Storia della Slovenia ( libro)

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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

Sono appena arrivata a metà ottocento, ma già all'inizio si pongono alcune premesse generali del libro, su cui avrò un'idea completa alla fine.
Primo punto, nell'Introduzione, l'autore si pone il problema se, visto che la Slovenia è uno stato indipendente dal 1991, abbia senso parlare di storia della Slovenia per il periodo precedente ( è più o meno lo stesso discorso di chi dice che prima del 1861 non esiste storia d'Italia, no?). Evidentemente l'autore ritiene che abbia senso farlo..
Secondo punto, sempre nella Premessa, fa riferimento all'Alpe Adria,ricordando che nel 1978 a Venezia si formò la Comunità di lavoro Alpe Adria, che il libro definisce un concetto retrospettivo, costituita da: Land federali austriaci di Carinzia, Stiria, Salisburgo e Alta Austria, repubbliche federali jugoslave di Slovenia e Croazia, il Friuli- Venezia Giulia italiano e il libero stato di Baviera della Repubblica federale tedesca.
Spiega che tale comunità ha un passato più o meno comune e nei primi capitoli racconta la storia , soprattutto di Carinzia, Stiria, Carniola, Carantania... parlando spesso ( anacronisticamente, ma per far capire che si riferisce alla regione) di Alpe Adria, e lasciandoci nel dubbio se questa Alpe Adria ,Trieste inclusa, in fondo, non sia .. la Slovenia (in versione grande Slovenia ?)
anche nel corso della storia, almeno fino alle discussioni del problema della lingua nell'ottocento, il libro parla di lingua slava, carniolana, windisch ( in tedesco).. e quasi mai di sloveno. anche il termine wendisch a volte lo traduce come slavo e a volte come sloveno.
Interessante il discorso sul rapporto con gli Illiristi, ma aspetto di proseguire per parlarne in maniera completa, perchè immagino che il discorso vada seguito almeno fino alla costituzione del regno di Jugoslavia.
interessante la frase riportada di Janez Trdina: Non ci sentivamo nè tedeschi nè sloveni , perchè fino al 1848 assolutamente nessuno si preoccupava della nazionalità


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Messaggio da babatriestina »

dop averlo finito, devo dire che mi è sembrato abbastanza chiaro e completo. Un capitolo è dedicato agli intellettuali lubianesi dei metà Ottocento, in particolare ancor prima al circolo di Ziga Zois, interessante per noi, perchè era nato a Trieste. Interessante pure per l'origine: il padre di Ziga ( Sigismondo) era un Michelangelo Zois di Bergamo, che acquistò terreni in quel di Lubiana: sempre per il cosmopolitismo originario, Ziga era nato a Trieste nel 1747, aveva studiato a Venezia aveva composto in gioventù poesie in italiano, per finire un erudito direi alla Gian Rinaldo Carli e a tenere un circolo culturale a Lubiana a cavallo del secolo.
Poi il libro descrive il crescere delle dispute nazionali nella seconda metà dell'Ottocento , vi riferirò con calma le baruffe lubianesi fra i gruppi nazionalisti, altro che l'armonia fra popoli del mito asburgico per cui le baruffe arrivarono solo con il dopoguerra!
interessante anche le lamentele della Slovenia per i territori non annessi, un sorta di irredentismo relativo alla Slavia veneta, Trieste e Gorizia e la Carinzia meridionale ( Klagenfurt e dintorni), - riporterò i passi precisi- poi la descrizione della Slovenia nella Jugoslavia-regno, i problemi della seconda guerra dal 1941 in poi, l'inquadramento delle foibe in un movimento molto più ampio ( eliminazione della stessa borghesia slovena per instaurare la nova società) , le lotte al confine austriaco nei due dopoguerra, un capitolo sulla Slovenia nella Repubblica di Tito, per finire con la nuova Repubblica, le sue luci e le sue ombre.
L'autore è tedesco e vede forse soprattutto i rapporti del confine settentrionale dell Slovenia, più che quelli occidentali con Trieste che interessano a noi. Alla fine, un commento e qualche suggerimento del prof Pirjevec , sloveno triestino, mi lascia nel dubbio: meglio , per una storia di un paese, un autore locale, per la sua maggior conoscenza, o uno esterno, per il suo minor coinvolgimento e la sua possibile maggior equidistanza?


