Altre opere al Museo Revoltella e nelle aste pubbliche e una sala comunale dietro il municicpio è a lui dedicata
Una rticolo ababstanza dettagliato su di lui http://www.artericerca.com/Articoli%20O ... Abrami.htm
riporto qualche passo , non si sa mai che sparisca la pagina
La compassione delle sofferenze altrui e la piena identificazione della sua sorte con loro, meditava e dipingeva (principalmente nei ritratti dei bambini, ma non solamente in quelli!), il Fittke.
Chissà quante volte nelle sue solitarie, labili domeniche, fino a quella fatale del 24 aprile del 1910 che lo colse suicida in un vagone ferroviario a Divaccia, si sarà chiesto: “ L’esistenza come Arte e l’ascesa ai puri archetipi ideali può “sospendere” il duro meccanismo della necessità, il quotidiano dispendio d’energie, la pressione della vita, le malinconie latenti e offrire una consolazione, un sollievo almeno, al dolore?”
Guardando il “vuoto” paesaggio carsico che ormai più gli interessava attraverso gli opachi finestrini della carrozza che lo riportava a Trieste da Graz, dopo una visita medica, Fitte prese la sua ultima decisione.
Fu osservato che non fu realista né impressionista, ma ciò conta poco: fisicamente debole, pessimo venditore di se stesso, fu costretto a lavorare per mantenersi e dopo gli illusori anni di Monaco che ricordava come i più felici della propria vita, non fu, se non per un breve periodo, pittore a tempo pieno.
Com’ebbe a scrivere di lui l’esimio professor Gioseffi, da Fritz von Unde egli improntò la sua particolare materia pittorica, ma poiché più sensibile, più femmineo, più delicato del Veruda, risalì fino al realismo luminoso d’Adolfo Menzel.
Colà aveva pure frequentato Ruggero Rovan (Trieste 1877 – Trieste 1965) lo scultore cui fu sempre legato da profonda amicizia e con il quale ebbe un interessante carteggio. A Monaco la sua pennellata è già sensibile alla luce, ma quello che più conta è che egli s’innamora dei verdi acerbi, colori assai difficili nell’uso di qualsivoglia pittore, che non abbandonerà mai e che caratterizzano molti suoi dipinti.
In questi anni monacansi i paesaggi sono tra i temi preferiti di Fittke.
La sua salute peggiora di giorno in giorno e la mente s’incrina; tuttavia negli anni 1908 e 1909 dipinge quadri assai importanti come La pergola di glicine, La processione del Corpus Domini, Viale Sant’Andrea al tramonto, Albero di Giuda, Fioraie in Piazza Ponterosso e Il giardino pubblico.
Subito dopo la sua morte di cui si è detto, nel giugno del 1910 a solo tre mesi dalla scomparsa una Mostra Commemorativa lo ricordò alla “Permanente”. Le testimonianze dirette che abbiamo su Fittke sono attendibili e numerose; nella Storia del Circolo Artistico di Trieste Carlo Wostry così lo descrive:
Sulla sua faccia che rassomigliava a quella di Cristo, gravava un’infinita malinconia che traspariva dai suoi occhi azzurri pieni d’affetto e di bontà per tutti. Come il Cristo gli piaceva armonizzare coi bambini e ne faceva soggetto dei suoi quadri. Schivo di tutto ciò che era profano, la sua arte era divenuta simbolo di religione, di bellezza, di castità.
il più noto dei suoi quadri, al Revoltella, processioneI colori prediletti da Fittke sono principalmente i bruni che per la loro tinta tranquilla, a seconda della loro intonazione tendente al giallo, al rosso o al nero, armonizzano o contrastano; il pittore usò la terra d’ombra naturale più di quella bruciata, il bruno di Marte che è colore solidissimo, il bruno Van Dyck e la terra di Siena naturale che si mescola bene con tutti i bianchi e con i colori fissi.
Li sperimentò con gran modestia e altrettanto fece con le velature. Inoltre, come si è detto, s’impadronì a poco a poco con decisione dei verdi, colori secondari composti di giallo e azzurro che contrastano con il rosso. Essi gli consentirono una ricchezza considerevole di tinte che non disdegnò impiegare pure nei ritratti! I verdi diventano infatti più o meno caldi d’intonazione in proporzione del rosso e del giallo che vi si aggiunge e il pittore smaliziato sa dosarli e renderli assai efficaci anche nel tratteggio coloristico di un volto. Solo dopo un lungo e accurato studio dal vero.

( qualcuno lo chiama processione ma la dama in nero..)
e poi passa per le aste il Funerale di bimbo

questo non ho capito se è di un'asta o del Revoltella
