La Resistenza patriottica a Trieste

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babatriestina
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La Resistenza patriottica a Trieste

Messaggio da babatriestina »

Un nuovo libro con testimonianze sulla liberazione di Trieste dai nazisti: lopubblica lìEditrice goriziana, autori Lino felician, Fabio Forti, Vittorio Leschi, Stelio Spadar. prefazione molto ampia di Marina Cattaruzza.
Dal Piccolo del 26 giugno:
La Resistenza si divise su Trieste (Il Piccolo 26 giu)
venerdì 26 giugno 2009

Ma chi ha liberato veramente Trieste dalle truppe naziste? Gli storici ne hanno dibattuto a lungo, tanto che quella della ”corsa per Trieste” è stata una delle questioni più discusse, più approfondite nella storia dell’ultima parte della Seconda guerra mondiale in questo lembo d’Italia.

Adesso, un gruppo di studiosi ha deciso di mettere a fuoco ancora una volta l’argomento proponendo una raccolta di saggi che si intitola ”La Resistenza patriottica a Trieste” (pagg. 383, euro 20). A curare il volume, che viene distribuito adesso dalla Libreria Editrice Goriziana, sono Lino Felician, Fabio Forti, Vittorio Leschi e Stelio Spadaro. Ad aprire la raccolta di saggi è un corposo e lucidissimo ”inquadramento storico” di Marina Cattaruzza, che insegna all’Università di Berna.

Questo volume, in realtà, fa parte di una serie di testi di approfondimento che l’Associazione Volontari della Libertà di Trieste ha voluto realizzare con la Leg per approfondire quegli aspetti della Resistenza vissuti nella Venezia Giulia che, molto spesso, non sono stati messi bene a fuoco dagli storici. Prima, erano usciti ”L’altra questione di Trieste. Voci italiane della cultura civile giuliana 1943-1955” e ”La cultura civile della Venezia Giulia. Un’antologia 1905-2005”, curati il primo da Patrick Karlsen e Stelio Spadaro, il secondo solo da Spadaro.

Sicuramente, nella ”corsa per Trieste”, c’era una parte del Cln, quella non filosovietica, che era pronta a lottare per la liberazione della città, ma anche perchè restasse italiana. In quel momento, si sa, anche all’interno del fronte antifascista e antinazista c’erano atteggiamenti diversissimi nei confronti di un’eventuale jugoslavizzazione del capoluogo giuliano. E, proprio per questo, venne a galla una frattura evidente e insanabile tra i protagonisti della Resistenza.

Ritornano così alla memoria, in questo libro, personaggi come Schiffrer, don Marzari, Fonda Savio, Foschiatti, Miani. Figure che Trieste ha dimenticato forse troppo in fretta, e che anche nelle manifestazioni ufficiali in ricordo dei giorni terribili della Resistenza, in generale, non vengono mai portati in primo piano.

Ha scritto Paolo Segatti in un articolo, che viene riproposto nel libro: «In quei giorni del ’45, confusi e drammatici, è soltanto negli orientamenti ideali di quegli uomini che possiamo vedere il seme da cui poi germoglierà la spinta al processo di unificazione europea, il rifiuto del nazionalismo razzista, una civiltà giuridica fondata sul principio della tolleranza e del rispetto delle diversità; insomma il complesso di valori e di diritti che ha esercitato un forte potere di attrazione sui popoli che si sono liberati dal comunismo».

Laura Strano


riporto anche i primi capoversi, sempre dal Piccolo della prolusione:
Da ”La resistenza patriottica a Trieste” pubblichiamo la parte iniziale del saggio di Marina Cattaruzza ”1945: alle origini della questione di Trieste”, per gentile concessione della Libreria Editrice Goriziana.

di MARINA CATTARUZZA

La “questione di Trieste” è stato un tema frequentemente trattato dalla storiografia italiana ed internazionale. Tuttavia, nell’ampia messe di studi, che si avvalgono di un’eccellente base documentaria edita ed inedita, essa viene collocata per lo più nel reticolo delle relazioni tra Unione Sovietica, Stati Uniti, Gran Bretagna e Jugoslavia ed esaminata dal punto di vista di come i rapporti tra i diversi attori storici abbiano determinato i nuovi assetti del confine orientale italiano, in una situazione in cui l’Italia era condannata alla “politica dell’impotenza”. In questo breve saggio cercherò invece di sviluppare una nuova prospettiva per una “vecchia questione”, tenendo presenti, più di quanto sia stato fatto finora, i processi che parallelamente si svolgevano nell’Europa centro-orientale occupata dall’Armata Rossa, la nuova percezione che maturava negli Stati Uniti sugli equilibri internazionali e gli obiettivi sovietici rispetto alla Pufferzone nell’Europa centroorientale.

