La galleria Nazionale di arte antica

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babatriestina
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La galleria Nazionale di arte antica

Messaggio da babatriestina »

Il Museo che non si può vedere.
ne abbiamo parlato in altri post, ma mai esplicitamente. Una storia triste.
A Trieste non c'erano collezioni storiche di pittura ufficiali, i privati collezionavano ovviamente e buona parte delle loro opere sono nei musei o chiuse nella quadreria del Sartorio. Si riteneva che una città importante come Trieste dovesse avere una propria galleria di pittura di arte antica, e così nel 1957 venne acquistata sul mercato la collezione Mentasti di opere di artisti principalmente veneti dal rinascimento al Settecento. esposta dapprima al castelletto di Miramare ( dove non l'ho mai vista) venne successivamente esposta dal 1984 a palazzo economo.
però trovo un articolo che parla di "riapertura" nel 2002
Dove andai una volta. ingresso gratis- allora eccezionale, e non un visitatore!!!
successivamente venne chiusa, il Piccolo dice 2015 ma secondo me è un errore, per me non è visibile dai primi annid le 2000 al più tardi.
bene, adesso è in mostra in Armenia, A Erevan, e al ritorno.. tornerà ad esser chiusa negli scantinati. in particolare non sono mai stati esposti al pubblico, nemmeno ai tempi dell'apertura, una serie di disegni d le Canaletto!

Sono stati esposti una volta a Miramare ed ora sembrano conservati alle Scuderie, ma non visibili al pubblico
per fortuna esiste uno puscoletto che descrive il museo. Nb non che siano capolavori come gli Uffizi, ma insomma alcune opere meritano


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Re: La galleria Nazionale di arte antica

Messaggio da babatriestina »

quanto scrivo lo vedo supportato con altri termini in questa pagina
https://www.centoparole.it/2016/12/un-t ... ste-parte/

