le memorie del nonno 1906- 1966
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- babatriestina
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le memorie del nonno 1906- 1966
Il mio nonno materno era un tipo piuttosto chiuso, e a volte preferiva comunicare.. per memoriali. Uno di questi, scritto in parte a macchina e in parte nella sua orribile calligrafia, mi è rimasto, anche se in una fotocopia non felice, perchè mancano alcuni bordi di pagine. Però è interessante perchè è del 1966 ed è intitolato La vita a Trieste negli ultimi 60 anni e possiamo veramente leggere le parole del Nonno.
vi riporto, per cominciare, l'inizio e alcuni passi riguardanti la vita ancora prima degli ultimi 60 anni:
La vita a Trieste durante gli ultimi sessanta anni
Nei primi giorni del febbraio 1906 mi sono trasferito con la mia famiglia a Trieste, e ciò dalla provinciale mia città natale di Capodistria.
i miei primi ricordi risalgono ai miei nonni paterni, e mi ricordo dell’epoca nella quale mia nonna, persona religiosissima, passava le sue giornate, data la sua impossibilità di muoversi, nella preghiera sui suoi breviari sacri e alla sera lo faceva al lume d’olio conservato nelle famose fiorentine. Mi ricordo della illuminazione in istrada e in casa basta sul petrolio. A Trieste alla mia venuta l’illuminazione stradale e casalinga era basata sul gas. Subito dopo ebbe lo sviluppo dell’illuminazione elettrica, che però si estese da principio al centro e poi alla periferia.
qui c'è un vuoto, ma sembra parlare della vita prima della I guerra, e lamenta il dazio sui vini italiani e prosegue:
Erano certamente passati i famosi, per non dire favolosi, anni quando un operaio dando alla moglie un dico un fiorino, dava alla stessa la possibilità di fare la spesa giornaliera per un’intera settimana, tralascio di far presente quanto mi veniva narrato da mia mamma, che il di lei padre (mio nonno) quando andava con gli amici a fare una scampagnate , portando seco un carantano riportava a casa il resto corrispondente a metà della piccola somma. Gli affitti degli appartamenti non costituivano uno sbilancio per la gestione domestica,e non mancavano di certo abitazioni anche nel centro e con impianti igienici discreti, certo mancava la calefazione centrale, l’ascensore, i bagni, impianti che oggi si trovano anche in modestissimi appartamenti in case alla periferia.
Non è il caso di rilevare che nell’epoca dal 1906 al 1914 ( I guerra) la vita per vari motivi andava lentamente rincarando.
I commerci, che si può dire dopo il 1870 erano andati sempre più fiorendo, in dipendenza a varie vicissitudini economiche, andavano lentamente contraendosi. In seguito a queste situazioni che si dovevano considerare non già locali, ma europee, per esempio i commerci con la Dalmazia, che dipendeva esclusivamente per la sua vita economica da Trieste, prima del 1914, andavano lentamente scemando, e sì che il Lloyd austriaco, di buona memoria, aveva migliorato i servizi affidati per lunghi anni a due vecchie carrette l’Almissa e il Metcovich con i modernissimi (allora ) Baron Gautsch e gemello.
Trieste prima dell’unione con l’Italia era il punto di convergenza delle derrate orto-frutticole dell’Istria ( specie di Capodistria e Pirano), derrate che poi venivano inoltrate nell’interno dell’Austria fino a Vienna contenute in interi vagoni ferroviari. Il trasporto a Trieste seguiva via mare con le brazzere e via terra con trazione animale per le strade polverose o fangose a seconda delle stagioni e condizioni meteorologiche.
Quando penso a tutto quanto finora ho esposto e d’altronde visto con i miei occhi e lo confronto con quanto si verifica oggi in base al progresso che il mondo ci ha largito, mi rivolgo la domanda come si poteva vivere una volta e e non dopo tanti anni.
vi riporto, per cominciare, l'inizio e alcuni passi riguardanti la vita ancora prima degli ultimi 60 anni:
La vita a Trieste durante gli ultimi sessanta anni
Nei primi giorni del febbraio 1906 mi sono trasferito con la mia famiglia a Trieste, e ciò dalla provinciale mia città natale di Capodistria.
i miei primi ricordi risalgono ai miei nonni paterni, e mi ricordo dell’epoca nella quale mia nonna, persona religiosissima, passava le sue giornate, data la sua impossibilità di muoversi, nella preghiera sui suoi breviari sacri e alla sera lo faceva al lume d’olio conservato nelle famose fiorentine. Mi ricordo della illuminazione in istrada e in casa basta sul petrolio. A Trieste alla mia venuta l’illuminazione stradale e casalinga era basata sul gas. Subito dopo ebbe lo sviluppo dell’illuminazione elettrica, che però si estese da principio al centro e poi alla periferia.
qui c'è un vuoto, ma sembra parlare della vita prima della I guerra, e lamenta il dazio sui vini italiani e prosegue:
Erano certamente passati i famosi, per non dire favolosi, anni quando un operaio dando alla moglie un dico un fiorino, dava alla stessa la possibilità di fare la spesa giornaliera per un’intera settimana, tralascio di far presente quanto mi veniva narrato da mia mamma, che il di lei padre (mio nonno) quando andava con gli amici a fare una scampagnate , portando seco un carantano riportava a casa il resto corrispondente a metà della piccola somma. Gli affitti degli appartamenti non costituivano uno sbilancio per la gestione domestica,e non mancavano di certo abitazioni anche nel centro e con impianti igienici discreti, certo mancava la calefazione centrale, l’ascensore, i bagni, impianti che oggi si trovano anche in modestissimi appartamenti in case alla periferia.
