Trieste Freistadt e Freihäfen (prima parte)

De 'l porto franco a la prima guera mondial
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Trieste Freistadt e Freihäfen (prima parte)

Messaggio da jacum »

wikipedia no me lasa inserir questo pezo che trata la storia del Porto de Trieste dal 1717 al 1915.
ve lo meto qua magari me aiuterè a migliorarlo, slongarlo e approfondirlo per ingrumar e crear una bela e completa storia del Nostro Porto.
el toco iniziava cusì:

Nel 1717 l'Imperatore Carlo VI firma il manifesto col quale si impegna a difendere la libera navigazione dei navigli austriaci nell'Adriatico ed a favorire nel contempo lo sviluppo delle attività commerciali in questi territori. Viene inoltre permesso di armare i navigli per asssicurare la libera navigazione e il commercio nell'alto Adriatico. Carlo VI può accingersi ad affrontare il problema della scelta di una località della sua costa adriatica da far diventare porto principale del suo impero: una sclta tra una decina di località Cervignano, Aquileia, Duino, Trieste, Fiume, Buccari, Portorè, Segna, Carlopago, Jablanaz(Kandler, Storia del Consiglio dei Patrizi e Emporio e Porto Franco di Trieste). Il 18 marzo del 1719 in un nuovo diploma imperiale, che oltre a fornire nuove assicurazioni sul futuro sviluppo del commercio e delle manifatture dell'Austria Interiore dichiara <<temporaneamente porti franchi le sue due città sull'Adriatico, Trieste e Fiume, nelle quali tutti i trafficanti esteri che approderanno nei porti franchi potranno acquistare in grandissima parte di prima mano, e per conseguenza con grande loro guadagno, quegli effetti delle nostre province ereditarie, che prima dovevano provvedere di seconda, terza, quarta e quasi quinta mano, ed avranno facile occasione di trovare ulteriori acquisti.
Dal 1719 al 1740 Carlo VI cercò di disciplinare il porto e la città di Trieste, fondò a Vienna la compagnia di navigazione chiamata la "Compagnia Orientale". Nel 1730 fece costruire il "Lazzaretto" nell'area del Campo Marzio, e dopo l'interramento delle saline, in suo onore venne chiamato di San Carlo. In quest'area vennero costruiti molti edifici per lo stoccaggio delle merci che erano governate da un diverso corpo politico amministrativo. Nel 1736 Carlo VI finanziò le prime attività di dragatura dei fondali.
Fu l'Imperatrice Maria Theresa, succeduta al Padre nel 1740, a portare a molti cambiamenti strutturali e organizzativi al porto di Trieste. Nel 1751 terminarono i lavori di rifacimento del più largo molo, di origine romana, da campo marzio allo scoglio Zucco e la costruzione, sopra lo scafo sommerso della fegata austriaca San Carlo, di una grande banchina vicino al Mandracchio. Oltre al molo Theresiano che chiude la Sacchetta, venne costruito il faro chiamato Lanterna. Il molo San Carlo venne allungato dagli originali 50 klafter (1 klafter 1.8965m), nella seconda metà del secolo venne allungato di altri 10 klafter.
Nel 1754 Maria Theresa fece costruire un'importante struttura portuale, su progetto dell'architetto Mattia Pirona di Gorizia: il "Canal Grande" di 96 klafter lungo (182 metri) e 13 klafter largo (quasi 25 metri).
Nel 1765 iniziano i lavori de secondo lazzaretto, "Lazzaretto Nuovo", che termineranno nel 1769, anno in cui venne anche inaugurata la stazione dei treni. Nel periodo di Giuseppe II, Leopoldo II e Francesco II non vi furono opere di rilievo, e così anche nel triste periodo dell'occupazione francese (1797-1813), nella quale Trieste avrà il più basso tasso di attività economica con un alto incremento della popolazione: alla fine del secolo, Trieste, alla soglia dei 30 mila abitanti, una borghesia mercantile cosmopolita, nata al di fuori della debole classe aristrocatica cittadina e sviluppatasi soprattutto grazie ai privilegi concessi a determinate "nazioni" etniche e relgiose, tende a dar vita ad una società cittadina molto più aperta di quelle in via di formazione dei centri minori confinanti: l'ambiente letterario rimane modesto, ma si fa sentire un desiderio di maggiore ricchezza spirituale e di maggiore cultura, suscitano qualche consenso le nuove idee democratiche ed ha una breve vita persino una Loggia di Franchi Muratori (crf. L'Editto di Giuseppe II, 11 dicembre 1785), a scapito dell'antico dialetto ladino simile al friulano si estende sempre più largamente, per l'accresciuto concorso delle navi e dei cittadini di Venezia e per la convergenza di tanti elementi adriatici, l'uso del dialetto veneto, la città di Trieste riesce a delineare lentamente una sua primazia sui vicini centri del goriziano e dell'Istria interna.