di cui evidenzio alcuni passi che mi sembrano significativi
Tra i meriti, purtroppo poco noto per le sfortunate condizioni manifestatesi nel tempo e il quasi totale disinteresse di gran parte dei triestini, va ricordato la creazione ex novo di una Galleria Nazionale di Arte Antica italiana che andava ad arricchire il già ricco e variegato complesso artistico-culturale della città
Si intende precisare, inoltre, che non saranno tralasciati anche aspetti meno edificanti, come occasioni sfumate di sviluppo e appunti critici verso una città che si è dimostrata, nonostante la sua secolare e complessa vocazione culturale, cieca e (purtroppo, si teme volutamente) di ostacolo a sé stessa con un’ostinazione preoccupante volta alla fossilizzazione di un passato non più ripetibile.
status di porto franco. Assieme alla crescente prosperità economica, si aggiunse l’affermazione di un vivace fermento culturale e artistico che non ha conosciuto soste sino al tragico scoppio della Prima Guerra Mondiale. A ciò si aggiunse il fermento collezionistico, non limitato al locale ceto aristocratico, che portò alla creazione di importanti collezioni di arte sia antica che moderna da parte di mercanti e uomini d’affari arricchitisi e che hanno dato lustro alla città: ma, si precisa, la quasi totalità di queste collezioni prestigiose è andata purtroppo dispersa sul mercato con un ritmo crescente nel tempo, come è purtroppo evidente dalla presenza di importanti opere nei cataloghi di vendita delle case d’asta (come esempio, si vuole qui ricordare la grave perdita del San Francesco confortato dall’angelo di Caravaggio, ora ad Hartford, la cui vicenda è stata scrupolosamente indagata dal dott. Daniele D’Anza in “Ricche Minere”). Va inoltre aggiunto che, tra i meriti (veri o presunti) della politica austriaca a Trieste, non vi è nessuna iniziativa culturale e artistica promossa a livello centrale mirante alla creazione, nell’importante porto imperiale, di un museo pubblico di raccolte d’arte antica, ciò a testimonianza della scarsa considerazione che Vienna e la casa degli Asburgo-Lorena nutrivano per la città in tale ambito (fatta eccezione per la figura dell’arciduca Massimiliano).
lo Stato Italiano non ha immediatamente contribuito alla creazione di una Galleria Nazionale di Arte Antica nella città redenta (in quanto gli sforzi del regime fascista erano volti all’abbattimento del complesso contesto giuliano-triestino – creatosi, coi suoi pregi e i suoi contrasti, in secoli di sviluppo – a favore di un’italianità, forzatamente e strumentalmente artificiale, sostenuta dal regime a fini politici). La fase apertasi con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e conclusasi il 5 ottobre 1954 (caratterizzata da molteplici traumi, in parte non completamente sanati, che hanno interessato Trieste e tutte le terre – ora divise tra Italia, Slovenia e Croazia, secondo confini artificiali – dell’antica Venezia Giulia), creò di fatto le condizioni per la nascita della Galleria tramite le azioni dell’allora Soprintendente ai Monumenti, Gallerie e Antichità di Trieste, l’architetto Benedetto Civiletti.
È stata ravvisata da parte della Soprintendenza la necessità di dotare la città di Trieste di una Galleria d’arte antica essendosi notato che, sebbene ricca di una civica collezione d’arte moderna quale il Museo Revoltella, ben pochi esempi di pittura rinascimentale e barocca si potevano agevolmente vedere in città. Era questa una lacuna quanto mai evidente poiché, per poter ammirare qualche tela dell’epoca indicata, i Triestini dovevano recarsi almeno a Venezia. L’occasione si presentò quando si venne a conoscenza che una notevole raccolta privata, ben conosciuta agli studiosi, era sul punto di essere smembrata e dispersa.
La locale Galleria Nazionale d’Arte Antica nacque quindi con un duplice scopo: da un punto di vista meramente politico, riaffermare la profonda radice italiana della città, seppure sviluppatasi in modo originale, tramite un’iniziativa politica che era un primo passo concreto nel ritorno della legittima sovranità all’Italia; dal punto di vista artistico-culturale, invece, ciò aveva il pregevole scopo di colmare una grave lacuna nel contesto culturale triestino, tramite l’acquisizione pubblica di una collezione di pregio (anche se priva di capolavori assoluti – determinata dall’iniziativa di un privato). E l’occasione trovò attuazione concreta nell’acquisizione, nel 1955 e nel 1957, delle 49 opere della collezione di arte antica del senatore veneziano Pietro (o, secondo altre fonti, Piero) Mentasti: è questo il primo nucleo che costituisce la Galleria Nazionale di Trieste. Queste opere, in parte esposte alla “Galleria del Sole” di Milano nell’inverno del 1953, offrono uno spaccato generale delle diverse scuole pittoriche della penisola nell’arco cronologico compreso tra il tardo Quattrocento e il Settecento. Esse trovarono la loro prima sede presso il Castelletto di Miramare; l’inaugurazione della Galleria ebbe luogo il 14 dicembre 1957 dopo la riapertura, voluta dal Soprintendente Civiletti, del Parco e del Castello di Miramare il 2 giugno 1955, conclusi i doverosi restauri e le bonifiche necessarie dopo i drammi della Seconda Guerra Mondiale e dell’occupazione militare alleata. Ma, a causa degli spazi limitati e, forse, di un attaccamento radicato dei triestini più verso il Castello che verso una collezione, forse, sentita come estranea dalla città (a cui va aggiunto il mancato completamento del rilancio del comprensorio di Miramare, studiato da Civiletti), la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Trieste chiuse al pubblico nel settembre 1960
, è però necessario porre l’attenzione su alcune di esse, esemplari per la qualità e le caratteristiche di rarità: ad esempio, la piccola tela attribuita a Jacopo Robusti detto il Tintoretto col Ritratto di gentiluomo con barba databile al quinto decennio del Cinquecento; il Profeta Geremia di Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone eseguito tra il secondo e il terzo decennio del Seicento; la Natura morta con frutta candita e frutta di stagione di Pier Francesco Cittadini detto il Milanese, del sesto o settimo decennio del Seicento; la Gloria di san Nicola (databile agli anni Settanta del Seicento) e l’Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre di Francesco Solimena; e il pregevole Gonfalone (dipinto su ambo i lati – rarità che compensa la perdita delle altre decorazioni, frange e bordure, tipiche di questo genere di opere) dipinto da Giovanni Antonio Guardi verso la metà del Settecento con tema san Nicola (Benedicente sul recto, In estasi sul verso).
e questo?
Una menzione a parte spetta alle opere provenienti dal Castello di Miramare, parte delle antiche collezioni di Massimiliano: se il Ritratto virile di scuola veneta e la Testa di vecchia attribuita a Bernardo Strozzi sono diventate parte integrante della Galleria Nazionale, le due tele di Johann Heinrich Schönfeld facenti un tempo parte della serie dei Cinque sensi (Il gusto e L’odorato), seppure comprese nel percorso espositivo concepito da Magani, non fanno più parte della Galleria Nazionale.
l'articolo è dle 2016, ma dopo un po' sposta l'interesse sui quadri veneto istriani...


