Lutto nel mondo dello spettacolo
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- Nona Picia
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Lutto nel mondo dello spettacolo
Gavè sentì che xe morto per infarto Gigi Sabani? El gaveva 54 anni .
Ciao ciao
Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare,
trova un minuto per ridere.
"MADRE TERESA"
"La Mama l’è talmen un tesor de valur che l’ha vorüda anche Noster Signur" .....
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- Nona Picia
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Funari
Ogi ne tg i ga dito che xe morto Gianfranco Funari. Pace all'anima sua!
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- nonna ivana
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- Nona Picia
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Mauro Corona
Ieri iero a Tolmezzo e in ospedal go sentì dir che xe morto Mauro Corona, parerìa cascà in montagna. Qualchedun ga sentì qualcossa?
Ciao ciao
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- babatriestina
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Re: Mauro Corona
go zercado sul NG de montagna, e par che sia un omonimo:Nona Picia ha scritto:Ieri iero a Tolmezzo e in ospedal go sentì dir che xe morto Mauro Corona, parerìa cascà in montagna. Qualchedun ga sentì qualcossa?
Mi sono piaciute le parole rilasciate sempre oggi da mauro Corona in
seguito alla morte di un suo omonimo sulle Dolomiti.
[..]Prima ha precisato che era una persona di eccezionale esperienza, alla quale avrebbe affidato i suoi figli, e poi ha chiarito: dove volete che muoiano gli alpinisti, se non in montagna, visto che è lì che trascorrono le loro vite? Non c'è mica tanto da scandalizzarsi!
Ultima modifica di babatriestina il sab 9 ago 2008, 8:56, modificato 1 volta in totale.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
E visto che, come che se disi, ghe gavemo slongà la vita, eco una bela descrizion del nostro omo - scritor, alpinista, ma anche scultor - fata da un altro alpinista, Michele Dalla Palma:
Le sagome arcigne e contorte di quelle montagne martoriate mi ricordano, altrettanto corrucciata, l’espressione del loro poeta. Un ometto piccolo e magro, ingobbito dal tempo, dalle arrampicate e, probabilmente, dalle troppe bevute di vino generoso. L’Uomo di Erto ha nei nervi la stessa forza dirompente e devastante dell’acqua furiosa. Solamente, è riuscito a trasformarla in energia positiva. Che però esplode, incontrollata, mentre con le dita contorce il legno in atteggiamenti drammatici. Le sculture di Mauro Corona hanno dentro, anche quando vorrebbero sembrare placide, una cupa disperazione. Che diventa la loro bellezza. Unica e irripetibile. Segnato per sempre dal ricordo, come un animale selvatico lo si può solo, a volte, scrutare da lontano. Se anche si avvicina, è solo per fiutarti. Poi fugge di nuovo, solitario, nel bosco della memoria. La sua casa. Ci capita di incontrarci, a volte. A quelle riunioni pompose di ‘alpinisti’ che si parlano addosso o, per caso, come quando tempo fa sono andato ad ascoltare, a Belluno, le storie del vecchio bracconiere Franco Miotto. Altro personaggio straordinario. Non si può essere amici di Mauro. Perché è impossibile addomesticare il vento e le nuvole. Fermare la valanga. Si può condividere lo stesso spazio. Capendosi l’un l’altro come solo gli uomini delle montagne sanno fare. Senza bisogno di parole. Vivendo insieme un momento, ognuno con le proprie solitudini