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Messaggio da babatriestina »

serlilian ha scritto:
AdlerTS ha scritto:A proposito della diversità culturale tra sloveni e croati, devo aver letto, perdoneme ma non me ricordo dove, che dopo el ribalton del 1918 i primi non jera tutti molto convinti de appartener al gruppo cosidetto "degli slavi del sud", e infatti dovessi esser stado un referendum nel 1921 per decider le sorti dela Carinzia,
Il referendum si è tenuto il 10 ottobre 1920 e viene ancora celebrato, ogni 4 anni, a Klagenfurt, con una grande festa e una sfilata di gruppi in costume e in divise d'epoca.
allora, sempre del libro, che me xe stado fatto notar che no go scritto el nome del autor, Joachin Hoesler, tedesco, xe qualche premessa al referendum e alla scelta de unirse. Per cominciar, xe de tegnir presente che all'uscita della prima guerra mondial i tre gruppi Sloveni, Croati e Serbi ( Bosniaci, Kosovari, altri no vien ciolti in considerazion, in quel momento..) se trovava politicamente in situazioni diferenti: la Serbia iera la nazion aggredida dela prima guerra, dela parte dei vincitori e quindi se spetava de ricever qualcossa in cambio dele soferenze soportade in guerra: i do gruppi de Sloveni e Croati iera in una posizion ben diversa, perchè per bona parte dela guerra, per no dir fin al ultimo mese, i gaveva combattuto lealmente e fedelmente dela parte de l'Austria Ungheria, cioè de un dei Paesi sconfiti dela guerra: solo el cavarse fora un pochi de giorni prima della guerra ghe ga evitado de trovarse messi coi vinti. L'union coi Serbi vincitori ghe dava un peso politico maggior...
parole del libro ( p 154) :
Dal punto di vista nazionale sloveno e croato la fondazione del nuovo regno era motivata anzitutto dalla speranza di porre fine all'avanzata italiana, di rivedere il Patto di Londra e di ottenere un riconoscimento internazionale. Si trattò di un vero e proprio atto di fuga dall'ingrata monarchia asburgica e dallo schieramento degli sconfitti, per passare dalla parte della Serbia vincitrice.

A questo punto, anche sul confin a nord i soliti vincitori alla Wilson cerca le linee etniche, più o meno intorno a Radkersburg, con l'enclave tedesca de Marburg/Maribor, che guarda caso più o meno coincideva con un confin geografico alle Alpi, un certo ex maggior imperialregio Rudolf Maister o Meister ( a seconda della grafia preferita) za prima del armistizio ga cominciado a avanzar in Stiria inferior per occuparla a favor del novo Stato.
( pag 155)
Il 27 gennaio 1919, durante un colloquio di Miles ( un american NdR) con Maister nel municipio di Maribor, alcuni dimostranti uccisero con un colpo d'arma da fuoco un ufficiale slavo meridionale; le truppe jugoslave reagirono aprendo il fuoco senza averne ricevuto l'ordine, uccidendo otto persone e ferendone venti. Gruppi armati di volontari stiriani colsero l'occasione per combattere di proprio pugno e strappare agli jugoslavi le porzioni di territorio conquistate,
Nella Carinzia meridionale Maister ga conquistado Voelkermarkt e Klagenfurt, che però i ga dovudo lassar per le proteste dei carinziani e die alleati. Comuqnue i trattava e i rappresentanti dle regno dei Serbi-Croati-Sloveni domandava: Val Canale, valle del Gail, bacino de Klagenfurt fin Villaco e Valle del Lavant e nel frattempo i occupava e riporto "la popolazione soffrì a causa delle violenze da ambo le parti".
a questo punto la conferenza de pace ( mi credevo a Versailles invece i dis a S Germain) ga proposto un plebiscito, diviso in due zone: la zona A vicina al confin ( Drava, Rosegg, Ferlach.) e una zona B più interna vizin Klagenfurt.
El plebiscito xe stado el 10 ottobre 1920 nella zona A percentuali de votanti 96% dei aventi diritto, 59% dei votanti a favor de l'Austria e meno del 41 % per Regno dei Serbi, Croati, Sloveni.
Visto el risultato, la zona B no ga gnanche votado.
dal libro:
Che cosa aveva fatto decidere a favore dell'Austria? le avanzate militari delle truppe del regno serbo-croato-sloveno, le conseguenti violenze nei confronti della popolazione civile, i licenziamenti e le espropriazioni avevano suscitato più ripulsa che simpatia.