Non è il caso di rilevare che nell’epoca dal 1906 al 1914 ( I guerra) la vita per vari motivi andava lentamente rincarando.
I commerci, che si può dire dopo il 1870 erano andati sempre più fiorendo, in dipendenza a varie vicissitudini economiche, andavano lentamente contraendosi. In seguito a queste situazioni che si dovevano considerare non già locali, ma europee, per esempio i commerci con la Dalmazia, che dipendeva esclusivamente per la sua vita economica da Trieste, prima del 1914, andavano lentamente scemando, e sì che il Lloyd austriaco, di buona memoria, aveva migliorato i servizi affidati per lunghi anni a due vecchie carrette l’Almissa e il Metcovich con i modernissimi (allora ) Baron Gautsch e gemello.
Trieste prima dell’unione con l’Italia era il punto di convergenza delle derrate orto-frutticole dell’Istria ( specie di Capodistria e Pirano), derrate che poi venivano inoltrate nell’interno dell’Austria fino a Vienna contenute in interi vagoni ferroviari. Il trasporto a Trieste seguiva via mare con le brazzere e via terra con trazione animale per le strade polverose o fangose a seconda delle stagioni e condizioni meteorologiche.
Quando penso a tutto quanto finora ho esposto e d’altronde visto con i miei occhi e lo confronto con quanto si verifica oggi in base al progresso che il mondo ci ha largito, mi rivolgo la domanda come si poteva vivere una volta e e non dopo tanti anni.
Ultima modifica di babatriestina il sab 28 lug 2007, 8:18, modificato 1 volta in totale.
- babatriestina
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Il nonno elenca le scoperte e le invenzioni che ha visto nascere:
La mia venuta a Trieste ebbe a coincidere con l’introduzione rispettivamente perfezionamento di tante e tante scoperte che rivoluzionarono l’umanità Le elenco per sequenza: perfezionamento nel telegrafo e telegrafo sottomarino, le varie applicazioni dell’elettricità: le turbine per la produzione dell’elettricità e per la motorizzazione, la luce elettrica, il telefono e i suoi perfezionamenti, i motori a scoppio e l’enorme sviluppo dell’automobilismo, il telegrafo senza fili, la cinematografia, il radar, la televisione ora anche a colori, la radio nelle varie estrinsecazioni, le varie applicazioni dell’elettricità per scopo di illuminazioni e industriali, gli ascensori e l’applicazione della calefazione centrale ed autonoma, in genere tutte le nuove scoperte culminate nelle varie applicazioni della forza nucleare, scoperte tutte che hanno rivoluzionato la vita umana.
………..A Trieste alla mia venuta l’illuminazione stradale e casalina era basata sul gas. Subito dopo ebbe lo sviluppo l’illuminazione elettrica, che però si è estesa da principio al centro e poi alla periferia. Ancora oggi in sedi periferiche manca l’introduzione del gas, e l’illuminazione è basata tuttora sul petrolio, ciò, specie oggi, per la spesa necessaria per l’introduzione delle necessarie tubature o cavi elettrici. Oggi specie nel suburbio è usato il gas liquido, che nell’ultimo decennio in seguito all’utilizzo del metano, che in genere è stato scoperto in varie regioni d’Italia, e con la costruzione dei metanodotti, ebbe un inusitato sviluppo.
Il Cinematografo come ben mi ricordo, e lo ha menzionato il giornale locale giorni or sono, è stato introdotto a Trieste ( ed in genere s’intende in Italia) nel 1906. In questa città il primo cine funzionò in via Carducci negli ambienti dove oggi ha sede la società in tessuti e affini Valerio. Inutile che io parli dei vari sviluppo della cinematografia: film muto, film parlato, film a colori. Inutile parlare della Televisione che costituisce una scoperta non tanto lontana e che, specie in America ha avuto una nuova applicazione con la televisione a colori.
il Nonno commenta la situazione del porto:
sviluppo commerciale con riflesso all’attuale attività del porto e progetto di una linea di circonvallazione.
