Partendo dalla citazione dell'Equus Caballus nella zona di Trieste ho pensato di vedere se riesco a ritrovare qualcosa di recente sulle ricerce preistoriche (ma anche prima della comparsa dell'uomo).
Vedrò così di raccogliere qui quello che trovo di interessante, con relativi link se la fonte è su Internet.
Cominciamo con un "assaggio" tratto da uno studio presente sul sito dell'Università di Trieste [link non più esistente] che riguarda principalmente la Venezia Giulia settentrionale, ma c'è anche qualcosa su Trieste. Lo studio è presentato dall'Archaeotopos Learning Library from UTS NetGeoLab - HiReMaLab ed è a cura di Nevio Zorzetti.
Vi è un capitolo intitolato "L’età del Rame nel Friuli-Venezia Giulia" dal quale ho tratto alcune citazioni, tralasciando volutamente le parti più "tecniche". Chi fosse interessato ad una lettura completa può senpre consultare... [ormai non saprei prorio cosa].
"La maggior parte delle nostre informazioni sull’Eneolitico della regione provengono per l’area del Carso triestino dagli scavi nelle numerose grotte colà presenti i cui dati stratigrafici sono però generalmente poco affidabili. Un ulteriore elemento condizionante è l’assenza di una definizione cronologica certa in ambito regionale del limite superiore ed inferiore dell’età del Rame, in relazione alla scarsità di dati disponibili sugli ultimi aspetti del Neolitico e sul successivo passaggio all’antica età del Bronzo."
Come a dire che c'è ancora molto da scoprire.
La prima parte riguarda il Friuli e il Goriziano, ma la seconda è dedicata a Trieste e dintorni:
"Tra le numerose cavità carsiche interessate da scavi archeologici sin dalla seconda metà dell’ottocento vi sono alcune che hanno restituito reperti, ceramici e in minor misura litici, riferibili genericamente all’Eneolitico."
"Le cavità più importanti sono: la Grotta Cotariova (Sgonico), la Grotta del Mitreo (San Giovanni del Timavo), la Grotta degli Zingari (Borgo Grotta Gigante), la Grotta del Pettirosso (Aurisina), la Grotta dei Ciclami (Fernetti), la Grotta dell’Ansa (San Pelagio), la Grotta del Pettine (Gabrovizza) e la Grotta dell’Edera (San Pelagio)."
"Nella Grotta delle Gallerie (S. Dorligo della Valle) è stata rinvenuta una notevole quantità di ceramica a striature (Besenstrich); il deposito archeologico di questa cavità non fornisce purtroppo alcuna indicazione precisa della sua cronologia."
"Una lama di pugnale litico di non grandi dimensioni rinvenuta nella Grotta dell’Orso di Gabrovizza..."
"L’area del Carso, come già evidenziato nel Friuli occidentale e nel monfalconese, registra inoltre la presenza di alcuni elementi riferibili alla sfera del Vaso Campaniforme. La presenza di scodelle e di frammenti ceramici con decorazione a rotella, a cordicella o a pettine nelle grotte degli Zingari, dell’Edera, dei Ciclami e Caterina (San Pelagio), il rinvenimento di un frammento di vaso campaniforme nella Grotta Cotariova e il recupero nel sito d’altura del Monte S. Michele di una scodella con decorazione a rotella o a pettine, simile a quella degli Zingari, attestano la diffusione degli aspetti campaniformi anche nell’area più orientale della regione."
"Il rinvenimento di ossa umane e di alcuni oggetti del probabile corredo funerario associato indicano con relativa sicurezza l’uso come luogo di sepoltura del Riparo Zaccaria (Aurisina); questa località è la documentazione in assoluto più orientale di uno degli aspetti funerari tipici dell’Eneolitico dell’Italia settentrionale: la sepoltura in grotticella sepolcrale."
"Un’ulteriore documentazione del periodo eneolitico è il rinvenimento di asce-martello. Nell’area del Carso ne sono stati rinvenuti diciotto esemplari, di cui uno solo integro. I dati stratigrafici forniscono purtroppo solo poche informazioni sul loro inquadramento cronologico. Le asce-martello delle grotte del Mitreo e Gigante sarebbero associate a materiali databili al Bronzo antico, mentre l’esemplare rinvenuto nella Grotta Cotariova sembra possa essere attribuito all’Eneolitico. I reperti delle grotte Azzurra e Ciclami non consentono un inquadramento preciso. Dal punto di vista degli influssi le aree che consentono i confronti sono essenzialmente quella orientale e sud-orientale rispetto al Carso triestino."
"Nelle grotte del Carso, infine, non vi sono, sino ad ora, prove certe, documentate dal rinvenimento di stampi, ugelli o scorie di lavorazione, di attività metallurgiche."
Un po' di preistoria e archeologia
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Un po' di preistoria e archeologia
Recupero dal vecio forum questo mio post datado 11 agosto 2002 :
Sempre dal vecchio forum, un messaggio (mio) di data 23 luglio 2003 :