In tale ottica Trieste diviene un tassello in un mosaico più ampio, in cui l’attenzione non si concentra tanto sui rispettivi interessi delle grandi potenze e della Jugoslavia per l’area contesa, quanto sulle nuove tecniche di dominio e controllo messe in atto dalla componente jugoslava – allora a tutti gli effetti satellite dell’Unione Sovietica – sotto gli occhi degli osservatori anglo-americani.

Trieste: quante liberazioni? Le armate di Tito lanciarono la loro offensiva finale il 20 marzo 1945, le forze alleate in Italia tre settimane dopo. L’avanzata jugoslava procedeva rapidamente: il 4 aprile cadeva Bihac, il 10 dello stesso mese Senj. I tedeschi arretravano verso nord, mentre la Quarta Armata partigiana entrava a Susak il 20 aprile. Qui i tedeschi organizzavano la loro ultima difesa, trincerandosi attorno a Fiume. La Quarta Armata aggirava Fiume a sud e raggiungeva via mare l’Istria.

Nella primavera del 1945, Franc Leskovšek, del comitato centrale del partito comunista sloveno, impartiva le seguenti indicazioni in vista dell’occupazione di Trieste: «Preparare per Trieste il personale qualificato – la polizia. In ventotto ore bisogna mettere in funzione tutto l’apparato, prelevare i reazionari e condurli qui, qui giudicarli – là non fucilare».


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Messaggio da Coce »

Beta , conituemo a quotar sorgenti estranee ai eventi de quel tempo.
quotar el Piccolo xe come quotar La Voce Libera del dopo guera, xe sempre voci che le ga un '" bias". Per esser veramente democratici bisognaria quotar anche el Lavoratore de quel tempo. Te go dito per via de messaggio privato che mi son sta' testimonio visuale de quei eventi, mi no go nissuna ragion de dir bugie e come te sa' no son inamora' de l' altra parte. pero' devo dir che a Valmaura. Servola. Coloncoveze, San
Giacomo, e tuti sti loghi xe Trieste al Primo de Maggio 1945 Go visto solo che i Drusi aiutai dei locali Sloveni che ga combatu' contro quei pochi de Tedeschi che iera rimasti insacadi dale nostre parti. Con stima e rispetto.
Coce Ciao :-)


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Messaggio da 1382-1918 »

Argomento trattado mille volte, e po'... Patrick Karlsen e Stelio Spadaro... una garanzia de NON obiettività. Del secondo tra l'altro se sa benissimo da decenni che xe un infiltrado, ma meio lasar perder.


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Messaggio da babatriestina »

mi no go dado opinioni mie, e ve go riportado solo quel che iera scritto sul Piccolo. Ma digo el Piccolo de ieri 26 giugno 2009, no el Lavoratore del 1945, no me paressi corretto dal punto de vista delle fonti storiche meter a confronto un testo del 1945 e un de 60 anni dopo.. se no per far veder come che passa el tempo.
Po se qualchedun a priori rifiuta un libro per via del nome dei autori... me piaseria che me contassi de più dei due autori che gavè citado, Patrick Karlsen e de Stelio Spadaro, che po el primo a sto libro no ga partecipado . Del secondo, mi so solo che sto "infiltrado" iera per anni nel partito comunista triestin ( un tanto perchè no me contè che sia el solito fascista) solo che par che el gabi el difetto de esser esule istrian. E anche spero che no ghe darè dela fascista nazionalista alla Cattaruzza, che se ga occupado per anni dei problemi del movimento socialista dei lavoratori triestini e che per un certo tempo la iera stada considerada de estrema sinistra.
No dubito Coce che ti te gabbi visto quel che te ga visto al 1 maggio 1945 nei rioni tradizionalmente comunisti e mi no posso dir gnente de oculare perchè al 1 maggio 1945 no iero ancora nata.
Me piaseria che disessi se ve disi qualcossa i nome dei altri personaggi citai: Schiffrer, don Marzari, Fonda Savio, Foschiatti, Miani.
E ancora che me disessi, dele pagine citade, cossa ghe trovè de falso o tendenzioso e soprattutto perchè.

