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itinerari:anni30_architetti

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Linea 1: Linea 1:
 +====== La città degli anni '30 ======
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 +===== Gli architetti =====
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 +Un elenco dei principali architetti che hanno operato a Trieste all'epoca
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 +Raffaello Battigelli (1887-1961)
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 +Laurea in Architettura a Berlino nel 1911 Dal 1932 al 1941 fu segretario del  Sindacato fascista degli architetti della venezia giulia. Altre sue opere  case d'appartamento in via Trento , 1915; in via Beccaria, 1932, ca' Golimari in via Cicerone 9  1934
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 +Arduino Berlam ( 1880 -1946)
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 +Diplomato in Architettura a Milano nel 1904 Nel 1905 si arruola nell'esercito austriaco. Nel 1914 si trasferisce a Zurigo e rientra nel 1918. Lavora inizialmente col padre Ruggero, dal 1930 al 31 è commissario del Sindacato fascista architetti del Friuli venezia Giulia, Nel 1936 chiude lo studio a Trieste e si trasferisce a Tricesimo:
 +Sue altre opere: Scala dei Giganti , 1908, Tempio israelitico 1906-12, Villa Vianello in via Tigor 23 ( 1911) palazzo RAS 1924, Centrale di smistamento a Opicina 1920, Banca d'Italia 1921-31
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 +Andrea Ghira ( 1877- 1956)
 +Laure a a Vienna dove fu allievo di Maz fabiani, nel 1933 si trasferisce a Roma, altre sue opere  bagno Ausonia  cisterna in via Raffineria, grattecielo di via Rossini
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 +Camillo Jona ( 1886- 1974)
 +laure a al Politecnico di Milano nel 1909
 +tomba Ascoli a Milano 1913 e scuola elementare di Grado 1928;  a Trieste teatro Nazionale 1920 assieme all'ing bruna, villa ASasaro via Ginnastica 55  , 1924, Case ICAM pendice Scoglietto 1925. sede Inail vio Coroneo ang vias Rismondo 1925, Casa tecilazic viale Miramare  1925, Villa Curentas, via reni 12, case ICAM cia dell'Istria 1930, case ICAm via LImitanea Sonnino e Ghirlandaio 1930,stabile disinfezione alla Maddalena  1937, progetto per fontana in Barriera vecchia 1937, fontana di Montuzza  1938, case economiche via Brandesia 1946, caa angloamericanqa Roiani Villa Giulia Opicina 1947, scuole san Sabba 1948 case Finmare via sa Pasuqle 1958
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 +Ramiro Meng (1895 -1966)
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 +La formazione di Ramiro Meng nel campo dell'edilizia inizia fin da giovane con l'iscrizione alla Scuola Industriale di Trieste, dove si diploma Baumeister nel 1916, dopo aver già svolto anche un breve periodo di apprendistato nel cantiere delle caserme di Rozzol. Dopo la guerra e l'ingresso di Trieste in Italia, si iscrive all'Accademia Regia di Belle Arti di Venezia completando gli studi nel 1922. La sua attività di architetto inizia immediatamente con la costruzione di alcuni edifici residenziali in via Settefontane e nelle località Rozzol e Scorcola, ma è interessato parimenti alla pittura.
 +Dalla fine degli anni Venti si intensificano sia gli incarichi edilizi sia la sua presenza in occasione di importanti mostre di pittura, come la Mostra Interregionale dei Sindacati Fascisti a Firenze nel 1933, la II Quadriennale d'arte nazionale romana nel 1935, la Biennale di Venezia del 1936. Le sue principali realizzazioni degli anni Trenta sono legate all'espansione e alle modifiche urbane della città di Trieste, in particolare con ampi interventi residenziali nella zona di viale Sonnino e via Settefontane (1933-34), in via San Giacomo (1934-35), in piazza Volontari Giuliani (1935-36). Le sue architetture tendono inizialmente a mantenere un legame con l'accademismo, come nella casa d'abitazione in via Locchi 2 (1928), che si semplificherà gradualmente nelle decorazioni pur senza rinunciare alla matrice classicista e alle monumentali masse murarie. Ne sono un esempio anche le architetture proposte nella serie di studi per modificare il piano regolatore, in alternativa alle soluzioni approvate dall'amministrazione nel 1934, sulle principali zone del centro città allora dibattute, quali il colle San Giusto, la Casa del Fascio, il palazzo municipale, la piazza Impero. In queste idee, avanzate autonomamente rispetto alle scelte del Comune, rivede formalmente i punti più monumentali della città, ma senza escludere massicce demolizioni di parti considerate non di interesse storico.