Da una fonte universitaria (Scuola di Specializzazione in Archeologia dell'Università di Trieste), al link : http://www.univ.trieste.it/~ssarcheo/orsi.htm
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Scavo della Caverna degli Orsi
Prof. Emanuela Montagnari Kokelj
La Caverna degli Orsi è situata sul versante del Monte Carso, presso l'abitato di S. Dorligo della Valle in provincia di Trieste. La cavità, a forma di galleria con andamento lievemente sinuoso, si estende per circa 130m, con una largezza massima di 7-8m.
Questa grotta è stata usata come riparo per il letargo dagli Orsi delle Caverne (Ursus spelaeus), una specie oggi estinta di Orsi, diffusa in Europa durante l’ultima glaciazione.
L’ingresso originale è stato chiuso in tempi antichi dal lento accumularsi di pietrame che proviene da un detrito di versante (ghiaione). In questo modo si è preservato all’interno della cavità l’antico suolo d’abitato. Su questo si sono conservati numerosi ossi di Orsi morti durante il letargo e depressioni subcircolari, larghe poco più di un metro e profonde di 20÷40cm usate come nidi per il letargo. Sulle pareti sono impressi graffi e sono chiaramente visibili ampie lucidature dovute allo sfregarsi della pelliccia degli orsi.
Sondaggi di scavo hanno messo in luce una successione di depositi attribuibile ad una fase iniziale del primo Pleniglaciale würmiano (80-50’000 anni da oggi); somo stati rinvenuti abbondanti resti faunistici, tra i quali prevale Ursus spelaeus, seguito da scarsi resti di Orso bruno (Ursus arctos), Leone (Panthera leo), Iena (Hyaena sp.), Lupo (Lupus lupus), Daino (Dama dama) e numerosi micromammiferi (topi, ghiri ecc.).
Ai resti faunistici si accompagnano utensili realizzati dall’Uomo scheggiando selce e calcare, genericamente attribuibili a culture musteriane del Paleolitico medio.
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Re: Un po' di preistoria e archeologia
A proposito della Grotta dell'Orso de Gabrovizza: questa xe el rilievo fatto dal De Marchesetti a fine '800rofizal ha scritto:"Una lama di pugnale litico di non grandi dimensioni rinvenuta nella Grotta dell’Orso di Gabrovizza..."
mentre questo xe el disegno del teschio dell'Ursus Spelaeus ritrovado in loco.
Mal no far, paura no gaver.
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Presso la Grotta Nera de Basovizza, la Provincia de Trieste con lìUniversità di Pisa - Dipartimento Scienze Archeologiche e el Gruppo Speleologico San Giusto ga organizzado
TECNICHE ARTIGIANALI PREISTORICHE
con dimostrazioni dal vivo di cottura dei vasi in ceramica secondo le tecniche del Neolitico; scheggiatura e lavorazione di selce, ossidiana, pietra verde ed altre materie prime litiche; lavorazione di materie dure animali (osso, palco) e preparazione di oggetti d'ornamento in conchiglia; dimostrazione dell'uso di armi da caccia: propulsore e arco; costruzione e prove di utilizzo di un telaio preistorico; riproduzione delle manifestazioni artistiche della preistoria: dal naturalismo paleolitico all'astrattismo neolitico; intreccio di fibre vegetali; macinazione e cottura di cereali.
Iero ogi con mia fia e posso dirve che xe sai interessante, per i fioi e per i genitori. Prové a tirar la lancia col propulsor e saveme dir se rivé a ciapar la sagoma della bestia messa a bersaglio che ve pago de bever
resta ancora el
25 maggio 2009
Dalle ore 09.00 alle 13.00 visite riservate alle scuole
Dalle ore 15.00 alle 18.00 la struttura è aperta al pubblico
e
26 maggio 2009
Dalle ore 09.00 alle 13.00 visite riservate alle scuole
sito uficial www.gssg.it
Per curiosità, la Grotta se ciama Nera solo da tempi recenti, dal dopoguerra, perché dopo el 1945 el "Gruppo rastrellatori bombe e mine" ga ingrumado in loco i residuati bellici e li ga fati saltar, annerindo la volta della grotta. Prima i la ciamava "Grotta dei Lebbrosi" per la non dimostrada teoria che una volta i ghe serassi i lebrosi de Trieste.
TECNICHE ARTIGIANALI PREISTORICHE
con dimostrazioni dal vivo di cottura dei vasi in ceramica secondo le tecniche del Neolitico; scheggiatura e lavorazione di selce, ossidiana, pietra verde ed altre materie prime litiche; lavorazione di materie dure animali (osso, palco) e preparazione di oggetti d'ornamento in conchiglia; dimostrazione dell'uso di armi da caccia: propulsore e arco; costruzione e prove di utilizzo di un telaio preistorico; riproduzione delle manifestazioni artistiche della preistoria: dal naturalismo paleolitico all'astrattismo neolitico; intreccio di fibre vegetali; macinazione e cottura di cereali.
Iero ogi con mia fia e posso dirve che xe sai interessante, per i fioi e per i genitori. Prové a tirar la lancia col propulsor e saveme dir se rivé a ciapar la sagoma della bestia messa a bersaglio che ve pago de bever

