Stili nell'architettura triestina
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Per finire con lo stile anni Trenta, resta un edificio che a mio modesto parere fa un po' da ponte fra l'architettura razionale classicheggiante littoria e lo stile razionale degli anni 50, ed è l'Università nuova.
Da una parte è sulla collina, come una cittadella del sapere, ed echeggia, come scrivevo in altro post, l'altare di Pergamo (ora nel museo di Berlino) per altri vuol riecheggiare il propileo romano di san Giusto...
un dettaglio di una foto aerea di una cartolina ( collezione mia)
certo, lo stile è ancora quello e in fondo non è tanto dissimile da un porticato dell'Università romana
( foto ricavata da Wikipedia)
in più, sappiamo tutti che i due bassorilievi ai due lati aggettanti sono di pieno stile littorio ed uno dei personaggi di quello a destra, a cavallo, è considerato un ritratto di Mussolini , non per niente negli anni '70 gli avevano dipinto di rosso la testa ( e così si notava ancor più), però.. guardiamola di fianco
Da una parte è sulla collina, come una cittadella del sapere, ed echeggia, come scrivevo in altro post, l'altare di Pergamo (ora nel museo di Berlino) per altri vuol riecheggiare il propileo romano di san Giusto...
un dettaglio di una foto aerea di una cartolina ( collezione mia)
certo, lo stile è ancora quello e in fondo non è tanto dissimile da un porticato dell'Università romana
( foto ricavata da Wikipedia)
in più, sappiamo tutti che i due bassorilievi ai due lati aggettanti sono di pieno stile littorio ed uno dei personaggi di quello a destra, a cavallo, è considerato un ritratto di Mussolini , non per niente negli anni '70 gli avevano dipinto di rosso la testa ( e così si notava ancor più), però.. guardiamola di fianco
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e adesso guardiamo per esempio l'ospedale di san Luigi in via Farneto:
non c'è più la pietra bianca , ma l'edificio a forma di parallelepipedo squadrato, con finestre e aperture rettangolari non è poi tanto dissimile!
guardiamo poi il palazzo degli Anagrafi di fronte a s Maria Maggiore, che ricordo che al tempo della sua costruzione trovò parecchie critiche per il suo incombere su Palazzo Costanzi adiacente:
Lo stile razionale dell'epoca elimina tutte le decorazioni per privilegiare le semplici linee diritte, al ripetizione e grazie al cemento armati le grandi finestre vetrate, come nel palazzo della RAI in via Fabio severo:
( nel ventennio ci sono stati anche cambiamenti nella viabilità, costruzioni di quartieri popolari, ma il discorso qui vuol ricordare soli gli stili come si susseguono a Trieste)
non c'è più la pietra bianca , ma l'edificio a forma di parallelepipedo squadrato, con finestre e aperture rettangolari non è poi tanto dissimile!