Ancora prima della I guerra mondiale con riguardo al costo dei trasporti (quelli per via acquea più buon mercato di quelli ferroviari) l’attività del Porto di Trieste aveva subito una certa sosta; i tempi d’oro erano passati. Con l'unione di Trieste all’Italia e specialmente dopo la II guerra, per il conseguente restringimento del proprio Hinterland, tale sosta di attività si accentò sempre più specie in dipendenza dei porti jugoslavi vicini, più a buon mercato in relazione al sistema sociale introdotto nella stessa. Il punto franco vecchio che prima della I guerra mondiale era risultato insufficiente, dovette essere esteso colla creazione del nuovo porto franco di S Andrea, la costruzione del quale non è ancora terminata, essendo stati iniziati solo recentemente i lavori per il molo VII. Il nuovo Punto franco era destinato ab initio per i commerci con l’India e l’estremo Oriente. Ma ora a che serviranno tali nuovi impianti quando manca l’essenziale cioè il commercio?. Bisogna tener presente che in concorrenza di Trieste lavorano i porti di Venezia, porto Marghera e Genova e che la peggiore concorrenza viene dai porti della vicina Jugoslavia: Fiume ed ora anche di Capodistria. L’avvenire potrà smentire le fosche previsioni che diremo allarmanti.
il Nonno nel 1966 la vedeva proprio nera!
La mia venuta a Trieste ebbe a coincidere con l’introduzione rispettivamente perfezionamento di tante e tante scoperte che rivoluzionarono l’umanità Le elenco per sequenza: perfezionamento nel telegrafo e telegrafo sottomarino, le varie applicazioni dell’elettricità: le turbine per la produzione dell’elettricità e per la motorizzazione, la luce elettrica, il telefono e i suoi perfezionamenti, i motori a scoppio e l’enorme sviluppo dell’automobilismo, il telegrafo senza fili, la cinematografia, il radar, la televisione ora anche a colori, la radio nelle varie estrinsecazioni, le varie applicazioni dell’elettricità per scopo di illuminazioni e industriali, gli ascensori e l’applicazione della calefazione centrale ed autonoma, in genere tutte le nuove scoperte culminate nelle varie applicazioni della forza nucleare, scoperte tutte che hanno rivoluzionato la vita umana.
………..A Trieste alla mia venuta l’illuminazione stradale e casalina era basata sul gas. Subito dopo ebbe lo sviluppo l’illuminazione elettrica, che però si è estesa da principio al centro e poi alla periferia. Ancora oggi in sedi periferiche manca l’introduzione del gas, e l’illuminazione è basata tuttora sul petrolio, ciò, specie oggi, per la spesa necessaria per l’introduzione delle necessarie tubature o cavi elettrici. Oggi specie nel suburbio è usato il gas liquido, che nell’ultimo decennio in seguito all’utilizzo del metano, che in genere è stato scoperto in varie regioni d’Italia, e con la costruzione dei metanodotti, ebbe un inusitato sviluppo.
Il Cinematografo come ben mi ricordo, e lo ha menzionato il giornale locale giorni or sono, è stato introdotto a Trieste ( ed in genere s’intende in Italia) nel 1906. In questa città il primo cine funzionò in via Carducci negli ambienti dove oggi ha sede la società in tessuti e affini Valerio. Inutile che io parli dei vari sviluppo della cinematografia: film muto, film parlato, film a colori. Inutile parlare della Televisione che costituisce una scoperta non tanto lontana e che, specie in America ha avuto una nuova applicazione con la televisione a colori.
il Nonno commenta la situazione del porto:
sviluppo commerciale con riflesso all’attuale attività del porto e progetto di una linea di circonvallazione.
Ancora prima della I guerra mondiale con riguardo al costo dei trasporti (quelli per via acquea più buon mercato di quelli ferroviari) l’attività del Porto di Trieste aveva subito una certa sosta; i tempi d’oro erano passati. Con l'unione di Trieste all’Italia e specialmente dopo la II guerra, per il conseguente restringimento del proprio Hinterland, tale sosta di attività si accentò sempre più specie in dipendenza dei porti jugoslavi vicini, più a buon mercato in relazione al sistema sociale introdotto nella stessa. Il punto franco vecchio che prima della I guerra mondiale era risultato insufficiente, dovette essere esteso colla creazione del nuovo porto franco di S Andrea, la costruzione del quale non è ancora terminata, essendo stati iniziati solo recentemente i lavori per il molo VII. Il nuovo Punto franco era destinato ab initio per i commerci con l’India e l’estremo Oriente. Ma ora a che serviranno tali nuovi impianti quando manca l’essenziale cioè il commercio?. Bisogna tener presente che in concorrenza di Trieste lavorano i porti di Venezia, porto Marghera e Genova e che la peggiore concorrenza viene dai porti della vicina Jugoslavia: Fiume ed ora anche di Capodistria. L’avvenire potrà smentire le fosche previsioni che diremo allarmanti.
il Nonno nel 1966 la vedeva proprio nera!
- babatriestina
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nei USA come che disi nono la gaveva zà cominciado nei anni 60AdlerTS ha scritto:nel 1966 ?babatriestina ha scritto:la televisione ora anche a colori,
el pessimismo del Nonno continua in questo passo:in America ha avuto una nuova applicazione con la televisione a colori.