Le sagome arcigne e contorte di quelle montagne martoriate mi ricordano, altrettanto corrucciata, l’espressione del loro poeta. Un ometto piccolo e magro, ingobbito dal tempo, dalle arrampicate e, probabilmente, dalle troppe bevute di vino generoso. L’Uomo di Erto ha nei nervi la stessa forza dirompente e devastante dell’acqua furiosa. Solamente, è riuscito a trasformarla in energia positiva. Che però esplode, incontrollata, mentre con le dita contorce il legno in atteggiamenti drammatici. Le sculture di Mauro Corona hanno dentro, anche quando vorrebbero sembrare placide, una cupa disperazione. Che diventa la loro bellezza. Unica e irripetibile. Segnato per sempre dal ricordo, come un animale selvatico lo si può solo, a volte, scrutare da lontano. Se anche si avvicina, è solo per fiutarti. Poi fugge di nuovo, solitario, nel bosco della memoria. La sua casa. Ci capita di incontrarci, a volte. A quelle riunioni pompose di ‘alpinisti’ che si parlano addosso o, per caso, come quando tempo fa sono andato ad ascoltare, a Belluno, le storie del vecchio bracconiere Franco Miotto. Altro personaggio straordinario. Non si può essere amici di Mauro. Perché è impossibile addomesticare il vento e le nuvole. Fermare la valanga. Si può condividere lo stesso spazio. Capendosi l’un l’altro come solo gli uomini delle montagne sanno fare. Senza bisogno di parole. Vivendo insieme un momento, ognuno con le proprie solitudini
- babatriestina
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una quindicina de anni fa iero in gita con amici sotto el Duranno, e gavemo incontrado Corona al rifugio, el xe stado molto cocolo , e el ne ga dito che se volevimo salir sul Duranno che se femo vivi che el ne gavessi acompagnado, visto che iera bastanza de rampigar, po no se ghe ne ga fato gnente, lo go becado in un canton de una foto che ve ingrandisso


"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
ehehehe
Grazie.
Comunque anni fa avevo letto che in un giardino zoologico c'era una gabbia misteriosa, completamente coperta. C'era solo una piccola finestrella su un lato. La scritta diceva: "Questo è l'animale più pericoloso del mondo. Uccide senza motivo e crudelmente tutti gli altri animali e anche i suoi simili." La gente si accostava incuriosita alla finestrella. Guardava dentro......... e in fondo alla gabbia c'era uno specchio.
Grazie.
Comunque anni fa avevo letto che in un giardino zoologico c'era una gabbia misteriosa, completamente coperta. C'era solo una piccola finestrella su un lato. La scritta diceva: "Questo è l'animale più pericoloso del mondo. Uccide senza motivo e crudelmente tutti gli altri animali e anche i suoi simili." La gente si accostava incuriosita alla finestrella. Guardava dentro......... e in fondo alla gabbia c'era uno specchio.
[i]Liliana[/i]
- . - . -
[size=75][i]"Quando comincia una guerra, la prima vittima è la Verità.
Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
quelle dei vincitori, diventano Storia."
(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
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Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
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- babatriestina
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io l'ho vista allo zoo del Bronx, New York tanti anni faserlilian ha scritto: Comunque anni fa avevo letto che in un giardino zoologico c'era una gabbia misteriosa, completamente coperta. C'era solo una piccola finestrella su un lato. La scritta diceva: "Questo è l'animale più pericoloso del mondo. Uccide senza motivo e crudelmente tutti gli altri animali e anche i suoi simili." La gente si accostava incuriosita alla finestrella. Guardava dentro......... e in fondo alla gabbia c'era uno specchio.
mi sembra che spiegasse che è pure causa dell'estinzione di altre specie..
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
in-ge-gno-sis-si-ma invenzione! Viva l`A utore!serlilian ha scritto: Comunque anni fa avevo letto che in un giardino zoologico c'era una gabbia misteriosa, completamente coperta. C'era solo una piccola finestrella su un lato. La scritta diceva: "Questo è l'animale più pericoloso del mondo. Uccide senza motivo e crudelmente tutti gli altri animali e anche i suoi simili." La gente si accostava incuriosita alla finestrella. Guardava dentro......... e in fondo alla gabbia c'era uno specchio.