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Per curiosità, la Grotta se ciama Nera solo da tempi recenti, dal dopoguerra, perché dopo el 1945 el "Gruppo rastrellatori bombe e mine" ga ingrumado in loco i residuati bellici e li ga fati saltar, annerindo la volta della grotta. Prima i la ciamava "Grotta dei Lebbrosi" per la non dimostrada teoria che una volta i ghe serassi i lebrosi de Trieste.
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Te ghe devi un'aranciata a mio fio!!!AdlerTS ha scritto:
Iero ogi con mia fia e posso dirve che xe sai interessante, per i fioi e per i genitori. Prové a tirar la lancia col propulsor e saveme dir se rivé a ciapar la sagoma della bestia messa a bersaglio che ve pago de bever![]()

Son d'acordo: belisima manifestazione e belisima esperienza. De sperar che i la rifazi periodicamente...
[url]http://carsosegreto.blogspot.com/[/url]
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Re: Un po' di preistoria e archeologia
Due dei più noti siti paleontologici dle Carso si trovano non lontano da Sistiana: La Breccia di Visogliano e il Riparo di Visogliano:
per la Breccia vi ricopio un testo trovato in rete che spiega meglio di me..
La Breccia di Visogliano
Nel 1983 una frana del terreno sul lato sinistro della dolina ha portato alla luce una breccia in cui sono state rinvenute alcune schegge di selce e un premolare superiore umano (che in seguito si è scoperto appartenere all’Homo erectus), destando interesse dal punto di vista antropologico e archeologico.
I pietrischi presenti, i frammenti di formazioni calcitiche e terra rossa cementati dalla calcite indicano che la formazione appartiene al cono detritico di una grotta formatosi in un periodo umido e temperato testimoniato anche dalla presenza di resti di specie vegetali proprie di un clima umido e di specie animali appartenenti ad un ambiente di foresta temperata.
La Breccia di Visogliano, ancora studiata e interessata da scavi, ha restituito finora circa 45 strumenti su scheggia appartenenti all’industria clactoniana, concordante con quella del Riparo.
Ovviamente quello che hanno trovato non è visibile ( però un bel cartello con foto ci starebbe bene) né son certa che sia esposto al Museo civico
comunque ecco la zona e il tipo di pietra

