L'addio del Granduca

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Sofonisba
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Messaggio da Sofonisba »

babatriestina ha scritto:questo arco di trionfo fiorentino mi sembra molto più elegante di quello di Innsbruck
E' certamente più grande. Quando vidi quello di Innsbruck, rimasi un po' sorpresa che fosse meno imponente di quello fiorentino.
Comunque, doveva essere bello quando fu costruito, davanti alla Porta a San Gallo, quando intorno c'erano ancora le mura, e fuori la campagna.
Poi, dopo l'unità d'Italia, i piemontesi provvidero a distruggere le antiche mura, creando dei viali di stile francese. Intorno alla porta ed all'arco fu creata una grandissima piazza circondata da portici. Non che sia tanto brutta, ma doveva essere di gran lunga meglio prima.
Col fatto che a Firenze portarono la Capitale, approfittarono per devastare ampiamente la nostra città.


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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

Giudicate voi, questo è quello di Innsbruck, una foto fatta a volo una paio di anni fa
Immagine
Per le devastazioni fatte per fare Firenze capitale, concordo anch'io, ma mi sa che fu un fenomeno comune a tante città e capitali alla fine dell'Ottocento: Parigi in testa, con i grands boulevards voluti dal prefetto Haussmann dicono per favorire le cariche di polizia sotto Napoleone III che eliminarono i quartieri medievali, pensiamo alla Cité in particolare, ormai tranne Notre Dame e poco più ( Place Dauphine) ricoperta di grandi edifici amministrativi tardottocenteschi, a Vienna in cui vennero eliminati i bastioni e creato il Ring, idem l'eliminazione dei bastioni a Milano..


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Sofonisba
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Messaggio da Sofonisba »

babatriestina ha scritto: ....Per le devastazioni fatte per fare Firenze capitale, concordo anch'io, ma mi sa che fu un fenomeno comune a tante città e capitali alla fine dell'Ottocento: Parigi in testa, con i grands boulevards voluti dal prefetto Haussmann dicono per favorire le cariche di polizia sotto Napoleone III che eliminarono i quartieri medievali, pensiamo alla Cité in particolare, ormai tranne Notre Dame e poco più ( Place Dauphine) ricoperta di grandi edifici amministrativi tardottocenteschi, a Vienna in cui vennero eliminati i bastioni e creato il Ring, idem l'eliminazione dei bastioni a Milano..
Si, purtroppo fu un'epoca di crimini architettonici. A Firenze, dove i veri fiorentini tengono più ai loro monumenti che al babbo ed alla mamma, tutto ciò fu particolarmente sentito. Nella città in cui avevano operato Giotto, Michelangelo, Brunelleschi, Leon battista Alberti, ecc. ecc. (tutti personaggi non certo originari di Alba, Cuneo e Pinerolo) destò particolare indignazione il fatto che i Piemontesi venissero ad insegnare il buongusto artistico. Fortuna per noi che il nuovo governo fosse di scarsi mezzi, e dovesse limitarle spese, perché questi "buzzurri" progettarono addirittura di intonacare la facciata di Palazzo Vecchio e di imbiancare gli affreschi di Vasari nel Salone dei '500. In Piazza della Signoria demolirono un edificio antichissimo, con una tettoia costruita nel medioevo dai prigionieri pisani, per costruire un palazzone finto-rinascimentale che pare un pugno in un occhio.
All'inizio, verso il 1864, vennero demolite le antiche mura.
Poi, circa una ventina d'anni dopo, con una vergognosa campagna di stampa orchestrata da speculatori, si provvide a demolire il centro storico, proprio la parte più antica, coi resti delle case-torri delle più antiche famiglie fiorentine.
Artisti fiorentini come Telemaco Signorini piangevano vedendo ciò che si stava per distruggere, e fissarono per l'ultima volta nelle loro opere il cuore della vecchia città. Venne demolito tutto l'antico Mercato, ed al suo posto venne creata una schifosa piazza che venne intitolata a Vittorio Emanuele, con tanto di statua equestre del suddetto, opera dello scultore Zocchi, che ritrasse il cosiddetto "Re Galantuomo" nonché padre della patria proprio al naturale (ossia brutto e zotico). Per completare la piazza venne costruito proprio su finire del secolo un arco pretenzioso con sulla cima tre statue allegoriche femminili. A quali virtù o princìpi tali statue volessero alludere non si sa; si sa però che i fiorentini dell'epoca appiopparono alle tre figure i soprannomi di "Starnotti", "Scarampini" e "Trattienti"; dal nome di tre celebri prostitute che propro lì operavano ai tempi della vecchia Piazza del Mercato.
Allegati
La Porta a San Gallo vista dall'interno prima della demolizione delle mura (opera di Odoardo Borrani)
La Porta a San Gallo vista dall'interno prima della demolizione delle mura (opera di Odoardo Borrani)
Vista dell'arco e della Porta a San Gallo (completa di mura di cinta della città)
Vista dell'arco e della Porta a San Gallo (completa di mura di cinta della città)


