Targhe e Lapidi
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Targhe e Lapidi
Le targhe commemorative sono le pagine della storia di una città.
E' da un po' che ne fotografo in giro per Trieste. In questa che sto postando, mi son imbattuto per caso.
Dove si trova?
E' da un po' che ne fotografo in giro per Trieste. In questa che sto postando, mi son imbattuto per caso.
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Re: Targhe e Lapidi
Purtroppo la targa è un po' sbiadita.
Trascrivo il testo:
"Quì (l'accento è dell'ignorante scalpellino!) nacque il 20.3.1920
Sergio Forti
volontario della libertà
medaglia d'oro al V.M. alla memoria
caduto a Norcia il 14.6.1944
... esempio luminoso
d'altruismo e d'amor patrio
spinti fino all'estremo olocausto...
Trascrivo il testo:
"Quì (l'accento è dell'ignorante scalpellino!) nacque il 20.3.1920
Sergio Forti
volontario della libertà
medaglia d'oro al V.M. alla memoria
caduto a Norcia il 14.6.1944
... esempio luminoso
d'altruismo e d'amor patrio
spinti fino all'estremo olocausto...
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Re: Targhe e Lapidi
Per completezza d'informazione (io ignoravo questa M.O) copio la sua biografia dall'ANPI
Nato a Trieste il 20 marzo 1920, ucciso a Paganelli (Perugia) il 14 giugno 1944, ingegnere, Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.
Laureatosi giovanissimo in ingegneria navale e meccanica all'Università di Genova, si era subito impiegato alla Società cantieri navali "Dalmazia e Versilia". Tenente del genio navale durante la seconda Guerra mondiale, Forti, dopo l'8 settembre 1943, raggiunse l'Appennino Umbro-marchigiano per prendere parte alla guerra di Liberazione. Nella zona di Norcia divenne presto il comandante della formazione "Mellis", che guidò in ardite azioni di sabotaggio in Umbria, nelle Marche e in Abruzzo. Verso la metà del giugno 1944, essendosi reso conto che le truppe tedesche stavano per ritirarsi verso Nord, il giovane ingegnere progettò un'importante deviazione stradale, che avrebbe messo in gravi difficoltà gli occupanti; si apprestò a realizzarla con altri partigiani, tra i quali erano anche due militari inglesi esperti in opere viarie. Durante il lavoro, il gruppo fu sorpreso dal nemico e Forti, per consentire ai suoi compagni di ripiegare, volle restare da solo a contrastare i tedeschi. Catturato, il giovane partigiano fu trucidato nei pressi di Norcia, dopo essere stato selvaggiamente torturato.
Nato a Trieste il 20 marzo 1920, ucciso a Paganelli (Perugia) il 14 giugno 1944, ingegnere, Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.
Laureatosi giovanissimo in ingegneria navale e meccanica all'Università di Genova, si era subito impiegato alla Società cantieri navali "Dalmazia e Versilia". Tenente del genio navale durante la seconda Guerra mondiale, Forti, dopo l'8 settembre 1943, raggiunse l'Appennino Umbro-marchigiano per prendere parte alla guerra di Liberazione. Nella zona di Norcia divenne presto il comandante della formazione "Mellis", che guidò in ardite azioni di sabotaggio in Umbria, nelle Marche e in Abruzzo. Verso la metà del giugno 1944, essendosi reso conto che le truppe tedesche stavano per ritirarsi verso Nord, il giovane ingegnere progettò un'importante deviazione stradale, che avrebbe messo in gravi difficoltà gli occupanti; si apprestò a realizzarla con altri partigiani, tra i quali erano anche due militari inglesi esperti in opere viarie. Durante il lavoro, il gruppo fu sorpreso dal nemico e Forti, per consentire ai suoi compagni di ripiegare, volle restare da solo a contrastare i tedeschi. Catturato, il giovane partigiano fu trucidato nei pressi di Norcia, dopo essere stato selvaggiamente torturato.