( mi temo che sia stado el agettivo patriottica che gabi dado fastidio)

Se qualchedun trova un comento del Primorski Dnevnik sul libro e me lo tradusi, me faria piazer, per aver un termine de confronto!


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Messaggio da babatriestina »

aggiungo un link:
de un altro libro
http://www.leg.it/editrice/leggeri/altr ... rieste.htm
con un cenno su Karlsen e Spadaro, :
Patrick Karlsen (1978) si è laureato con Anna Maria Vinci in Storia contemporanea all'Università di Trieste, dove svolge attualmente un dottorato in Storia. Presso l'Istituto regionale per la storia del movimento di Liberazione nel Fvg, ha compiuto nel 2005 una ricerca sull'impegno civile di alcuni fra i maggiori intellettuali italiani a Trieste nel secondo dopoguerra, nell'ambito di un progetto Interreg tra Italia e Slovenia. Ha approfondito alcuni aspetti dell'opera di Fabio Cusin ed Elio Apih, e ha introdotto e curato gli scritti di Angelo Ermanno Cammarata sulla "questione di Trieste".

Stelio Spadaro, nato nel 1934 a Isola d'Istria, è stato insegnante di Storia e Filosofia nei Licei e Assessore alle Attività Culturali per la Provincia di Trieste dal 1977 al 1980. Segretario della Federazione provinciale dei Democratici di Sinistra dal 1993 al 2001, ha guidato a Trieste la fase di transizione dal PCI al PDS e poi agli stessi Democratici di Sinistra, contribuendo a rinnovare profondamente la cultura politica della sinistra giuliana.



zonto ancora un'osservazion: mi la storia contemporanea per molti anni no me ga piasso per gnente, perchè vedevo che più che storia finiva o in politica o in ideologia, e me par che no sia ancora finido. Nei ultimi anni go letto parecchio invece sul argomento, e me son fatta un poche de idee, comunque no volevo aprir un dibattito su quel che xe nato a Trieste i giorni 30 aprile e 1 maggio del 1945, ma portar una informazion sul fatto che a 60 e passa anni, con i cambiamenti che xe stadi e coi documenti che nel fratempo pol esser vegnudi fora, sembra che alcuni storici gabbi pensado de ripresentar el argomento. E me pareva che un libro a cui el Piccolo dedica una pagina completa meritassi de esser citado sul forum.
Podemo anche far un commento sulla storia del Piccolo, che in sto ultimo periodo a seconda de chi che scrivi, a leger su internet per qualchedun el xe del tutto vendudo ai sloveno-comunisti e per altri el xe ormai completamente fascista.


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Messaggio da AdlerTS »

Personalmente non conosso i autori, ma go grande stima per i libri della LEG e quindi pensavo de ciorlo. Casomai dopo ve conterò qualcossa.


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Messaggio da Coce »

babatriestina ha scritto: No dubito Coce che ti te gabbi visto quel che te ga visto al 1 maggio 1945 nei rioni tradizionalmente comunisti e mi no posso dir gnente de oculare perchè al 1 maggio 1945 no iero ancora nata.
Me piaseria che disessi se ve disi qualcossa i nome dei altri personaggi citai: Schiffrer, don Marzari, Fonda Savio, Foschiatti, Miani.
Beta, questi signori no li go mai sentido nominar, Perche'son assente dala vita de Trieste dal 1952 pero' go le idee ciare dei personaggi de spicco
dal 1945 al 1952 e quei xe: Monsignor Santin, Gianni Bartoli (detto "Lagrima") Vidali, Iaksetch, e me ricordo anche La Guardia del Popolo che piantonava la banche in Corso Vittorio Emanuele come che el iera ciamado a quei tempi. Come i diseva a quel tempo " La carta se lasa scriver" ma i fati resta fati. Ciao Coce