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Re: Trieste Freistadt e Freihäfen (prima parte)

Messaggio da babatriestina »

Molto bel, per approfondir mi diria alcune robe de zontar;
1 perchè Carlo VI se senti in dover de proclamar la "libera navigazion" in Adriatico?
( domanda: solo per i navigli austriaci o in genere per le navi de qualsiasi nazionalità?, francamente no me ricordo..)
iera ancora valida la pretesa dela Repubblica de Venezia de esercitar un controllo sula navigazion in Adriatico?
2 come mai Carlo VI scegli el Adriatico, pur avendo ancora i Paesi Bassi austriaci ( l'attual Belgio)? qua se non sbaglio la risposta sta in una clausola de un trattato che ghe impediva la navigazion dalle bocche della Schelda..
xe due punti che aiuta ( secondo mi) a capir la scelta de Trieste.
terzo punto, che no go ancora ben capido, quanto la scelta prevedeva un porto comercial e quanto un porto anche militar..
anche qualcossa de più sula Compagnia Orientale saria interessante, perchè probabilmente nelle intenzioni originarie la voleva forsi esser qualcossa come la Compagnia delle Indie inglese, che esercitava una sorta de egemonia politico-comercial sul India ( e che passerà ale dirette dipendenze della Corona solo a metà del ottocento), ma a un certo punto el progetto vien lassado cascar. A che "mercati" mirava questa compagnia?
me piaseria anche saver e ritrovar quel che gavevo sentido contar sule agevolazioni che iera stade fatte a chi voleva stabilirse nela nova città portofranco de Trieste, in particolar in che forma iera concesso de stabilirse anche a chi che gavessi avudo dei precedenti difficili col proprio governo , purchè nela nova città el se comportassi ben.
me son espressa in termini forsi un poco vaghi, per ricordar i punti che me piaseria approfondir.
Ancora, saria interessante un confronto con la più o meno coeva esperienza de Livorno.
PS Porto Franco in tedesco: sing: Freihafen. plurale Freihäfen, se non erro)


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Re: Trieste Freistadt e Freihäfen (prima parte)

Messaggio da babatriestina »

jacum ha scritto: Nel 1765 iniziano i lavori de secondo lazzaretto, "Lazzaretto Nuovo", che termineranno nel 1769, anno in cui venne anche inaugurata la stazione dei treni. .
qualcossa no me bati coi anni.. :lol:


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Re: Trieste Freistadt e Freihäfen (prima parte)

Messaggio da jacum »

Grazie Baba,
sempre precisa e puntiglosa: te ga razon se dixi Freihafen :oops:

te ga fato anche bele domande, se vedi che te ga de prof :cheezy_298:
1 perchè Carlo VI se senti in dover de proclamar la "libera navigazion" in Adriatico?
( domanda: solo per i navigli austriaci o in genere per le navi de qualsiasi nazionalità?, francamente no me ricordo..)
iera ancora valida la pretesa dela Repubblica de Venezia de esercitar un controllo sula navigazion in Adriatico?
el problema jera Venezia dove che gaveva el monopolio dela navigazion e quindi i bori dela tassazion per el passaggi di navigli e merci.
la protezione jera solo per quelli battenti bandiera imperiale e podeva trattar come pirateria le navi che in caso de attacco o che dava problemi per la libera navigazion.
xe ciaro che Venezia no la jera per niente contenta, ma Carlo VI oramai gaveva deciso de sviluppar la parte de Impero che poi costituirà el küstenland.
2 come mai Carlo VI scegli el Adriatico, pur avendo ancora i Paesi Bassi austriaci ( l'attual Belgio)? qua se non sbaglio la risposta sta in una clausola de un trattato che ghe impediva la navigazion dalle bocche della Schelda..
xe due punti che aiuta ( secondo mi) a capir la scelta de Trieste.
terzo punto, che no go ancora ben capido, quanto la scelta prevedeva un porto comercial e quanto un porto anche militar..
anche qualcossa de più sula Compagnia Orientale saria interessante, perchè probabilmente nelle intenzioni originarie la voleva forsi esser qualcossa come la Compagnia delle Indie inglese, che esercitava una sorta de egemonia politico-comercial sul India ( e che passerà ale dirette dipendenze della Corona solo a metà del ottocento), ma a un certo punto el progetto vien lassado cascar. A che "mercati" mirava questa compagnia?
mi penso che copiando cosa che gaveva fato i britannici con la compagnia dele indie, Carlo VI voleva sviluppar el commercio de prodotti orientali fazendoli rivar via nave in adriatico per poi distribuirlo nell'Impero. La scelta de Trieste come porto commerciale fu fatta su una rosa de località. Trieste risultò esser la migliore perchè più a nord, mare profondo, protezione contro possibili attachi via terra e mare.

deso vado a scartabelar qualche libro...


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Re: Trieste Freistadt e Freihäfen (prima parte)

Messaggio da jacum »

babatriestina ha scritto:
jacum ha scritto: Nel 1765 iniziano i lavori de secondo lazzaretto, "Lazzaretto Nuovo", che termineranno nel 1769, anno in cui venne anche inaugurata la stazione dei treni. .
qualcossa no me bati coi anni.. :lol:

de novo grazie per gaver trovà sta monada che go trascrito e che xe sta un mero error de traduzion. :doh_143:
la frase fa cusì: Nel 1765 iniziano i lavori del secondo lazzaretto, "Lazzaretto Nuovo", che termineranno nel 1769, nell'area che dopo verrà occupata dal Nuovo Porto e dalla stazione dei treni.


xe proprio quel che me servi, correger, arrichir e che sia scorevole nel leger la breve storia del Porto de Trieste.
una volta completata la meterò nel sito del portoliberotrieste.org

inoltre volevo anca zontar qualche carta dell'epoca o illustrazion o foto o quantaltro che daghi un bel apporto grafico all'articoleto.

GRAZIE PER I CONTRIUBUTI CULTURALI :clapping_213:


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Trieste Freistadt e Freihafen (II parte)

Messaggio da jacum »

ecco la seconda parte:


Nel 1824 si ricoprì Riva Grumula, si costruì sul molo Theresiano il nuovo faro nel 1833, la nuova Lanterna, e con le macerie della vecchia Lanterna si costruirono nel 1847 due piccoli moli: il Giuseppino e il Sartorio. (''Il primo mareografo a Trieste venne messo in opera dall' I.R. Governo Marittimo ed affidato in gestione all'Accademia di Commercio e Nautica. Lo strumento era sistemato nella "casa rossa" all'estremità del Molo Sartorio, il 16 ottobre del 1859 iniziavano ufficialmente le prime misurazioni continue di livello del mare Adriatico. L'idrometro per le misure di controllo era costituito da un tubo verticale in ghisa interrato nel molo; l'orlo superiore di questo tubo, posto al livello del suolo, definisce lo "Zero del Molo Sartorio". Dati mareografici di Trieste vennero pubblicati a partire dal 1869 dalla Commissione per l'Adriatico'')