guardiamo poi il palazzo degli Anagrafi di fronte a s Maria Maggiore, che ricordo che al tempo della sua costruzione trovò parecchie critiche per il suo incombere su Palazzo Costanzi adiacente:
Lo stile razionale dell'epoca elimina tutte le decorazioni per privilegiare le semplici linee diritte, al ripetizione e grazie al cemento armati le grandi finestre vetrate, come nel palazzo della RAI in via Fabio severo:
( nel ventennio ci sono stati anche cambiamenti nella viabilità, costruzioni di quartieri popolari, ma il discorso qui vuol ricordare soli gli stili come si susseguono a Trieste)
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prima di addentrarci negli anni Cinquanta e successivi, ancora qualche immagine degli edifici di abitazioni civili anni trenta, zona Coroneo-Fabio Severo:
un'altra immagine ( l'altra è in Case d'angolo) della casa Fanna Widmer di Pagano Pogatschnig
con la curiosa scelta dei balconi sul lato "sbieco"
ed alcune immagini di un atrio interno, di un condominio in via Coroneo, che mostrano bene lo stile Anni Trenta, tipo Art déco:
Portone ampio e quasi quadrato, diviso a rettangoli e con inferriate di andamento mistilineo
l'atrio si divide verso le due scale
un'altra immagine ( l'altra è in Case d'angolo) della casa Fanna Widmer di Pagano Pogatschnig
con la curiosa scelta dei balconi sul lato "sbieco"
ed alcune immagini di un atrio interno, di un condominio in via Coroneo, che mostrano bene lo stile Anni Trenta, tipo Art déco:
Portone ampio e quasi quadrato, diviso a rettangoli e con inferriate di andamento mistilineo
l'atrio si divide verso le due scale
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La casa non si permetti i grandi atrii e gli affreschi come in quelle progettate da Nordio, ma cura lo stesso i dettagli:
dietro la scala si vede quello che era il gabbiotto (e spesso abitazione) del portinaio, a riquadri vetrati incorniciati di legno, quasi come gli scaffali di una biblioteca, tipico dell'epoca l'andamento orizzontale
le porte di legno che aprono verso il vano scale ed ascensore sono di legno, a spessi cristalli molati, la parte alta ha un movimento rientrante che richiama certe architetture islamiche ( magari non nell'intenzione del costruttore)
pavimenti a piastrelle con decorazioni geometriche bianconere
un dettaglio degli stipiti superiori dele porte
i battenti sono di legno rossiccio profilato in nero, e gli stipiti in pietra locale grigia lucidata. In genere, l'arte anni trenta molto spesso sceglieva per gli accessori linee semplici, leggermente ricurve, che mettevano in evidenza la qualità dei materiali.
dietro la scala si vede quello che era il gabbiotto (e spesso abitazione) del portinaio, a riquadri vetrati incorniciati di legno, quasi come gli scaffali di una biblioteca, tipico dell'epoca l'andamento orizzontale
le porte di legno che aprono verso il vano scale ed ascensore sono di legno, a spessi cristalli molati, la parte alta ha un movimento rientrante che richiama certe architetture islamiche ( magari non nell'intenzione del costruttore)
pavimenti a piastrelle con decorazioni geometriche bianconere
un dettaglio degli stipiti superiori dele porte
i battenti sono di legno rossiccio profilato in nero, e gli stipiti in pietra locale grigia lucidata. In genere, l'arte anni trenta molto spesso sceglieva per gli accessori linee semplici, leggermente ricurve, che mettevano in evidenza la qualità dei materiali.
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dagli anni 50 in poi, a Trieste si inizia con la ricostruzione e con edifici pubblici, per poi raggiungere un boom edilizio negli anni 60 70, con case e condomini privati, che occuperanno i siti delle vecchie ville: una volta che i trasporti pubblici e privati non obbligano più a vivere vicino al luogo di lavoro, i quartieri residenziali crescono nei posti dove prima le grandi famiglie, che avevano magari una casa in centro, avevano la villa in periferia.
I primi edifici post guerra sono di stile moderno, razionale, funzionale, insomma rimane valido l'assunto che un edificio è bello se corrisponde al suo scopo, una casa è bella per abitarci, non per assomigliare ad un piccolo tempio greco! l'uso del cemento armato si diffonde sempre più, con diverse conseguenze:
1 gli edifici possono essere molto più alti e grazie anche agli ascensori, avremo i primi veri grattacieli. poi, dato lo smog e l'inquinamento da traffico, i piani alti, una volta considerati di seconda scelta, verranno privilegiati per le luminosità e tranquillità
2 la struttura del cemento armato prevede costuzioni non più poggiate sui cosiddetti "muri maestri" , ma su pilastri di cemento, collegati da pareti più leggere: un po' lo stesso principio dell'arco gotico: ne risulta la possibilità di alleggerire il basamento, lasciando anche solo i pilastri, dopo qualche esitazione, questo tipo di struttura avrà successo, perchè consentirà di inserire parcheggi e garage alla base, apresentandosi all'opposto della struttura tradizionale dei palazzi, che avevano i primi piani dall'aspetto massiccio, solido ( i palazzi fiorentini e le loro copie onnipresenti a Trieste alla fine dell'ottocento) con il piano terra a bugnato rustico sporgente e poi sempre più leggero.