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Messaggio da babatriestina »

Coce ha scritto:
Beta, questi signori no li go mai sentido nominar, Perche' son assente dala vita de Trieste dal 1952 pero' go le idee ciare dei personaggi de spicco
dal 1945 al 1952 e quei xe: Monsignor Santin, Gianni Bartoli (detto "Lagrima") Vidali, Iaksetch, e me ricordo anche La Guardia del Popolo che piantonava la banche in Corso Vittorio Emanuele come che el iera ciamado a quei tempi. Come i diseva a quel tempo " La carta se lasa scriver" ma i fati resta fati. Ciao Coce
Foschiatti xe morto a Dachau nel 1944, Miani xe morto nel 68 ma collaborava con Foschiatti, Schiffrer iera un storico socialista la cui fia xe mia coetanea e Fonda Savio iera el genero di Italo Svevo, don Marzari xe morto nel 73 e xe stato liberado dela Risiera nel 45. Fin al 45 savemo che la stampa no iera libera per cui, visto che i iera tuti antifascisti, facile che poco se savessi de lori. Interessante xe che te me disi che anche dopo, almeno fin al 52, i xe restai dei sconosciuti.

La carta se lassa scriver xe assai vero, ma co mori i testimoni oculari ocorri consultar le carte, se no se vol dimenticar tutto. Po se pol consultar direttamente le carte in archivio, e xe quel che fa de solito i storici, che po scrivi i libri, se pol consultar i libri avendo un ocio de riguardo su chi che li ga scritti, e distinguer storici, giornalisti, politici, ideologi....
Mi confesso inveze che so poco de Iaksetich, e se spiega perchè el xe andado via de Trieste poco prima che nasso, su cui trovo questa biografia sul ISTITUTO REGIONALE PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NEL FRIULI E VENEZIA GIULIA che ga un fondo de sui incartamenti, e el xe cussì descritto:
Giorgio Iaksetich, nato a Trieste nel 1901 da una famiglia operaia, compie gli studi al Politecnico di Torino, città nella quale si iscrive dapprima al Partito socialista e, in seguito, al Partito comunista. Subisce la persecuzione politica fascista a partire dal 1924, viene processato nel 1927, e inviato al confino all'isola di Ponza dopo un anno e mezzo di carcere. Dal 1931 vive prima in Svizzera e poi in Francia. Lì partecipa all'attività di un comitato di aiuto ai volontari garibaldini all'inizio della guerra di Spagna, ed entra a far parte della 12ª Brigata internazionale Garibaldi. Costretto a lasciare quel paese dopo la vittoria di Franco subisce l'internamento in Francia. Al suo ritorno in Italia, viene confinato all'isola di Ventotene, ove si trova alla caduta del fascismo. Il 25 luglio 1943 Giorgio Iaksetich, a causa del cognome sloveno, non viene liberato ma inviato nel campo di Renicci, presso Arezzo, che può abbandonare solamente dopo l'8 settembre 1943 per raggiungere la sua famiglia, sfollata a Monfalcone. Tornato nella propria regione, Iaksetich è in contatto con gli altri dirigenti locali del Partito comunista (Luigi Frausin, Giordano Pratolongo, Natale Colarich - Bozo, Lino Zocchi e altri ) finché, ricercato dalla polizia nazista, nell'aprile 1944 si unisce ai partigiani combattenti assumendo il nome di Adriano. Assume l'incarico di membro del Comando paritetico italo - sloveno, tra le brigate Garibaldi Natisone e il Comando del IX Korpus (Corpo d'armata) sloveno, in seno al quale si occupa della brigata d'assalto Triestina e del battaglione Alma Vivoda. Nell'agosto 1944, a causa del nuovo atteggiamento assunto dalla Resistenza jugoslava, viene deciso lo scioglimento del Comando paritetico italo - sloveno e Giorgio Iaksetich assolve il compito di ufficiale italiano referente presso il Comando generale della Slovenia. Ô in tale veste che si occupa della costituzione della brigata Fontanot. Al momento della liberazione Giorgio Iaksetich viene nominato vice comandante della piazza di Trieste, incarico che mantiene sino al ritiro delle forze jugoslave dalla città. Dopo la smobilitazione, in una prima fase dirige "Il Lavoratore" e, dopo la rottura del Partito comunista jugoslavo (Pcj) con il Cominform, lavora a Roma alla Direzione nazionale del Partito comunista. Come funzionario di partito è impegnato successivamente anche a Trieste e a Bolzano. Emigra infine in Ungheria, dove fa il lettore di italiano all'Università di Budapest. Tornato a Trieste, vi si spegne nel 1983. Il fondo, che non è stato oggetto di pubblicazione di fonti, è organizzato in 118 fascicoli contenuti in 17 buste. Contiene libri e opuscoli, testimonianze partigiane, ed è il prodotto dell'attività pubblica e privata di Giorgio Iaksetich. Le carte qui conservate in originale, ordinate e consultabili, sono state acquisite dall'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli e Venezia Giulia di Trieste in seguito a conferimento effettuato dallo stesso Giorgio Iaksetich.