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Messaggio da serlilian »

Mi savevo de Saint Germain perchè xe stà con quel trattato che xe stada smembrada la flotta a.u.. Le navi de guera xe stade assegnade ai vari Paesi vincitori e, per la magior parte, le xe stade demolide.


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[size=75][i]"Quando comincia una guerra, la prima vittima è la Verità.
Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
quelle dei vincitori, diventano Storia."
(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
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Messaggio da 1382-1918 »

babatriestina ha scritto:Primo punto, nell'Introduzione, l'autore si pone il problema se, visto che la Slovenia è uno stato indipendente dal 1991, abbia senso parlare di storia della Slovenia per il periodo precedente ( è più o meno lo stesso discorso di chi dice che prima del 1861 non esiste storia d'Italia, no?). Evidentemente l'autore ritiene che abbia senso farlo..
C'è una differenza di base tra i due, in quanto l'Italia esisteva già come entità geografica da molto tempo, e gli Italiani prendono il nome da essa, per cui si può parlare tranquillamente di storia d'Italia anche quando non esisteva uno Stato con tale nome, mentre per gli Sloveni è proprio il contrario, è la Slovenia a nascere come terra degli Sloveni.
Secondo me si può parlare di Slovenia solo dal 1918 in poi, ma è ovvio che un libro che tratti della storia della Slovenia, in generale, non può certo tralasciare ciò che è successo prima nei territori facenti parte della Slovenia, la quale andrebbe comunque intesa nel suo concetto più ampio, e quindi come terra abitata da Sloveni, e non solo come il solo territorio della Repubblica che porta tale nome, e proprio per il fatto che ci si riferisce ad un nome nazionale e non ad uno prettamente geografico.


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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

sempre dal libro: sport ottocentesco e nazionalità:

1863 anno sportivo, in Italia viene fondato il Club Alpino Italiano, a trieste la Ginnastica Triestina e a Lubiana sorgono " in cameratesca competizione" la Laibacher Turnverein, ossia l'Associazione della ginnastica lubianese e la Južni Sokol ossia il falco del Sud rivolto agli atleti sloveni.
Anno 1867 ( siamo un anno dopo il Compromesso), riporto p 127
Alcuni sokolisti in stato di ebbrezza si erano azzuffati nottetempo con membri dell'Associazione della ginnastica lubianese. Il sindaco Etbin Henrik Costa, che dal 1863 aveva assunto la direzione del neofondato Juzni Sokol, mentre rincasava si era imbattuto nella gazzarra. chiamò in aiuto non i gendarmi, bensì altri sokolisti che a loro volta intervennero vigorosamente nello scontro. A causa della presenza di testimoni e del comportamento scorretto del sindaco, l'episodio assunse un rilievo politico , fu perseguito penalmente ed esecrato dalla fazione germanofila.

Nel maggio 1868: alcuni ginnasti festeggiarono in modo esuberante la vittoria elettorale dei "tedeschi" con un'escursione in campagna, e sulla via del ritorno finirono con l'impegnarsi in una rissa con alcuni giovani contadini che li avevano attesi armati di bastoni: così un nuovo scandalo occupò per mesi le colonne dei giornali.