3 la possibilità di svincolarsi dalle forme tradizionali degli edifici: e così troveremo chiese a forme ovoidali..
queste tendenze naturalmente erano già sorte precedentemente, d aparte degli architetti pionieri, come non pensare a Le Corbusier?
http://it.wikipedia.org/wiki/Le_Corbusier
Un edificio che mostra bene le prime due tendenze è la sede Inail via del teatro romano, 1952-57: architetto Romano Boico
costruito leggermente in arretrato per quanto riguarda la parte più alta, e con la parte bassa su pilastri cilindrici
Suo anche l'ospedale di san Luigi in via Farneto, con altri ( V Frandoli) 1950-53
di cui ho già messo un'immagine più sopra
I primi edifici post guerra sono di stile moderno, razionale, funzionale, insomma rimane valido l'assunto che un edificio è bello se corrisponde al suo scopo, una casa è bella per abitarci, non per assomigliare ad un piccolo tempio greco! l'uso del cemento armato si diffonde sempre più, con diverse conseguenze:
1 gli edifici possono essere molto più alti e grazie anche agli ascensori, avremo i primi veri grattacieli. poi, dato lo smog e l'inquinamento da traffico, i piani alti, una volta considerati di seconda scelta, verranno privilegiati per le luminosità e tranquillità
2 la struttura del cemento armato prevede costuzioni non più poggiate sui cosiddetti "muri maestri" , ma su pilastri di cemento, collegati da pareti più leggere: un po' lo stesso principio dell'arco gotico: ne risulta la possibilità di alleggerire il basamento, lasciando anche solo i pilastri, dopo qualche esitazione, questo tipo di struttura avrà successo, perchè consentirà di inserire parcheggi e garage alla base, apresentandosi all'opposto della struttura tradizionale dei palazzi, che avevano i primi piani dall'aspetto massiccio, solido ( i palazzi fiorentini e le loro copie onnipresenti a Trieste alla fine dell'ottocento) con il piano terra a bugnato rustico sporgente e poi sempre più leggero.
3 la possibilità di svincolarsi dalle forme tradizionali degli edifici: e così troveremo chiese a forme ovoidali..
queste tendenze naturalmente erano già sorte precedentemente, d aparte degli architetti pionieri, come non pensare a Le Corbusier?
http://it.wikipedia.org/wiki/Le_Corbusier
Un edificio che mostra bene le prime due tendenze è la sede Inail via del teatro romano, 1952-57: architetto Romano Boico
costruito leggermente in arretrato per quanto riguarda la parte più alta, e con la parte bassa su pilastri cilindrici
Suo anche l'ospedale di san Luigi in via Farneto, con altri ( V Frandoli) 1950-53
di cui ho già messo un'immagine più sopra
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Ancora la parte alta del grattacielo INAIL
Non so bene di chi sia, ma ci potremmo accostare all'ospedale questo edificio a Barcola, credo sorto per inizaitiva del governo militare alleato, se non mi sbaglio
questo è invece un edificio molto più recente, in via Diaz, ma che conserva la tendenza ad alleggerire il pianterreno
Non so bene di chi sia, ma ci potremmo accostare all'ospedale questo edificio a Barcola, credo sorto per inizaitiva del governo militare alleato, se non mi sbaglio
questo è invece un edificio molto più recente, in via Diaz, ma che conserva la tendenza ad alleggerire il pianterreno
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per altri edifici triestini, verso gl i anni '60. un'occhiata a Le Corbusier vale la pena di darla:
per problemi di copyright, metto i link alle pagine
http://fr.wikipedia.org/wiki/Villa_Savoye
è una casa privata degli anni Trenta!