la cosiddetta Breccia ossifera


per la Breccia vi ricopio un testo trovato in rete che spiega meglio di me..
La Breccia di Visogliano
Nel 1983 una frana del terreno sul lato sinistro della dolina ha portato alla luce una breccia in cui sono state rinvenute alcune schegge di selce e un premolare superiore umano (che in seguito si è scoperto appartenere all’Homo erectus), destando interesse dal punto di vista antropologico e archeologico.
I pietrischi presenti, i frammenti di formazioni calcitiche e terra rossa cementati dalla calcite indicano che la formazione appartiene al cono detritico di una grotta formatosi in un periodo umido e temperato testimoniato anche dalla presenza di resti di specie vegetali proprie di un clima umido e di specie animali appartenenti ad un ambiente di foresta temperata.
La Breccia di Visogliano, ancora studiata e interessata da scavi, ha restituito finora circa 45 strumenti su scheggia appartenenti all’industria clactoniana, concordante con quella del Riparo.
Ovviamente quello che hanno trovato non è visibile ( però un bel cartello con foto ci starebbe bene) né son certa che sia esposto al Museo civico
comunque ecco la zona e il tipo di pietra
la cosiddetta Breccia ossifera
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Re: Un po' di preistoria e archeologia
ingentiliamo con un croco in fiore

e andiamo al Riparo di Visogliano, anche qua copio
Il Riparo di Visogliano
è stato scoperto casualmente nel 1970 durante una serie di scavi riguardanti i castellieri limitrofi. I primi studi del sito portarono alla luce soltanto frammenti ossei di microfauna di tipo antico e le ricerche vennero sospese fino al 1974, quando vennero trovate schegge di selce modellate dall’uomo.
Il Riparo è sotto una parete di roccia posta a nord, alta sei metri e lunga dieci, in una dolina non molto profonda con due lati terrazzati.
Il Riparo di Visogliano è una delle più importanti stazioni italiane del Paleolitico inferiore, al cui interno, nei livelli di scavo più profondi, sono stati rinvenuti raschiatoi e strumenti denticolati, la maggior parte in selce provenienti probabilmente da ciottoli raccolti durante le alluvioni.
essendo ancora allo studio è chiuso.. come una caponera!

e andiamo al Riparo di Visogliano, anche qua copio
Il Riparo di Visogliano
è stato scoperto casualmente nel 1970 durante una serie di scavi riguardanti i castellieri limitrofi. I primi studi del sito portarono alla luce soltanto frammenti ossei di microfauna di tipo antico e le ricerche vennero sospese fino al 1974, quando vennero trovate schegge di selce modellate dall’uomo.
Il Riparo è sotto una parete di roccia posta a nord, alta sei metri e lunga dieci, in una dolina non molto profonda con due lati terrazzati.
Il Riparo di Visogliano è una delle più importanti stazioni italiane del Paleolitico inferiore, al cui interno, nei livelli di scavo più profondi, sono stati rinvenuti raschiatoi e strumenti denticolati, la maggior parte in selce provenienti probabilmente da ciottoli raccolti durante le alluvioni.
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Re: Un po' di preistoria e archeologia
il tutto ingentilito dalle prime primule
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Re: Un po' di preistoria e archeologia
passandoci davanti, sul sentiero 43 dalla strada Monrupino- Fernetti - Opicina ( la parte pianeggiante) subito dopo l'accesso, c'è la grotta dei Ciclami, dove sono stati trovati resti preistorici.. qualcuno è andato all’imboccatura..



( curiosamente, poco ne parlano al Museo forse perché non la scavò Marchesetti?)
( curiosamente, poco ne parlano al Museo forse perché non la scavò Marchesetti?)
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Re: Un po' di preistoria e archeologia
eccola ieri sempre la Caverna dei Ciclami






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