"terga"...perdio intendo "targa"...mannaggia alla mancanza di edit...Kyeldor ha scritto:Non lo so, ma penso di poter dire che nei territori degli ex ducati di Parma e Modena vengano tuttora ricordati con rispetto gli Asburgo...mi sembra a Carpi, in occasione dell'ottenimento del titolo di "città" ridatogli da Pertini, sulla terga venne ricordato il precedente rago ricevuto dagli Asburgo....per non parlare della pulizia dei luoghi e della cordialità ed educazione della gente che ho incontrato...roba che a Trieste ormai è solo un ricordo....
indoveeeee??????Kyeldor ha scritto:[...]sulla terga[...]
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Come il povero nostro Franz, che durante la vita concesse centinaia di udienze e si dice che fino all'ultimo fosse in grado di discernere volti e raccontiSofonisba ha scritto: e fino all'ultimo stupiva i visitatori italiani ricordando perfettamente tutto di Modena e dei suoi abitanti.
Il conte di Bombelles terzo marito di Maria Luigia fu il fratello di quel conte Bombelles che fu tra gli insegnanti del giovanissimo Francesco Giuseppe. C'era anche un terzo fratello, diplomatico al servizio dell'Austria.babatriestina ha scritto:Una nota di curiosità: il terzo marito di Maria Luigia, conte di Bombelles, fu il padre o il nonno di un conte di Bombelles che poi fu a Schoenbrunn come educatore di principi imperiali.
Si, naturalmente. Fu il terzogenito dell'imperatrice Maria Teresa, l'Arciduca Ferdinando, che sposò Maria Beatrice d'Este, unica erede del duca Ercole III e, da parte di madre, erede anche del Ducato di Massa.babatriestina ha scritto:Naturalmente, e i nostri genealogisti confermeranno, Casa d'Este fu una delle grandi Signorie del Rinascimento italiano ( famosa Isabella d'Este) e pure sposò un Estense Renata di Francia, per non parlare di Lucrezia Borgia.., solo negli ultimi anni del Settecento, l'ultima erede di Casa d'Este sposò un rampollo degli Asburgo, dando luogo alla casata Asburgo-Este. Prima, di mitteleuropeo non c'era nulla...
Si, fu il nonno di Zita, il Duca Carlo III, che fu assassinato nel 1853 (o '54, non ricordo a memoria di preciso). Effettivamente è una storia misteriosa. Comunque questo Sovrano si era dimostrato persona di estremo valore (checché ne abbiano detto dopo gli storici filo-risorgimentali). Pensate che introdusse perfino, nella legislazione del suo piccolo Stato, la "giusta causa" per il licenziamento dei lavoratori. Lo fece sicuramente per difendere i contadini che gli erano fedeli dai ricatti dei loro padroni, signorotti liberali, ma è indubbio che si trattò di un atto molto progressista.babatriestina ha scritto:Già che ci siamo, per la dinastia legittima di Parma, non era un ramo degli Asburgo, e nemmeno molto mitteleuropea, se per Mitteleuropa indichiamo paesi di lingua tedesca centroeuropei o più a est.. Il ducato di Parma, dato nel Cinquecento da un Papa Farnese ad un nipote , passò attraverso Elisabetta Farnese alla famiglia di Borbone Spagna, ad uno dei suoi figli. Elisabetta Farnese, seconda moglie del primo re Borbone di Spagna ( un nipote del Re Sole) si diede da fare per sistemare la propria progenitura, e ci riuscì, piazzandone uno a Napoli ed uno a Parma. Uno di questi sposò Maria Amalia, una figlia di Maria Teresa, ma i vincoli matrimoniali principali furono con i Borboni di Napoli, anche con i Savoia.. verso la fine dell'Ottocento si imparentarono con la famiglia reale di Portogallo, è in quella numerosa famiglia che è nata l'imperatrice Zita.
A metà Ottocento c'è una storia per me alquanto misteriosa dell'assassinio di uno di questi duchi di Parma, avevo letto un libro in merito.
Per curiosità, visto che non se ne parla mai, era lui sul trono nel 1848? cosa fece allora? concesse o no una costituzione? se la rimangiò come tanti o la lasciò? rimase a Parma o ne andò via? rientrò acclamato dai sudditi o accompagnato da baionette austriache?Sofonisba ha scritto: Comunque questo Sovrano si era dimostrato persona di estremo valore (checché ne abbiano detto dopo gli storici filo-risorgimentali). Pensate che introdusse perfino, nella legislazione del suo piccolo Stato, la "giusta causa" per il licenziamento dei lavoratori. Lo fece sicuramente per difendere i contadini che gli erano fedeli dai ricatti dei loro padroni, signorotti liberali, ma è indubbio che si trattò di un atto molto progressista.
No, nel 1848 non era ancora sul trono. Era Principe Ereditario. Tentò anzi di partecipare alla guerra contro l'Austria, ma i piemontesi lo arrestarono e lo tennero prigioniero per impedirglielo; in seguito raggiunse la moglie in esilio in Inghilterra. Infatti nel frattempo anche la moglie, M.Luisa di Borbone (figlia del defunto Duca di Berry), era stata costretta dai rivoluzionari a lasciare Parma, pur essendo in stato di avanzata gravidanza. I rivoluzionari non volevano che l'erede nascesse a Parma. Trovò rifugio provvisoriamente a Firenze, dove dette alla luce il figlio Roberto (futuro padre dell'Imperatrice Zita), e da lì proseguì per l'Inghilterra.babatriestina ha scritto:Per curiosità, visto che non se ne parla mai, era lui sul trono nel 1848? cosa fece allora? concesse o no una costituzione? se la rimangiò come tanti o la lasciò? rimase a Parma o ne andò via? rientrò acclamato dai sudditi o accompagnato da baionette austriache?Sofonisba ha scritto: Comunque questo Sovrano si era dimostrato persona di estremo valore (checché ne abbiano detto dopo gli storici filo-risorgimentali). Pensate che introdusse perfino, nella legislazione del suo piccolo Stato, la "giusta causa" per il licenziamento dei lavoratori. Lo fece sicuramente per difendere i contadini che gli erano fedeli dai ricatti dei loro padroni, signorotti liberali, ma è indubbio che si trattò di un atto molto progressista.
francamente, non ricordo di aver letto nulla.. se non altro per capire quanto progressista era..
Quello è un bel libro, l'ho letto anche io. Sull'argomento dei sovrani italiani preunitari è interessante anche il libro (ormai vecchio anche quello) di Antonio Archi, dal titolo "Gli ultimi Asburgo e gli ultimi Borbone in Italia. (1814-1861)".babatriestina ha scritto:Grazie, veramente un personaggio da approfondire.. ecco, queste parti della storia d'Italia ( diciamo un po' "minore" perchè ebbe scarse conseguenze sui successivi avvenimenti) di solito vengono ignorate dai manuali ( o almeno io ne ricordo poco) e invece sarebbero da ricordare, se non altro perchè fanno conoscere meglio l'epoca e l'ambiente.
Il libro che avevo letto era vecchio, anni Trenta
Ferrata G La tragica vicenda di Carlo III, del 1939, trovato come sempre in quella miniera di libri che è la biblioteca del Carli.
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