una piccola poesia dal mio sito personale.

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mauri
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una piccola poesia dal mio sito personale.

Messaggio da mauri »

Trieste, un concetto.

Solo poche parole per la mia città
non cerco struggenti rime,
ricordi dei sacri affetti o matematiche stime,
Trieste non è un punto sulla carta del mondo,
Trieste è un concetto!
Del mio esistere, profondo.


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AdlerTS
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Re: una piccola poesia dal mio sito personale.

Messaggio da AdlerTS »

mauri ha scritto:Trieste è un concetto!
...un logo della mente :P

Piacevole, Mauri.


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mauri
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Messaggio da mauri »

Grazie.
Purtropo no me trovo a scriver poesie in dialeto, le me vien solo che in lingua, e devo anche dir che su Trieste go srito poca roba, CON Trieste un fia de più....Magari ricordandose de un ritorno in treno da Napoli a qua...

La notte blu.

Luce sulla landa innevata,
il fantasma di un treno a vapore sbuffa nella mia fantasia.
Da un vagone una freccia di luce rossastra rivela una lanterna accesa.
Ricordi di film visti da bambino,
solo la musica è sostanzialmente diversa,
la notte no.
La landa non parla russo,
passiamo San Lazzaro e Bologna è un altro ricordo,
uno dei tanti momenti di percorso, di luce prima, ora notturno.
Mille chilometri in treno,
un buon libro e tanta pazienza,
non gridano più il tutti in carrozza si parte,
che a me ricordava la diligenza.
Stendhal indispettito giunse dalle mie parti,
ambasciatore di Francia in una città di mercanti,
scese proprio in diligenza la via Commerciale,
un budello stretto e pericoloso,
una discesa ancor più folle,
per il tiro a sei cavalli e una vettura senza molle.
Ecco perché detestava i nostri primi,
non per la pochezza della mondanità locale,
ma per la tema ferale,
che l’avventuroso arrivo impose.
Io penso e guardo fuori dal finestrino,
righe di luce variopinte solcano il blu della notte,
e sono già paesaggio,
Ferrara in vista e il treno rallenta la corsa,
stazione come tante, poca gente, forse nessuno.
Seguirà Rovigo addormentata dai campi candidi di neve,
Padova un risveglio lieve,
forse Mestre porterà un qualche movimento al convoglio,
notturno ed inerte.
Nelle carrozze blu, passeggeri russare beati,
in cuccette di angusta comodità,
forse svestiti.
La sosta, la manovra, le luci abbaglianti sfumare
nel buio apparente,
l’ultima corsa inizia verso oriente.
Già da un po’ il libro è finito, letto, riposto,
il tempo è spazio in questo viaggio notturno,
potrei scandirne il passaggio a chilometri,
saranno le due più o meno, chilometro ottocento.
Ormai per abbrivio apparente il convoglio,
passa stridendo cittadine silenti,
solo di neve e di ghiaccio ammantate,
Qualche fermata, troppo breve per distogliermi dai pensieri,
e finalmente dal blu della notte congiunto al mare di notte,
intravedo le luci lontane dei miei lidi,
alle tre finalmente tutto è silenzio,
i pochi rimasti ormai giunti come me alla meta,
si inoltrano nel gelo delle pensiline di marmo d’Aurisina.
Un tassista distratto, 10 euro ed è finita.

Mille chilometri,
ed è di nuovo casa.


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Messaggio da AdlerTS »

Mi un periodo go lavorado in veneto e fazevo su e zo col treno: tante volte el ritorno jera speciale proprio perché da Monfalcon in poi el territorio cambia fisionomia, e te se senti a casa.


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