 +Nel secondo dopoguerra le sue riflessioni urbanistiche possono trovare una diversa applicazione nei piani regolatori di Sappada (1950) e Duino-Aurisina (1958), mentre diventano sempre più numerosi gli incarichi per interventi residenziali tra cui, in gruppo con altri, una porzione del quartiere INA - Casa di Chiadino (1957-65). Fra gli edifici più importanti realizzati durante il periodo della ricostruzione vi è la chiesa e convento della Beata Vergine delle Grazie in via Rossetti (1950-56), dalle linee austere neomedioevali con accenti novecentisti, che non smentiscono l'impronta della sua formazione professionale. ( dal web SIUSA)
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 +Umberto Nordio (1891 -1971)
 +Umberto Nordio, dopo aver completato gli studi al ginnasio Dante Alighieri di Trieste, si iscrive al Politecnico di Milano, dove si laurea nel 1919. Qui conosce e frequenta Giovanni Muzio, con il quale rimarrà in contatto anche in seguito e si avvicina con interesse alla cultura novecentista milanese. A Trieste inizia subito un periodo di apprendistato nei cantieri del padre Enrico Nordio, affermato architetto triestino, in particolare nella sede INAIL (1923-35) progettata con Giacomo Zammattio, in cui disegna l'atrio e le decorazioni interne, e nel palazzo di Giustizia (1913-26). Tra le sue prime opere si evidenziano le case popolari ICAM in piazza Foraggi (1925-26) e le case INCIS in viale Miramare (1929), di impostazione ancora accademica, insieme ad edifici più utilitaristici in cui inserisce strutture in cemento armato a vista ed elementi più vicini al recente razionalismo, come nel garage Società esercizi automobili (1927) e nella Stazione marittima (1926-28) con Giacomo Zammattio. Frequenta numerosi artisti e scrittori tra cui Carlo Sbisà, Ugo Carà, Achille Funi, Marcello Mascherini, Giani Stuparich, che spesso lavoreranno nei suoi edifici, e assume cariche di rilievo negli ambienti culturali triestini. Dal 1930 è membro del curatorio del Museo Rivoltella e dal 1931 è presidente del Circolo artistico di Trieste fino al 1937.
 +[espandi/riduci]
 +Nordio mantiene nelle sue opere un forte interesse per il gusto novecentista, ma tende a renderlo intercambiabile con soluzioni più funzionaliste o talvolta dagli accenti classicisti monumentali. Dopo l'originale Casa del combattente e mausoleo di Guglielmo Oberdan (1929-35), infatti, disegna, insieme a Raffaello Battigelli, diverse e contrastanti soluzioni per l'adiacente Casa del balilla (1934), oggi sede della Regione, con il difficile compito di completare l'isolato che si affaccia sulla nuova piazza Oberdan. Poco distante, all'angolo con il viale Carducci, realizza la casa RAS (1934), con opere d'arte e decorative di Achille Funi, Felicita Lustig Frai, Ugo Carà.
 +Negli stessi anni si apre a composizioni architettoniche più dinamiche con andamenti curvi dei fronti, come nella casa d'appartamenti Zelco (1934), il Centro di assistenza materna Maria Cristina di Savoia (1935) e la casa a torre in Largo Riborgo (1936), fino ad arrivare, in collaborazione con Vittorio Frandoli, all'astrazione della casa a torre a Fiume (1939). Nella seconda metà degli anni Trenta la ricerca di un'architettura eloquente per l'ufficialità del regime fascista lo portano a partecipare, in collaborazione con Aldo Cervi, agli importanti concorsi di progettazione a Roma per il Palazzo littorio (1934), il Palazzo della civiltà italiana (1937) e il Palazzo delle acque e della luce (1938). Ma è a Trieste che realizza la sua maggiore opera di rappresentazione retorica del regime, nella nuova sede dell'Università (1938-50), insieme a Raffaello Fagnoni. Poco prima della guerra aveva iniziato la costruzione della medievaleggiante chiesa del Sacro Cuore (1941-71), ultimo importante cantiere degli anni Quaranta che proseguirà fino alla fine della sua carriera.