Oggi Trieste stremata da due guerre diremo mondiali, con le sue industrie o distrutte o ridimensionate, lentamente si è ripresa, ma con la mancanza di un retroterra Trieste non si è certamente ripresa abbastanza né ha la possibilità di rifiorire. Trieste è oggi una grande città di provincia, piena di bisogni, che certo l’attuale Governo del paese non è in grado di soddisfare. La partitocrazia, il sistema del centrosinistra, iniziatosi con la famosa nazionalizzazione delle società elettriche ha rovinato l’Italia e certo non ha giovato a Trieste. La città non ha oggi uomini di ingegno che la possano degnamente rappresentare e tute le nuove industrie sorte nel famoso Porto Industriale vivono, meno che rare, di vita effimera. Quindi speranze per Trieste: nessuna!
Eppure la città vive e non tanto male. Come dicono in Italia si tratta di arrangiarsi! Il grande sviluppo della motorizzazione e le nuove scoperte della scienza hanno aiutato e speriamo potranno in avvenire aiutare Trieste se non a rinascere almeno a vivere una vita senza infamia.
Sono questi tristi considerazioni che sorgono spontanee in chi non vuol illudersi e con fondate ragioni viene alle conclusioni sovraesposte
per la demografia, el accenna un titolo:
1) Sviluppo della città specie nei riguardi demografico, urbanesimo e influenza dei profughi istriani e dalmati
ma dei profughi no me par che el parli, el scrivi cussì:
Dopo le grandi guerre, per vari motivi e specialmente per seguire la vita delle maggiori città e per la necessità di migliorare il tenore di vita degli abitanti con la costruzione di alloggi più moderni e corrispondenti alle necessità del momento, si ebbe un enorme sviluppo dell’edilizia con continue costruzioni da parte di Enti comunale statali, parastatali e cooperativi nonché da parte di imprese private. In oggi si è giunto quasi ad un nuovo periodo di saturazione. Sessanta anni fa si era già iniziata la costruzione di case nuove specie nelle zone periferiche da parte di imprese private. Si costruivano case con l’aiuto di sostituti ( contributi?) bancari, i cui finanziamenti venivano poi sostituiti con ipoteche, sia da parte di Enti come a suo tempo e tuttora della Cassa di Risparmio, dalle sue grandi società di assicurazione Assicurazioni Generali e Riunione Adriatica che costruirono anche in proprio e che oggi si sono trasformate in Società mobiliari. Nelle piccole costruzioni o di minor mole si era sviluppato il mutuo ipotecario da parte di privati e ciò a quel tempo a tassi variabili fra il 4% e l’8%. Le transazioni immobiliari avevano uno sviluppo normale e nei vecchi tempi si vendevano rispettivamente acquistavano intere case e non come oggi appartamenti in condominio, commercio che però sorto oltre 30 anni fa a Roma si è sviluppato negli ultimi 15 anni anche a Trieste. I dolori del condominio si faranno sentire appena fra anni specialmente nelle case costruite a condominio da speculatori privati ( dei quali alcuni hanno già puntata fallimento) con l’opera di costruttori qualche volta improvvisati.
Comunque sono sorte nel I dopoguerra addirittura zone nuove di costruzione come per primo il Rione del Re nella zona di Chiadino Rozzol, ebbero grande sviluppo i Rioni di Gretta, di S Giovanni, di S Luigi, Servola, Rozzol e ultimamente della parti di Via dell’Istria denominata via Flavia, si sviluppò negli ultimi decenni la zona di S Vito di S Andrea (Rione di Piazza Carlo Alberto)
Pensare che olrtre 60 anni fa la via Rossetti era costruita solo per la prte inferiore e che in tempi non tanto lontani dove attualmente trovasi la Chiesa di S Vincenzo de Paoli si trovavano gli orti come dietro al Cimitero in zona della Maddalena.
Ultima modifica di babatriestina il dom 29 lug 2007, 8:58, modificato 1 volta in totale.
- babatriestina
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No savevo se continuar, se ve interessava le pessimistiche descrizioni de Nono, per meter qualcossa de più alegro ve lo fazzo veder, xe a destra cola paietta, in barca al principio del secolo scorso: sua mama ( mia bisnona, che no go conossudo), xe l'arcigna signora in capel a sinistra:

Nono xe morto nel 68, do anni dopo de aver scritto sto memorial

Nono xe morto nel 68, do anni dopo de aver scritto sto memorial
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No dubito per un secondo i fatti menzionai de tuo nonno. Ma a suo tempo, co gavevo inserido questa fotografiababatriestina ha scritto:Il nonno elenca le scoperte e le invenzioni che ha visto nascere:
...Il Cinematografo come ben mi ricordo, e lo ha menzionato il giornale locale giorni or sono, è stato introdotto a Trieste ( ed in genere s’intende in Italia) nel 1906. In questa città il primo cine funzionò in via Carducci negli ambienti dove oggi ha sede la società in tessuti e affini Valerio....

No go la cartolina sotoman, ma con un poca de pazienza e una grosa lente de ingrandimento gavevo riva` a leger cos'che jera scrito sul vetro del porton.