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Messaggio da babatriestina »

Essendomi trovata, alquanto a volo, in Toscana, ti dedico questa statua ad Arezzo: al principio pensavo si trattasse di qualche personaggio romano nato in provincia
Immagine
poi leggo meglio la dedica, anche se la parte alta non mi è del tutto chiara, avevo un po' di fretta e non sono rimasta a ricopiarla
Ferdinando III
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( ma chi era Ferdinando III? il figlio di Leopoldo imperatore?, quello che andò in esilio ai tempi di Napoleone?)
naturalmente in seguito hanno aggiunto una seconda epigrafe più sotto

Immagine


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Messaggio da babatriestina »

a fianco, un bellissimo stemma:
Immagine
le palle a destra sono medicee, la corona sarà granducale, la collana è l'ordine del Toson d'oro, ma lo stemma a sinistra sarà lorenese? e nessuna traccia di aquile asburgiche!
bello anche lo stile, impero direi, con le lance e spade laterali ed i drappeggi


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Messaggio da 1382-1918 »

L'aquila non è propriamente un simbolo asburgico, non è lo stemma degli Asburgo.
Lo stemma degli Asburgo è un leone rosso rampante in sfondo giallo.
Lo stemma dei Lorena è composto da una striscia diagonale rossa sulla quale sono raffigurati 3 ucelli bianchi, il tutto in sfondo giallo.
Lo stemma della Casa d'Austria (non necessariamente retta da un Asburgo), è una barra argentea in campo rosso.

Per cui nello stemma che hai postato, i tre campi sono: Lorena-Casa d'Austria-Medici.

Il trio di stemmi Asburgo-Casa d'Austria-Lorena compare sul petto dell'aquila bicipite dell'Impero austriaco. Se per assurdo l'Impero d'Austria avesse cambiato casa regnante, ad esempio, una a caso, i Savoia, avremmo avuto l'aquila bicipite con sul petto lo stemma crociato rosso-bianco dei Savoia.


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Messaggio da babatriestina »

Grazie, me domandavo la sbarra central... alora come sospettavo la parte sinistra xe el stemma dei Lorena. ma come mai i metteva el stemma dei Medici che no i iera discendenti? vol dir che i Medici ga "passado" el loro stemma "de casa" al granducato de Toscana?


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Messaggio da 1382-1918 »

Esatto! :wink:


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Messaggio da babatriestina »

adesso che lo guardo ben, sotto el scudo xe una croce tipo croce de Malta : che croce xe? no quella de Lorena, che ga due bracci orizzontali..


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Messaggio da 1382-1918 »

Quela crose xe la crose dell'ordine toscano de S.Stefano.

L'ordine iera stado fondado nel 1861 dall'arciduca Cosimo de' Medici per ricordar una battaglia del 1554. Approvado dal papa Pio IV, quest'ultimo ga deciso che el fusi dedica a S.Stefano con croce rossa a spicchi con punte lanceolate.
El xe stado ripristinado nel 1815 da Ferdinando III che lo ga rinovado con un decreto nel 1817. Inveze con un decreto de Vittorio Emanuele del novembre 1859, el xe stà dichiarà decadudo in quanto "ordine equestre straniero", forsi confuso con quel de Ungheria.


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Messaggio da 1382-1918 »

Scusa, go sbaiado, ovviamente fondado nel 1561, non 1861! :wink:


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Messaggio da babatriestina »

Ma vara là come solo due punte su un bassorilievo, appena visibili, porti a scoprir tanta roba!!
e ne vien in aiuto anche wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Ordine_di_ ... _e_Martire
con qualche precisazion e zonta:
Cosimo (questo lo ricordo mi) no iera arciduca- quel xe el titolo dei Asburgo, che se lo ga attribuido de soli col privilegium maius ma Granduca
el S Stefano no xe quel de Ungheria ( come che ghe vien subito de pensar a un ex AU) ma un papa
nel 1859 i ga tentado de sopprimer el ordine, ( come za prima Napoleon nel 1809) ma i ga podudo solo che becarghe i bori, perchè un re no podeva far quel che solo un papa podeva far. Par che adesso ghe sia ancora circa 80 cavalieri.
La battaglia iera cito de wiki "La dedica a santo Stefano papa e martire deriva dal giorno della vittoria di Cosimo nella battaglia di Montemurlo (1º agosto 1537)."
de sta battaglia, leggio:
La tirannia di Cosimo fece scegliere a molti importanti cittadini l'esilio volontario. Essi radunarono le loro forze col supporto della Francia e degli stati vicini di Firenze per rovesciare il governo fiorentino. Alla fine del luglio 1537 marciarono in Toscana sotto la guida di Piero Strozzi.