 +Nel dopoguerra assume sempre più un ruolo di guida per i giovani professionisti triestini, che spesso svolgono dei periodi di apprendistato nel suo studio o collaborano nei suoi cantieri, e diventa una figura di riferimento per le istituzioni culturali e amministrative.. Dal 1947 al 1961 è docente di Architettura tecnica e composizione architettonica presso la Facoltà di Ingegneria civile dell'Università di Trieste, e mantiene l'incarico d membro del curatorio del Museo Rivoltella fino al 1962. A questi si aggiungono gli incarichi di presidente del Consiglio dell'Ordine degli architetti di Trieste tra il 1950 e il 1955, che prosegue come membro del Consiglio nazionale degli architetti fino al 1967.
 +L'attività professionale è molto intensa soprattutto nel primo decennio di ricostruzione postbellica, in cui Nordio ripropone gli stilemi delle sue ultime opere degli anni Quaranta, come nella nuova scuola Morpurgo a Sant'Andrea (1947-52), nel progetto di completamento dell'isolato in piazza Oberdan della ex Casa del balilla (1938-48). Nel clima della ricostruzione e di internazionalità promosso dal Governo Militare Alleato si inserisce il progetto per il nuovo quartiere dell'Ente Fiera di Trieste (1949), e soprattutto il suo determinante ruolo di guida del gruppo costituito con Romano Boico, Aldo Cervi e Vittorio Frandoli per la progettazione degli allestimenti delle principali navi da crociera degli anni Cinquanta. Di particolare rilievo per pulizia formale e unità con le opere d'arte sono gli interni delle navi Conte Biancamano (1949), Australia (1951), Augustus (1951), Asia (1952-53), Africa (1951-52), Homeric (1954), che si evolveranno solo con Cervi e Frandoli nelle successive Galileo Galilei (1961-63), Guglielmo Marconi (1961-63), Oceanic (1962-65) e Raffaello (1963). Ancora negli anni Cinquanta realizza il cinema Ritz in via San Francesco (1950) e la chiesa dei SS. Pietro e Paolo (1955-71), ma sempre più spesso progetta in collaborazione con altri professionisti, come nell'importante quartiere INA - Casa di Chiadino (1955-65), con Lucio Arneri, Paolo Scarpa, Dino Tamburini, Mario Zocconi, negli interni del negozio Galtrucco in piazza Goldoni (1952) realizzato con Aldo Cervi e Guglielmo Ulrich, o nei più tardi cantieri, ancora con Cervi, per la sistemazione degli interni nella foresteria del Palazzo del Governo di Trieste (1962-63) e della sede del Consiglio regionale (1966).( fonte SIUSA)
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 +Bruno Olivotto  (1898 -1944)
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 +Giuseppe Pagano Pogatschnig (1896 -1945)
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 +Marcello Piacentini (1881- 1960)
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 +Riccardo Pezzi
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 +Riccardo Pollack (1885 1932)
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 +Vittorio Privileggi (1880 1955)
 +Privileggi, Vittorio, ingegnere, (Parenzo 1880 - Trieste 1955), SIUSA
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 +Vittorio Privileggi si laurea in ingegneria civile a Vienna nel 1903 e si iscrive all'albo professionale nel 1926. Lavora come funzionario dell'Ufficio tecnico comunale.
 +Nel 1930 progetta un nuovo ingresso alla necropoli monumentale di Sant'Anna a Trieste e una nuova galleria per il Teatro Verdi. Elabora un progetto per il nuovo mercato centrale di Trieste (1934), quindi per il Liceo ginnasio Dante Alighieri (1934-36) e per l'ampliamento del palazzo municipale di Trieste in Largo dei Granatieri (1937-40). Nella costruzione di quest'ultimo, nel rispetto del principi autarchici dell'epoca, l'uso del ferro e del calcestruzzo armato viene limitato al massimo privilegiando l'uso di muratura in pietra e di mattoni, ove possibile. A causa dello scoppio della seconda guerra mondiale, non si procedette come da programma alla costruzione del secondo e del terzo corpo.
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 +Michele Toffaloni (1871 1952)
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 +Giuseppe Zaccaria 
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 +Zaccaria, Giuseppe, architetto, (Trieste 1900 - Trieste 1976), fonte SIUSA
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 +Giuseppe Zaccaria si laurea in ingegneria civile a Milano nel 1924 e si iscrive all'albo professionale nel 1926. Lavora come funzionario dei Magazzini generali, successivamente confluiti nell'Autorità Portuale di Trieste.
 +Progetta nel 1938 l'edificio della Casa fascista del lavoratore portuale a Trieste, realizzato fra il 1939 e il '42.
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