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Il Museo di Arte Orientale è uno dei musei più recenti. Ha sede in via Cavana, nel palazzetto Leo, su 4 piani
A pianoterra una piccola sezione dedicata all'arte del Gandhara, ricordi delle spedizioni al K2 a cui partecipò il professor Antonio Marussi: Si tratta di piccole opere in pietra. Dopo la conquista di Alessandro Magno, nelle zone che ora sono Pakistan e Afghanistan si formarono dei regni indo-ellenistici la cui arte era una commistione di arte classica e cultura indiana. Ovviamente no abbiamo le statue di Buddha abbigliato in drappeggi grecizzanti, come nei grandi musei, ma ci accontentiamo di frammenti come questi:
(cliccare sulle foto per vederle a dimensioni maggiori)
alcuni ricordi della famiglia Nugent che lasciò il palazzetto al Comune e una sala dedicata a mostre e che nei primi tempi era dedicata ai rapporti fra Trieste e l'Oriente
Primo piano: arte cinese
La sala principale ospita vasi di ceramica e porcellana cinese, dai più antichi in ceramica verde giada - il più antico un vaso Sung
vasi cinesi sono divisi come epoche per dinastie, io difatti ne ricordo le successioni e come date le potete trovare anche googlando, comunque vi dico come le ricordo io: l'epoca più antica sono i Shang (1600 - 1046 a C) e Chou /Zhou ( occhio che adesso li scrivono anche in modo diverso) e sono principalmente vasi di bronzo di cui qua a Trieste non abbiamo niente. salto un po' di dinastie non tanto importanti per la storia dell'arte , poi ci sono Tang (600-900) insomma per capirci corrispondenti al nostro Alto Medioevo, facevano ceramiche bellissime e di cui qua non abbiamo nulla. I Sung o Song sono attorno al Mille e di quest'epoca abbiamo la ciotola di celadon, una ceramica verde, con decorazioni sottosmalto che forrebbe forse imitare il colore della più pregiata giada. Abbiamo pure due celadon della dinastia successiva, 1200 1300, gli Yuan , per capirci era uno di loro il Kubilai Khan di Marco Polo. La successiva dinastia Ming va più o meno dal 1300 al 1600 per cui possiamo pensarla contemporanea all'ingrosso al nostro Rinascimento, e dal '600 ai primi del Novecento ci sono i Ch'ing o Quing che erano una dinastia manciù ma che artisticamente si pone abbastanza in continuità coi Ming.
a qualche vaso Ming e successivi.
Yuan : la dinastia era mongola e spesso le loro fiasche hanno aspetti “ persianeggianti”, è alla loro epoca che compaiono le prime porcellane bianche e blu. Gli Europei per alcuni secolo non riuscivano ad imitarle, e per questo ne compravano facendosele inviare per terra ma soprattutto per nave, e i Cinesi ne producevano per esportazione. le chiamavano Kraak, dalla “ caracca ” nave da trasporto. Come queste, Ming, del nostro museo
queste porcellane poi sono state collezionate in tutta Europa e le vediamo nei salotti cinesi dei grandi castelli centroeuropei.. se non trovavano queste, ripiegavano su quelle più tarde o quelle giapponesi, come ne vediamo pure a Miramare.
Nel frattempo, gli europei tentavano di scoprire il segreto della fabbricazione della porcellana, e dopo un tentativo della cosiddetta “porcellana dei Medici” in Toscana nel tardo '500, dove c'era già una tradizione, ma di ceramica, furono i ceramisti della Sassonia a scoprire la formula della cosiddetta “porcellana dura” seguita dai francesi con la loro “porcellana tenera”. Non pensiate che non si rompano ugualmente! e crearono anche oggetti biancoblu che imitavano i motivi cinesi.
Ci sono anche per confronto porcellane europee a ispirazione orientale
Dopo i MIng, i Ching o Qing mantennero l'uso del biancoblu, come ancora una foto dei vasi augurali di buon anno con fiori di pesco
le imitazioni europee
secondo piano arte giapponese inclusa la collezione di stampe giapponesi
porcellane giapponesi e anche la famosa Onda di Hokusai
e i netsuke, piccole sculture in materiali diversi giapponesi, assai apprezzate dai collezionisti
terzo piano arti marziali giapponesi e religione
Incluse due armature da samurai