Il 2 dicembre del 1848 avviene l'incoronazione di Francesco Giuseppe I, l'Imperatore trasformerà il porto Emporiale, quello costruito da Maria Theresa, in un grande porto di Transito. Nel 1863 il governo di Vienna annuncia un gara di appalto per la costruzione del nuovo porto di Trieste (Das Triester Hafen Projekt). Il 27 gennaio del 1865 l'imperatore Francesco Giuseppe sceglie il progetto della Österreichische Südbahn (Imperial Regia Privilegiata Società delle ferrovie meridionali) firmato dall'ingegnere Paul Talabot. Nel 1867 il contratto per l'esecuzione dei lavori diventa esecutivo per l'ammontare di 13.5 milioni di Gulden (florin, florint, fiorino); il lavoro si doveva completare il 31 dicembre del 1873. Il cantiere iniziò nel 1868 e terminò nel 1883 dopo l'introduzione di correzioni e modifiche al progetto originale. Il costo totale fu di 14.5 milioni di Gulden con una variazione sulla stima iniziale di 1.5 milioni. Il Lungo ritardo, veramente atipico per la dinamica amministrazione centrale austriaca, fu dovuta parzialmente dalle difficoltà di natura tecnica riscontrate durante l'esecuzione dei lavori, particorlarmente per la fangosità del fondale marino, dove la posa di giganteschi blocchi di pietra creò non pochi problemi. Ma la ragione principale del ritardo fu la forte ostilità al progetto mostrata dalla popolazione di Trieste.
Questa ostilità era motivata da due ragioni fondamentali: una tecnica legata all'idea del progetto del Talabot, dove una serie di moli si estendevano dalla stazione dei treni al Campo Marzio, protetti da uno o più frangiflutti o dighe foranee e l'altra legata alla ditta che vinse il concorso per l'assegnazione dei lavori. Già nel 1861 le autorità di Trieste e della Camera di Commercio presentavano una petizione contro il progetto Talabot, la quale la Südbahn compilò due anni prima che l'appalto imperiale fosse aperto. Nell'aprile del 1862 il progetto fu esaminato, in Trieste, da una grande commissione convocata dal Governatore, con la partecipazione di progettisti: 123 voti a favore e 3 contrari. Il 13 settembre del 1867 al consiglio della città, una commissione comunale composta da M. Francesco Hermet, presidente, e dal Dr Righetti e Dr D'angeli, futuro sindaco 1875, compilarono una relazione che fu pubblicata sul “Cittadino” nel 25 e 26 settembre, e che così si riassume: 1) il nuovo porto è completamente inutile, considerando che ci sarà l'apertura del Canale di Suez: la Sacchetta, tra il molo del sale, il canal grande e il bacino sono sufficienti per molti anni avvenire. Calcoli dettagliati accompagnano le nostre dichiarazioni. 2) il porto è fortemente penalizzante per gli interessi locali. La Südbahn riceve gratis un'area stimata in 300 milioni di fiorini… 3) la Südbahn ottenne escusivi diritti (13 aprile 1867) per costruire le rotaie, le linee dei tram sulle rive, un altro male al primo porto austriaco, la quale sotto l'influenza della ferrovia, è diventato da un povero centro di impotazione uno anche di esportazione. L'effetto sarà quello di ffare del porto un entrepot alle dipendenze francesi della Südbahn, un mero canale attraverso la quale le merci scorrerranno, “like a Buffalo, she was unseated by Chicago”. (Journal of the society of art, october 29, 1875. Number 1197 vol. XXIII – http://burtoniana.org/minor/by-year/187 ... rieste.pdf).
Nel 1875, quando i lavori di costruzione del Porto Nuovo erano a conclusione, L'Imperatore d'Austria Franz Josef I, fece visita a Trieste e ispezionò le strutture del porto erette dalla Südbahn. Giornalisti e cronisti erano accompaniati da artisti che disegnarono dal vivo l'evento. L'Imperatore non permetteva infatti di fotografarlo! Famoso è quello di Franz Kollarz, del Neue Illustrierte Zeitung, che disegnò “Visita Imperiale del Nuovo Porto di Trieste”.

bona lettura baba ;--D


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Re: Trieste Freistadt e Freihafen (II parte)

Messaggio da babatriestina »

jacum ha scritto:
bona lettura baba ;--D
Grazie, almeno te sa che qualchedun te leggi con attenzion.
ben, qua.. per mi te ga fatto un grosso salto,e .. me manca un poco Maria Teresa!
perchè po co se parla de porto soprattutto de Trieste e per quel che te interessa a ti, ghe xe due robe, colegade logicamente ma distinte: el porto fisico, dove che va e vien le navi, e el porto del punto de vista legal, con el sue caratteristiche che lo rendi quasi unico ( te ricordo ancora una volta el confronto con Livorno: quel, po, come xe andado a finir? iera un Asburgo anche là, e anche Maria Teresa per un periodo xe passada per de là..)

