Stagioni liriche al Verdi: 1986-87

a Trieste ghe xe un teatro Comunal che de oltre 200 anni fa opere, balletti, concerti... e altri teatri che fa spettacoli musicali de tipo classico: contene storie vece e resoconti de spettacoli attuali..
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babatriestina
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Stagioni liriche al Verdi: 1986-87

Messaggio da babatriestina »

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ancora 9 spettacoli, qua ho qualche ricordo più preciso
Rigoletto dir Soudant, Gilda Susie Jo, me la ricordo vagamente er assai di moda allora, Grilli eun Rawnsley di cui nulla ricordo
Ma ricordo molto bene la Norma successiva dir Gandolfi, non ricordo se Cossutta cantò e come cantò ma ricordo molto bene per la stroia dell protagonista Katia Ricciarelli. Che a mio parere fu una Norma convincente. Ovviamente la Ricciarelli non aveva il vocione di Gina Cigna nè il temperamento della Callas, ma il fatto che un Karajan se la fosse presa all'epoca come Turandot vuol dire che alcuni ruoli tradizionalmente assegnati a soprani col vocione li poteva fare. Come? con un bel fraseggio classico, con la capacità che aveva ancora di eseguere le fiorettature della parte belcantista, e pure con una presenza in scena che faceva pensare alle dive ottocentesche neoclassiche. Ma vuoi per essere i "vedovi della Callas", vuoi per spiritosaggine, alcuni triestini riesumarono un vecchio scherzo fatto anni prima di cui aveva parlato uan rivista di musica classica, in cui dei buontemponi avevano affisso dei manifesti mortuari a nome di Norma, con allusioni alla Malibran etc. , ne crearono di simili per l'occasione:la Ricciarelli ( forse allora già in Baudo)la prese assai male e non la perdonò . Secondo me, non se li meritava, io credo che avessero voluto fare una goliardata.
Giudicate voi..
http://www.youtube.com/watch?v=A0RdI8Z36ak

http://www.youtube.com/watch?v=HyT1r5TV3Nc

Cossutta nell'immagine dels ito del VerdiImmagine



Der Fliegende Hollaender ( non più vascello fantasma) in tredesco, dri Kuhn cantanti tedesci ( nuovo alestimento dello stabilimento scenogarfuico del Verdi)
La fille mal gardée balletti dell'opera di stato ungehrese. ma stavolta non con una coreografia loro, ma con la bella coreografia di Ashton per il royal ballet: un balletto di sapore ottocentesco, ambientato in campagna ( all'inizio appaiono i galli e le gallina) la solita storia della ragazza che dovrebbe sposare il riccone proposto ma invece sposa il suo innamorato giovane e povero. Famosa la scena coi nastri dell'albero della cuccagna e la danza degli zoccoli, per cui Ashton approfondì nel folklore popolare, danzata dalla madre della ragazza, un uomo in costume da donna
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Hary Janos dir Pal credo di non esserci stata.
petra malakova. Mario Basiola, Max rené Cosotti..
Le Villi ( novità per Trieste) e Gianni Schicchi: un'insolita accoppiata pucciniana Le Vili sono la versione operistica di giselle, mi sembra. Dir Severini. Ricordo poco
La fiamma di Respighi ( nuovo allestimento scenogarfico del verdi) dir Arena Non c'ero. protagonisti Casolla, Bini ( altro che troveremo enlle operette)
Una lettera d'amore di Lord Byron di de Banfield e Il Carillon magico di Pick-mangigalli dir Argiris
probabilmente ci sarò stata, mai miei ricordi sono q uasi nulli
Ultimo spettacolo, assai atteso e presentato come evento: la nuova per Trieste la lady Macbeth del distretto di Minsk di sciostakovic dir Bareza. versione italiana.
La Bakocevic, Burke, la triestina Susowsky, e anche Aurio! Bene, francemnte, la trovai abbastanza noiosa.