Non era del 1868 il primo scontro a Trieste ai Volti di Chiozza?

fra il 1868 e il 1871 i giovani sloveni organizzarono, secondo il modello del movimento nazionale ceco, diciotto riunioni nazionalistiche all'aperto con carattere di feste popolari: i cosiddetti tabor

a quello del 17 maggio 1869 un oratore esclamò: Daijte nam Slovenja! ( dateci la Slovenia)
e Il 23 maggio 1869 ancora scontri fra ginnasti e sokolisti , con la morte di Jakob Rode, giovane contadino pugnalato a morte. Le richieste andavano dalla lingua slovena nella scuola e nell'amministrazione, un Regno di Slovenia con proprio parlamento, l'università slovena a Lubiana e proteste contro la germanizzazione a nord e l'italianizzazione a ovest.

Nel 1870 a Lubiana si svolse invece un congresso slavo meridionale Jugoslovanski kongres) con rappresentanti della Serbia, Dalmazia, Croazia e Carniola.

In risposta all'attività della Deutscher Schulverein, l'associazione scolastica tedesca, il movimento nazionale sloveno fondò nel 1885 l'associazione Cirillo e Metodio ( Ciril.Metodovna družba) per la costituzione di scuole private slovene: i massimi successi l'associazione li conseguì a Trieste.

Nel 1886 la posa di una lapide in memoria del conte Anastasius Gruen, alias Anton Alexander von Auersperg, bilingue e amico di Preseren presentandolo come poeta tedesco. la provocazione portò a imbrattamenti della alpide con dimostrazioni e controdimostrazioni fino al 1887. la lapide non esiste più, era sul muro del convento dei cavalieri teutonici, in quella che ora è la Piazza della rivoluzione francese. La lapide venne tolta dal nuovo governo nel 1919.

Nel 1908 l'ass Cirillo e Metodio scelse di fare la propria assemblea a Ptuj per rimarcare che la città sorgeva " su suolo sloveno". I nazionalisti tedeschi presero d'assalto la riunione e picchiarono i partecipanti, pochi giorni dopo i dimostranti nazionalisti sloveni si presero una rivincita infrangendo i vetri delle "case tedesche" a Lubiana e cancellando le scritte in lingua tedesca. L'esercito, chiamato ad arginare i tumulti, uccise udue giovani facinorosi e ne ferì alcuni altri.


Secondo il censimento del 1880, il tedesco era la lingua d'uso del 21% della popolazione di Lubiana [..] a partire dal 1882, dopo che le forze sloveno-nazionali ebbero conquistato la maggioranza al consiglio muncipale e d espresso un loro sindaco, lo sloveno diventò la lingua ufficiale dell'amministrazione municipale. In seguito, nonostante l'opposizione della fazione tedesca-nazionali vennero assegnati alle vie e piazze nomi sloveni : Laibach diventava Ljubljana..
nel 1885 un violento terremoto provocò gravi danni agli edifici della città e nella ricostruzione comparvero gli edifici liberty e altri caratteristici dell'aspetto attuale, anche se per altri si dovrà attendere l'opera di Plečnik fra le due guerre.

NB in centro di Lubiana c'erano una scultura in memoria di Radetzky e una targa in memoria del giubileo dei 60 anni di regno di Francesco Giuseppe. entrambe vennero tolte dopo la prima guerra mondiale.

Ho riportato alcuni episodi ottocenteschi perchè mi sembrano abbastanza simili, o speculari, se volete, a quanto accadeva nello stesso tempo a Trieste


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... e mi te go messo le pipe dove te le ga richieste :wink:


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Messaggio da babatriestina »

AdlerTS ha scritto:... e mi te go messo le pipe dove te le ga richieste :wink:
grazie! :-D

me sa che doverò riportar anche un toco del capitolo dove che i parla dele discussioni de come scriver el sloven...