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anche mi no posso assolutamente garantir che nono gavessi scrito giusto. quel che el disi lu dovessi corisponder al cine Odeon che iera in via Carducci e che mi ancora go arivado a veder, anche se no me bati ben el negozio Valerio, che fin qualche anno fa se trovava prima del Odeon. e ancora adesso no arivo a ricordar se el Odeon iera al pianteren de Casa Vianello o el isolato prima, tute do le ga ingresso con portai a volta e tute do ga banche adesso. però devo dir che nono iera un pignol tremendo, dado anche del suo mestier, el iera notaio, e el gaveva piutosto bona memoria, che anche el ostentava, el me vegniva a recitar versi su versi latini dele Metamorfosi de Ovidio che el diseva de ricordarse de scola, e che mi quela volta pensavo che el se li preparava prima de vegnirme a trovar per far bela figura
, per cui dela sua memoria me fido abastanza. probabilmente vegneremo a trovar che le prime proiezioni xe stade fate veramente in piazza dela Borsa, ma quel che cita nono ga durado de più o iera più grande e cussì ghe xe restado in mente meo.

Xe molto interessante inveze: a mi personalmente me ga fato piazer leger questo scrito che te ga riportado.babatriestina ha scritto:No savevo se continuar, se ve interessava le pessimistiche descrizioni de Nono, per meter qualcossa de più alegro ve lo fazzo veder, xe a destra cola paietta, in barca al principio del secolo scorso: sua mama ( mia bisnona, che no go conossudo), xe l'arcigna signora in capel a sinistra
La foto inoltre xe un quadreto d'epoca affascinante! E "arcigna" xe la parola giusta per descriver la bisnona (niente però in confronto ala mia bisnona, speta che trovo e posto la foto e te vederà)!
mio nonno me contava che
Betta, altrochè se interessa! Anzi, zerca avanti e contine!
Però, putele mie, qua me gavè zucà sul iazo: se parlemo de nonne arcigne, no fazzo per vantarme, ma ecco a voi die Adlerin der Familie
: nonna Domenichina (toscana trapiantada in Sardegna)
Però, putele mie, qua me gavè zucà sul iazo: se parlemo de nonne arcigne, no fazzo per vantarme, ma ecco a voi die Adlerin der Familie

- babatriestina
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bon, trovo ancora dele memorie del Nono:
un toco dela introduzion comenta:
Voglio ora scrivere di questo periodo di 60 anni , trattandolo in due riguardi: nella generalità per rilevare come in tale periodo il Mondo si sia trasformato completamente, tanto che francamente io oggi mi sento completamente spaesato, in modo che mi sembra costituire un ingombro inutile nella società; in un secondo tempo voglio descrivere la trasformazione che la città di Trieste ebbe in questo lungo periodo sia in dipendenza al progresso di tutto il mondo sia in ispecie in dipendenza alle conseguenze subite da Trieste nelle due ultime guerre mondiali.
Quanto sarò per esporre costituisce null’altro che l’impressione dell’uomo della strada, che in questo caso identifico nella mia persona, senza però aver la possibilità di riferirmi a date precise, e quindi forse con sbagli cronologici di conseguenza, mentre vorrò riferirmi in certi riguardi anche a date anteriori a 60 anni e persino anteriori alla mia nascita, e ciò per sentito dire da quella persona colta e vissuta nella miglior società di Trieste, che è stata mia madre.
El passo sule industrie purtroppo ga una dele lacune dovude al salto de pagina perso fotocopiando e i cugini ga imbusado el original, però penso che pur con un taio vali la pena de riportar:
Sviluppo industriale specie con riguardo alle nuova zona dell’Ente Porto e progettata galleria di circonvallazione.
All’inizio dell’epoca di cui trattiamo (60 anni fa) Triese aveva un limitato sviluppo industriale. La città era il porto principale di una grande Monarchia e quindi la sua vita era basata in gran parte sui commerci e concentrata nel suo porto ( il vecchio punto franco oggi Porto Vittorio Emanuele) Per l’incremento della….[immagino el parli dela Zona Industrial…e anche della circonvallazion no trovo traccia.]
Nella quale trovano posto anzitutto il Cementificio e numerose altre attività industriali, aiutate nelle loro crezione e svilupo di aiuti governativi. Si trasportarono nella zona industriale, anche per ragioni fiscali, imprese che avevano la loro sede in città come la ditta di spedizioni Canova, il colorificio Triestino e attualmente l’istituto farmacoterapico ed altre piccole industrie. Nella città nel corso di 60 anni sorsero vari istituti sanitari per primo il Sanatorio Triestino, il Policlinico Triestino, la casa di cura Igea e da ultimo la casa di cura Salus, tutti questi sanatori di buon nome.