ancora per la Norma della Ricciarelli, ne ho trovato la recensione di repubblica:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... html[quote] Tutti lì a vedere e sentire la prima Norma di Katia Ricciarelli. Gran bel vedere, come si può immaginare. Finalmente una sacerdotessa che è anche donna credibile. Non è stato, invece, un bel sentire; per manchevolezze imputabili un po' a tutti, ma che fatalmente si assommano sulla protagonista. L' impresa era dura, non solo perchè Norma è un personaggio realmente difficile, ma perchè in questi ultimi decenni si è incrostato di callassità. Non è successo per Norma quello che è accaduto con gli altri memorabili ruoli della Callas: sono arrivati altri soprani e li hanno rimessi in circolo subito e in altro modo. Norma è rimasta ferma, inchiodata al mito. Bisogna dare atto a Katia Ricciarelli di aver impostato il ruolo dribblando benissimo espressioni, accenti e tic della Callas; e le diamo atto anche di una preparazione accurata, in grado di risolvere anche scenicamente la parte rifiutando i furori, gli avvitamenti della Callas. Fin troppo interiorizzata, anzi, questa Norma, e più soave che imperiosa, più tenera che vendicativa. Ma cosa si chiede, in definitiva, di particolare a una cantante che canti Norma? Un' indiscutibile capacità atletica, per sostenere la continua presenza in scena e l' esposizione a un' escursione molto ampia tra grave e acuto. Si chiede capacità di alimentare espressivamente le belle linee vocali belliniane seguendone l' incurvatura e di fiorire con garbo a ogni richiesta belliniana (e ce n' è per tutti: volatine, trilli, scale, gruppetti, ecc.). Si chiede poi imperiosità drammatica e insieme dolcezza intimistica, e spesso le due richieste sono contigue. Si chiede, insomma, il dominio assoluto della tecnica vocale e una grande intensità espressiva. E' questo, appunto, il tallone d' Achille di Katia Ricciarelli. Le note acute sono corte, lei le fila; ma filandole le devitalizza. E poi, cosa le prende che da alcuni anni canta come a singhiozzo con sue personali messe di voce che trasformano l' emissione in oscillazione dinamica continua; che succede che non prende più una nota se non con portamenti e come la prende la lascia subito, indipendentemente dalla durata; per portarsi sulla nota successiva, realizzando un glissando continuo? In un' opera, si badi, che per essere costruita solo su melodie, e melodie belliniane, ha già di suo fin troppe appoggiature. Anche Elena Zilio (anche lei, salvo errore, alla sua prima Adalgisa) funziona poco.[/quote]
Carlo Cossutta, che ricordiamo eccellente Otello, ora non ci dà che avanzi di voce
Tre cantanti inadatti ai ruoli, dunque; e non aiutati nei tempi e nell' espressione da Romano Gandolfi, ottimo direttore di coro, come tutti sanno, ma modesto direttore d' opera. Scene dipinte, di grande modestia, tratte dagli originali del solito Sanquirico (il quale dormiva molto più di Omero). E poichè le scene davano alla Gallia dei Druidi capitelli corinzi, colonne e fregi romani, i costumi (di Giusy Giustino) erano neoclassici, e molto belli. Il regista Mario Zanotto con quelle scene poteva fare ben poco, ma quel poco l' ha fatto benissimo. La regia appariva discreta, funzionale e molto elegante.
Applausi prolungatissimi hanno accolto i protagonisti alla fine, ma non sono riusciti a coprire alcuni persistenti "buu" piovuti dal loggione e da alcuni palchi. -


"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
Piereto
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Re: Stagioni liriche al Verdi: 1986-87

Messaggio da Piereto »

Rigoletto direttore Soudant. Una persona con le ideee molto chiare e volitivo. Infatti rivoluzionò per la sua opera la formazione degli esecutori in buca, che poi è quella attuale che è stata adottata venti anni dopo da Nello Santi. La Norma di bellini e il suo funerale nella persona della Riciarelli. Era una gogliardata ,ma le ragioni cerano tutte. Non si possono prendere le note acute arivando con un portamneto,e questo è lo stile che la Riciarelli adottò per il suo futuro di cantante. Ascoltabile con estrema sofferenza. Il vascello fu la replica del precedente diretto da Kuhn,che ne curò la regia e di cui girò anche un film. Non so poi se andò in onda su qualche rete tedesca.Comunque una bella produzione e anche una buona esecuzione. Il pubblico invece fu scarso e forse non comprese le qualità del Hary Janos di Kodaly. La musica esenziale ,tonale e con buoni temi,solo la trama discontinua su un eroe sbruffone ungherese.La direzione come sempre splendida di Tamas Pal. Le Villi e Gianni Schicchi ,una inedita accoppiata,dirette da Severini,direttore ex violinista. Le villi ineterssanti per un musicofilo,e meglio il Gianni schicchi ,però quello degli anni precedenti.


Piereto
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Re: Stagioni liriche al Verdi: 1986-87

Messaggio da Piereto »

Segue la Fiamma ,ma per una opera bisogna avere a disposizione dei temi che Respighi non possedeva.Quindi così e così. L'opera di Banfield diretta da Argiris. No coment. La lady machbeth,ricordo una grossa operona,molto interessante diretta da Bareza ,e di cìlui ricordo ne parlavamo come di una malattia del sonno : la barezite.


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