Vent'anni dopo
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- babatriestina
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Vent'anni dopo
vent'anni fa, nel cuore dell'Europa, visitavo l'allora Repubblica democratica di Germania, brevemente Germania est. Si sentiva, nell'estate 1989, che qualcosa bolliva in pentola, che qualcosa sarebbe cambiata, ma io almeno non mi sarei attesa quelloc he avvenne nei mesi successivi. Poichè sono testimonianze di un mondo molto cambiato, le posto nelle foto di vent'annifa. era un'estate , almeno da quelle parti, fredda e piovosa, ma in germania est non era facile trovare come si fa da noi un negozietto per comprarsi una maglia: la produzione era orientata all'industria, non ai consumi privati! visitammo la fabbrica di porcellane di Meissen, ma nessuno ci propose di comprare alcunchè..
Berlino, e il Muro ( agosto 1961-dicembre 1989)
alla porta di Brandenburgo, che un paio di anni dopo ripassai a piedi passeggiando
e in un punto vicino al famoso checkpoint Charlie, l'unico passaggio fra le due metà della città ( che avevano ciascuna il proprio museo di antichità, il proprio museo di quadri, il proprio museo egiziano.. negli anni successivi fu tutto un trasferimento e rimescolamento)
Berlino, e il Muro ( agosto 1961-dicembre 1989)
alla porta di Brandenburgo, che un paio di anni dopo ripassai a piedi passeggiando
e in un punto vicino al famoso checkpoint Charlie, l'unico passaggio fra le due metà della città ( che avevano ciascuna il proprio museo di antichità, il proprio museo di quadri, il proprio museo egiziano.. negli anni successivi fu tutto un trasferimento e rimescolamento)
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
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Uno dei punti che più mi piacque era l'angolo della antica Berlino presettecentesca
che contrasta con la vicina opulenta cattedrale tardottocentesca della Berlino guglielmina
molto bella era già allora, ed è ancor più bella diventata coi restauri la Berlino settecentesca di Federico II
( le automobili dovrebbero essere per lo più le famose Trabant di allora)
che contrasta con la vicina opulenta cattedrale tardottocentesca della Berlino guglielmina
molto bella era già allora, ed è ancor più bella diventata coi restauri la Berlino settecentesca di Federico II
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Il castello di Charlottenburg, nella parte occidentale
sempre per i castelli, una visita a Potsdam, al castello di Federico II ( quello che fregò la Slesia a Maria Teresa e che l'Austria mai potè recuperare- forse l'inizio della sua estromissione dalla Germania)
sempre per i castelli, una visita a Potsdam, al castello di Federico II ( quello che fregò la Slesia a Maria Teresa e che l'Austria mai potè recuperare- forse l'inizio della sua estromissione dalla Germania)
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a Potsdam, in questa bella villetta, risiedeva il Kronprinz, con la moglie Cecilia e per questo la villa è detta Cecilienhof- notare la stella rossa nell'aiola!
e in questa stanza, su questo tavolo, si riunì la conferenza di Potsdam alla fine della seconda guerra che sancì la divisione dell'Europa nelle due zone di influenza
passo a Dresda, la capitale della Sassonia, una città d'arte settecentesca orribilmente bombardata durante la guerra e che tuttora contiene eccezionali tesori d'arte dai musei della porcellana alla famosa galleria di pittura
la parte centrale settecentesca
e in questa stanza, su questo tavolo, si riunì la conferenza di Potsdam alla fine della seconda guerra che sancì la divisione dell'Europa nelle due zone di influenza
passo a Dresda, la capitale della Sassonia, una città d'arte settecentesca orribilmente bombardata durante la guerra e che tuttora contiene eccezionali tesori d'arte dai musei della porcellana alla famosa galleria di pittura
la parte centrale settecentesca
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capolavoro è il palazzo rococò dello Zwinger
( la pietra diventa scura naturalmente col tempo, mi dicono, non sono solo i fumi delle industrie poco ecologiche della Germania est)
e questo è un fregio murale in porcellana con i personaggi storici
( la pietra diventa scura naturalmente col tempo, mi dicono, non sono solo i fumi delle industrie poco ecologiche della Germania est)
e questo è un fregio murale in porcellana con i personaggi storici
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questi mozziconi neri sono quanto rimaneva allora della grande cattedrale , ora è stata ricostruita in pietra che per ora è di un bellissimo bianco-crema!
