Ci sono stata ieri e vi metterò qualche immagine, per adesso ricopio un po' della presentazione..
Sgarbi possiede una collezione privata molto ricca di belle opere, che mostra che se non si punta ai capolavori superquotati si può create una bella collezione, in questo caso di arte italiana, con autori famosi e meno famosi di ottima qualità
Informazioni:
La bellezza
«La caccia ai quadri non ha regole, non ha obiettivi, non ha approdi, è imprevedibile. Non si trova quello che si cerca, si cerca quello che si trova. Talvolta oltre il desiderio e le aspettative.» - Vittorio Sgarbi
Dal 27 aprile al 20 agosto 2017
Le stanze triestine di Vittorio Sgarbi e altre stanze
Salone degli Incanti, Ex Pescheria - Riva Nazario Sauro 1, Trieste
Lunedì 15:00-19:30
Da martedì a venerdì 10:30-13:30 15:00-19:30
Sabato, domenica e festivi 10:30-19:30
.LA COLLEZIONE CAVALLINI-SGARBI
Dal 27 aprile al 20 agosto 2017, la mostra sarà presente presso il Salone degli Incanti e il Museo Sartorio di Trieste. Sono esposte oltre 200 opere della collezione Cavallini-Sgarbi, fra dipinti, disegni e sculture dalla fine del Quattrocento alla metà del Novecento. Rispetto alle precedenti edizioni, la mostra ospiterà anche una selezione di oltre 50 artisti triestini o attivi a Trieste
Come sempre quando c'è Sgarbi, ci sono spesso polemicheLa mostra, dedicata a Rina Cavallini, madre di Vittorio Sgarbi, vuole dar conto in primis della peculiare e complessa “geografia artistica” della nostra nazione; saranno rappresentate infatti le principali “scuole” italiane: lombarda (Giovanni Agostino da Lodi, Morazzone, Schivenoglia, Francesco Hayez), marchigiana (Johannes Hispanus, Cola dell’Amatrice, Battista Franco, Giovanni Francesco Guerrieri, Simone Cantarini, Andrea Lilio, Sebastiano Ceccarini, Giovan Battista Nini, Francesco Podesti), veneta (Pietro Liberi, Johann Carl Loth, Simone Brentana, Enrico Merengo), ferrarese (Nicolò Pisano, Garofalo, Giovanni Battista Benvenuti detto l’Ortolano, Sebastiano Filippi detto Bastianino), emiliana e romagnola (Niccolò dell’Arca, Francesco Marmitta, Ferraù Fenzoni, Guercino, Matteo Loves, Guido Cagnacci, Anna Morandi Manzolini, Giacomo Zampa, Mauro Gandolfi), toscana (Giovanni Martinelli, Giacinto Gimignani, Pietro Paolini, Simone Pignoni, Alessandro Rosi, Onorio Marinari, Giuseppe Moriani, Pietro Balestra, Giovanni Duprè), romana (Cavalier d’Arpino, Artemisia Gentileschi, Pseudo Caroselli, Bernardino Nocchi, Giuseppe Cades, Antonio Cavallucci, Innocenzo Spinazzi, Agostino Masucci). Rispetto alle precedenti edizioni (Osimo, Palazzo Campana; Cortina, Casa delle Regole), la mostra sarà arricchita da una selezione di oltre cinquanta opere di maestri triestini o attivi nella città giuliana: Giuseppe Bernardino Bison, Giuseppe Tominz, Umberto Veruda, Arturo Rietti, Oscar Hermann-Lamb, Franco Asco, Attilio Selva, Giovanni Zangrando, Arturo Nathan, Edmondo Passauro, Bruno Croatto, Pietro Lucano, Leonor Fini, Carlo Sbisà, Mario Ceconi di Montececon, Edgardo Sambo. L’avvincente percorso offrirà al visitatore un’ampia panoramica sulla natura e sulla funzione di dipinti e sculture (pale d’altare, quadri “da stanza”, miniature, bozzetti e cartoni preparatori, etc…), nonché sui soggetti affrontati dagli artisti, da quello sacro, alle raffigurazioni allegoriche e mitologiche (Ignaz Stern, Simone Pignoni, Filippo Comerio, Vincenzo Morani), dal ritratto (Lorenzo Lotto, Luciano Borzone, Philippe de Champaigne, Ferdinand Voet, Baciccio, Pier Leone Ghezzi, Giorgio Domenico Duprà, Giovanni Antonio Cybei, Giacomo de Maria, Lorenzo Bartolini, Raimondo Trentanove, Vincenzo Vela), al paesaggio e la veduta (Jan de Momper, Giuseppe Bernardino Bison, Antonio Basoli, Giuseppe Bernardino Bison), alla scena di genere (Eberhart Keilhau detto Monsù Bernardo, Matteo Ghidoni detto dei Pitocchi).
