Te son super informada
hehehe, ve ringrazio... e son lusingada... disemo che me piasi sai l'argomento e che lo go studià un pocheto....Sì, gavemo becado una vera esperta in materia
Purtropo no cara Baba, non ghe ne go e credo che no le ghe sia, xe per questo che te go domandà de inviarme le cartine che te ga ti sui tuto "magici" libreti asburgici....perchè sia de cartine che de piantine dela cità e dei dintorni xe asoluta carenza.te ga piante dela trieste trecentesca o epoche simili che no sia varianti de questa? mi finora no le go viste
e 'desso, se no ve tedio tropo provo a contarve qualcossa de Servolo.... ah, fazo una premessa, cussì magari anche voi ve portè avanti col lavor.... el prosimo santo podessi esser SERGIO... ma su de lui le informazioni che vadi un pocheto oltre el dato legendario le xe completamente asenti.... intanto provè a zercar... mi ve conto de Servolo...uno ala volta per carità ( diseva mia nona!!! )
La prima, più antica attestazione della Passio Servuli ci giunge attraverso un codice cividalese del XII secolo .
I dati interni della narrazione ci inducono a pensare che il testo sia stato composto in un ambiente clericale colto, carattere questo che già è riconosciuto valido per tutto il corpus delle vitae tergestinae .
Rispetto alle Passio degli altri martiri tergestini, quella in esame si differenzia perché ce ne perviene una sola redazione, il che mi appare ancor più strano se si pensa al numero piuttosto rilevante di codici noti che la contengono, ben 16 se ci si limita al medioevo, ed alla circolazione che pare aver avuto dal momento che i suoi testimoni provengono sia dal bacino veneto istriano che dal friuli e dall’Austria. (ndr: questo passo vol dir che el testo dela passio nei 16 codici xe identico!!!...roba più unica che rara)
E' particolarmente significativa la presenza della Passio, in tre leggendari cividalesi , in un passionario aquileiese conservato a Gorizia, in un manoscritto milanese della Biblioteca Braidense e in un codice ambrosiano .
Vi è ancora la Passio di San Servolo nel breviario dell’Archivio Capitolare di Udine e nel manoscritto della Biblioteca Marciana .
La recente scoperta della Passio di Servolo in manoscritti datati al XII secolo, come nel Codice XXIII di Cividale ha portato all’anticipazione della data di redazione che collocava il testo attorno al 1330. (NDR: se pensava quindi a lungo che fussi un invenzione trecentesca, inventada de sana pianta....po' xe sta trovadi testi più veci e se ga riaperto el dibatito sul'atendibilità) .
Più dettagliatamente il codice cividalese si colloca negli anni a cavallo tra 1130 e 1161 e sarebbe stato composto assieme ad una serie di testi ancora presenti a Cividale.
Strettamente legato al più antico codice Cividalese appare anche il Passionario di Gorizia che dovrebbe essere composto nella seconda metà del XIII secolo, in uso in quegli anni nella chiesa di Aquileia, e trasferito a Gorizia nel 1753 in seguito alla soppressione del Patriarcato .
Alla fine del XII la leggenda è conosciuta in Austria come attestano i più antichi documenti del Magnum Legendarium Austiacum che documentano una seconda ondata di materiale agiografico proveniente da Aquileia .
Al XIV secolo risale la documentazione nel Breviario Triestino della Biblioteca Civica .
Molto simile (pressochè identico!) è il testo della Passio Servuli nel più tardo Breviario del Seminario Vecovile. .
Un’altra fonte che contiene l’ufficio di San Servolo, compatrono di Trieste
è un piccolo codice membranaceo conservato nella Collezione Scaramangà .
Nella sua parte più antica il codice presenta una scrittura importante, una minuscola gotica arrotondata, su due colonne di 21 righi ciascuna.
Il codice contiene l’Inno a San Servolo, la Passio in latino, la lettura del Santo Vangelo, ed un salmo.
I primi tre testi paiono scritti dalla stessa mano e costituiscono il nucleo originale, e presentano iniziali ornate e miniate.
M.de Szombathely che nel 1962 ha curato la pubblicazione del codice ritiene la Passio un testo autorevole ed antico, degno di essere messo a confronto con gli altri scritti agiografici.
