Traversata muggesana
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- babatriestina
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Re: Traversata muggesana
Come vedete quello " verde" è descritto da una pagina di un certo Giovanni Luca dedicata alla scultura slovena e in particolare alla chiesetta di san Sebastiano e scrive
La cultura popolare nel Settecento prosegue nella linea proposta dagli altari lignei di scuola slovena; ne è testimonianza un gruppo di statue collocato nella chiesa S. Sebastiano, alle pendici del colle di Muggia, sorprendente quanto a carica umoristica popolare. Si trovano, oltre a un pregevole crocifisso dipinto, una Madonna Glikophilousa, San Sebastiano, San Biagio Vescovo, San Michele pesatore di anime e Sant'Antonio Abate.
Quello in rosso l'ho fotografato io in quella chiesa il giorno in cui l'ho trovata aperta
Ecco lo screenshot della pagina, nel caso sparisse
La cultura popolare nel Settecento prosegue nella linea proposta dagli altari lignei di scuola slovena; ne è testimonianza un gruppo di statue collocato nella chiesa S. Sebastiano, alle pendici del colle di Muggia, sorprendente quanto a carica umoristica popolare. Si trovano, oltre a un pregevole crocifisso dipinto, una Madonna Glikophilousa, San Sebastiano, San Biagio Vescovo, San Michele pesatore di anime e Sant'Antonio Abate.
Quello in rosso l'ho fotografato io in quella chiesa il giorno in cui l'ho trovata aperta
Ecco lo screenshot della pagina, nel caso sparisse
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Re: Traversata muggesana
questa la pagina http://www.janezluca.eu/catalogo.html
un tempo era linkata nella pagina della Diocesi, adesso non più, ma è fonte di notevoli informazioni
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Re: Traversata muggesana
trovato qua sotto. Sono le statue della chiesetta di san Sebastiano, appunto quelle ch e ho fotografato io. Possiamo chiederci quale sia la foto più antica...forse dipende dal colore delle ridipintura, io sospetterei che quelle della pagina dedicata alle opere diocesane sia anteriore ( il Santo in verde) e quella fotografa da me (2016) sia più recente. Per me quella verde ha un a vernice lucida, come ridipingevano un tempo, l'altra è una vernice opaca, come lasciano nei restauri in cui decapano le vernici superiori. guardare le immagini della Madonnababatriestina ha scritto: ↑lun 13 mar 2023, 8:38 se il sito dei beni diocesani desse l'ubicazione... ma mi pare non la dia
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Re: Traversata muggesana
Ma in una il santo tiene in mano qualcosa che mi ricorda un pane, nell'altra una penna d'oca.
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Traversata muggesana
esattamente, come il colore hanno cambiato anche quello per adattarlo all'intitolazione, Ovviamente sono aggiunte posteriori.
io direi che se
1in una chiesa io fotografo una statua di un santo
2 nella medesima chiesa un articolo descrive una statua di un santo
e le due sono uguali, salvo
a il colore della veste
b l'oggetto che tengono in mano
c il nome scritto su una mensola sotto
ne trarrei la deduzione che si tratta della medesima statua, fotografata in momenti diversi e modificata in modo diverso per attribuzioni diverse.
L'alternativa che ci siano due statue quasi uguali ( ma da altre parti mai viste statue simili) e che le scambino fra di loro nella medesima sede, mi sembra molto più improbabile
io direi che se
1in una chiesa io fotografo una statua di un santo
2 nella medesima chiesa un articolo descrive una statua di un santo
e le due sono uguali, salvo
a il colore della veste
b l'oggetto che tengono in mano
c il nome scritto su una mensola sotto
ne trarrei la deduzione che si tratta della medesima statua, fotografata in momenti diversi e modificata in modo diverso per attribuzioni diverse.
L'alternativa che ci siano due statue quasi uguali ( ma da altre parti mai viste statue simili) e che le scambino fra di loro nella medesima sede, mi sembra molto più improbabile
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Re: Traversata muggesana
Non avevo capito che le due statue facessero riferimento alla stessa chiesa. Quando parli del sito dei beni diocesani pensavo si facesse riferimento ad un'altra statua di qualche altra chiesa. Per questo avevo fatto l'ipotesi di una produzione "in serie".
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Traversata muggesana
Uno dei sacerdoti muggesani interessato all'arte mi ha detto che mi racconterà la storia del restauro. Guardando la statua della madonna a cui hanno tolto le lacche biancoverdi, a me sembra che sia ben anteriore al settecento. Qualcuno l'ha trovata simile a certe statue quattrocentesche esposte al Museo di arte sacra di Udine. E mi dicono che a desso la chiesetta di san Sebastiano è aperta più spesso.
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Re: Traversata muggesana
da don Andrea Destradi
Qualche notizia in più su questa statua della Madonna Ambito altoadriatico metà del sec. XVIII, Madonna glikofilusa (lett. del dolce bacio)
Datazione sec. XVIII (1741 - 1760) legno scolpito, dipinto (cm 146.0x68.0x54.0
Collocazione Chiesa di San Sebastiano (Muggia)
il restauro avvenuto in tempi recenti (ultimi anni del '900) ha tolto la pesante pittura ad olio recuperando le delicate tinte sottostanti come si vede nella foto pubblicata.