Quando Cosimo seppe che si stavano avvicinando, inviò le sue migliori truppe, guidate da Alessandro Vitelli, a scontrarsi con i nemici. Lo scontro avvenne nei pressi della rocca di Montemurlo il 1 agosto 1537 e, dopo aver sconfitto l'armata degli esuli, il Vitelli assaltò il castello, dove lo Strozzi ed i suoi compari si erano rifugiati. L'assedio durò solamente poche ore e terminò con la caduta degli assediati, dando a Cosimo la sua prima vittoria militare.

I capi della rivolta furono dapprima imprigionati e poi decapitati nel palazzo del Bargello. Per tutta la vita Cosimo agì crudelmente contro chi cercava di opporsi ai suoi piani. Bisogna però ricordare che il suo dispotismo si rivolgeva in massima parte non contro il popolo, ma contro i nobili ed i ricchi borghesi fiorentini che cercavano di mettere in discussione il suo potere.

disemo pur una battaglia contro dei concittadini, per consolidar el proprio poter.

sempre del sito wiki, la croce dell'ordine
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Messaggio da 1382-1918 »

babatriestina ha scritto:Ma vara là come solo due punte su un bassorilievo, appena visibili, porti a scoprir tanta roba!!
Infatti! :wink:


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Messaggio da Sofonisba »

Grazie per la bella immagine della statua di Ferdinando III. Questo Granduca, figlio secondogenito del grande Pietro Leopoldo (Leopoldo II Imperatore), fu uno dei più amati Granduchi di Toscana. Fu quello che si trovò ad affrontare la tempesta napoleonica, subì un lungo esilio in Germania, e venne restaurato nel 1814. Morì relativamente giovane, a soli 53 anni, per causa di servizio, diremmo oggi, visto che contrasse la malaria mentre si occupava dei lavori di bonifica in Val di Chiana.
Bello anche lo stemma Granducale, con le palle dei Medici, dei quali i Lorena e gli Asburgo erano comunque i più vicini parenti, non in quanto discendenti di qualche principessa medicea, ma in quanto gli ultimi Granduchi Medici discendevano da Cristina di Lorena e Maria Maddalena d'Asburgo.
Quanto all'Ordine di Santo Stefano Papa e Martire, è vero che fu soppresso dal Ricasoli (discendente di numerosi Cavalieri di S.Stefano e cavaliere egli stesso), che finse di confonderlo con l'Ordine di S.Stefano ungherese, lo soppresse in quanto ordine straniero e fece incamerare i suoi beni dallo Stato.


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AdlerTS
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Messaggio da AdlerTS »

Interessante l'articolo su http://orbetello.blogolandia.it/2009/07 ... -scorsi-3°

Dai documenti arrivati fino a noi si viene a sapere che i lavoratori, soprattutto, quelli delle campagne, costretti ad esercitare l’arte lontano dalle case, a cielo scoperto, esposti al rigore dell’inverno e al bollore cocente dell’estate, alla pioggia e al vento, coperti di ruvidi e laceri panni, parcamente nutriti di pane il più ordinario, spesso di saggina, segale, orzala, veccie e fave, di pochi legumi e di qualche erbaggio; una leggera tintura di vino, e non sempre, formava per essi la più delicata bevanda con cui spegnere la sete.[...] La maggior parte di questi infelici mercenari erano nutriti dal padrone con pane giogliato, bevevano spesso acqua guasta con aceto rinforzato talvolta con la calcina, erano sollecitati al lavoro a colpi di bastone, senza riposo, dormivano, spesso, a cielo scoperto sul nudo suolo, esposti alle guazze e alle piogge; se cadevano ammalati, come accadeva quasi a tutti, nessuno li assisteva e rimanevano distesi per i campi, mangiati dagli insetti e, se morivano, qualche volta, restavano insepolti o venivano coperti con un mucchio di sassi.
[...] La maggioranza dei braccianti e dei lavoratori in genere, lavorava a giornata, in condizioni spesso ai limiti della sopravvivenza fisica e della semi-schiavitù. Anche per i residenti fissi non lavoranti le condizioni fisiche non erano molto buone, dominate da un ambiente naturale selvaggio e malsano.Nel 1780 fu calcolato da Leonardo Ximenes che la durata media della vita in Maremma era di 19 anni e mezzo e, dice il Salvagnoli, che poco prima della metà dell’ottocento la vita media aveva aumentato la sua durata nel grossetano: era calcolata in 22 anni e mezzo.[...] Qualcosa cominciò a cambiare quando alla guida del Granducato di Toscana arrivò Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena. Quel momento segnò per la Toscana una ripresa di iniziative economiche e di riforme innovatrici in molti campi.
A proposito della Maremma, Pietro Leopoldo scriveva, nei primi anni del suo governo: “La maggior parte dei maremmani si ciba male, mangiano carne, anche selvaggiumi e bestie morte, bevono vino eccessivamente e quando sono malati non vogliono curarsi, essendo nemici dei purganti e vomitivi…che sono appunto i rimedi di cui hanno bisogno. Infatti molti muoiono di mal di petto o di febbri acute e putride, terzane, che poi divengono ostruzioni ed idropisie. E per prova che queste ragioni sono vere, si osserva che le donne, che non si espongono tanto al sole e alle campagne, ci vivono bene, ed i benestanti che possono prendere i loro comodi ci campano molti anni”.In questo periodo furono emanate importanti riforme: - Fu estinto il debito pubblico e restaurate le finanze; - Fu dato inizio ad una politica economica liberista, con provvedimenti tesi ad allentare i vincoli posti alla proprietà, a sopprimere i privilegi feudali e quelli religiosi; - Fu dato inizio ad un primo tentativo di uguaglianza fiscale.