Lipsia, una città di cultura ( anche allora le librerie non mancavano, anche se vendevano soprattutto testi marxisti: volevate l'ultimo discorso di Brezhnev? un testo di Lenin? a vostra disposizione!! non ricordo testi di Gorbacev
altra città con zone moderne dovute ai bombardamenti
Lipsia, una città di cultura ( anche allora le librerie non mancavano, anche se vendevano soprattutto testi marxisti: volevate l'ultimo discorso di Brezhnev? un testo di Lenin? a vostra disposizione!! non ricordo testi di Gorbacev
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alquanto massiccio, guglielmino, si direbbe
per concludere, per coloro che amano Goethe:
a Weimar, bellissima cittadina dall'aria amichevole, la casa dall'aspetto campagnolo di Goethe (impressionantemente piena di roba neoclassica all'interno!)
e la statua dedicata a Goethe e Schiller ( altro famoso cittadino di Weimar) sulla piazza
Sarei curiosa di rivedere questi posti come sono ora, ma sono due anni che non riesco a combinare un viaggio come lo vorrei io
( gli stessi, in una cartolina trovata in rete)
per concludere, per coloro che amano Goethe:
a Weimar, bellissima cittadina dall'aria amichevole, la casa dall'aspetto campagnolo di Goethe (impressionantemente piena di roba neoclassica all'interno!)
e la statua dedicata a Goethe e Schiller ( altro famoso cittadino di Weimar) sulla piazza
Sarei curiosa di rivedere questi posti come sono ora, ma sono due anni che non riesco a combinare un viaggio come lo vorrei io
( gli stessi, in una cartolina trovata in rete)
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mmm.. se no iera Gorbacev cole sue Glasnost e Perestroika, i Ungheresi no gavessi osado risciar... iera la seconda crepa ;AdlerTS ha scritto:Bel documento... non dimetichiamo che la prima crepa nel Muro si deve alla caduta del confine tra Ungheria ed Austria
e nella medesima estate 1989 Solidarnosc entrava al governo in Polonia. Per la caduta del confine, i ga cavado el fil spinado che iera lungo i confini, no stè creder che sia come adesso coi accordi de Schengen! Sempre nel 1989, anche a Praga se ga mosso cortei a favor de Havel.. nel 1989 a Budapest i ga fatto funerai solenni a Imre Nagy, la principal vittima dei moti del 1956.
Per chi che vol ricordar: Gokay: L'Europa orientale dal 1970 ad oggi: Il Mulino, 2005
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copio/incollo da swissinfo.ch
Una festa popolare sul confine austro-ungherese, dal nome poco altisonante di "Picnic Paneuropeo", si trasformò in uno di quegli eventi decisivi che 20 anni fa cambiarono il corso della Storia. Il 19 agosto 1989, da quel raduno amichevole est-ovest, partì il primo colpo alla cortina di ferro, e poco dopo sarebbe caduto il Muro di Berlino.
Quell'evento storico viene commemorato oggi a Sopronpuszta (vicino a Sopron) in una cerimonia con la partecipazione anche della cancelliera Angela Merkel, una tedesca dell'est, del presidente ungherese Laslo Solyom, del premier ungherese Gordon Bajnai e del ministro degli esteri austriaco Michael Spindelegger.
Il raduno di Sopron (St. Margarethen, sul lago Neusiedlersee in Austria) era stato organizzato da oppositori ungheresi, dal Foro democratico Mdf e l'Unione Paneuropa dell'europarlamentare Otto d'Asburgo, figlio dell'ultimo imperatore Carlo e della moglie Zita. Copromotore era il vice premier Imre Pozsgay, che autorizzò per alcune ore l'apertura del confine per la festa.
Quella che avrebbe dovuto essere una temporanea rimozione della frontiera di sole tre ore, si trasformò in una fuga in massa di cittadini della DDR a ovest. Neanche tre mesi dopo, sull'onda della Perestrojka di Mikhail Gorbaciov in Urss - e dopo l'assalto di tedeschi dell'est all'ambasciata della Germania ovest a Praga, la "rivoluzione di velluto" ceca, e le "dimostrazioni del lunedì" nella DDR - il Muro di Berlino crollava.