questa è una Weissenhof in Germania
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Weiss ... sier_1.jpg
di cui riporto l'immagine per comodità, visto il tipo di licenza della pagina citata:
in particolare notare, sempre dal sito citato:
La Fenêtre en longueur (o finestra a nastro) è un'altra grande innovazione permessa dal calcestruzzo armato. La facciata può infatti ora essere tagliata in tutta la sua lunghezza da una finestra che ne occupa la superficie desiderata, permettendo una straordinaria illuminazione degli interni ed un contatto più diretto con l'esterno.
ancora Le Corbusier, la chiesa di Notre Dame di Ronchamps, 1950-55
http://fr.wikipedia.org/wiki/Chapelle_N ... e_Ronchamp
da cui una foto
Gli architetti che opereranno a Trieste penso avessero ben presente questo genere di architettura..
per problemi di copyright, metto i link alle pagine
http://fr.wikipedia.org/wiki/Villa_Savoye
è una casa privata degli anni Trenta!
questa è una Weissenhof in Germania
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Weiss ... sier_1.jpg
di cui riporto l'immagine per comodità, visto il tipo di licenza della pagina citata:
in particolare notare, sempre dal sito citato:
La Fenêtre en longueur (o finestra a nastro) è un'altra grande innovazione permessa dal calcestruzzo armato. La facciata può infatti ora essere tagliata in tutta la sua lunghezza da una finestra che ne occupa la superficie desiderata, permettendo una straordinaria illuminazione degli interni ed un contatto più diretto con l'esterno.
ancora Le Corbusier, la chiesa di Notre Dame di Ronchamps, 1950-55
http://fr.wikipedia.org/wiki/Chapelle_N ... e_Ronchamp
da cui una foto
Gli architetti che opereranno a Trieste penso avessero ben presente questo genere di architettura..
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incomincio con un edificio forse poco noto anni Cinquanta, dell'architetto udinese D'Olivo, uno dei pochi citati nelle storie dell'architettura a livello nazionale, e che incomincio a postare in una vecchia foto del libro sull'Architettura a Trieste 1918 1954, immagine alquanto degradata..
ma ci troviamo la finestre a nastro, l'alternanza di materiali, il pianoterra più vuoto dei piani superiori..
resta che l'educandato del Gesù Bambino ora non è più educandato e anzi, con una mutazione che mi sembra descrivere la parabola triestina, ora è la Casa di riposo Emmaus
Solo che.. ci son passata alcuni giorni fa ed ecco l'immagine:
L'edificio è sempre quello, ma le alterazioni hanno cambiato parecchio l'aspetto, rendendolo molto più massiccio..
a colori:
ma ci troviamo la finestre a nastro, l'alternanza di materiali, il pianoterra più vuoto dei piani superiori..
resta che l'educandato del Gesù Bambino ora non è più educandato e anzi, con una mutazione che mi sembra descrivere la parabola triestina, ora è la Casa di riposo Emmaus
Solo che.. ci son passata alcuni giorni fa ed ecco l'immagine:
L'edificio è sempre quello, ma le alterazioni hanno cambiato parecchio l'aspetto, rendendolo molto più massiccio..
a colori:
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e ripensando alle ville di Le Corbusier, ecco alcuni corpi centrali di scuole triestine. il Petrarca in via Rossetti architetti il solito Nordio e Guacci, 1960, decorazione di Nino Perizi, foto con la gentile collaborazione di SonoPiccolo
che degli architetti moderni della prima metà del Novecento conserva anche l'idea di immergere l'edificio in un giardino ( hanno poi fatto altre scuole con giardini? non ricordo..)
e questo è, ben successivo, e più massiccio, il corpo centrale del nuovo Volta
prima di addentrarci nelle nuove chiese triestine, oltre a Ronchamps vi mostro un'immagine che ho fatto .. in corsa sull'autostrada, dietro i vetri di un pullman, e mi scuso per i riflessi, ma fece scalpore e poi modello in Italia, la Chiesa dell'autostrada del sole, anni '60 ( 1961?) che come Ronchamps vuol mostrare che col cemento armato ci si possono permettere le forme più diverse di chiese..