Con l’annessione di Trieste all’Italia si sviluppò l’Istituto Bancario con il trasferimento a Trieste delle Filiali delle principali banche italiane come la Commerciale italiana, il Credito Italiano, la Banca del Lavoro, la Banca Italo Britannica, il Banco di Roma, il Banco di Sicilia, le quali banche apersero delle agenzie. Grande sviluppo ebbe la Cassa di Risparmio che estese la sua attività oltre al risparmio propriamente detto e al monte di Pietà, anche varie branche parastatali per l’incremento dell’edilizia. Anche la Cassa di risparmio creò proprie filiali e succursali arrivando fino a Monfalcone. Delle vecchie Banche, la Banca commerciale triestina è stata assorbita da quella italiana, sono rimaste, dopo varie vicissitudini, la Banca triestina ex banca popolare e la Banca cooperativa giuliana; sono scomparse totalmente le cosiddette Banche cooperative a responsabilità limitata o illimitata, assorbite queste nella massima parte della Cassa di Risparmio. Comunque l’attività delle varie Banche ha influenzato favorevolmente il progresso dei commerci e delle industrie e ha incrementato lo sviluppo del risparmio e creata la necessità di adoperare le attività bancarie per i propri interessi anche privati.
Nelle nuove invenzioni ( fisica nucleare) e lo sviluppo dell’industria petrolifera oltre ad aver creato la grande raffineria dell’Aquila ( ormai passata nella maggioranza a capitale francese), alla creazione del grande oleodotto italo austriaco germanico potrà nell’avvenire rendere necessaria la creazione di nuovi impianti industriali. Ho sorpassato la creazione di impianti minori come il Mattonificio di Muggia e altri.
un toco dela introduzion comenta:
Voglio ora scrivere di questo periodo di 60 anni , trattandolo in due riguardi: nella generalità per rilevare come in tale periodo il Mondo si sia trasformato completamente, tanto che francamente io oggi mi sento completamente spaesato, in modo che mi sembra costituire un ingombro inutile nella società; in un secondo tempo voglio descrivere la trasformazione che la città di Trieste ebbe in questo lungo periodo sia in dipendenza al progresso di tutto il mondo sia in ispecie in dipendenza alle conseguenze subite da Trieste nelle due ultime guerre mondiali.
Quanto sarò per esporre costituisce null’altro che l’impressione dell’uomo della strada, che in questo caso identifico nella mia persona, senza però aver la possibilità di riferirmi a date precise, e quindi forse con sbagli cronologici di conseguenza, mentre vorrò riferirmi in certi riguardi anche a date anteriori a 60 anni e persino anteriori alla mia nascita, e ciò per sentito dire da quella persona colta e vissuta nella miglior società di Trieste, che è stata mia madre.
El passo sule industrie purtroppo ga una dele lacune dovude al salto de pagina perso fotocopiando e i cugini ga imbusado el original, però penso che pur con un taio vali la pena de riportar:
Sviluppo industriale specie con riguardo alle nuova zona dell’Ente Porto e progettata galleria di circonvallazione.
All’inizio dell’epoca di cui trattiamo (60 anni fa) Triese aveva un limitato sviluppo industriale. La città era il porto principale di una grande Monarchia e quindi la sua vita era basata in gran parte sui commerci e concentrata nel suo porto ( il vecchio punto franco oggi Porto Vittorio Emanuele) Per l’incremento della….[immagino el parli dela Zona Industrial…e anche della circonvallazion no trovo traccia.]
Nella quale trovano posto anzitutto il Cementificio e numerose altre attività industriali, aiutate nelle loro crezione e svilupo di aiuti governativi. Si trasportarono nella zona industriale, anche per ragioni fiscali, imprese che avevano la loro sede in città come la ditta di spedizioni Canova, il colorificio Triestino e attualmente l’istituto farmacoterapico ed altre piccole industrie. Nella città nel corso di 60 anni sorsero vari istituti sanitari per primo il Sanatorio Triestino, il Policlinico Triestino, la casa di cura Igea e da ultimo la casa di cura Salus, tutti questi sanatori di buon nome.
Con l’annessione di Trieste all’Italia si sviluppò l’Istituto Bancario con il trasferimento a Trieste delle Filiali delle principali banche italiane come la Commerciale italiana, il Credito Italiano, la Banca del Lavoro, la Banca Italo Britannica, il Banco di Roma, il Banco di Sicilia, le quali banche apersero delle agenzie. Grande sviluppo ebbe la Cassa di Risparmio che estese la sua attività oltre al risparmio propriamente detto e al monte di Pietà, anche varie branche parastatali per l’incremento dell’edilizia. Anche la Cassa di risparmio creò proprie filiali e succursali arrivando fino a Monfalcone. Delle vecchie Banche, la Banca commerciale triestina è stata assorbita da quella italiana, sono rimaste, dopo varie vicissitudini, la Banca triestina ex banca popolare e la Banca cooperativa giuliana; sono scomparse totalmente le cosiddette Banche cooperative a responsabilità limitata o illimitata, assorbite queste nella massima parte della Cassa di Risparmio. Comunque l’attività delle varie Banche ha influenzato favorevolmente il progresso dei commerci e delle industrie e ha incrementato lo sviluppo del risparmio e creata la necessità di adoperare le attività bancarie per i propri interessi anche privati.