L'Ungheria, che già ai tempi del leader comunista Janos Kadar (dal '56 all'88 ) era il paese più aperto del blocco sovietico guadagnandosi l'etichetta di "Gulaschkommunismus" (comunismo del gulasch), aveva già avviato diverse riforme sociali, economiche e politiche consentendo ai suoi cittadini maggiori libertà che negli altri paesi del Patto di Varsavia.
[...]
La stampa austriaca ricostruisce oggi con dovizia di particolari e testimonianze quella storica festa della pace a Sopron. Uno dei protagonisti fu Arpad Bella, all'epoca capo delle guardie di frontiera ungheresi, che ebbe il coraggio, sapendo di rischiare di persona, di non fermare le centinaia di tedeschi dell'est in fuga. "Vedendo avanzare la massa ho pensato per 20 secondi che avrei dovuto fermarli", ha raccontato: "ma non l'ho fatto, sarebbe stato un bagno di sangue, una follia".
Alla fine si calcola che quel 19 agosto 1989, un migliaio di tedeschi dell'est fuggirono a ovest. Fino a 25.000 (dei 60.000 circa in tutto rifugiatisi in Ungheria) seguirono fino a fine settembre attraverso il confine austriaco. Oggi Bella è un eroe, e assieme ai suoi colleghi austriaci del tempo Johann Goetl e Stefan Biricz, di cui è nel frattempo diventato amico, stringerà stasera la mano alla Merkel.
Una festa popolare sul confine austro-ungherese, dal nome poco altisonante di "Picnic Paneuropeo", si trasformò in uno di quegli eventi decisivi che 20 anni fa cambiarono il corso della Storia. Il 19 agosto 1989, da quel raduno amichevole est-ovest, partì il primo colpo alla cortina di ferro, e poco dopo sarebbe caduto il Muro di Berlino.
Quell'evento storico viene commemorato oggi a Sopronpuszta (vicino a Sopron) in una cerimonia con la partecipazione anche della cancelliera Angela Merkel, una tedesca dell'est, del presidente ungherese Laslo Solyom, del premier ungherese Gordon Bajnai e del ministro degli esteri austriaco Michael Spindelegger.
Il raduno di Sopron (St. Margarethen, sul lago Neusiedlersee in Austria) era stato organizzato da oppositori ungheresi, dal Foro democratico Mdf e l'Unione Paneuropa dell'europarlamentare Otto d'Asburgo, figlio dell'ultimo imperatore Carlo e della moglie Zita. Copromotore era il vice premier Imre Pozsgay, che autorizzò per alcune ore l'apertura del confine per la festa.
Quella che avrebbe dovuto essere una temporanea rimozione della frontiera di sole tre ore, si trasformò in una fuga in massa di cittadini della DDR a ovest. Neanche tre mesi dopo, sull'onda della Perestrojka di Mikhail Gorbaciov in Urss - e dopo l'assalto di tedeschi dell'est all'ambasciata della Germania ovest a Praga, la "rivoluzione di velluto" ceca, e le "dimostrazioni del lunedì" nella DDR - il Muro di Berlino crollava.
L'Ungheria, che già ai tempi del leader comunista Janos Kadar (dal '56 all'88 ) era il paese più aperto del blocco sovietico guadagnandosi l'etichetta di "Gulaschkommunismus" (comunismo del gulasch), aveva già avviato diverse riforme sociali, economiche e politiche consentendo ai suoi cittadini maggiori libertà che negli altri paesi del Patto di Varsavia.
[...]
La stampa austriaca ricostruisce oggi con dovizia di particolari e testimonianze quella storica festa della pace a Sopron. Uno dei protagonisti fu Arpad Bella, all'epoca capo delle guardie di frontiera ungheresi, che ebbe il coraggio, sapendo di rischiare di persona, di non fermare le centinaia di tedeschi dell'est in fuga. "Vedendo avanzare la massa ho pensato per 20 secondi che avrei dovuto fermarli", ha raccontato: "ma non l'ho fatto, sarebbe stato un bagno di sangue, una follia".