che degli architetti moderni della prima metà del Novecento conserva anche l'idea di immergere l'edificio in un giardino ( hanno poi fatto altre scuole con giardini? non ricordo..)
e questo è, ben successivo, e più massiccio, il corpo centrale del nuovo Volta
prima di addentrarci nelle nuove chiese triestine, oltre a Ronchamps vi mostro un'immagine che ho fatto .. in corsa sull'autostrada, dietro i vetri di un pullman, e mi scuso per i riflessi, ma fece scalpore e poi modello in Italia, la Chiesa dell'autostrada del sole, anni '60 ( 1961?) che come Ronchamps vuol mostrare che col cemento armato ci si possono permettere le forme più diverse di chiese..
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l'esempio delle chiese è stato scelto perchè si tratta di edifici che per gli ultimi secoli avevano un aspetto tradizionale ( in parte imposto dal concilio di Trento) e che dalla metà dell'Ottocento ala metà del Novecento a Trieste sono state costruite in stili "storici", neoromaniche, neobizantine, neogotiche, neorinascimentali.. insomma cambiava la tecnica ( cemento armato per alcune, decorazioni standard industriali, vetrate moderne ripetute uguali) ma la struttura rimaneva la medesima: una navata, eventualmente a colonne, un'abside... ve le ha riccamente illustrate Sum Culex:
San Giacomo, Roiano, san Vincenzo de Paoli, i Cappuccini a Montuzza, la chiesa evangelica, le chiese dei (ex) conventi di suore in via Besenghi e Tigor, i Salesiani di via dell'Istria, il sacro Cuore..
e continuano fino agli anni Cinquanta con le chiese di S Anastasio, la Madonna del mare di Piazzale Rosmini, la chiesa di san Francesco in via Giulia, la ricostruita chiesa di via Rossetti.. tutti adattamenti in chiave più moderna, direi quasi "ascetica" o "francescana" del romanico.
Poi improvvisamente verso gli anni sessanta, spuntano chiese come queste:
la chiesa di Grignano architetto Zocconi
la chiesa a san Luigi
beh.. ricordo anche il mio sconcerto davanti a questi edifici ovaloidi che a me.. sembravano alveari!!
San Giacomo, Roiano, san Vincenzo de Paoli, i Cappuccini a Montuzza, la chiesa evangelica, le chiese dei (ex) conventi di suore in via Besenghi e Tigor, i Salesiani di via dell'Istria, il sacro Cuore..
e continuano fino agli anni Cinquanta con le chiese di S Anastasio, la Madonna del mare di Piazzale Rosmini, la chiesa di san Francesco in via Giulia, la ricostruita chiesa di via Rossetti.. tutti adattamenti in chiave più moderna, direi quasi "ascetica" o "francescana" del romanico.
Poi improvvisamente verso gli anni sessanta, spuntano chiese come queste:
la chiesa di Grignano architetto Zocconi
la chiesa a san Luigi
beh.. ricordo anche il mio sconcerto davanti a questi edifici ovaloidi che a me.. sembravano alveari!!
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e ancora queste conservano la navata, altre successive , ponendo l'accento sulla chiesa come "luogo di riunione della comunità", perfino il mio Messalino postconciliare si chiama messale dell'assembea cristiana, prendono l'aspetto un po' di.. aula magna scolastica ?