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Messaggio da Coce »

Beta , xe vero che in riguardo a la storia dovemo basarse su scritti da altre persone a meno che no gavemo testimoni oculari, e xe proprio per questa ragion che uno se senti in dover de sfidarcerte asserizioni che sa che xe erronee. Mi penso che se una persona intendi scriver un libro storico la devi intraperder una ricerca completa de tuti i fati concernenti
all'accaduto da tute le sorgenti possibili e no solamente de quele piu'acchine ale proprie ideologie. un fato quotado xe "Don Marzari"
( Che xe stado liberado dala Risiera nel 1945) Mi domando liberado quando? e da chi? Perche mi personalmente al 30 Aprile 1945 me go trova' in Risiera ale 10 ame no iera nissun la', gavemo trova'solo macerie
dove che iera i forni che presubilmente i tedeschi gaveva fato saltar per nasconder i propri misfatti, l'unica persona vivente che go visto: un unico solda' inglese in pien assetto de guerra che no go mai capi' del dove che el xe vegnu' perche' la zona iera ancora occupada dalle forze tedesche
e i Alleati xe rivai a Trieste 2 giorni dopo, infati quando semo rivai al Stadio Comunal gavemo trova' un fortin de sabbia allestido e controllado dei tedeschi nel mezzo dal'imboccatura de via dell'Istria in Piazza Valmaura e nel stesso tempo un forte presidio tedesco proveniente dall'Istria se scondeva dai caccia Alleati soto i alberi e le pensiline del Stadio. I Drusi xe rivai nel stesso giorno nel tardo pomeriggio del 30 Aprile e i ga circonda'i tedeschi, nela seguente mattinata i ga attaca' i
tedeschi e i li ga soverchia'" PS. i DRUSI NO SE GA FERMA' a Valmaura e gnanche a SAn Giacomo, i ga occupa'la citta'intera. Ciao per el momento Coce :-)


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Don Marzari venne arrestato l'8 febbraio 1945 e detenuto non in Risiera, ma al Coroneo; non lo so se il Coroneo fosse allora un posto di villeggiatura, ma là fu sicuramente torturato. Venne liberato la notte del 29 aprile 1945 da un gruppo di partigiani della brigata ferrovieri sotto la guida di Spaccini (futuro sindaco di Trieste).

Il fatto, incontrovertibile, che sia stato arrestato e pesantemente torturato dai tedeschi e da Collotti, dovrebbe significare che una qualche importanza nella resistenza doveva averla (in conseguenza delle torture gli venne una grave forma di diabete).