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Messaggio da babatriestina »

Sempre del libro, el capitolo sulla lingua fra la fin del settecento e el ottocento xe spesso trattado, no ve fazzo el elenco de tutti i autori perchè forsi no ve disi molto i nomi, ma riassumendo ai tempi de Maria teresa e Giuseppe II le richieste de scole slovene no gaveva molto successo perchè el loro scopo iera unificar in tedesco i propri stati, comunque nel 1768 vien fora una prima grammatica slovena ( Kraynska grammatika), con prefazion in tedesco; a questa se ga contrapposto nel 1777 una Grammatica slava ( Windische Sprachlehre) che nel introduzion fazeva notar l'affinità de tutti i slavi e "il fatto che la popolazione slava deteneva la maggioranza demografica in Austria" . (me domando esattamente che Austria i intendi. i domini asburgici?), sarà questa grammatica a definir i sei casi : nominativo, genitivo, dativo, accusatico, locativo e strumentale: per lui se parla della lingua slava ( windisch) della carinzia meridional.
Anton Tomaž Linhart nel 1788 scrivave un Saggio sulla storia della Carniola in cui el "contestava la tesi illirista secondo cui gli slavi erano la popolazione originaria dell'europa sudorientale, rammentando la migrazione slava del Vi secolo e ravvisando negli skipatari o albansi i più antichi abitanti.[..] sottolineando l'importanza della popolazione slava della monarchia asburgica che, al pari dell'impero russo, doveva essere ritenuto uno stato slavo. Così facendo Linhart fu uno dei primi a fondare quell'austroslavismo che sarebbe rimasto un tratto caratteristico del movimento nazionale sloveno fino agli ultimi mesi della Prima guerra mondiale". Introdusse il concetto di Slovenzi con cui definire i Winden della Carinzia meridionale.
Ai tempi di Napoleone, Vodnik cantò gli Slovenci come discendenti degli antichi illiri , il che come abbiamo visto, era falso, ma faceva parte dell'ideologia del movimento illirista di allora.
Sempre all'inizio dell'800, Kopitar sosteneva dal punto di vista linguistico , non etnico, la distinzione di uno slavo "pannonico" da distinguere da uno "slovenoserbo o illirico stocavo serbocroato in Istria, Dalmazia, Croazia Militare, Bosnia e Serbia ( e qua comincio a confondermi... ma cossa resta fora??), Suggerì pure ( tesi poi confutata) che lo slavo ecclesiastico di Cirillo e Metodio derivasse dallo slavo di Carantania ;
Ai tempi di Napoleone la lingua di amministrazione doveva essere il francese, e a livello locale tedesco e e italiano. però nelle scuole elementari andava insegnato l'"illirico" e ci fu un po' di difficoltà a far capire ai francesi che l'"illirico" della Carniola ( lingua slovenzica) non era il medesimo illirico della Croazia e Dalmazia,
Le discussioni sull'alfabeto da usare:
fra il 1824 e il 1834 si usava la codifica Dajncica ( dello studioso Dajnko), poi vi era una ortografia tradizionale di Bohoric, ma nel frattempo nel 1839 Ljudevit Gaj ( del gruppo degli illiristi di Zagabria)propose una scrittura puramente latina, che avrebbe dovuto unificare tutte le lingue slave; Preseren dal 1840 utilizzò la gajica.
Nb per chi sa queste cose, la lingua della Carniola e Stiria era kajkavo-ekavo, mentre quella derivata dal croato di Dubrovnik era stokavo-ikavo.

Non credo ci capirete molto, come non ci ho capito io, ma quello che mi sembra di poter desumere è che fra la fine del settecento e i primi decenni dell'ottocento, almeno fino all'opera di Preseren, il problema della lingua e della sua scrittura era quantomeno decisamente aperto e le ortografie potevano variare di molto.


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Messaggio da babatriestina »

i colori della bandiera

Nel 1836 un editto imperiale attribuì i colori bianco-rosso.blu allo stemma della Carniola.
Nel 1848, rifacendosi a questi colori, la guardia Nazionale di Lubiana li attribuì alle proprie uniformi, ma... nella seduta successiva la proposte venne ritirata perchè i medesimi colori erano i colori nazionali croati!! :-D :-D :-D
scoprirono un antico documento cel 1463 che attribuiva ai ceti della Carniola oro, rosso e blu.
Discussioni a profusione a favore dell'uno o dell'altro tricolore, fu il ministero degli Interni austriaco nel 48 che impose il biancorossoblu.