Inoltre, furono valorizzate le autonomie locali e quelle giudiziarie e, per la prima volta al mondo, fu abolita la pena di morte e della tortura e istituito l’indennizzo ai carcerati risultati innocenti perché vittime di errori giudiziari.
Fu soppresso il tribunale dell’Inquisizione.
Ancora molto importante, fu l’emanazione di norme per la libertà di esportazione, immissione e circolazione di tutte le merci e quindi, delle derrate alimentari, fino ad allora prescritte.
Furono soppressi il Magistrato dell’Abbondanza e quello della Grascia, creduti, fino ad allora, erroneamente i veri assicuratori di una abbondanza nello Stato e i moderatori dei prezzi. Questi organismi furono sostituiti dalla Congregazione dell’Annona.
Non ci vollero molti anni per convincersi che la libera concorrenza dei venditori e dei compratori superava, in efficacia, i regolamenti e la vigilanza di qualsiasi magistrato.
Alla donata libertà di esportare, introdurre e far circolare le merci, fu associata l’altra, di venderle e contrattarle in relazione ai prezzi, pesi e misure.
Con queste misure, anche se la vita in Maremma continuò ad essere dura, l’alimentazione delle popolazioni risentì grande miglioramento, in quantità e qualità.


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Messaggio da AdlerTS »

Secondo alcuni l'Arco di Trionfo di Firenze è in pericolo a causa della TAV che dovrebbe passarci prorpio sotto !

(foto Wikipedia)

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Messaggio da Sofonisba »

AdlerTS ha scritto:Secondo alcuni l'Arco di Trionfo di Firenze è in pericolo a causa della TAV che dovrebbe passarci prorpio sotto !

(foto Wikipedia)
E' possibilissimo che sia così. Forse voi triestini - ex sudditi asburgici da molto meno di noi - non potete neppure immaginare di cosa siano capaci gli amministratori toscani e fiorentini! Fiorentini, poi, per modo di dire, visto che ai tempi dell'ultimo Granduca la popolazione di Firenze arrivava a malapena a centomila persone, ed ora risulta quintuplicata. E' una città dove, un tempo, era fiorente l'artigianato, dove si lavorava. Oggi si vive sfruttando il turismo e basta. Tanti veri fiorentini sono costretti ad andare a vivere nell'estrema periferia, o addirittura nei paesi vicini, visto il costo delle case. Nel centro spariscono le librerie, spariscono negozi antichi che mia nonna ricordava di aver sempre visto, e tutto è invaso da fast food, negozi di cenci cinesi (spacciati per vestiti) e negozi di vestiti dei grandi stilisti (venduti a prezzi che solo gente dedita alla rapine in banca potrebbe permettersi di comprare).
Nella casa del centro in cui visse mio padre da bambino, un pianterreno ora diviso e trasformato in negozi, c'è una drogheria malese. Chi l'avrebbe detto a mio padre, all'epoca appassionato lettore dei libri di Emilio Salgari, che in un tempo non troppo lontano avrebbe avuto i tigrotti della Malesia in salotto!
Altro che arco dei Lorena! Questa gente sarebbe capacissima di trasformare la cattedrale di Santa Maria del Fiore in un parcheggio coperto!


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