Nelle nuove invenzioni ( fisica nucleare) e lo sviluppo dell’industria petrolifera oltre ad aver creato la grande raffineria dell’Aquila ( ormai passata nella maggioranza a capitale francese), alla creazione del grande oleodotto italo austriaco germanico potrà nell’avvenire rendere necessaria la creazione di nuovi impianti industriali. Ho sorpassato la creazione di impianti minori come il Mattonificio di Muggia e altri.
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Re: mio nonno me contava che
Bel mix!nanaia ha scritto:nonna Domenichina (toscana trapiantada in Sardegna)

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Ancora un toco de Nono:
Sviluppo marinaro e costruzioni navali.
Come già premesso, la costruzione di navi e specie di piroscafi mercantili ha costituiti a a suo tempo una attività marginale dato che la città fioriva per i propri commerci. Appena dopo la I guerra mondiale a Trieste crebbero le costruzioni navali che negli ultimi anni, prima dela 1914 , erano sviluppate in forma promettente. Continuò l’attività del cantiere S Marco e quale appendice allo stesso sorse i cantiere di Monfalcone (CRDA) continuò l’attività sempre più ridotta del cantiere S Rocco.
Dopo la II guerra mondiale, per la quasi distruzione della flotta nazionale, [……..] le costruzioni navali ebbero un nuovo incremento. Purtroppo le nuove costruzioni richiedono uno sforzo finanziario superiore alle nostre possibilità economiche, come hanno dimostrato le costruzioni delle cosiddette ammiraglie Michelangelo e Raffaello. Trieste, che nel periodo dal 1914 al 1930 varò la flotta mercantile poi distrutta della II guerra mondiale trova il suo grande Cantiere s Marco costretto alla costruzione di petroliere ed ora a margine vivono i piccoli cantieri Felszegy e cantiere Giuliano ed il maggior lavoro si è riversato sul Cantiere di Monfalcone più ampio e più modernamente attrezzato. Quindi tristi ore volgono per l’attività del Cantiere S Marco.
cultura arte e scienze.
Negli ultimi 60 anni ben poco è da segnalare in questi campi dato che l’Italia è grande e Trieste piccola.
L’unico grande acquisto di Trieste è stata la sua Università, che ha un importante sviluppo e col tempo dovrà essere un centro di coltura per l’Europa, specie orientale. La letteratura è sempre stata poco curata da Trieste, possiamo parlare di prosatori conosciuti nelle persone di Svevo (Schmitz) e del poeta Saba, sono sorti nuovi prosatori e poeti, parlo del defunto Quarantotto, di Biagio Marin e di tanti altri giovani che forse potranno affermarsi.
Nella pittura dobbiamo riferirci a tempi passati, e pensare allo Scomparini, al Rietti, al Fragiacomo, al Veruda, al Fittke, al Parini, a Lucano, al Daneo, al Bergagna. I giovani che si ispirano alla scuola nuova di pittura (cubismo, impressionismo) hanno appena iniziato la loro attività e finora sono illustri sconosciuti.
Nella scultura a parte il vecchio Marin ( oggi sono nominati Mascherini e il compianto e promettente Sbisà
Nell’arte dell’arredamento modesta attività e non degna di esser più di tanto segnalata.
NB: ai tempi in cui Nonno scriveva, il "giovane e promettente Sbisà " moriva improvvisamente, sulla sessantina.
Vi aggiungo il Nonno da piccolo e a 80 anni, più o meno all'epoca in cui scrisse queste righe, foto Wulz


Sviluppo marinaro e costruzioni navali.
Come già premesso, la costruzione di navi e specie di piroscafi mercantili ha costituiti a a suo tempo una attività marginale dato che la città fioriva per i propri commerci. Appena dopo la I guerra mondiale a Trieste crebbero le costruzioni navali che negli ultimi anni, prima dela 1914 , erano sviluppate in forma promettente. Continuò l’attività del cantiere S Marco e quale appendice allo stesso sorse i cantiere di Monfalcone (CRDA) continuò l’attività sempre più ridotta del cantiere S Rocco.
Dopo la II guerra mondiale, per la quasi distruzione della flotta nazionale, [……..] le costruzioni navali ebbero un nuovo incremento. Purtroppo le nuove costruzioni richiedono uno sforzo finanziario superiore alle nostre possibilità economiche, come hanno dimostrato le costruzioni delle cosiddette ammiraglie Michelangelo e Raffaello. Trieste, che nel periodo dal 1914 al 1930 varò la flotta mercantile poi distrutta della II guerra mondiale trova il suo grande Cantiere s Marco costretto alla costruzione di petroliere ed ora a margine vivono i piccoli cantieri Felszegy e cantiere Giuliano ed il maggior lavoro si è riversato sul Cantiere di Monfalcone più ampio e più modernamente attrezzato. Quindi tristi ore volgono per l’attività del Cantiere S Marco.
cultura arte e scienze.
Negli ultimi 60 anni ben poco è da segnalare in questi campi dato che l’Italia è grande e Trieste piccola.