(La nuova S Teresa di via Manzoni se non mi confondo)
in questa ci vedo quasi un senso di "teatro", le colonne come a delimitare il "palcoscenico", vedere l'aula magna del Dante per un confronto
queste sono anche successive agli anni '60
( la chiesa di via dell'Istria)
per non parlare della chiesa di Monta Grisa, di cui non aggiungo foto perchè ben nota, ma riporto un passo della biografia del vescovo scritta da don Malnati che riporta le prime perplessità di mons Santin davanti al progetto:
(La nuova S Teresa di via Manzoni se non mi confondo)
in questa ci vedo quasi un senso di "teatro", le colonne come a delimitare il "palcoscenico", vedere l'aula magna del Dante per un confronto
queste sono anche successive agli anni '60
( la chiesa di via dell'Istria)
per non parlare della chiesa di Monta Grisa, di cui non aggiungo foto perchè ben nota, ma riporto un passo della biografia del vescovo scritta da don Malnati che riporta le prime perplessità di mons Santin davanti al progetto:
Dire delle perplessità di mons Santin di fronte a quest'opera "anomala" rispetto all'architettura "tradizionale".. è dire cosa forse ovvia e scontata. ma a me( riporta un passo di M Walcher ndR) sembra opportuno insistere in questo fatto perchè spiega la prima battuta d'arresto del progetto e-quello che più conta- l'intervento degli altri architetti. Infatti mons Santin.. era a dir poco perplesso e pensò allora di invitare i più noti artisti triestini, attivi in quel periodo in città, a presentare altri progetti. Si aggiunsero così a Nordio e Guacci gli architetti Arneri, Boico, Costa, Frandoli, meng, Tamburini e Zacconi (ndr immagino Zocconi!)
Suddivisi in tre gruppi, costoro presentarono tre diverse proposte: un Tempio vagamente arieggiante a una barca a vela ( Guacci, Costa e altri), un tempio sotterraneo ( Frandoli,Zacconi ( sic) e altri), un tempio che riecheggiava la forma delle chiese carsiche ( Meng e altri). Ma il Committente non fu soddisfatto di nessuna di queste proposte e..preferì ritornare al primo progetto di Guacci e sottoporlo agli altri concorrenti per un giudizio. Tutti furono concordi nell'approvarlo [..] Nordio volle assicurarsi ancora l'appoggio del Presidente della CEI il cardinal Giacomo Lercaro: il quale rimase ammirato del progetto e contribuì forse, con la sua approvazione,a rimuovere le ultime perplessità di mons Santin
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Re: Stili nell'architettura triestina
a proposito di Monte Grisa, vorrei farvi vedere una sinagoga di un famoso architetto americano Frank Lloyd Wright, del 1953, immagine trovata su
che non mi sembra poi tanto lontana dal nostro ( o mostro?) ( la foto è appunto dal sito citato)
che non mi sembra poi tanto lontana dal nostro ( o mostro?) ( la foto è appunto dal sito citato)
- Allegati
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- Bethsholom.jpg (125.21 KiB) Visto 9034 volte
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Re: Stili nell'architettura triestina
Fra gli anni Cinquanta e Sessanta, compaiono a Trieste i primi grattacieli in centro, stile moderno, ne abbiamo parlato in una sezione del forum, i primi, se non erro, sono stati quello di via Battisti, tant'è vero che il cinema ( ora scomparso) sotto era il Cinema Grattacielo ( per antonomasia) e quello di via Carducci, non posto le foto perchè li avete tutti presenti. Credo di poco posteriore, il Grattacielo di Campo Marzio più o meno dello stesso stile
meno visibile, perchè su una base più bassa, essendo in una via stretta, il Grattacielo o Torre Vriz di via san Francesco, visto qua da via Coroneo, dietro altre case successive postmoderne
meno visibile, perchè su una base più bassa, essendo in una via stretta, il Grattacielo o Torre Vriz di via san Francesco, visto qua da via Coroneo, dietro altre case successive postmoderne
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Re: Stili nell'architettura triestina
Per quanto riguarda il grattacielo di via Battisti, trovo che sia un pugno nell'occhio, non solo per l'architettura, ma principalmente per la sua altezza. L'edificio viene a trovarsi in pieno centro in una zona dove i palazzi storici hanno più o meno tutti la stessa altezza.
Un mio amico abita nella parte più alta di via Ginnastica e da casa sua gode di una bellissima vista sulla città, si vede il colle di San Giusto, il mare, ed i tetti di tutto il borgo teresiano e la zona del viale, però in mezzo a questo panorama spicca negativamente il grattacielo di via Battisti. Viene proprio voglia di prendere delle forbici ed accorciarlo!