Re: Targhe e Lapidi
io non so dove sia la targa...ma mi sembra di capire che parli di una brava persona che a dir poco ha rischiato di suo e ha perso la vita per un ideale, in fin dei conti per seguire la sua coscienza.
"E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa, che ha fatto la tua rosa così importante"
Antoine de Saint-Exupéry
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Re: Targhe e Lapidi
Prima di conoscere la sua storia, devo dire che mi aveva fatto sorridere il "qui" accentato ed il termine "olocausto" che dal primitivo significato "animale sacrificato sull'ara col fuoco" è passato, nell'uso corrente, ad una strage, sterminio in massa; ora, attribuisco ad olocausto il significato di "sacrificio estremo".
Faccio ancora una considerazione sulla posizione della targa: si trova in una via distante 5-7 minuti dalla Stazione centrale; vi passava un tram ed ora un autobus.
Molti quiz (soprattutto quelli di Pierpaolo Saccari) ci hanno abituati a stare col naso all'insù; certe volte basta guardare qualche spanna sopra la nostra testa.
Faccio ancora una considerazione sulla posizione della targa: si trova in una via distante 5-7 minuti dalla Stazione centrale; vi passava un tram ed ora un autobus.
Molti quiz (soprattutto quelli di Pierpaolo Saccari) ci hanno abituati a stare col naso all'insù; certe volte basta guardare qualche spanna sopra la nostra testa.
- babatriestina
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Re: Targhe e Lapidi
ho una collezione di targhe, ma questa mi mancava.
Per i quiz, citi Saccari ma io ci ero allenata da quelli di sum Culex..
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"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
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Re: Targhe e Lapidi
non riconosco ancor ail posto ( e magari ho da qualche parte la foto della targa) ma sul termine olocausto, sì, in origine voleva dire una sacrificio ( animale) agli dei in cui tutto l'animale veniva lasciato bruciare ( olo- completamente -causto bruciato) invece di ammazzarlo e farne un banchetto sacro fra i presenti, si immaginava che col fumo andasse tutto agli dei in cielo. Il termine veniva usato come sacrificio e spesso autoimmolazione, nel senso appunto di sacrificare tutto se stesso alla propria causa e così per decenni lo vidi usato. Poi venne un serial americano intitolato Olocausto e da quel giorno , con la O maiuscola, venne usato per la sistematica distruzione degli ebrei europei da parte del nazismo. Credo rientrasse nel tentativo di dare un significato sacrificale allo sterminio, un po' alla luce dei libri di Isaia ( o deutero Isaia?).Nini Naridola ha scritto:Prima di conoscere la sua storia, devo dire che mi aveva fatto sorridere il "qui" accentato ed il termine "olocausto" che dal primitivo significato "animale sacrificato sull'ara col fuoco" è passato, nell'uso corrente, ad una strage, sterminio in massa; ora, attribuisco ad olocausto il significato di "sacrificio estremo".
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Re: Targhe e Lapidi
Inveze de meter la foto, no te podevi meter el link ... cusì diventavimo tuti bravi e indovinavimo tuti...Nini Naridola ha scritto:Per aiutarve un pocheto, go tirà zo da google-map la casa


Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Targhe e Lapidi
Mi sparo via Ghega... 

Ciao ciao
Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare,
trova un minuto per ridere.
"MADRE TERESA"
"La Mama l’è talmen un tesor de valur che l’ha vorüda anche Noster Signur" .....
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Re: Targhe e Lapidi
No, no xe via Ghega, ma adesso vedemo de avizinarse...
Prima se trova sta targa del pitor Piero Lucano
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Re: Targhe e Lapidi
Te me domandi tropo.... 

Ciao ciao
Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare,
trova un minuto per ridere.
"MADRE TERESA"
"La Mama l’è talmen un tesor de valur che l’ha vorüda anche Noster Signur" .....
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- babatriestina
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Re: Targhe e Lapidi
qua ghe semo, xe via Udine!
le do altre targhe le conossevo. Passo raramente a pie de quele parti

"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
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Re: Targhe e Lapidi
Se no sa la nostra Babetta....
La targa comemorativa de Sergio Forti la xe rente el porton al n° 12 de via Tor San Piero.
La targa comemorativa de Sergio Forti la xe rente el porton al n° 12 de via Tor San Piero.
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- babatriestina
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Re: Targhe e Lapidi
questa la go messa,de qualche parte in forum, e no ghe xe dubbio: casa sua in via S Anastasio
e adesso te giro mi una: dove xe sta lapide e sopratutto a che storia la se riferissi ( che questo no so gnanca mi)

e adesso te giro mi una: dove xe sta lapide e sopratutto a che storia la se riferissi ( che questo no so gnanca mi)

"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
- sum culex
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Re: Targhe e Lapidi
Stranamente gavevo individuà la casa de via Tor San Piero a prescinder dala targa, ma no go fato in tempo a risponder, pasienza.Nini Naridola ha scritto:Per aiutarve un pocheto, go tirà zo da google-map la casa
ciao
sum culex
Ultima modifica di sum culex il mer 6 feb 2013, 20:01, modificato 1 volta in totale.
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- Iscritto il: dom 10 giu 2012, 17:32
Re: Targhe e Lapidi
viale D'Annunzio n°6
Beltramini era stato aggredito in pieno giorno (erano le 13.00 circa) da tre sconosciuti e solo perchè portava una coccarda tricolore sulla giacca fu massacrato di botte. Non era mai stato iscritto al PNF, aveva prestato servizio militare dal 39 in Areonautica con l'incarico di autista. Dopo l'8 settembre, con il suo reparto in Grecia, fu fatto prigioniero ed internato in campo di concentramento in Germania. Al suo rientro a Trieste aveva trovato lavoro come infermiere al Maggiore. Il confine della rossa San Giacome era in via Molin a vento, quindi a due passi dall'aggressione che non fu l'unica in quella giornata di festa: anche a Servola, poche ore prima era stato linciato un commerciante catanese (a Trieste per affari insieme a due suoi concittadini). I tre erano stati fermati da dimostranti (ignoro che tipo di dimostrazione) che minacciosamente (ed illegalmente!) chiedevano i documenti. Fu trovato in possesso di un regolare porto d'armi e perquisito, il possesso di una pistola. Questo bastò per scatenare i dimostranti al linciaggio. Lui morì e gli altri due finirono all'ospedale.
Si vede che quel 3 novembre la situazione a Trieste era tutt'altro che tranquilla!
Beltramini era stato aggredito in pieno giorno (erano le 13.00 circa) da tre sconosciuti e solo perchè portava una coccarda tricolore sulla giacca fu massacrato di botte. Non era mai stato iscritto al PNF, aveva prestato servizio militare dal 39 in Areonautica con l'incarico di autista. Dopo l'8 settembre, con il suo reparto in Grecia, fu fatto prigioniero ed internato in campo di concentramento in Germania. Al suo rientro a Trieste aveva trovato lavoro come infermiere al Maggiore. Il confine della rossa San Giacome era in via Molin a vento, quindi a due passi dall'aggressione che non fu l'unica in quella giornata di festa: anche a Servola, poche ore prima era stato linciato un commerciante catanese (a Trieste per affari insieme a due suoi concittadini). I tre erano stati fermati da dimostranti (ignoro che tipo di dimostrazione) che minacciosamente (ed illegalmente!) chiedevano i documenti. Fu trovato in possesso di un regolare porto d'armi e perquisito, il possesso di una pistola. Questo bastò per scatenare i dimostranti al linciaggio. Lui morì e gli altri due finirono all'ospedale.
Si vede che quel 3 novembre la situazione a Trieste era tutt'altro che tranquilla!