Ben,disemo che ghe volessi contar per fil e per segno :
1 co Carlo Vi ga creado el "porto franco" el se riferiva a tuta la città? o solo ala Sachetta?
2 come i ga fatto a impignir de abitanti la nova città teresiana, de dove i xe vignui nel Settecento, cossa li attirava? e cossa diseva i abitanti originari, serai nei muri de Citavecia, che Maria Teresa ga fato butar zo?
3 a un certo punto, 1740 me par, ma me posso sbagliar, Maria Teresa estendi el regime de porto franco a tuta la città: el Freistadt che te disi nel titolo con che limiti? i nomi de Barriera, de dazio, che xe restai ga a che far?
4 te spieghi che el porto de emporiale deventa de transito. Spiega ai baui come mi la diferenza.. Mi go sempre pensado che in un porto le merci sia sempre e comunque in transito..
5 a un certo punto, verso la fin del Ottocento, e no me ricordo la data, se prima o dopo la costruzion del Porto Franco Novo ( che saria el attual Porto Franco vecio) la città perdi el regime de Porto Franco per tutta la città e el vien trasferito in un Punto Franco interno al Porto.Dove esattamente? quali limiti? I triestini comincia col mugugnar come sempre "anche el portofranco i ne cava" e inveze col novo regime la città cressi ancora: merito del porto o dele industrie che se sta installando? perchè el cambiamento? imposto dall'alto? chi ghe guadagnava e chi ghe ne perdeva?
6 un punto che me par importante: chi gestiva el porto? dal punto de vista aministrativo? iera diferenza fra quando che tuta la città iera porto franco e quando che solo che la zona portual xe stada mantegnuda punto franco?
che diferenza fazeva per la città no esser più tuta porto franco ma aver in porto el punto franco? le navi passeggeri che attaccava presempio al Molo san Carlo alora dopo de sta roba no passava più per el Punto Franco? sta roba riguardava solo el traffico merci o anche quel passeggeri?

la storia che el imperator no voleva esser fotografado la gavevo letta anche mi nel libro de Botteri Il Porto franco di Trieste, che gavevo letto in una traduzion inglese.
Molte robe se trova in quei benemeriti libri Finzi ( curatore) Storia economica e sociale di Trieste, xe due volumi, li go ciolti in prestito in biblioteca e anche un lo gavevo recensido qua sul forum- o forsi ancora su Triestemia.., i costa un ocio della testa e no gavendoli a man e avendoli letti un per de anni fa me ricordo che i parlava de ste robe, ma no i dati precisi,
per cartine, ghe ne xe tante, ma con copyright immagino, nel catalogo dela mostra che i gaveva fatto una volta Maria Teresa, Trieste e il porto, che riportava carte de Trieste dei Musei civici.


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Re: Trieste Freistadt e Freihafen (II parte)

Messaggio da jacum »

babatriestina ha scritto:
jacum ha scritto:
bona lettura baba ;--D
Grazie, almeno te sa che qualchedun te leggi con attenzion.

intanto grazie Baba :cheezy_298:

all'inizio gavevo pensá a far una "breve" storia del Porto Libero e della citta libera per wikipedia, ma i me ga sempre censurá. gavevo iniziá a metter piccole robe, qualche dettaglio in piú, ma no i me guantava e i cavava sempre tuto.
alora me jero deciso de scriver de sana pianta una breve cronistoria pulita da ogni faziositá e la go proposta. risultato: censurato.

e per fortuna che xe l'enciclopedia libera!!! che ciolta pel cul!!


