Questo è il mio cocal personale. La foto è del 2010.
Staziona ormai da molti anni appollaiato sulla bricola di fronte alla nostra terrazza, o tuttalpiù nelle immediate vicinanze quando non siamo presenti in casa; da lontano controlla però, sempre vigile, le finestre e si precipita con soddisfazione alla sua solita postazione quando ci vede arrivare.
Pretende di essere nutrito più volte al giorno e, se non si è pronti a soddisfarlo, protesta con sonori schiamazzi, dandoci la sveglia immancabilmente alle prime luci del giorno.
Non sempre accetta offerte dai vicini, che gli gettano solamente del pane secco, non molto gradito e che signorilmente disdegna, girandosi da un'altra parte.
E' lui ad averci adottato, mia moglie in particolare, ma con il passare del tempo è diventato molto esigente: agli inizi del nostro connubio divorava qualsiasi cosa, compreso verdura e frutta.
Ora pretende soprattutto grissini all'olio d'oliva, pizza, croissant alla marmellata, meglio quelli alla nutella, per i quali impazzisce; pochi bocconi alla volta, per non doverli rincorrere, se allontanati dalla corrente, con il rischio, poi, che ne approfitti anche qualcun altro. Le cose da lui meno gradite le spilluzzica di malavoglia, pare solo per farci piacere.
E' diventato grasso come un frate, (modo de dir in veneto, senza offesa per i frati) ed ha rinunciato a pescare, ma è seccatissimo se i pesci approfittano dei suoi avanzi.
Fortunatamente consuma ancora i suoi pasti nell'acqua del canale.
Non accetta la presenza di altri volatili, suoi simili o piccioni, che possiamo sfamare solo di nascosto, nelle poche occasioni in cui i suoi pochi altri interessi lo portano altrove, con il rischio, se li sorprende, di assistere a scene cruente, nel vero senso della parola.
Tollera solamente qualche occasionale compagna, non sempre la stessa, alla quale concede magnanimamente di stare modestamente sulla bricola vicina, permettendole di mangiare (moderatamente), le cose di cui è meno ghiotto.
Quando ancora avevamo dei gatti in casa, non ne aveva alcuna paura. (Abbiamo rinunciato alla loro compagnia, dopo la morte degli ultimi, a causa del dolore allora provato da mia moglie) .
Lo abbiamo sorpreso qualche volta in casa, a controllare il territorio, specialmente la cucina, luogo di incommensurabili delizie.
Dopo qualche urlaccio, seguito da (metaforiche) scopate ha compreso che non ne era il caso e non si azzarda più nemmeno a sporcare, nel corso delle sue occasionali passeggiate in terrazza.
Si è molto risentito un inverno in cui abbiamo dovuto lasciare la casa a nostra figlia, che non conosceva bene le sue abitudini alimentari, ma ha fatto presto ad educarla.
I vicini lo hanno soprannominato Arturo, conosce il suo nome e si degna di accorrere con pigrizia alle loro profferte di cibo che, se non incontra i suoi gusti, immancabilmente rifiuta.
E' diventato un usel de compania!