
Per correttezza riporto anche le parti critiche che iera stade aggiunte da altri nella precedente occasion, raggrupando el tutto come un unico testo.
Gottfried Banfield nacque il 6 febbraio 1890 a Castelnuovo presso le Bocche del Cattaro. I Banfield erano una antica famiglia irlandese. Suo nonno da parte materna, Colonello Oberst Mumb von Muehlheim, morì nel 1859 nella battaglia di Solferino, e si dice che avesse salvato Francesco Giuseppe facendogli scudo con il suo corpo. Suo padre, Richard Banfield, venne insignito del Signum laudis dopo la battaglia di Lissa del 1866. Goffredo, asso dell’aviazione era tra i soldati più decorati dell’impero: è stato l'ultimo ad essere nominato "Theresienritter", Cavaliere di Maria Teresa, ed il solo aviatore Imperial Regio a potersi fregiare di questo titolo. Ebbe modo di conoscere Francesco Giuseppe ed ancheil Beato imperatore Carlo. Nel 1917 ricevette la croce di Maria Teresa e venne nominato Barone. Il suo soprannome era “l’Aquila di Trieste” (Der Adler von Triest

Nonostante gli innumerevoli riconoscimenti, ebbe più volte a dire che quello più grande fu “un serto di alloro in argento” sottovetro che la gente di Trieste fece preparare con una colletta privata per offrirlo al “custode di Trieste”.
Quando venne dichiarata la fine della guerra, in una Trieste allo sbando, egli attese l’arrivo delle truppe italiane e vi si consegnò.
Visse a Pola, Fiume, Trieste, Vienna e dopo la Guerra visse a Praga ed in Inghilterra e si specializzò nella progettazione navale. Entrò nella Tripcovich & Ci, azienda di suo suocero Diodato Tripcovich, (Banfield sposò la Contessa Maria Tripcovich nel 1920) specializzata nel recupero e riparazione di navi. La sua società divenne importante ed attiva in tutto il Mediterraneo.
Morì a Trieste il 23.9.1986.
Sfortunatamente, il figlio Raffaello si è sempre considerato un compositore ed un artista e non è stato in grado di conservare ciò che i genitori avevano creato. Dopo il fallimento dell’azienda di famiglia, la Tripcovich, la quasi totalità dei beni dei Banfield sono stati messi all’asta e nell’ottobre 2004 la guardia di finanza si è presentata in casa di Raffaello per eseguire lo sfratto dalla storica villa…
Molti racconti epici si intrecciano alle gesta eroiche del grande aviatore. Si racconta che durante un combattimento aereo la mitragliatrice di Francesco Baracca, si inceppò. De Banfield comprese subito la situazione e da gran signore, fatto un gesto di saluto a Baracca, si allontanò con il suo aereo (anche se dalla sua biografia egli racconta che non si affrontarono perché era il 1 gennaio, festa per i cristiani.)
Venne considerato in seguito un buon suddito d’Italia, però a casa usò sempre festeggiare il 20 luglio l’anniversario della battaglia di Lissa…
Egli scrisse inoltre:”Trieste è come un uomo che si ubriaca per sognare un futuro più roseo e poi si sveglia il giorno dopo ed i sogni non si sono realizzati….Sfumata l’ebbrezza della vittoria italiana, la Trieste diventata grande per ragioni economiche è stata frustrata dalla politica.”
A Duino / Devin una piccola piazza porta il suo nome
