Planetario all'ex gasometro
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- AdlerTS
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Re: El vecio gasometro
Nel libro "Trieste 1872-1917 guida all'architettura" leggio che, come da progetto de Francesco Boara (1827-1904), el Gasometro realizzado xe del tipo "a vasca d'acqua", cioè: "una campana metallica, con apertura sul fondo, libera di scorrere secondo l'asse verticale su una serie di guide poste sulla struttura muraria perimetrale ed immersa nella parte inferiore in una vasca d'acqua in calcestruzzo. All'interno della campana, utilizzando una condotta che attraversa la vasca d'acqua, veniva portato il gas che stabilizzava con la sua pressione la campana scorrevole in relazione al volume totale di gas stesso."sum culex ha scritto:sta costruzion che contigniva un serbatoio 'telescopico' de gas de carbon fossile. El serebatoio vero e proprio xè sta smantelà e ogi la costruzion xè completamente svoda
Mal no far, paura no gaver.
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El discorso jera cominciado col futuro del gasometro, ma son finido a parlar della sua storia, da auto bacchetarme
Tanto per non verzer un topic in più dove non servi, completo le informazioni sull'illuminazion pubblica scrivendo che:
Nel 1769 l'Intendenza Commerciale attivava la per la prima volta l'illuminazione nelle strade della Città Teresiana, ma a spese dei proprietari delle case. La Commissione di Polizia sollecitò l'attivazione della stessa anche in città vecchia, dove venne attivata a carico della Cassa Civica. Appena nel 1775 il Magistrato pubblico prese in carico l'illuminazione nella sua totale estensione. Il servizio, governato dal Magistrato, era ad olio, sorvegliato con qualche ispettore scelto tra i patrizi benemeriti.
Con l'evoluzione del Gas nell'illuminazione pubblica, si decise di introdurlo a Trieste: nel 1818 a cura della Borsa di Trieste fu illuminata a gas la lanterna di Salvore (primo esempio in Europa); ed il carbone per Salvore veniva fornito da Albona. Nel 1844 si decise di applicare il gas all'illuminazione cittadina, appaltandolo ad una Società francese,la Franquet e Co. di Parigi con concessione per trenta anni, dei quali i primi quattro vincolati.
Fu così che il 10 Aprile 1844 il I. R. Magistrato per incarico dell'I. R Governo (decreto 16.03.1844, N. 6167) accordò al rappresentante dell'azienda parigina Claude Francois Latruffe la facoltà di attivare l'illuminazione a gas nella Città di Trieste per uso di privato e pubblico, stanti le seguenti condizioni:
Nel primo quadriennio (a decorrere dal giorno nel quale la Società avrà acceso la prima fiamma) il Magistrato non accordò ad altri il permesso di attivare illuminazione per uso generale, lasciando però ai singoli l'opportunità all'interno dei propri edifici di attivare l'illuminazione a gas.
Venne concesso concesso il termine di diciotto mesi per la realizzazione dell'impianto, compresi fornelli stillatori, depuratori, magazzini di deposito e due (?) gasometri, il tutto con tubi di "ferro getto". Il gas doveva ardere con fiamma bianca, intensa, priva di fumo ed inodore .
La Società era autorizzata ad alzare il lastrico stradale e di posarvi canali alla profondità di un metro: rimaneva a spese della Società la risistemazione dello stato precedente della pavimentazione,curandosi di non causare danno ad acquedotti, fontane o serbatoi. Nel caso in cui le opere pubbliche richiedessero uno spostamento dei tubi, la Società avrebbe dovuto provvedere allo spostamento a proprie spese.
Le zone da coprire furono queste:
Contrada della Dogana
Contrada del Teatro
Contrada della Caserma
Contrada della Borsa
Contrada di San Giovanni
Contrada San Giacomo
Contrada di San Lazzaro
Contrada di Riborgo
Contrada di Santa Caterina
Contrada del Pozzo Bianco
Contrada di Sant'Antonio
Contrada di Crosada
Contrada del Ponte Rosso
Contrada della Madonna del mare
Contrada Nuova
Contrada della Muda vecchia
Contrada del Corso
Contrada di Malcantone
Contrada di Cavana (fino alla piazza Lipsia)
Contrada della Vecchia (piazza)
Contrada dello Squero vecchio
Contrada di Piazza grande
Contrada dell' Orologio
Piazza della Borsa
Contrada del Casino di Sanità
Piazza del Teatro.
Il 31 Ottobre 1846, il Comune (Muzio Giuseppe Tommasini) stipulava "Contratto Civile di Arrenda" con Pierre Prix Franquet e Charles George Louis Blanquet di Parigi, succeduti al concessionario, per l'illuminazione pubblica, parte a gas, e parte ad olio d'oliva.
