gavè letto imagino tutti o visto in television l'arresto de Vittorio Emanuele de Savoia? ( el mio pensiero: te ga voludo vegnir in Italia? ben, adesso te ghe resti , almeno un poco, in canon)
Ma uno dei sui interlocutori xe Hugo Windisch Graetz, che xe triestin de nascita, xe quei che stava al castelleto de Barcola e che po se ga trasferido a Roma. E , tanto per dir, el xe sposado con un'arciduchessa d'Austria... anche se no go ben capido de che ramo... i intrallazzi per i bori no ga confin!
intrallazzi senza confini
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- babatriestina
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intrallazzi senza confini
Go' letto anche mi'! gavemo una pagina completa sul giornal Australian.
LA PRIMA ROBA CHE GO' DITTO DOPO VISTO ""MAMMA MIA CHE PRECISO DELLA JOSE' DEL BELGIO""
Dopo go' pondera' perche' noi xe sicuri de niente, solo che sospetti!
Vedemo in fguturo cossa chei scovera' fora.
Maria aka Refolo
LA PRIMA ROBA CHE GO' DITTO DOPO VISTO ""MAMMA MIA CHE PRECISO DELLA JOSE' DEL BELGIO""
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Ocio a non missiar i reati: ghe ne xe tanti in ballo sto giro !
Per quel che riguarda el "nostro" Windisch-Graetz, riporto questo:
"L'appartenenza all'ex famiglia reale italiana - scrive il Gip - consente al Savoia di inserirsi in una fitta rete di relazioni, ai più alti livelli della vita istituzionale. Ed è proprio l'esistenza di tali relazioni a rilevarsi indubbiamente proficua e funzionale rispetto alla realizzazione dei proposito che il Savoia medesimo coltiva, ai fini della tutela dei propri interessi economici, con particolare riferimento all'annosa questione, che lo vede opposto allo Stato italiano, avente ad oggetto la pretesa, avanzata dal principe, di ottenere la restituzione dei beni costituenti l'eredità di Vittorio Emanuele III, morto senza aver fatto testamento nel '47".
In tale ottica - sempre secondo il giudice - rivestono un "indubbio interesse" le conversazioni telefoniche intercorse tra Vittorio Emanuele e Hugo Windisch-Graetz, uomo d'affari, nonché prezioso intermediario del principe nell'operazione di lobbyng, che questi sta conducendo presso il Governo italiano, al fine di ottenere quanto prima la definizione della questione suddetta in termini favorevoli al Savoia. In particolare, Windisch-Graetz appare come colui che mantiene i contatti con Antonio Catricalà, all'epoca dei fatti segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri, che, investito del suo ruolo, della complessa questione, ha istituito, una commissione di esperti incaricati di formulare un parere pro veritate in base al quale il Governo italiano possa poi effettuare una proposta di transazione ai Savoia.
L'espediente escogitato - continua il giudice - da Windisch-Graetz per accattivarsi i favori del Governo italiano è quello di "allettare il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con la promessa di convogliare, in occasione dell'elezioni politiche del 2006, i voti dell'elettorato di fede monarchica in direzione dello schieramento facente capo allo stesso Berlusconi.
Per quel che riguarda el "nostro" Windisch-Graetz, riporto questo:
"L'appartenenza all'ex famiglia reale italiana - scrive il Gip - consente al Savoia di inserirsi in una fitta rete di relazioni, ai più alti livelli della vita istituzionale. Ed è proprio l'esistenza di tali relazioni a rilevarsi indubbiamente proficua e funzionale rispetto alla realizzazione dei proposito che il Savoia medesimo coltiva, ai fini della tutela dei propri interessi economici, con particolare riferimento all'annosa questione, che lo vede opposto allo Stato italiano, avente ad oggetto la pretesa, avanzata dal principe, di ottenere la restituzione dei beni costituenti l'eredità di Vittorio Emanuele III, morto senza aver fatto testamento nel '47".
In tale ottica - sempre secondo il giudice - rivestono un "indubbio interesse" le conversazioni telefoniche intercorse tra Vittorio Emanuele e Hugo Windisch-Graetz, uomo d'affari, nonché prezioso intermediario del principe nell'operazione di lobbyng, che questi sta conducendo presso il Governo italiano, al fine di ottenere quanto prima la definizione della questione suddetta in termini favorevoli al Savoia. In particolare, Windisch-Graetz appare come colui che mantiene i contatti con Antonio Catricalà, all'epoca dei fatti segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri, che, investito del suo ruolo, della complessa questione, ha istituito, una commissione di esperti incaricati di formulare un parere pro veritate in base al quale il Governo italiano possa poi effettuare una proposta di transazione ai Savoia.
L'espediente escogitato - continua il giudice - da Windisch-Graetz per accattivarsi i favori del Governo italiano è quello di "allettare il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con la promessa di convogliare, in occasione dell'elezioni politiche del 2006, i voti dell'elettorato di fede monarchica in direzione dello schieramento facente capo allo stesso Berlusconi.