Baba deso me studio le tue domande e linee de approfondimento, anche le precedenti, e buto zó un per de righe in piú.

la terza parte xe poi fin ala prima krieg. questa xe ancora in fase de ri-composizione.
la quarta xe fin al PLT1954.
la quinta fino a ogi.


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Re: Trieste Freistadt e Freihafen (II parte)

Messaggio da babatriestina »

jacum ha scritto: la quarta xe fin al PLT1954.
la quinta fino a ogi.
e queste do, no andassi più in questa sezion storica, ma le stassi ben nela sezion relativa al Porto.


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Re: Trieste Freistadt e Freihafen (II parte)

Messaggio da babatriestina »

jacum ha scritto:, si costruì sul molo Theresiano il nuovo faro nel 1833, la nuova Lanterna, e con le macerie della vecchia Lanterna si costruirono nel 1847 due piccoli moli: il Giuseppino e il Sartorio.
Son curiosa, rileggendo: quala iera sta vecia Lanterna che ga permesso perfin de fra due moli co i la ga butada zo??? :shock: :shock: :shock:


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Re: Trieste Freistadt e Freihäfen (prima parte)

Messaggio da Ciancele »

Trieste Freistadt
‘sto post comincià de Jacum xe ‘sai interesante. Ma no trovo gnente dopo el 2010. No xe sta più continuà o cosa? Pecà. Sicome che ognidun pol dir la sua, mi digo la mia. Qualche volta penso che punto o porto sia la stesa roba, question de dimensioni. Anca qua gavemo el steso sistema. La roba sdoganada, nazionalizada, che vien portada in dogana, che sia un uficeto, magazin o el punto (porto) franco, con un benestare a l’esportazion la diventa estera e per andar de un magazin doganal a l’altro la ga bisogno de una boleta de acompagnamento. Qua vien anca un doganier che se senta tacà a l’autista o, quela volta, el cucer. La boleta fata per far vignir fora la merce la devi vignir stricada (in italiano: appurata). La dogana de entrata conferma a quela de uscita che i ga ciapà la roba e che tuto xe a posto. Anca qua gavemo la lavorazion in transito. A Trieste gavevimo la fabrica de scarpe (Lucky Shoes?) in porto. La roba rivava in transito, vigniva trasformada (in tedesco: veredelt) e ripartiva in altra forma. Patate in entrata, gnochi in uscita. El problema iera i pesi. Quante patate, quanta farina, aqua ecc. per far quanti gnochi? Forsi Sum Culex pol dir se conto giusto. I famosi centri sparisi anca qua. Le operazioni doganali xe ‘sai semplificade perché no se paga più dogana quasi con nisun. Dazio no conoso in Germania come che iera a Trieste. Me par de ricordarmi che qualchedun contava che mobili de Tricesimo a Barcola i ga pagà dazio per vignir in cità. Prima iera la P.V. = picola velocità (Frachtgut), la G.V. = grande velocità (Eilgut), la grande velocità accelerata (beschleunigtes Eilgut) e i coli espresi (Express). Adeso al posto dela picola velocità = coletame gavemo i container, el servizio pacheti dela posta. Dove che iera el scalo merci (due o tre scali a Francoforte) i fa case. El porto fluvial adeso xe condomini: flats on the river col posto barca. Gavemo due porti ovest e est. A Trieste sarà adeso compagno. El porto vecio no ga più motivo de esister. Par quel i zerca de trasformarlo. I magazini (come anca a Francoforte) i xe soto controlo e protezion dei monumenti e saria più fazile butarli zo e far roba nova. Ma no se pol e bisogna conservarli. La question del tacon e del buso.
Bisogna ‘ver pazienza e sperar ben.