L'edificio preesistente al grattacielo è stato gravemente danneggiato dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, esistono anche delle foto dove si vedono le rovine.
Un mio amico abita nella parte più alta di via Ginnastica e da casa sua gode di una bellissima vista sulla città, si vede il colle di San Giusto, il mare, ed i tetti di tutto il borgo teresiano e la zona del viale, però in mezzo a questo panorama spicca negativamente il grattacielo di via Battisti. Viene proprio voglia di prendere delle forbici ed accorciarlo!
L'edificio preesistente al grattacielo è stato gravemente danneggiato dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, esistono anche delle foto dove si vedono le rovine.
- babatriestina
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Re: Stili nell'architettura triestina
anche torre Vriz sorge al posto di un edificio distrutto dai bombardamenti.. non altrettanto dicasi del grattacielo di via Carducci, al posto di una modesta casetta. Io ho l'idea che in quegli anni non si ponevano queste questioni, e anzi immaginavano la città nuova, come una piccola Manhattan!
per me, però, la prospettiva dall'alto di via Ginnastica verso il centro è rovinata dallo sbucare del palazzone INAIL, secondo me ancora più "pugno nell'occhio" dal punto di vista della posizione. Facendo un confronto, anche a Parigi dapprima protestarono per la "Tour Montparnasse" perchè troppo vistosa, poi scelsero di costruire il quartiere avveniristico tutto alla Défense.
per me, però, la prospettiva dall'alto di via Ginnastica verso il centro è rovinata dallo sbucare del palazzone INAIL, secondo me ancora più "pugno nell'occhio" dal punto di vista della posizione. Facendo un confronto, anche a Parigi dapprima protestarono per la "Tour Montparnasse" perchè troppo vistosa, poi scelsero di costruire il quartiere avveniristico tutto alla Défense.
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Re: Stili nell'architettura triestina
Infatti, è sicuramente così, in quel periodo non si ponevano questioni.babatriestina ha scritto:Io ho l'idea che in quegli anni non si ponevano queste questioni, e anzi immaginavano la città nuova, come una piccola Manhattan!
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Re:
scrivo qua, non gavendo una sezion apposita su villa Necker: (dal diario de Alfred von Koudelka) edificada dallo svizzero Necker, fradel del ministro delle Finanze de Luigi XVI, la jera passada anche a Girolamo de Vestfalia, fradel de Napoleon. A lui jera dovude le docorazioni a mo' de aquila napoleonica nei caminetti della sala principal.babatriestina ha scritto: ma con un portico non lontano , come disegno, da quello di Villa Necker
Nel 800 diventa sede del comando supremo della Marina Austriaca e del povcero nostro Massimiliano. L'autor inoltre ricorda con dispiazer che le porte esterne, in originale bianche e oro, fussi stade ripiturade in color scuro. Curioso l'aneddoto per cui i tanti alberi da frutto del parco xe stadi fati tajar via dal viceammiraglio Conte Cassini a causa dei numerosi furti da parte de gente comune che se intrufolava nel giardin !
Mal no far, paura no gaver.
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Re: Re:
te trovi qualcossa nel post i Napoleonidi a Trieste. proprio là gavevo dei dubbi se el Necker dela villa fossi proprio fradel del ministro francese o un suo parente più lontan. E go messo anche qualche foto.. ma no trovo dove.. anche su Koudelka gavemo un post:AdlerTS ha scritto:scrivo qua, non gavendo una sezion apposita su villa Necker: (dal diario de Alfred von Koudelka) edificada dallo svizzero Necker, fradel del ministro delle Finanze de Luigi XVI, la jera passada anche a Girolamo de Vestfalia, fradel de Napoleon. A lui jera dovude le docorazioni a mo' de aquila napoleonica nei caminetti della sala principal.babatriestina ha scritto: ma con un portico non lontano , come disegno, da quello di Villa Necker
https://www.atrieste.eu/Forum3/viewtopic ... lka#p23695
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)