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Re: post subject

Messaggio da babatriestina »

Coce ha scritto:un fato quotado xe "Don Marzari"
( Che xe stado liberado dala Risiera nel 1945) Mi domando liberado quando? e da chi? Perche mi personalmente al 30 Aprile 1945 me go trova' in Risiera ale 10 ame no iera nissun la'
vero, go copiado in furia, el iera al Coroneo e no alla Risiera e i disi che i lo ga liberado el 29 aprile del 45: riporto del sito del ANPI ( Associazione nazionale Partigiani d'Italia)

Nel febbraio del '45, il presidente del CLN cadde nelle mani dei fascisti della “banda Collotti”. Rinchiuso nel carcere del Coroneo, l'esponente della Resistenza giuliana fu inutilmente interrogato e torturato dalle SS. La sua sorte pareva ormai segnata, ma la sera del 29 aprile, i partigiani della Brigata Ferrovieri riuscirono a liberarlo.

per inciso, chi iera sti partigiani dela Brigata Ferrovieri? te li ga sentidi nominar?

dal medesimo sito:
Nel 2004, il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha concesso alla memoria del sacerdote, la Medaglia d'oro al merito civile con questa motivazione: “Fra le figure più rappresentative dell'antifascismo cattolico, sempre ispirato, nell'insegnamento e negli scritti, ai valori della libertà e della democrazia, aderiva con instancabile e appassionato impegno alle formazioni di Liberazione nazionale. Arrestato e torturato dai nazifascisti, fu liberato e, quale presidente del CLN di Trieste, il giorno 30 aprile 1945, guidò i concittadini nell'insurrezione contro l'oppressore nazista. Preclaro esempio di alto senso civile e di amor patrio”.
Coce ha scritto:I Drusi xe rivai nel stesso giorno nel tardo pomeriggio del 30 Aprile e i ga circonda'i tedeschi, nela seguente mattinata i ga attaca' i tedeschi e i li ga soverchia'" PS. i DRUSI NO SE GA FERMA' a Valmaura e gnanche a SAn Giacomo, i ga occupa'la citta'intera. Ciao per el momento Coce :-)
I Drusi ga occupado tutta la città el 1 maggio, savemo benissimo, i mii me contava che de casa nostra, vizin Piazza Goldoni, i stava lontani dele finestre perchè i se tirava de e per el castel, dove che se sa anche che i i tedeschi ga fato el possibile per arenderse ai neozelandesi e no ai titini. Ghe xe due descrizioni famose del episodio, nelle memorie sia de Santin che in quele de Cecchelin.
Quando ga cominciado a ritirarse el grosso dei tedeschi? e perchè? perchè i neozelandesi xe arivai solo el 2 maggio e ga lassado el grosso dela città in man ai titini?


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Messaggio da Coce »

Beta , te vedi che conversando la storia comincia a combaciar, si noi savevimo che i tedeschi fazeva resistenza in Castel e in Tribunal e che infati i aleati ga usa' l'aviazion e i carri armati per snidarli. Mi come apprendista go lavora'per riparar quei grandi portoni e le inferiade de fero batu ' del Tribunal danegiade de quela battaglia, subito dopo la guera
La ragion dele mosse dei alti comandi Alleati e Jugoslavi no saveremo mai. Xe vero che i prigionieri al Coroneo xe stadi liberadi dai partigiani, che Partigiani no so, ma un fato xe che: tuti i prigionienri se ga da' de prigionieri politici, e in mezo de lori iera tanti criminali , el risutato xe sta'' che no se podeva caminar per strada dopo el scuro senza esser rapinai de portafogli e orologi e el G.M. A. ga dovesto riingaggiar i veci polizioti in maggioranza meridionali per riacciuffar i criminali perche lori i li conoseva tuti. Tornando all' altra domanda quando se ga ritira'i tedeschi
noi savemo che durante le 2 notti precedenti al 30 Aprile lunghe tradotte de carri e militari ga viaggia lungo la via dell' Istria provenienti dall' Istria
verso la citta'. Uno pol assumer che i gaveva lassa' solamente la retroguardia nela zona de Trieste Ciao Coce :-)


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Re: Post subject

Messaggio da babatriestina »

Coce ha scritto:: tuti i prigionieri se ga da' de prigionieri politici, e in mezo de lori iera tanti criminali , el risutato xe sta'' che no se podeva caminar per strada dopo el scuro senza esser rapinai de portafogli e orologi e el G.M. A. ga dovesto riingaggiar i veci polizioti in maggioranza meridionali per riacciuffar i criminali perche lori i li conoseva tuti.
quela dei prigionieri che se dà tuti per politici ( e xe el viceversa dei regimi autoritari, che ciama delinquenti comuni anche i politici) xe nato istesso ala fin dela prima guerra. Però te me salti un toco, co te disi che no se podeva caminar per strada col scuro e te disi el GMA, perchè in mezo nei 40 giorni i titini gaveva messo un coprifuoco strettissimo, e no se podeva comunque caminar col scuro. Papà come medico gaveva un'autorizzazion scritta (la go vista mi nei sui cassettini) per andar a far visite mediche.
E ti el 30 aprile dove te ieri , ammesso che te se ricordi, ma robe de quel tempo forsi se se ricorda?