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Re: Traversata muggesana
ecco, Canova... non c'entra con la traversata muggesana, ma... le statue di Canova non sono fatte in serie e in repliche in genere. Tranne credo una serie di cui immagini Canova abbia fatto la matrice e se ne siano creati diversi calchi:sono piccolo ma crescero ha scritto: ↑lun 13 mar 2023, 8:28
Sì, io penso proprio ad una produzione in serie. Ho letto da qualche parte che già nell'antica Roma le statue degli imperatori erano prodotte in serie o quasi. In tempi più recenti mi dicono che Canova era maestro in questo.
sono delle grandi placche a scene mitologiche, di cui vi mostro le foto che ho fatto in alcuni musei: questa l'avevo già messa in forum e viene dal web, la gipsoteca di Possagno
Milano:
la danza dei figli di Alcinoo
la morte di Priamo
e la medesima .. a Venezia
Nb le tre di Priamo sono leggermente diverse , del tipo Trova le differenze quanto meno nelle pudenda di Neottolemo, nella prima è nudo, nella seconda ha la foglia di fico e nella terza ha un pannicello.
Se ne parlò anni fa quando un'altra copia andò rotta in occasione di una mostra e i giornali copiandosi uno con l'altro intitolavano " opera unica andata perduta"
E a Trieste? bene La danza dei figli di Alcinoo e la morte di Priamo ci dovrebbero ancora essere, ben chiusi ovviamente adesso, ma un tempo erano esposti all'ingresso del foyer della sala Tripcovich, uno a destra e d uno a sinistra, in quanto probabilmente la società che li possiede sarà stata uno sponsor del Verdi
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Re: Traversata muggesana
Aggiornamenti: l'opera rotta "Nell’agosto del 2013 durante uno spostamento dell’opera nell’Accademia di belle arti di Perugia, il bassorilievo raffigurante “L’uccisione di Priamo” noto come gesso di Canova era andato in frantumi.
Il grande manufatto è stato restaurato e ora, dopo più di un anno trascorso dal tragico incidente, è stato ampiamente riassemblato. Al momento della caduta, il danno sembrava irrecuperabil"
L'originale sembra sia al Correr di Venezia ( ma io l afoto l'ho fatta alla Galleria di arte moderna) mentre quella rotta era una copia donata a Perugia
Altre copie si trovano a Roma, museo di Villa Torlonia
le copie triestine appartengono alle Generali e si trovano a palazzo stratti
Il grande manufatto è stato restaurato e ora, dopo più di un anno trascorso dal tragico incidente, è stato ampiamente riassemblato. Al momento della caduta, il danno sembrava irrecuperabil"
L'originale sembra sia al Correr di Venezia ( ma io l afoto l'ho fatta alla Galleria di arte moderna) mentre quella rotta era una copia donata a Perugia
Altre copie si trovano a Roma, museo di Villa Torlonia
le copie triestine appartengono alle Generali e si trovano a palazzo stratti
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Re: Traversata muggesana
https://www.generali.com/it/media/News/ ... o-Stratti-
Antonio Canova a Trieste
Il patrimonio artistico preservato da Generali contempla due gioielli assoluti di Antonio Canova, i bassorilievi ‘Morte di Priamo’ e ‘Danza dei figli di Alcinoo’. Le due opere, di proprietà di Assicurazioni Generali, costituiscono una preziosa testimonianza del massimo esponente del Neoclassicismo e soprannominato per questo ‘il nuovo Fidia’.
Concepiti in coppia, secondo la critica i due soggetti contrappongono temi di dolore e di gioia: il ‘sublime’ tragico nell’assassinio del re troiano per mano del figlio di Achille, che intendeva vendicarsi della morte del padre inflitta da Paride, e la ‘grazia’ della danza della coppia di ballerini nell’episodio ricavato dall’Odissea.
Le opere sono conservate a Trieste, nella Foresteria di Palazzo Stratti. Affacciato su Piazza Unità d'Italia, il Palazzo venne commissionato dal negoziante greco Nicolò Stratti al progettista Antonio Buttazzoni nel 1839. Quando fu terminato nel 1846, gli affari di Stratti non erano floridi e il palazzo fu venduto alle Assicurazioni Generali che incaricarono gli architetti Eugenio Geiringer e Domenico Righetti di fare in modo che la facciata sulla piazza diventasse quella principale.
ecco le due " triestine"
Antonio Canova a Trieste
Il patrimonio artistico preservato da Generali contempla due gioielli assoluti di Antonio Canova, i bassorilievi ‘Morte di Priamo’ e ‘Danza dei figli di Alcinoo’. Le due opere, di proprietà di Assicurazioni Generali, costituiscono una preziosa testimonianza del massimo esponente del Neoclassicismo e soprannominato per questo ‘il nuovo Fidia’.
Concepiti in coppia, secondo la critica i due soggetti contrappongono temi di dolore e di gioia: il ‘sublime’ tragico nell’assassinio del re troiano per mano del figlio di Achille, che intendeva vendicarsi della morte del padre inflitta da Paride, e la ‘grazia’ della danza della coppia di ballerini nell’episodio ricavato dall’Odissea.
Le opere sono conservate a Trieste, nella Foresteria di Palazzo Stratti. Affacciato su Piazza Unità d'Italia, il Palazzo venne commissionato dal negoziante greco Nicolò Stratti al progettista Antonio Buttazzoni nel 1839. Quando fu terminato nel 1846, gli affari di Stratti non erano floridi e il palazzo fu venduto alle Assicurazioni Generali che incaricarono gli architetti Eugenio Geiringer e Domenico Righetti di fare in modo che la facciata sulla piazza diventasse quella principale.
ecco le due " triestine"
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