Tamaro riferisce il codice alla fine del XV secolo, ma la mancanza di figure ed ornati che tradiscano qualche carattere rinascimentale, e che anzi sembrano risentire di un gusto tardo gotico, porterebbe ad anticipare di qualche decennio questa datazione.
Nel XV secolo il testo della passio è documentato anche a Milano, come attesta la sua presenza nel Codice Gerli 26 della Biblioteca Braidense .
Benché assai più tardo vale la pena di ricordare il codice del 1613 fatto comporre da Eufrasia de’Bonomo , badessa delle Benedettine, in lingua italiana e riccamente miniato, conservato all’Archivio Diplomatico, se non altro perché di produzione senza dubbio tergestina.
In seguito all’analisi del testo è possibile fare alcune considerazioni:
Dalla Passio apprendiamo che il martirio del Santo avvenne il 24 maggio 284, mentre era imperatore Numeriano, e ci dice che a Trieste sarebbe stato governatore un certo Iunillus.
Tuttavia non è attestato in altre fonti un praeses con questo nome.
E’ da sottolineare come anche nella Passio in questione compaia il nome di Numeriano come accade forse troppo spesso nelle passiones istriane, tanto da far pensare ad un vero e proprio topos letterario privo di ogni fondamento storico.
Inoltre, nessuna fonte antica dà notizia di eventuali persecuzioni messe in atto dall’imperatore Numeriano, neppure i suoi contemporanei Eusebio e Lattanzio , sebbene sotto il suo regno sarebbero caduti tra gli altri, Germano di Pola, Pelagio di Emona e Massimiliano di Celia .
Non ci è noto il processo che avrebbe portato a questa falsificazione storica. Pare a questo proposito interessante l’ipotesi che il regno sotto cui avvennero realmente le persecuzioni fosse quello di Marco Aurelio Carino (283-283) così come è detto nella Passio dei Fratelli Canzii.
Questo Imperatore sarebbe stato imparentato direttamente con i martiri e questo aspetto avrebbe reso scomoda la sua fama di persecutore che sarebbe stata trasferita sul fratello Numeriano .
Alcuni storici hanno creduto opportuno ipotizzare un errore di trascrizione durante il quale il nome di Numeriano si sarebbe sostituito a quello assonante di Valeriano, noto e feroce persecutore.
Purtroppo la Passio S.Sevuli non ci da alcuna delucidazione né in una né nell’altra direzione.
Tornando all’analisi del testo va sottolineato come per ogni porzione è possibile individuare dei modelli di riferimento: così il prologo presenta Servolo con una figura che si pone a metà strada tra Il monaco eremita ed il martire, secondo tradizionali schemi agiografici.
Per ciò che riguarda la vita del Santo Martire, il modello di riferimento è cristologico: il testo è ricchissimo di citazioni neotestamentarie ed in particolar modo dal Vangelo di Luca .
L’uso delle citazioni neotestamentarie costituisce per la nostra narrazione un reticolo su cui si snoda il racconto ed è un unicum nell’ambito delle Passiones locali, quindi un carattere distintivo nell’ambito del corpus.
Un altro aspetto particolare e distintivo è che, mentre nella maggior parte delle narrazioni agiografiche riferiti a Santi istriani, i miracoli avvengono solitamente durante la prigionia, nella Passio Servuli , i miracoli riguardano tutti il periodo di vita precedente all’arresto, anzi, ne sono la causa.
Anche per i miracoli troviamo rispondenza nel modello evangelico: la guarigione dell’indemoniato si ritrova in Matteo, mentre la guarigione dell’ammalato di febbri ha corrispondenza con il miracolo evangelico della guarigione della suocera di Simone .
Per il terzo miracolo, la guarigione del muratore non ci sono rispondenze testuali.
Per la narrazione del processo il referente torna ed essere il genere agiografico: in linea generale, la nostra passione più che una reale vicinanza alle narrazioni di ambito locale, relative ai martiri tergestini o aquileiesi dimostra una vicinanza con le narrazioni situate cronologicamente sotto Numeriano: Ilario d’Aquileia, Germano da Pola, Pelagio di Emona, Mauro di Parenzo e Massimiliano da Celia.
Va notato inoltre che Servolo è l’unico dei martiri triestini ascritto al regno di Numeriano.