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L'eco del Litorale 2 giugno 1902 "Dal canto suo, l’antagonista foglio cattolico goriziano «L’Eco del Litorale» non
mancò di dare una stilettata, perfettamente in linea con la già ricordata ostilità di buona
parte dei militanti cattolici della stampa – e non solo della stampa – nei confronti degli
ebrei, in particolare di quelli più in vista e più impegnati sul piano politico, sociale e
culturale: «Mosè [sic] Luzzatto che da oltre 25 anni era il tradizionale vice presidente
del Consiglio – non lo è più – e Trieste non piange»" relativo alle sue dimissioni per età avanzata. Mor' nel 1915
"Emma Conte Luzzatto (fi glia di Luigi e di Carolina Godina), nata e deceduta a
Trieste (1850-1918), divenne moglie di Moisè il 5 aprile 1871. Il Bedarida l’ha accostata
ad altre scrittrici ebree – fra le quali alcune, come lei, «triestine e italianissime»
– degne di essere ricordate93.
Nei giorni seguenti alla morte di Moisè, il «Cittadino Italiano» di Trieste riferì delle
generose elargizioni della moglie a benefi cio di varie persone e istituzioni (bisognosi,
disoccupati, Guardia Medica, Ospizio Marino…).
Di lei, scrittrice, poetessa e traduttrice, che talora usava lo pseudonimo «Doris»,
ci restano alcuni lavori di discreto livello: in uno di essi, commercializzato a vantaggio
della Lega Nazionale e offerto all’onorevole Giorgio Piccoli, vice presidente
della stessa, Emma, nella dedica iniziale – dopo aver chiarito che ha voluto tracciare,
attraverso la storia di una povera fanciulla, una descrizione di Trieste – ha lasciato
questa testimonianza:
Se oggi, nel sottoporre al giudizio del pubblico questa modesta opera mia, non provo più quella ben naturale trepidazione che mi assaliva quando nelle lunghe ore solitarie, io volontaria reclusa,
fi ssavo con la penna il ricordo della Trieste che ho amato fi n da bambina e che adesso ancora è
uno dei pochi miei affetti al mondo, egli è che una fede mi sorregge: il sentimento d’intenso amore
al mio paese e al suo carattere nazionale, sentimento ch’io tentai di trasfondere nelle poverissime
pagine di questo libro, invoglierò spero i miei lettori a favorire sempre, con ogni lor possa, una
Associazione, che tanto nobilmente risponde ai nostri santi ideali94.
Morì il 5 marzo 1918: neppure lei, dunque, poté assistere all’avveramento del
sogno di Trieste italiana. Un necrologio comparve sul «Lavoratore» del 7 marzo
1918, a p. 2: si premurò di farlo pubblicare, anche a nome degli altri parenti, il nipote
avvocato Giuseppe, che già conosciamo, marito di Alice Fegitz"
L'articolo ricorda che i coniugi sono citati nelle memorie del prf Pierpaolo Luzzatto Fegiz che possiedo pure , con dedica a mio padre che gli fu amico