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Messaggio da babatriestina »

( ps: vi domanderete perchè non metto tutto questo in "libri": è che preferisco nei libri parlare solo di libri scritti a o su Trieste, e qui Trieste non è il soggetto principale, anche se viene spesso evocata)
La questione dei confini.
Questa si fa più scottante, per cui riferisco senza eccessivi commenti:

1866, al termine della guerra, in seguito ad accordo segreto fra Austria e Napoleone III stipulato prima della guerra, in cui per tenerlo fuori dal conflitto l'Austria si impegnava a cedere il Veneto all'Italia anche in caso di vittoria, il Veneto viene ceduto all'italia
"in una prospettiva nazionale slovena, la perdita degli "sloveni veneziani" ( Beneski Slovenci) fu un duro colpo, che non fu più possibile dimenticare "

Il 29 ottobre 1918, Il Consiglio nazionale annunciava la nascita dello Stato degli sloveni, dei croati e dei serbi ( Drzava Slovencev, Hrvatov in Srbov) [..]( p153) Lo Stato degli sloveni, dei croati e dei serbi rivendicava la sovranità sulla Carinzia meridionale, la Stiria inferiore, la Carniola, Trieste, Gorizia, l'Istria, la Croazia-Slavonia, la Bosnia Erzegovina e la Dalmazia. esso venne riconosciuto de facto dal governo austriaco ..

NB il 24-25 novembre 1918 lo Stato degli sloveni, croati e serbi si unì con la Serbia e il 1 dicembre venne proclamato a Belgrado il regno dei serbi, croati e sloveni Kraljevina Srbov, Hrvatov in slovencev . ( gli sloveni perdono il primo posto nell'ordine dei nomi a favore della Serbia)

Sempre per i confini, al termine della seconda guerra ( p 198) riporto:
( per i problemi con la Carinzia e l'Austria, ne ho parlato a proposito del referendum, almeno per la I guerra)
Nemmeno le ambizioni sloveno-nazionali di riacquistare Trieste e la maggior parte possibile del Litorale ( per quanto i partigiani sloveni avessero combattuto serbando la memoria della riduzione territoriale del 1866 e della perdita della Beneska Slovenija!) avevano reali prospettive di concretizzarsi. entro il 3 maggio 1945 Trieste, liberata dal comitato nazionale di liberazione triestino, era stata occupata dalle unità del IX Corpo d'armata dell'esercito jugoslavo mentre le truppe tedesche ei collaborazionisiti si erano dati alla fuga. L'esercito jugoslavo prese possesso della città e dell'entroterra rivendicato da parte slovena. Anche in questa occasione, però, il tentativo di creare un fatto compiuto fallì: il 16 maggio ( SIC) 1945 le truppe jugoslave dovettero ritirarsi oltre l'Isonzo (SIC).
Mi domando il significato del termine "riacquistare" relativo a Trieste e segnalo l'errore materiale sulla data ( 16 maggio e non 10 giugno) del ritiro e non capisco perchè oltre l'Isonzo: lapsus perchè la Slovenia rivendicava il confine etnico all'Isonzo?

pa199: dal punto di vista sloveno-nazionale la definizione dei confini con la Carinzia e con Trieste è stata una delle prime, cocenti delusioni della nuova Jugoslavia


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Messaggio da AdlerTS »

Da qualche parte però go letto che l'esercito de Tito ga fato vittime anche tra i sloveni ed i croati delle ns. parti.

Per la bandiera, alla fin fine molti paesi slavi xe accumunadi dal bianco rosso blu (la russia su tutti).