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Re: Trieste Freistadt e Freihäfen (prima parte)

Messaggio da Piereto »

Caro Ciancele Francoforte xe germania,cioè comunità europea,e se la merce va fora de la comunità o la entra in comunità la paga un dazio. Trieste ,cioè el porto, xe extra comunità europea. Cioè le merci che vien dentro nel porto e le va fora per mar, no le paga nisun dazio,cioè all'interno del porto le pol eser anche manipolade ,trasformade,e per questo per un qualsiasi citadin che vol entrar in porto ghe cori un permeso doganal,una specie de pass. Le merci le paga un dazio solo se vinindo fora dal porto le entra ne la comunità europea. Quindi per esempio: pasta zara quando che la produci a Trieste e po la vendi in Turchia che xe fora UE la paga dazio,ma se inveze el pastificio fusi in porto no la pagasi nisun dazio mandando la merce in turchia. Quindi el punto franco cioè el porto novo e vecio,se te preferisi sud o nord, xe una richeza per Trieste perchè dovesi dar tanto lavor. Inveze questa posibilità de lavorar le merci in porto e po spedirle per mar,xe tanti ani che no se riva a concretizar. Se disi che xe colpa de la burocrazia italiana e de chi che fino adeso ga aministrà el porto,e cioè che l'autorità portuale ga le man ligade,cioè la xe priva de autorità. Cioè te fazo un esempio,se xe de meter un tubo de l'aqua bisogna domandarghe el permeso a Acegas,se xe de demolir un magazin comanda la Sovrintendenza e la te disi de no,cusi per un magazin che podesi servir ogi xe de spetar madre natura che lo demolisi. Te basti saver che una parte politica de la cità vol trasformar el porto vecio,co la scusa che el xe sotoutilizà in un rion novo de Trieste,coi fondai de 10 metri per tinir barchete che pesca si e no 1 metro. E sta parte politica vol trasferir la superficie franca de dazio da una altra parte. Solo che el porto vecio xe za colegà co la ferovia, anche se Rete Italia ,le vecie FS,no vol saverghene de far partir i treni,e per una nova zona dovesimo spetar la ferovia forsi per altri 30 ani. Iera una vecia canzon che diseva :Adeso che gavemo la strada ferata,la boba in pignata mai più mancherà. Ma questo sucedeva una volta.


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Re: Trieste Freistadt e Freihäfen (prima parte)

Messaggio da babatriestina »

Scusa Piereto, ma mi sarò un poco sempia ma no go capido ben la tua frase "se la merce va fora de la comunità o la entra in comunità la paga un dazio". Che mi sapio le merci paga dazi se i singoli paesi ( o Comunità) fissa dazi, de solito sula merce in arivo del esterno, per protegger i propri prodotti. Ma no go mai pensado che una merce dovessi pagar dazio sia perchè la va fora sia perchè la va dentro de un confin, Cioè se mi importo una roba dela Turchia o de Taiwan, pago dazio, e no penso che anche lori paghi un dazio per esportarla. Te ne disi che paga dazio sia le importazioni che le esportazioni se no xe unità doganal? quindi che la merce paga ogni volta dopio dazio sia co la esci che co la entra?

secondo te disi "Trieste ,cioè el porto, xe extra comunità europea" eco, questa xe una tesi che adesso gira assai per Trieste, sostegnuda del gruppo che xe nela firma de Jacum. Ma altri disi che no Trieste (!!) ma i sui punti franchi xe liberi de dogane ( perchè i trattati, memorandum de Londra e trattato de Osimo, che quei disi che xe carta strazza, ga recepido el Punto franco) ma no per questo extra comunità europea. Perchè se fussi come che te disi ti, tanto per dir , pasta Zara ( se la se trasferissi in punto Franco) no pagassi dogane per esportar in Turchia, ma la pagassi ecome! se la volessi esportar in Italia, cioè apena fora del Punto franco.. o in tuta la Comunità europea, perchè la fussi fora de Schengen. E per andar nei Punti Franchi ghe saria obligo de passaporto, perchè saria confin de Schengen. almeno, mi capiria cussì, dime se qualcossa no va ben in sto ragionamento.

Per questi problemi, no storici ma dela situazion atual, che no ghe n'entra più col topic dal 1719 al 1914, gavemo un corposo thread dove che Jacum ga portado el suo contribuito al riguardo.. anche se i me sta spiegando che ghe xe due gruppi Porto Libero e Movimento Trieste Libera e almeno un che xe de un de sti do ma ga dito Noi no gavemo gnente de far coi altri.. e a sto punto altro che storia! semo in piena attività politica attual!


"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)

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