PS: ma finora gavemo trovado qualcossa in contrasto coi passi riportai dela presentazion del libro? anche perchè el libro finora no lo gavemo letto...


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Messaggio da Coce »

Credevo de aver dito dove che iero al 30 Aprile, a quel tempo gavevo 15 ani e mezo, el proposito dela visita in risiera iera de trovar viveri de magnar perche no gavevimo gnente e gavemo senti che i tedeschi iera andai via dela risiera e qualchedun gaveva trova' roba la, el nostro giro
ga dura' un paio de ore e semo tornai a casa senza gnente, el giorno dopo
iera sparatoria e el signor Clementi mio vicino de rimpetto ga perso la vita
percio' semo stai a casa o nel vicinato per 2 giorni e dopo de quel gavemo continuado andar per le caserme in cerca de magnar e de vestiario. te podaria contar un paio de incidenti anche de questo periodo ma no so se te interessaria. fato sta'che se no me gavaria rangia' fossimo morti de fame in quei giorni perche a casa no gavevimo gnente e gnanche soldi, e i negozi alimentari locali iera svodi. Ciao Coce :-)


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Conta, conta!
Xe tuti tocheti de storia, che se meti insieme.


[i]Liliana[/i]
- . - . -
[size=75][i]"Quando comincia una guerra, la prima vittima è la Verità.
Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
quelle dei vincitori, diventano Storia."
(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
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serlilian ha scritto:Conta, conta!
Xe tuti tocheti de storia, che se meti insieme.
gavemo propio una sezion apposta per i ricordi! :-D :-D :-D


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Messaggio da Coce »

Ogi xe tardi, ma ve contaro' un'altro giorno come che viveva i poveri come mi in quei tempi. Go compra' un computer novo qualche giorno fa, e el me fa diventar mato perche go cambia' da Window XP a WindowVista> Ciao Coce :-)


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Messaggio da Nona Picia »

Anche mi go Windows Vista, ma per le mie esigenze modeste el va benon e nol me dà problemi che no so risolver.


Ciao ciao
Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare,
trova un minuto per ridere.
"MADRE TERESA"

"La Mama l’è talmen un tesor de valur che l’ha vorüda anche Noster Signur" .....
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sum culex
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Messaggio da sum culex »

Sul palazzo dei portici de Chiozza xè una scrita logo fora de tuta la casa che ricorda la reistenza:
"RIEDIFICO' L'ETA' NOVA QVEI PORTICI DOVE PER CINQVANTA ANNI FU LOTTA DI CITTADINI CONTRO LO STRANIERO"

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Se legi come che se pol: no go rivà a far de più.
ciao
sum culex


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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

sum culex ha scritto:Sul palazzo dei portici de Chiozza xè una scrita logo fora de tuta la casa che ricorda la reistenza:
"RIEDIFICO' L'ETA' NOVA QVEI PORTICI DOVE PER CINQVANTA ANNI FU LOTTA DI CITTADINI CONTRO LO STRANIERO"

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Se legi come che se pol: no go rivà a far de più.
ciao
sum culex
questa no ga de far cola Resistenza antifascista e qua de noi antinazista, tanto che la casa xe una ricostruzion in stile dei veci Volti de Chiozza ( 1914- 1925/27) e i 50 anni de lotta saria 1868-1918. Fa riferimento ai patuffamenti coi primi morti ( el giovine Parisi) ai Volti de Chiozza nel 1868 fra cortei de opposti nazionalisti ( italiani e sloveni col accusa ala polizia austriaca de no esser abbastanza intervegnuda).


"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)

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