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Messaggio da babatriestina »

AdlerTS ha scritto:Da qualche parte però go letto che l'esercito de Tito ga fato vittime anche tra i sloveni ed i croati delle ns. parti.
questo xe el ultimo capitolo che volevo contarve, ma le sanguinose rese dei conti dopo la seconda guerra mondial xe stade no solo sui nostri confini. Gavevo za letto qualcossa sul libro su Serbi, Croati e Sloveni de Pirjevec del Mulino, ma in questo libro xe ben spiegado.


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Messaggio da babatriestina »

Per la Resistenza partigiana slovena del Fronte di liberazione (Osvobodilna fronta OF), creada nel 1941, creada dopo l'invasion nazista dell'Union Sovietica. el libro ghe ne parla a lungo. Xe de notar che un terzo della Slovenia iera occupado de l'Italia, e i altri due terzi (a nord) dela Germania, Germania che fin al 22 giugno 1942 iera alleada dell'Unione Sovietica.. ve sparagno el elenco dei orori durante la guera, perchè li savemo ormai. Ricordemo solo che se gaveva formado un gruppo de Difesa territoriale slovena ( Slovesnko Domobranstvo) i cosiddetti Domobranci che, forsi cercando de salvar el salvabile , collaborava coi tedeschi.
Xe de notar, che per mi xe novo, che za durante la guerra a Lubiana l'OF ga fatto attentati no solo contro i occupatori, ma anche contro esponenti borghesi locali. Riporto:
Il 20 febbraio 1942 venne ucciso sulla pubblica via Avgust Praprotnik, presidente dell'unione degli industriali. Il 18 marzo fu la volta del presidente degli accademici cattolici, Jaroslav Kikelj. Il docente universitario Lambert Ehrlich cadde vittima del Vos mentre rincasava dopo la messa..
Una zona particolarmente sfruttata dai partigiani era la zona della Kocevje, sede di un'enclave tedesca ormai abbandonata.
Nel maggio 1945 " il maresciallo Tito proclamò a Lubiana l'inizio della resa dei conti con i "traditori"."
Il simbolo dela rappresaglia fu il "dramma di Viktring". Il 15 maggio 1945, dopo le ultime battaglie, le truppe britanniche tenevano prigioniere a Viktring, presso Klagenfurt, oltre 70 mila persone, tra le quali circa 11 mila domobranci, seicento civili della Slovenia e numerosi avversari di Tito, croati e serbi, che sin dall'inizio di maggio erano scappati anord coi tedeschi. Una settimana dopo i vertici britannici decisero di consegnare alle truppe titine i prigionieri di guerra di nazionalità jugoslava. [--]Le unità paramilitari dei partigiani sloveni e jugoslavi sterminarono senza processo tutti i domobranci e combattenti croati consegnati dagli inglesi, tranne i minorenni e coloro che riuscirono a fuggire. Circa 30mila croati e 13-18 mila domobranci ( alcuni catturati altrove) scomparvero per la maggior parte nelle foibe e nelle doline del Kocevski rog, che per questo motivo rimase zona vietata fino al 1990. Molte fucilazioni di massa avvennero anche nella Stiria inferiore, dove durante la costruzione dell'autostrada Lubiana- Maribor, negli anni noventa del XX secolo, furono rinvenute a più riprese diverse fosse comuni.

recentemente l'istituto sloveno di storia contemporanea ha calcolato che furono circa 90mila i cittadini sloveni che persero la vita o furono costretti all'esilio tra l'aprile del 1941 e il febbraio del 1946: 40mila a causa della guerra e dell'occupazione e 50mila a causa della resa dei conti interna alla Slovenia dopo la fine del conflitto

( a mi sti numeri me dà i brividi, devo dir.. che orori, spero che no se ripeti mai più!!)

