Il nome scientifico è Upupa epops, in inglese Hoopoe, in francese Huppe fasciée, in tedesco Wiedehopf, in spagnolo Abubilla, in sloveno Smrdokavra, in russo Удод. Il nome in italiano, inglese francese e altre lingue, deriva dal suo verso "upupup". In fase di atterraggio, le piume del capo si drizzano e formano una cresta, ma in queste foto non si vede.
E' un uccello che, per qualche recondito motivo, ha ispirato i poeti.
Il grande Parini, nel suo poemetto satrico "La notte" lo fece diventare un uccello notturno amico dei gufi e nemico del sole
Gli corse dietro il Foscolo che, nel suo carme "Dei Sepolcri" la fa frequentare teschi e cimiteriParini - la Notte ha scritto:E upupe e gufi e mostri avversi al sole
Svolazzavan per essa; e con ferali
Stridi portavan miserandi augurj.
Questi due grandissimi poeti furono ingiusti nei confronti di questo uccello che non è notturno ed è, se lo guardate bene, tutto meno che lugubre. E allora Montale, uno dei più grandi poeti italiani, e non solo italiani, del XX secolo pensò bene di riscattarne l'immagine dedicandole un'intera poesiaFoscolo - Dei Sepolcri ha scritto:....
e uscir dal teschio, ove fuggìa la luna,
l'ùpupa, e svolazzar su per le croci
sparse per la funerea campagna,
e l'immonda accusar col luttuoso
singùlto i rai di che son pie le stelle
alle obliate sepolture.
Al solito metto le foto per documentarne la presenza nelle nostre zone e lascio a zigolo il commento scientifico.Montale - Ossi di seppia - Upupa ha scritto:Upupa, ilare uccello calunniato
dai poeti, che roti la tua cresta
sopra l'aereo stollo del pollaio
e come un finto gallo giri al vento;
nunzio primaverile, upupa, come
per te il tempo s'arresta,
non muore più il Febbraio,
come tutto di fuori si protende
al muover del tuo capo,
aligero folletto, e tu lo ignori.