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Re: La galleria Nazionale di arte antica

Messaggio da babatriestina »

ecco qua, 2011 già chiusa https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cr ... a-1.773856
"Gli ampi spazi dell’edificio sembravano destinati ad accogliere le opere della Galleria, le quali furono sì messe in mostra, ma in mezzo a scrivanie, telefoni, cumuli di fascicoli e documenti e visibili solo secondo l’orario di apertura degli uffici. Sfrattata da palazzo Economo per fare spazio a uffici, la Galleria fu allestita alle Scuderie del castello di Miramare, restaurate per l’occasione. Ma l’iniziativa non durò neanche il tempo di visitare la mostra. Lo spazio non era adatto alla buona conservazione e i costi troppo elevati. Le opere andarono in deposito."


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Re: La galleria Nazionale di arte antica

Messaggio da Piereto »

Una curiosità ; me xe vignudo in mente che la biblioteca statale Stelio Crise la xe in palazzo Morpurgo e la fa parte del Ministero dei beni culturali. Ma el palazzo Morpurgo iera una proprietà privata prima che rivi l'Italia, come e quando el xe pasado de proprietà ? ( confiscado, nazionalizado ? ) , e se tutto l'edificio xe statale, no ghe xe un buso per ospitar la galleria nazionale triestina?.


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Re: La galleria Nazionale di arte antica

Messaggio da babatriestina »

la prima risposta che trovo xe che el iera proprietà privata fin a al 1924 ma dopo el ga ospitado la Milizia fascista e el sindacato fascista- che po xe deventado nel 1983 dela CGIL come che te se ricorderà. nel 1991 lo ga ciolto el Ministero dei beni Culturali.
El sito del Comin scrivi : "In seguito a molteplici passaggi di proprietà il palazzo è registrato a nome della CFLI-Confederazione Fascista dei Lavoratori dell'Industria di Roma nel 1935, per passare nel 1949 al Demanio dello Stato e infine nel 1954 al GMA. Nel 1983 la proprietà viene divisa tra la CGIL, la CISL, la UIL e la società Sviluppo Trieste S.r.l.. Dieci anni dopo il palazzo viene acquistato dallo Stato Italiano."
el che me confondi fra gma e Demanio secondo mi


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Re: La galleria Nazionale di arte antica

Messaggio da babatriestina »

Quanto spazio ghe sia no savessi, ma almeno due piani xe dela Biblioteca, ghe vado spesso. Resta qualcossa al forsi pianoterra... se no xe deposito de libri.


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Re: La galleria Nazionale di arte antica

Messaggio da babatriestina »

ma secondo mi le problema no xe el posto. Xe el personal. Una galleria ga bisogno de un bigliettaio, de addetti, de custodi... za el Sartorio no xe verto tuto perchè xe pochissimi custodi... al Revoltella xe averto perchè xe volontari a gratis, che i professionisti li vedi come el fumo nei oci perchè i disi che i va pagadi e che i non pagadi xe concorenza inesperta e sleal.. che se no i ga soldi de pagar che i seri e cussì la gente capirà che bisogna assumer e pagar.


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Re: La galleria Nazionale di arte antica

Messaggio da babatriestina »

50 anni fa... mai fatto gnente

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Re: La galleria Nazionale di arte antica

Messaggio da babatriestina »

a proposito... vi ricordate il Cranach della Galleria Nazionale ? a suo tempo grandi proclami e pubblicità per il restauro,, adesso chiuso. ben non chiuso!
dal Piccolo di qualche giorno fa
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esposto a Gorizia ad una mostra.
Ed è indubbiamente lui
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