negli anni 50 vedo alcune foto dedicate ai pili in fondo alla piazza, ed alcune forse anteriori ma senza la fontana. Una ancora con bandiera con stemma Savoia..
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
questa potrà interessare qualcuno, perchè è una in cui sul Municipio c'è la bandiera comunale con l'alabarda. Da alcuni anni dopo alcune nuove norme sulle bandiere. è stata sostituita dal tricolore
Una poesia dedicata alla piazza. Ario Tribelli ex Ario Tribel era uno dei vari fratelli tribel, tutti col nome iniziante per A, ed era quello del negozio di libretti d'opera
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
Go mostrà le foto col giardineto ala putela che ga visto Trieste nel 1956. E dopo sempre. Ghe ga piasso 'ssai. Me ricordo de co' la iera divisa, ma no del tran. 'ssai più tardi bevevimo l'aperitivo al cafè dei speci. El 24 magio iera i ludi iuveniles e marciaimo a paso romano di parata. Mi iero balila moschetiere.
Guardando ste bele foto de piaza granda me xe vignu in mente de ver leto una poesia su la piaza ma vista de carneval , scrita in dialeto da un nostro concitadin Auro Tomicich che el xe sta un bon baritono. Xe el copyright, ma el conta dei fioluzi che ghe cori drio dei colombi, e che i se rampiga sui pili, e de come tuto pasa, come i tramonti che se vedi da la piaza ,ma la piaza la resta sempre la, sopratuto anche de veci, e nel cuor. Una poesia tanto diversa da quela de Tribel patriottico.
Go trovado delle cartoline ricavade da stampe ottocentesche. Le fa parte, credo, de una collezion che ga che un antiquario triestin, Davia. Spero de no violar nesun copyright pubicandole. (drio no xe nesuna indicazion de copyright). Meto qua quele dele de piaza Grande e dintorni (quindi anche el teatro)
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
Penso che ci sia un po' di deformazione prospettica e di fantasia. Secondo me gli archi a destra potrebbero essere quelli del lato del palazzo della Borsa che dà su via Einaudi, facciata bianca sullo sfondo della foto. E se non solo loro, potrebbero essere stati fonte di ispirazione.
Grazie a Google streetview.
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
anche secondo me le arcate sono una fantasia sotto la Borsa. Ma mi chiedo se davvero un periodo non ci fossero state? come sia adesso non mi occorre Googlestreet visto c he ci passo quasi ogni giorno e so che di portici non ce ne sono
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
babatriestina ha scritto:anche secondo me le arcate sono una fantasia sotto la Borsa. Ma mi chiedo se davvero un periodo non ci fossero state? come sia adesso non mi occorre Googlestreet visto c he ci passo quasi ogni giorno e so che di portici non ce ne sono
Lo so anch'io che i portici non ci sono; forse sono stati chiusi in seguito. Anche il palazzo mi sembra più corto dell'attuale e nella foto mi pare di cogliere quasi una parte aggiunta a sinistra.
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
sicuramente a casa che è a tre piani nella stampa è a quattro adesso: sono le speculazioni edilizie del secondo ottocento che, immemori delle regole di Maria Teresa che prevedeva cortili coltivati e strade soleggiate e pertanto case non troppo alte, aggiunsero piani quando non buttarono giù interi stabili per costruirne di nuovi più capienti. Allori si cresceva verso l'alto, poi si sono espansi verso le periferie
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)