Alla fine si calcola che quel 19 agosto 1989, un migliaio di tedeschi dell'est fuggirono a ovest. Fino a 25.000 (dei 60.000 circa in tutto rifugiatisi in Ungheria) seguirono fino a fine settembre attraverso il confine austriaco. Oggi Bella è un eroe, e assieme ai suoi colleghi austriaci del tempo Johann Goetl e Stefan Biricz, di cui è nel frattempo diventato amico, stringerà stasera la mano alla Merkel.
Mal no far, paura no gaver.
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- Iscritto il: dom 25 dic 2005, 19:29
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liberi de gaver le loro opinioni i signori svizzeri del sito, mi fazevo riferimento a libri de storia e no a articoli de internet ( oltre che ai ricordi personali de quel che se legeva sui giornai de quela volta).AdlerTS ha scritto:
Neanche tre mesi dopo, sull'onda della Perestrojka di Mikhail Gorbaciov in Urss - e dopo l'assalto di tedeschi dell'est all'ambasciata della Germania ovest a Praga, la "rivoluzione di velluto" ceca, e le "dimostrazioni del lunedì" nella DDR - il Muro di Berlino crollava.
L'Ungheria, che già ai tempi del leader comunista Janos Kadar (dal '56 all'88 ) era il paese più aperto del blocco sovietico guadagnandosi l'etichetta di "Gulaschkommunismus" (comunismo del gulasch), aveva già avviato diverse riforme sociali, economiche e politiche consentendo ai suoi cittadini maggiori libertà che negli altri paesi del Patto di Varsavia.[/i]
Per el Gulashkommunism, nel 1980 son stada in visita organizzata a Budapest e iera cussì libero che co me go allontanado un momento del gruppo per veder una cesa, el accompagnador me xe subito corso drio, domandandome cossa che zerco e invitandome a tornar nel gruppo... anche el passaggio del confin me lo ricordo ben, coi controlli che no finiva più... sarò stada sfortunada mi.. e me ricordo che co gavemo passado el confin e semo entrai in Jugo, gavemo dito Finalmente un Paese libero!!!!
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Son d'accordo con ti per sta question.babatriestina ha scritto:liberi de gaver le loro opinioni i signori svizzeri del sito, mi fazevo riferimento a libri de storia e no a articoli de internet ( oltre che ai ricordi personali de quel che se legeva sui giornai de quela volta).:
De sicuro quell'evento sul confin austriaco-ungherese se ga podudo svolger perchè da ben più in alto e lontan qualchedun gaveva dado el permesso.
Appunto, altro che cortina de ferro, la Jugoslavia fazeva da cuscinetto tra i blocchi, xe stada una fortuna per Trieste che la fusi "non allineata". Altrimenti altro che carne e benzina comprade in Jugoslavia, e jugoslavi che vigniva a far compere in borgo teresian.babatriestina ha scritto:Per el Gulashkommunism, nel 1980 son stada in visita organizzata a Budapest e iera cussì libero che co me go allontanado un momento del gruppo per veder una cesa, el accompagnador me xe subito corso drio, domandandome cossa che zerco e invitandome a tornar nel gruppo... anche el passaggio del confin me lo ricordo ben, coi controlli che no finiva più... sarò stada sfortunada mi.. e me ricordo che co gavemo passado el confin e semo entrai in Jugo, gavemo dito Finalmente un Paese libero!!!!
Me ricordo che fin de picio se andava in Jugoslavia quando se voleva, e i controlli no xe mai stadi cusì tremendi e lunghi, come de altre parti. La roba più bruta che me ricordo xe co se iera a far la fila in machina soto el sol in estate a Rabuiese o Plavia.
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mi distingueria i anni 50 dai anni 70-80. I anni 50 iera cortina de ferro per bon; i anni 60 me ga parso come de transizion, e i compradori in Borgo teresian, giusto volevo far un amarcord, mi me li ricordo spuntai come d'improvviso no me ricordo se per novembre 1965 o 1966. I diseva che quel che i comprava po rivava fin Vladivostok .1382-1918 ha scritto: Appunto, altro che cortina de ferro, la Jugoslavia fazeva da cuscinetto tra i blocchi, xe stada una fortuna per Trieste che la fusi "non allineata". Altrimenti altro che carne e benzina comprade in Jugoslavia, e jugoslavi che vigniva a far compere in borgo teresian.