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Oggi xe morta Maria Carmen Nutrizio, mejo conossuda come Mila Schön e la roba ne riguarda perché la jera dalmatina de Traù (in croato Trogir, in tedesco ed ungherese Trau) e la gaveva vissudo a Trieste nell'adolescenza.
RIP
Dall'intervista sul Piccolo
«Non ho ricordi visivi del periodo che ho vissuto in Dalmazia, perchè ero molto piccola quando sono andata via. I miei ricordi sono legati ai racconti dei miei familiari, anche se, in seguito, ci sono tornata in altre occasioni. La mamma, mio fratello ed io, siamo partiti su una nave da guerra comandata dall'ammiraglio Millo. Abbiamo lasciato la Dalmazia con una federa e poche corone...».Poi l'arrivo a Trieste...
«Ci siamo stabiliti in via San Michele, in una casa con un bellissimo giardino. Anche se nata in Dalmazia, sono diventata subito cittadina italiana, perchè mio papà aveva votato per l'Italia, quindi io e tutta la mia famiglia siamo stati nominati cittadini italiani ad honorem. Avevo e ho tuttora un carissimo amico a Trieste, il professor Paolo Budinich, fisico nucleare a Miramare. Sono ancora in contatto con lui, anche se ultimamente è da un po' di tempo che non lo sento».
Che ricordo ha della città?
«Ricordo Trieste con malinconia e gioia allo stesso tempo. Ricordo che andavo a suonare il piano da una vicina e ricordo il grande giardino della casa in cui abitavo: era molto bello. Ricordo anche che in seguito, una volta in cui ho avuto occasione di tornare, ho visto che al suo posto era stata costruita una casa. Allora ho pensato: lo ricompro e lo faccio diventare di nuovo un giardino, il "mio" giardino. Da Trieste, mi sono trasferita con la mia famiglia a Genova, dove ho vissuto per cinque anni, perchè mio papà dirigeva una farmacia a Pegli».
RIP
Dall'intervista sul Piccolo
«Non ho ricordi visivi del periodo che ho vissuto in Dalmazia, perchè ero molto piccola quando sono andata via. I miei ricordi sono legati ai racconti dei miei familiari, anche se, in seguito, ci sono tornata in altre occasioni. La mamma, mio fratello ed io, siamo partiti su una nave da guerra comandata dall'ammiraglio Millo. Abbiamo lasciato la Dalmazia con una federa e poche corone...».Poi l'arrivo a Trieste...
«Ci siamo stabiliti in via San Michele, in una casa con un bellissimo giardino. Anche se nata in Dalmazia, sono diventata subito cittadina italiana, perchè mio papà aveva votato per l'Italia, quindi io e tutta la mia famiglia siamo stati nominati cittadini italiani ad honorem. Avevo e ho tuttora un carissimo amico a Trieste, il professor Paolo Budinich, fisico nucleare a Miramare. Sono ancora in contatto con lui, anche se ultimamente è da un po' di tempo che non lo sento».
Che ricordo ha della città?
«Ricordo Trieste con malinconia e gioia allo stesso tempo. Ricordo che andavo a suonare il piano da una vicina e ricordo il grande giardino della casa in cui abitavo: era molto bello. Ricordo anche che in seguito, una volta in cui ho avuto occasione di tornare, ho visto che al suo posto era stata costruita una casa. Allora ho pensato: lo ricompro e lo faccio diventare di nuovo un giardino, il "mio" giardino. Da Trieste, mi sono trasferita con la mia famiglia a Genova, dove ho vissuto per cinque anni, perchè mio papà dirigeva una farmacia a Pegli».
Mal no far, paura no gaver.
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Derrick
Siccome no savevo ben dove meterlo, meto qua ( magari qualchedun ga zà scrito e alora per favor cancelè)
Gavè sentì che xe morto Horst Tappert, el mitico "Ispettore Derrick"?
Gavè sentì che xe morto Horst Tappert, el mitico "Ispettore Derrick"?
Ciao ciao
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