L’unico grande acquisto di Trieste è stata la sua Università, che ha un importante sviluppo e col tempo dovrà essere un centro di coltura per l’Europa, specie orientale. La letteratura è sempre stata poco curata da Trieste, possiamo parlare di prosatori conosciuti nelle persone di Svevo (Schmitz) e del poeta Saba, sono sorti nuovi prosatori e poeti, parlo del defunto Quarantotto, di Biagio Marin e di tanti altri giovani che forse potranno affermarsi.
Nella pittura dobbiamo riferirci a tempi passati, e pensare allo Scomparini, al Rietti, al Fragiacomo, al Veruda, al Fittke, al Parini, a Lucano, al Daneo, al Bergagna. I giovani che si ispirano alla scuola nuova di pittura (cubismo, impressionismo) hanno appena iniziato la loro attività e finora sono illustri sconosciuti.
Nella scultura a parte il vecchio Marin ( oggi sono nominati Mascherini e il compianto e promettente Sbisà
Nell’arte dell’arredamento modesta attività e non degna di esser più di tanto segnalata.
NB: ai tempi in cui Nonno scriveva, il "giovane e promettente Sbisà " moriva improvvisamente, sulla sessantina.
Vi aggiungo il Nonno da piccolo e a 80 anni, più o meno all'epoca in cui scrisse queste righe, foto Wulz


- AdlerTS
- Cavalier del forum
- Messaggi: 9561
- Iscritto il: mar 27 dic 2005, 21:35
- Località: mail: adlerts[at]email.it
Mio nonno durante el pranzo de Nadal, assaporando el piatto davanti a lui, el ga avudo un attimo de pausa, el se ga pensado qualcossa e po' el ga ricominciado a magnar. Co' ghe go domandado cossa che el pensava, el me ga dito "quando durante la guerra (la seconda) per fame go dovudo magnar un colombo, non gaveria mai pensado de vignir vecio e esse qua in ristorante e magnar bone robe con voi"
Pareria che 'sto colombo jera sai duro e amaro.

Pareria che 'sto colombo jera sai duro e amaro.

Mal no far, paura no gaver.
Si, i me ga dito che la carne de colombo vecio xe dura e amara. Ma conossevo un sior che li alevava per magnarli e el diseva che i colombi giovini xe assai boni.AdlerTS ha scritto:Mio nonno durante el pranzo de Nadal, assaporando el piatto davanti a lui, el ga avudo un attimo de pausa, el se ga pensado qualcossa e po' el ga ricominciado a magnar. Co' ghe go domandado cossa che el pensava, el me ga dito "quando durante la guerra (la seconda) per fame go dovudo magnar un colombo, non gaveria mai pensado de vignir vecio e esse qua in ristorante e magnar bone robe con voi"![]()
Pareria che 'sto colombo jera sai duro e amaro.

[i]Liliana[/i]
- . - . -
[size=75][i]"Quando comincia una guerra, la prima vittima è la Verità.
Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
quelle dei vincitori, diventano Storia."
(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
- . - . -
[size=75][i]"Quando comincia una guerra, la prima vittima è la Verità.
Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
quelle dei vincitori, diventano Storia."
(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
- Nona Picia
- Cavalier del forum
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- Iscritto il: ven 20 gen 2006, 15:08
- Località: Trieste - Rozzol
Anche una zia de mio marì copava i colombi per magnarli. Co' ierimo ancora fidanzai una volta la me ga invità, ma mi no son riuscida a magnarlo....
Ciao ciao
Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare,
trova un minuto per ridere.
"MADRE TERESA"
"La Mama l’è talmen un tesor de valur che l’ha vorüda anche Noster Signur" .....
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- sum culex
- No montar in scagno
- Messaggi: 5946
- Iscritto il: ven 20 gen 2006, 15:45
- Località: Trieste - Rozzol
Iera colombi giovini che naseva e creseva in una colombera/voliera che gavevo fato mi; parlemo de zinquanta ani fa, e i iera anche sai boni.Nona Picia ha scritto:Anche una zia de mio marì copava i colombi per magnarli. Co' ierimo ancora fidanzai una volta la me ga invità, ma mi no son riuscida a magnarlo....
ciao
sum culex
-
- Vilegiante
- Messaggi: 93
- Iscritto il: mar 6 giu 2006, 14:45
A proposito de colombi ......
sora de lgiardin pubblico ghe iera una volta Vigna che saldava i tubi de scarigo de iauti veci e dirocai .... e el iera in pianotera de una colombara ..... gavè qualche foto voi specialisti ??? Iera una casa che me afascinava ...la iera sai dirocada ...difati i la ga butada zo per far una palazina grande ..... pecà ..credo che iera un edifici osai particolare.
sora de lgiardin pubblico ghe iera una volta Vigna che saldava i tubi de scarigo de iauti veci e dirocai .... e el iera in pianotera de una colombara ..... gavè qualche foto voi specialisti ??? Iera una casa che me afascinava ...la iera sai dirocada ...difati i la ga butada zo per far una palazina grande ..... pecà ..credo che iera un edifici osai particolare.