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ho trovato su wiki una foto della chiesa com'è adesso: la conferma, la statua, che è dedicata a Luterobabatriestina ha scritto:questi mozziconi neri sono quanto rimaneva allora della grande cattedrale , ora è stata ricostruita in pietra che per ora è di un bellissimo bianco-crema!
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a proposito della quale Rumiz gaveva scriitto interessanti pagine, forsi iera in "maschere per un massacro", su come che certe notizie se propagava senza che chi le passava avanti le controllassi. Gavevo letto in un libro ciolto in prestito in biblioteca, che po xe andando perso.AdlerTS ha scritto:.... el mese prossimo xe anche 20 anni della caduta de Ceausescu in Romania !
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Vi dirò, il primo cenno ad una possibile eliminazione della barriera fra est e ovest europeo, almeno dal punto di vista culturale se non politico, lo lessi un paio di anni prima dell'89 sulla rivista dei gesuiti Civiltà cattolica, che credo commentasse un discorso di papa Giovanni Paolo II, in cui il papa polacco ricordava all'Europa, cioè Unione Europea dei paesi dell'Europa occidentale, che esisteva anche una Europa orientale, di tradizione e storia altrettanto europea e invitava a non identificare troppo semplicisticamente l'Europa con quella occidentale.
Mi diede da pensare, visto che allora tendevamo a pensarli semplicemente come stati-satelliti dell'Unione Sovietica, e anche i miei brevi viaggi turistici in Ungheria e Cecoslovacchia negli anni 80 mi avevano lasciato quell'impressione.
Altro ricordo personale: papà, nato nel 1898, mi aveva detto qualche anno prima; ho visto la Rivoluzione russa e la nascita dell'Unione Sovietica, chissà se ne vedrò la fine? Alla caduta del muro di Berlino e alla trasmissione TV del concerto che fecero in quei giorni ( ne conservo la videocassetta) in cui a Berlino Bernstein diresse la Nona di Beethoven in cui alla parola Gioia sostituirono per l'occasione Freiheit! libertà! papà stava declinando, morì un paio di mesi dopo, ma dopo aver visto lo sgretolamento dell'impero sovietico.
E ricordo anche, ma non riesco a trovarne la traccia su internet, che nei primi anni 80, a occhio, direi, uscì un libro di cui lessi recensioni sui quotidiani di allora, che si intitolava qualcosa come "Riuscirà l'Unione Sovietica ad arrivare al 1986?" allora mi sembrava assai strano, mentre a posteriori, guarda un po', sbagliarono solo di tre anni.
I commentatori di allora diedero come concause sia le spese ingenti per la fallimentare occupazione russa dell'Afghanistan sia le altrettante spese per tener fronte all'annunciato "scudo stellare" degli USA di Reagan.
Mi diede da pensare, visto che allora tendevamo a pensarli semplicemente come stati-satelliti dell'Unione Sovietica, e anche i miei brevi viaggi turistici in Ungheria e Cecoslovacchia negli anni 80 mi avevano lasciato quell'impressione.
Altro ricordo personale: papà, nato nel 1898, mi aveva detto qualche anno prima; ho visto la Rivoluzione russa e la nascita dell'Unione Sovietica, chissà se ne vedrò la fine? Alla caduta del muro di Berlino e alla trasmissione TV del concerto che fecero in quei giorni ( ne conservo la videocassetta) in cui a Berlino Bernstein diresse la Nona di Beethoven in cui alla parola Gioia sostituirono per l'occasione Freiheit! libertà! papà stava declinando, morì un paio di mesi dopo, ma dopo aver visto lo sgretolamento dell'impero sovietico.
E ricordo anche, ma non riesco a trovarne la traccia su internet, che nei primi anni 80, a occhio, direi, uscì un libro di cui lessi recensioni sui quotidiani di allora, che si intitolava qualcosa come "Riuscirà l'Unione Sovietica ad arrivare al 1986?" allora mi sembrava assai strano, mentre a posteriori, guarda un po', sbagliarono solo di tre anni.
I commentatori di allora diedero come concause sia le spese ingenti per la fallimentare occupazione russa dell'Afghanistan sia le altrettante spese per tener fronte all'annunciato "scudo stellare" degli USA di Reagan.
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