El libro, po verso la fin, parlando della Slovenia attual, fa cenno al problema della "rielaborazione del passato" de cui riporto solo la prima frase: Il trauma che la Slovenia deve rielaborare non riguarda la Jugoslavia, bensì la seconda guerra mondiale, o più precisamente la resistenza, il collaborazionismo e le stragi perpetrate dopo la fine della guerra.
aggiungo un commento del autor alla fin de questo capitolo:
Si deve pertanto ricordare che l'"unità nazionale" è una mistificazione illusoria, alimentata da intellettuali e politici. Una società democratica e pluralistica non può e non deve diventare un "noi"


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Messaggio da 1382-1918 »

babatriestina ha scritto:Mi domando il significato del termine "riacquistare" relativo a Trieste e segnalo l'errore materiale sulla data ( 16 maggio e non 10 giugno) del ritiro e non capisco perchè oltre l'Isonzo: lapsus perchè la Slovenia rivendicava il confine etnico all'Isonzo?
Riacquistare, credo nel senso che Trieste fino al 1918 aveva comunque fatto parte dello stesso Stato che conteneva le terre slovene e dove gli Sloveni erano una delle nazionalità costituenti, mentre dopo non più.
Non mi viene in mente nient'altro che sia calzante.

La data esatta dovrebbe essere il 12 giugno, a seguito degli accordi di Belgrado del 9 giugno. Oltre l'Isonzo? Non capisco neanche io, non venne mai superato quel fiume. Per quanto riguarda le rivendicazioni, non erano ufficiali della "Slovenia", ma solo di alcuni jugoslavi più oltranzisti, in realtà dagli Sloveni veniva rivendicato più frequentemente il confine sul Timavo.


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Messaggio da babatriestina »

1382-1918 ha scritto: Riacquistare, credo nel senso che Trieste fino al 1918 aveva comunque fatto parte dello stesso Stato che conteneva le terre slovene e dove gli Sloveni erano una delle nazionalità costituenti, mentre dopo non più.
sì la interpreto anch'io in questo senso, ma in filigrana ci sento sotto come una venatura di irredentismo sloveno
1382-1918 ha scritto: Per quanto riguarda le rivendicazioni, non erano ufficiali della "Slovenia", ma solo di alcuni jugoslavi più oltranzisti, in realtà dagli Sloveni veniva rivendicato più frequentemente il confine sul Timavo.
La Slovenia in sè non era un ente ufficiale prima della costituzione sia dello Stato federale nella Jugoslavia sia ancor più come Stato autonomo e non ha mai espresso rivendicazioni esplicite del genere. Le rivendicazioni a volte erano jugoslave ( discorsi di Tito nel primo dopoguerra) e prima, e mi riferisco a prima ancora della costituzione del regno di Jugoslavia, non saprei se di singoli jugoslavi oltranzisti o piuttosto da diverse dichiarazioni ufficiali di movimenti nazionali, a volte sloveni, a volte croati, a volte sostenitori dell'unione degli slavi del sud; io comunque ho solo riportato alcuni passi del libro.


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Messaggio da babatriestina »

Dimenticavo, ormai ho restituito il libro ( così potete prenderlo a prestito alla Civica :-D ) ma riportava la storia , a metà dell'Ottocento, della carta dei luoghi e regioni sloveni Zemljovid Slovenske dežele in pokrajin di Kozler
che venne per anni osteggiata dalle autorità austroungariche per aver messo i nomi sloveni anche nei luoghi in cui erano ufficialmente tedeschi:
ne trovate una descrizione solo in inglese ( e se volete, anche in sloveno)
a
http://en.wikipedia.org/wiki/Peter_Kozler
in particolare potete vedere la carta dei "Paesi sloveni" secondo Kozler
Immagine
Se andate alla pagina wiki, la potete vedere anche più in grande..


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Messaggio da AdlerTS »

Curioso che i scrivi Terst e non Trst :roll:


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Messaggio da babatriestina »

AdlerTS ha scritto:Curioso che i scrivi Terst e non Trst :roll:
Me ga colpido anche mi, evidentemente che i scrivi in un modo o nell'altro, la pronuncia me par abastanza simile, e confermassi quel che scrivevo nel post sula lingua, che mentre come lingua parlada la iera ormai ben ciara e definida , a metà ottocento i se stava ancora metendo d'accordo su una scrittura standard, almeno de come che go capido mi.


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Messaggio da AdlerTS »

Oggi Terst xe in Ceco.


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