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Il Museo di Arte Orientale

tutte le immagini possono essere ingrandite facendo clic con il mouse su di esse

A pianoterra una piccola sezione dedicata all'arte del Gandhara

Ricordi delle spedizioni al K2 a cui partecipò il professor Antonio Marussi: si tratta di piccole opere in pietra. Dopo la conquista di Alessandro Magno, nelle zone che ora sono Pakistan e Afghanistan si formarono dei regni indo-ellenistici la cui arte era una commistione di arte classica e cultura indiana. Ovviamente non abbiamo le statue di Buddha abbigliato in drappeggi grecizzanti, come nei grandi musei, ma ci accontentiamo di frammenti come questi:

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alcuni ricordi della famiglia Nugent che lasciò il palazzetto al Comune e una sala dedicata a mostre e che nei primi tempi era dedicata ai rapporti fra Trieste e l'Oriente e che adesso ospita mostre temporanee

Primo piano: arte cinese

La sala principale ospita vasi di ceramica e porcellana cinese, dai più antichi in ceramica verde giada - il più antico un vaso Sung

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I vasi cinesi come tutta l'arte cinese sono divisi, come epoca, in base alle dinastie dinastie la cui successione e collocazione temporale si può ricavare con qualsiasi motore di ricerca.

L'epoca più antica, per i vasi, è quella Shang (1600 - 1046 a C) e Chou /Zhou ( occhio che adesso li scrivono anche in modo diverso) e sono principalmente vasi di bronzo di cui qua a Trieste non abbiamo niente.

Saltando un po' di dinastie non tanto importanti per la storia dell'arte, ci sono i Tang (600-900), per capirci corrispondenti al nostro Alto Medioevo. Facevano ceramiche bellissime e di cui qua non abbiamo nulla. I Sung o Song sono attorno al Mille (970-1279) e di quest'epoca abbiamo la ciotola di celadon, una ceramica verde, con decorazioni sottosmalto che vorrebbe forse imitare il colore della più pregiata giada. Abbiamo pure due celadon della dinastia successiva, 1279 1368, gli Yuan (per capirci era uno di loro il Kubilai Khan di Marco Polo).

La successiva dinastia Ming va più o meno dal 1300 al 1600 (1368-1644) per cui possiamo pensarla contemporanea all'ingrosso al nostro Rinascimento, e dal '600 ai primi del Novecento ci sono i Ch'ing o Qing( 1644-1911) che erano una dinastia manciù ma che artisticamente si pone abbastanza in continuità coi Ming.

Ecco un celadon Yuan

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La dinastia Yuan era mongola e spesso le loro fiasche hanno aspetti “persianeggianti”. È alla loro epoca che compaiono le prime porcellane bianche e blu. Gli Europei per alcuni secolo non riuscirono ad imitarle, e per questo ne compravano facendosele inviare per terra ma soprattutto per nave, e i Cinesi ne producevano per esportazione. Le chiamavano Kraak, dalla “ caracca ” nave da trasporto.

Come queste Ming, del nostro museo

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il prossimo piatto, Ming destinato all'esportazione, è detto di tipo Swatow

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queste porcellane poi sono state collezionate in tutta Europa e le vediamo nei salotti cinesi dei grandi castelli centroeuropei. Se non trovavano queste, ripiegavano su quelle più tarde o su quelle giapponesi, come ne vediamo pure a Miramare.

Nel frattempo, gli europei tentavano di scoprire il segreto della fabbricazione della porcellana, e dopo un tentativo della cosiddetta “porcellana dei Medici” in Toscana nel tardo '500, dove c'era già una tradizione, ma di ceramica, furono i ceramisti della Sassonia a scoprire la formula della cosiddetta “porcellana dura” seguita dai francesi con la loro “porcellana tenera”. Non pensiate che non si rompano ugualmente! e crearono anche oggetti biancoblu che imitavano i motivi cinesi.

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Dopo i MIng, i Ching o Qing mantennero l'uso del biancoblu, come ancora una foto dei vasi augurali di buon anno con fiori di pesco

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anche questo è un piatto Ching che riprende il biancoblu dei Ming è dell'epoca Kangxi 1662-1722 (più o meno contemporaneo a Luigi XIV)

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anche questo con draghi

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sempre di epoca Ch'ing ma rifacentesi alla produione Ming questa fiasca biancoblu con draghi, che è stata spesso presa a simbolo del Museo

I vasi Ching poi altre volte sono vivacemente colorati e a seconda del colore predominante sono indicati come “famiglia rosa, famiglia verde”

eccone uno al Museo Famiglia Rosa, Canton. Non venivano tutti prodotti a Canton, ma da là li smistavano e vendevano anche sul mercato occidentale

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Questo invece è di epoca Ch'ing ma si rifà ai vasi Ming precedenti, sono i cosiddetti vasi Sangue di bue dal colore. Un tipo di produzione fatta, soprattutto, per il mercato cinese, e che curava solo la forma e la bellezza del colore o a volte di macchie di colore

questo invece è ancora cinese ma per l'esportazione si rifà a modelli europei

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Ci sono anche per confronto porcellane europee a ispirazione orientale

le imitazioni europee

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tazza in porcellana di Vienna a ispirazione orientale

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Oltre ai vasi qualche porcellana bianca epoca tarda ottocentesca cinese. Bianco senza sfumature, divinità buddista Guan Yin la dea della misericordia, trasposizione cinese del bodhisattva Avalokiteshvara

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Una saletta laterale è dedicata ai tessuti e abiti cinesi

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Secondo piano: arte giapponese inclusa la collezione di stampe giapponesi

porcellane giapponesi

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stampe giapponesi

Kitagawa Utamaro, (1753 – Edo, 1806)

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e anche la famosa Onda di Katsushika Hokusai Edo, 23 settembre 1760 – Edo, 10 maggio 1849)

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Hokhusai: Ponte di barche sul fume Tone a Sano 1834 c

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Hiroshige

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Uomini e donne travolti dal vento su un ponte, metà Ottocento, dono CRT

Utagawa Hiroshige: Un colpo di vento sul fiume Mie presso Yokkaichi 1833-34 circa

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Hiroshige: La “ spiaggia delle danzatrici” nella provincia di Harima 1853

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La stazione di Hirashuka

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Arco di luna e Pinte della scimmia a Enkyo tra i dirupi di una gols 1830-35 c

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altri autori

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c'è pure una stampa erotica, di autore ignoto: vi lascio il piacere di andarla a scoprire per conto vostro

e i netsuke, piccole sculture in materiali diversi giapponesi, assai apprezzate dai collezionisti

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Terzo piano arti marziali giapponesi e religione

Incluse due armature da samurai

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Le due armature sono considerate “ moderne” ossia del periodo Azuchi- Momoyama ( 1573-1600) periodo di scontri e lotte fra signori feudali da cui emergerà la presa di potere dei Tokugawa.

Le maschere sono di epoca successiva, una di metallo del 1847 ed una di metallo laccato nero e anche uno dei caschi non appartiene all'armatura originale

Alcune delle lame di metallo più antiche sono di sciabole del secolo XIV, esposte in altre vetrine. accanto a cappelli da samurai ottocenteschi

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Dove si trova

È uno dei musei più recenti. Ha sede in via San Sebastiano (Cavana), nel palazzetto Leo, su 4 piani (grazie a http://www.openstreetmap.org per la mappa che abbiamo personalizzato)

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Visite

Per gli orari di vista ed i costi si rimanda a questa pagina web.

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museo_arteorientale.1480278786.txt.gz · Ultima modifica: 03-09-2023 04:56 (modifica esterna)

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