Paeonia mascula

Flora carsica o che comunque se vedi a Trieste e dintorni
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babatriestina
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Paeonia mascula

Messaggio da babatriestina »

la Paeonia mascula è molto più rara e anche a Carsiana non la si trova facilmente: oggi quella cl cartellino era desolatamente senza fiori, ma ce n'era un'altra splendida in fiore!
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si riconosce facilmente dalla foglie più rotondeggianti

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Re: Paeonia mascula

Messaggio da babatriestina »

Oggi l'ho vista, a Carsiana, ma mentre quella col cartellino non aveva fiori, l'altra stava sfiorendo e non ci si poteva avvicinare perché lontana dai vialetti

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Re: Paeonia mascula

Messaggio da sono piccolo ma crescero »

Comunque qui https://www.actaplantarum.org/flora/flo ... ia_mascula la danno segnalata in regione per errore.

Carsiana ha solo flora autoctona o anche qualcosa di importazione? Oppure il Carso triestino non fa parte della regione ;-)?


Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Paeonia mascula

Messaggio da babatriestina »

La Paeonia mascula è pianta locale, anche se ormai rarissima, chi ne conosce i siti si guarda bene dall'indicarli. Lo scorso anno mi era sembrato di vederne una pianta, non lontano da Monrupino/Repentabor ma senza i fiori non ho osato affermare la sua presenza

Carsiana ha flora autoctona , ma anche del Carso montano e non solo quello triestino

Leggo invece che sul carso hanno trovato la subspecie banatica, ma molto più simile alla peonia officinalis


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Re: Paeonia mascula

Messaggio da babatriestina »

dagli esperti https://www.facebook.com/groups/6206725 ... 2076563656

copio il testo Paeonia mascula (peonia corallina) - N. 1, 2 - Lanaro, presso Nivize (Sa 18.08.2007) - N. 3 - Dolina preso il "Cristo" (Gropada) - N. 4 - Illustrazione tratta dal volume "Conservazione della Flora" (a cura di Roberto Pavan e Clara Costariol), èdito dall'Ass. Naturalisti Sacile Onlus (Giugno 2011) nel quale figura il contributo a cura di Elio Polli "La conservazione della flora e della vegetazione nelle istituzioni storiche, scientifiche e naturalistiche della Provincia di Trieste" (pp.53-110). ( Elio Polli)


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Re: Paeonia mascula

Messaggio da sono piccolo ma crescero »

Non volevo mettere in dubbio, ma solo constatare.
Sul sito dryades curato dall'universitò di Trieste https://dryades.units.it/FVG/index.php? ... 6&num=2442 sulla carta la danno segnalata per errore, e più sotto dicono dove si può trovare...


Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Paeonia mascula

Messaggio da babatriestina »

ho visto anch'io, ma ti assicuro che c'è fior di esperti oltre che appassionati che l'ha fotografata sul carso, in genere zona Lanaro- Cocusso o poco oltreconfine. Tutti in errore? li ho invitati a contattare anche Dryades..

Gli esperti " Pier Luigi Nimis
Nicola Bressi , questo e' l' ultimo studio comprensivo su Paeonia in Italia. Sul Carso ci sono popolazioni un tempo attribuite a P. mascula (assente in Italia settentrionale) che sono di difficile attribuzione, ma vista l'alta variabilita' morfologica in questo gruppo, servirebbe uno studio basato su caratteri molecolari (per fortuna io mi occupo di licheni e non di peonie) http://bot.biologia.unipi.it/chiavi/Pae ... lacqua.pdf


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Re: Paeonia mascula

Messaggio da babatriestina »

a questo riguardo c'è pure una nota che vorrei citare a proposito di carsiana e del suo emblema ( dal greco " en-ballo" gettar dentro) riporto quanto c'è sul sito che tratta anche delle nuove difficoltà di classificare le peonie
La scelta dell’emblema del Giardino è stata lungamente meditata.

La prima ipotesi valutata è stata Paeonia officinalis, ipotesi abbandonata per due motivi: innanzitutto la pianta, che presenta fioriture spettacolari ed è specie protetta dalle norme regionali, è tipica di ambiente di margine boschivo. Risulta dunque legata all’espansione della boscaglia carsica conseguente all’abbandono delle pratiche agrosilvopastorali tradizionali, espansione che oggi risulta essere una criticità per la conservazione della biodiversità locale. [b]Inoltre, il genere Paeonia ha visto negli ultimi anni una profonda revisione tassonomica che ha interessato anche le peonie spontanee del Carso; si citano per esempio i lavori di Poldini & Oriolo 2002, Passalacqua & Bernardo 2004, Pignatti 2017-2018-2019. Alla luce di ciò emerge la difficoltà di determinazione delle peonie appartenenti al gr. officinalis che vede posizioni diverse anche fra i più noti esperti del settore. La stessa collezione di peonie presente a Carsiana mostra una elevata variabilità morfologica e non è possibile allo stato attuale avere certezza sulla loro appartenenza. [/b]Alla luce di queste considerazioni, si è preferito porre definitivamente l’attenzione su specie ben note sotto il profilo tassonomico e caratterizzanti aspetti di pregio della vegetazione del Carso.

Il rilancio dell’identità del Giardino va di pari passo con il rilancio della sua missione e della sua proposta culturale, proprio perché (come scritto nel 1980 dagli autori Poldini, Gioitti, Martini e Budin nel libro “Introduzione alla flora e alla vegetazione del Carso”) “Carsiana si pone come uno strumento di educazione ambientale che, incidendo sulla coscienza della popolazione, può contribuire ad un uso corretto del territorio e delle sue risorse”. Avendo ben chiara in mente questa direzione indicata dai fondatori, si è cercato un logo che identificasse l’elemento oggi più minacciato e prezioso del Carso: la landa carsica. Queste praterie magre sono percepite da sempre come poco produttive e quindi di poco valore, ma costituiscono in realtà un enorme patrimonio di biodiversità, tutelato dalle norme regionali, nazionali e comunitarie, di cui la comunità tutta dovrebbe sentirsi custode. Sono stati quindi considerati alcuni endemismi illirici legati a questo ambiente, come Gentiana verna subsp. tergestina o Dianthus sylvestris subsp. tergestinus; la resa grafica, tuttavia, non risultava soddisfacente.

Echeggiavano nella mente le parole dello scrittore Scipio Slataper: “Il mio Carso è duro e buono. Ogni suo filo d’erba ha spaccato la roccia per spuntare, ogni suo fiore ha bevuto l’arsura per aprirsi.” Si cercava un fiore che rappresentasse proprio la perseveranza e tenacia della vita che spunta dalla pietra; dopo approfondite riflessioni la scelta è dunque ricaduta su Centaurea rupestris, fiore umile e poco appariscente, spettinato dal vento di bora e giallo come il sole d’estate.

Forse non il fiore più “bello” del Giardino, ma certo il più rappresentativo degli obiettivi di conservazione e tutela di quest’area. Centaurea rupestris è infatti specie caratteristica dell’associazione vegetazionale (che da esso prende il nome) Carici-Centaureetum rupestris, comunità vegetale più nota come “landa carsica”.

Oggi Centaurea rupestris rappresenta anche l’impegno della Regione a tutelare gli ambienti più sensibili e peculiari del Carso e a proseguire, sulle orme dei fondatori del Giardino, nell’opera di sensibilizzazione e divulgazione. Questo è l’auspicio e l’impegno dell’intero staff di Carsiana.


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