Sgarbi inaugura le sue "Stanze segrete": «Un dono a Trieste: 200 opere a formare una "chiesa dell'arte» (FOTO-VIDEO)Sgarbi inaugura le sue "Stanze segrete": «Un dono a Trieste: 200 opere a formare una "chiesa dell'arte» (FOTO-VIDEO)
„EREDITÀ" - In mattinata, in una conferenza "show" con la stampa e gli addetti ai lavori, Sgarbi aveva manifestato l'intenzione di voler lasciare in eredita gran parte della sua collezione, circa 1000 opere (su 4000) e l'intera biblioteca storica di 280.000 libri a Trieste, ma dopo il trattamento riservato a lui dal quotidiano locale e alcune incomprensioni con l'amministrazione comunale e particolarmente quella regionale (infatti l'idea dello storico era quella di allestire la mostra nel magazzino 26 in Porto Vecchio, «ma c'è chi ci vuole fare un museo del mare»), Sgarbi ha rinunciato all'idea. “
„L'immagine della bambina della "stanza segreta" dà l'idea del significato della mostra, completamente nuova, con opere straordinarie, con un allestimento originale che definirei "una chiesa dell'arte", per la particolare disposizione a navate di cui ringrazio Barbara Fornasir», ha detto Vittorio Sgarbi, che ha illustrato poi i dipinti presenti nell'allestimento. Saranno inoltre pubblicati tre cataloghi, per il Sartorio, per il Salone degli Incanti e una di carattere storico. L'esposizione sarà aperta pubblico - con sbigliettamento - dalle ore 10 di giovedì 27 aprile, fino al 20 agosto 2017.“
Pettegolezzi:
sui restauri del Sartorio :Un retroscena non poteva certo mancare. Si parla della censura dell’assessore alla Cultura Giorgio Rossi su un’opera in bronzo che il professore avrebbe voluto in una stanza di Casa Morpurgo in via Imbriani: l’“Atto divino” di Mikhail Misha Dolgopolov. Una donna impegnata a fare una fellatio a un uomo col volto di Berlusconi, vista a Spoleto Arte nel 2012 (già allora coperta da un foulard). «Quella scultura non è mia» spiega il professore. Eppure l’episodio curioso è circolato negli uffici comunali con tanto di nome dell’artista russo che non è tra i più noti nel mondo dell’arte.
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xxse
Il Comune di Trieste paga 165mila euro per le “stanze” di Sgarbi
La mostra chiavi in mano affidata completamente a un’associazione di Pavia. Fino a 180mila euro l’amministrazione non incasserà nulla dai biglietti venduti
Cos’è successo veramente?
Mi avevano chiesto di allargare. Qualche mese fa andai a vedere il Morpurgo dove non ci andava nessuno. Così proposi di mettere un pezzo della collezione, tipo una scultura sensuale di Andreotti. Volevo fare una stanza erotica con dei satiri che ci sono lì. Poi Rossi mi ha detto che era meglio lasciar perdere, perché non c’era abbastanza personale. Non ho percepito la censura.
Al Museo Sartorio, invece, ci sarà una sua “selezione” dei quadri del Sartorio. Non opere della sua collezione...
Il museo lo conosco a memoria. Grazie a me Trieste ha al Sartorio i dipinti istriani. Dovrebbero farmi un monumento.
Quanto tempo ha impiegato per fare le selezione?
Ho visto tutti i depositi. Quadri che nessuno ha mai visto. Sono stato lì 18 ore in due giorni. Sono tornato una terza volta e la quarta ho cortesemente indicato alla direttrice (in realtà la curatrice Lorenza Resciniti, ndr) i quadri che avevo individuato. Ho fatto anche una scoperta.
Che scoperta?
Ho scovato un Palma il Giovane.
Davvero?
Nella ricognizione una Deposizione, che era stata erroneamente riferita a Matteo Ponzone, è stata da me ricondotta al suo vero autore: Jacopo Palma il Giovane.
vedere la nostra pagina dedicata al Museo Sartorio e la deposizione...

Nelle “stanzine” triestine cosa ci sarà?
Parlare di “stanzine” fa un po’ ridere. Ci sono dei cartoni alti 5 metri e mezzo. Sono i cartoni inediti del ciclo di affreschi di Carlo Sbisà al Museo del Risorgimento.
Ha senso che uno paghi un biglietto da 8 euro per vedere i cartoni quando può vedere gratis gli originali al Museo di piazza Oberdan?
Ha ragione. Sarebbe opportuno coinvolgere anche il Museo del Risorgimento. Ma non ho l’incarico per occuparmi dei musei cittadini altrimenti avrei coinvolto il Museo del Risorgimento e anche il Revoltella.
No.

arriverà con calma il mio resoconto..