stato rubato, o lo abbia dato da vendere ma senza che il pagamento le arrivasse.. insomma da quel momento il fiorentino è sparito e credo che tuttora non si sappia che fine abbia fatto
Questa è un'immagine del gioiello contenente il Fiorentino che ho trovato in rete anni fa, non ricordo dove. Come si vede, è un diamante di taglio antico, in cui si lasciava la forma irregolare della pietra (adesso si tende a farli più regolari, a costo di tagliare di più)
Immagine

PS Francesco Stefano di Lorena non riuscì a diventare subito Imperatore alla morte del suocero Carlo VI, si inserì per un breve tempo un altro, se non sbaglio era un Elettore di Baviera. L'unico che ruppe la serie di imperatori di casa Asburgo.


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Messaggio da babatriestina »

quella volta non c'era ancora Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Fiorentino_(diamante)
ed ecco la fonte della mia immagine
http://famousdiamonds.tripod.com/florentinediamond.html


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Messaggio da Sofonisba »

babatriestina ha scritto: già che me lo ricordi... per quel che ne so, il Fiorentino è un diamante sparito misteriosamente. Passò agli Asburgo, e rimase alla casa Asburgo fino alla fine ( a quei tempi la distinzione fra gioielli della Corona e gioielli di proprietà personale mi sembra ancora molto vaga) e sembra che lo portasse con sè l'Imperatrice Zita. e qui incomincia il mistero, perchè sembra o che le sia stato rubato, o lo abbia dato da vendere ma senza che il pagamento le arrivasse.. insomma da quel momento il fiorentino è sparito e credo che tuttora non si sappia che fine abbia fatto
Questa è un'immagine del gioiello contenente il Fiorentino che ho trovato in rete anni fa, non ricordo dove. Come si vede, è un diamante di taglio antico, in cui si lasciava la forma irregolare della pietra (adesso si tende a farli più regolari, a costo di tagliare di più)

PS Francesco Stefano di Lorena non riuscì a diventare subito Imperatore alla morte del suocero Carlo VI, si inserì per un breve tempo un altro, se non sbaglio era un Elettore di Baviera. L'unico che ruppe la serie di imperatori di casa Asburgo.
Grazie per l'immagine. Non l'avevo mai visto. A quanto si narra nella biografia dell'Imperatrice Zita di G.Brook Sheperd, il diamante venne affidato, insieme ad altri gioielli, ad tale che scappò col maltolto e fece perdere le sue tracce. Chissà che fine avrà fatto...

Per ciò che riguarda la successione a Carlo VI, è vero che riuscì a farsi eleggere il bavarese Carlo Alberto (Carlo VII).
Fu per questo che scoppiò la guerra di successione, e che Francesco Stefano ebbe tanto bisogno anche delle rendite toscane...
Allegati
Arco di trionfo, opera di Jadod, innalzato per la visita a Firenze di Francesco Stefano di Lorena e Maria Teresa d'Austria. E' molto simile al coevo arco di Innsbruck.
Arco di trionfo, opera di Jadod, innalzato per la visita a Firenze di Francesco Stefano di Lorena e Maria Teresa d'Austria. E' molto simile al coevo arco di Innsbruck.


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questo arco di trionfo fiorentino mi sembra molto più elegante di quello di Innsbruck


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