Riflessioni sullo sport

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sono piccolo ma crescero
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Riflessioni sullo sport

Messaggio da sono piccolo ma crescero »

Sta venendo fuori un gran polverone, che poi andrà in niente naturalmente, sui metodi di allenamento della squadra di ginnastica ritmica.

L'altro ieri mi è capitato di guardare degli allenamenti, per non so quale disciplina, di un gruppetto di ragazzi; ordini severi, rimproveri continui, cronometro per controllare i tempi, ...

Ma la parola sport deriva, se non sbaglio, da un antico francese "deporter" che vuol dire divertire. Eppure nessuno di quei ragazzi mi pareva si stesse divertendo.

E i metodi: se io avessi usato quella stessa severità a scuola (cronometro alla mano per verificare che l'esercizio sia risolto in tot minuti, altrimenti sei fuori) probabilmente mi sarei trovato la fila di genitori che protestavano; ma quegli stessi genitori avrebbero lasciato che i loro figli fossero trattati malamente da un allenatore.

Eppure, è apodittico, a scuola non si va per divertirsi.

In realtà lo sport non ha niente di divertimento, ormai. Dovrebbero cambiargli nome: dovrebbero chiamarlo "primeggiare", oppure, in una maniera più complessa, "se non sei primo non conti",...


Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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babatriestina
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Re: Riflessioni sullo sport

Messaggio da babatriestina »

ne parlava anche Franco Del Campo sul Piccolo. Ed io lo osservavo nella danza classica.
La danza classica è un'arte, non uno sport, questa la premessa.ma da qualche decina e passa di anni sono arrivate le ballerine provenienti dalla ginnastica artistica. un nome per tutte Sylvie Guillem, francese, ma le altre l'hanno seguita. Le ginnaste cominciano da piccole, quando il corpo è molto flessibile, e sembra che anche a danza inizino presto questo tipo di allenamento. una volta dicevano meglio non troppo da piccole, perché occorre rinforzare i muscoli che daranno l'equilibri, ma ormai è un mix di danza, yoga e contorsionismo. Si vedono foto di ballerine coi piedi oltre la testa, nb ciò è possibile solo lateralmente, non davanti e non dietro, per cui a volte si son adattate le coreografie che prevedevano gambe dietro spostandole di fianco per l'effetto. E in tanti Ohh ahh che apertura! ora ci possono anche essere coreografie moderne che prevedono questo, ma a me sembrano dei burattini disarticolati, soprattutto se lo fanno in una coreografia classica. nella danza c'è la tecnica, per cui invece di due giri su una punta ne fanno 6 o 7, ci sono equilibri mantenuti su un piede solo che chiedono concentrazione ed equilibri, ci sono passi che richiedono abilità, e c'è soprattutto l'interpretazione, per cui si danza anche con lo sguardo,c on l'inclinazione della testa... e ci sono invece " ballerine" circensi cinesi che fanno equilibri sulle punte che sembrano impossibili, come trapeziste o piramidi umane.. vi metto due foto, una credo sia proprio la Guillem ed una bambina che son state postate su facebook


Immagine
la tuta permette di vedere come ottiene l'effetto, ruota il bacino e poi fa un contromovimento del busto e per di più è in perfetto equilibrio sulla punta

la piccola è un po' nascosta dal tutu ma nasconde meno l'effetto
Immagine
in effetti si sbilancia verso la sbarra che impugna saldamente, se le si dicesse " stacca la mano dalla sbarra" credo che avendo il baricentro spostato dal perimetri di appoggio, non rimarrebbe in piedi...

mi chiedo cosa ne sarà di loro dopo la mezza età: ho visto al Kirov una dele grandi ballerine russe degli anni 50, ormai insegnava, era diventata grassa e si muoveva come se avessi una fortissima artrosi alle anche... regalo della carriera?

c'è poi la questione dei cinesi: abbiamo tutti visto terribili genitori cinesi che costringono i figli a diventare piccoli pianisti, violinisti, etc modello... con impegno pesantissimo. perfezionismo? concorrenza? quel che si dice pazienza da cinesi?


"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)

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