Il Blanquet cedette al Franquet ogni diritto sull'impresa dell'illuminazione a gas di Trieste, che divenne quindi unico proprietario dell' usina di Trieste, sul fondo segnato N. tav. 2 della Contrada esterna di Cologna (?)
Il parametro per giudicare la bontà delle lanterne ad olio, divise in tre classi, era che un occhio sano potesse leggere senza fatica l' Osservatore Triestino alla distanza di trenta piedi Viennesi (lanterne di prima classe), 15 piedi Viennesi (quelle di seconda classe) e 9 piedi Viennesi per quelle di terza.
Per le lanterne a gas il parametro prevedeva che si potesse leggere l' Osservatore Triestino nel medio carattere di stampa a 43 piedi viennesi di distanza nelle lanterne di prima classe, e di 30 piedi Viennesi a quelle di seconda classe.
La multa giornaliera era di 5 carantani per ogni lanterna che non fosse pulita entro a mezzogiorno, o che venisse accesa fuori orario, e di 10 carantani per ogni lanterna che funzionasse fuori dai parametri previsti od alla quale non venisse immediatamente applicata l'illuminazione ad olio nel caso di sospensione del gas, nonché di 30 carantani per ogni lanterna ad olio si ritrovasse spenta in piena notte. La multa poi non assolveva il Sig. Franquet dal supplire immediatamente ai difetti.

Tanto per non verzer un topic in più dove non servi, completo le informazioni sull'illuminazion pubblica scrivendo che:
Nel 1769 l'Intendenza Commerciale attivava la per la prima volta l'illuminazione nelle strade della Città Teresiana, ma a spese dei proprietari delle case. La Commissione di Polizia sollecitò l'attivazione della stessa anche in città vecchia, dove venne attivata a carico della Cassa Civica. Appena nel 1775 il Magistrato pubblico prese in carico l'illuminazione nella sua totale estensione. Il servizio, governato dal Magistrato, era ad olio, sorvegliato con qualche ispettore scelto tra i patrizi benemeriti.
Con l'evoluzione del Gas nell'illuminazione pubblica, si decise di introdurlo a Trieste: nel 1818 a cura della Borsa di Trieste fu illuminata a gas la lanterna di Salvore (primo esempio in Europa); ed il carbone per Salvore veniva fornito da Albona. Nel 1844 si decise di applicare il gas all'illuminazione cittadina, appaltandolo ad una Società francese,la Franquet e Co. di Parigi con concessione per trenta anni, dei quali i primi quattro vincolati.
Fu così che il 10 Aprile 1844 il I. R. Magistrato per incarico dell'I. R Governo (decreto 16.03.1844, N. 6167) accordò al rappresentante dell'azienda parigina Claude Francois Latruffe la facoltà di attivare l'illuminazione a gas nella Città di Trieste per uso di privato e pubblico, stanti le seguenti condizioni:
Nel primo quadriennio (a decorrere dal giorno nel quale la Società avrà acceso la prima fiamma) il Magistrato non accordò ad altri il permesso di attivare illuminazione per uso generale, lasciando però ai singoli l'opportunità all'interno dei propri edifici di attivare l'illuminazione a gas.
Venne concesso concesso il termine di diciotto mesi per la realizzazione dell'impianto, compresi fornelli stillatori, depuratori, magazzini di deposito e due (?) gasometri, il tutto con tubi di "ferro getto". Il gas doveva ardere con fiamma bianca, intensa, priva di fumo ed inodore .
La Società era autorizzata ad alzare il lastrico stradale e di posarvi canali alla profondità di un metro: rimaneva a spese della Società la risistemazione dello stato precedente della pavimentazione,curandosi di non causare danno ad acquedotti, fontane o serbatoi. Nel caso in cui le opere pubbliche richiedessero uno spostamento dei tubi, la Società avrebbe dovuto provvedere allo spostamento a proprie spese.
Le zone da coprire furono queste:
Contrada della Dogana
Contrada del Teatro
Contrada della Caserma
Contrada della Borsa
Contrada di San Giovanni
Contrada San Giacomo
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Contrada di Riborgo
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Contrada di Sant'Antonio
Contrada di Crosada
Contrada del Ponte Rosso
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Contrada di Cavana (fino alla piazza Lipsia)
Contrada della Vecchia (piazza)
Contrada dello Squero vecchio
Contrada di Piazza grande
Contrada dell' Orologio
Piazza della Borsa
Contrada del Casino di Sanità
Piazza del Teatro.
Il 31 Ottobre 1846, il Comune (Muzio Giuseppe Tommasini) stipulava "Contratto Civile di Arrenda" con Pierre Prix Franquet e Charles George Louis Blanquet di Parigi, succeduti al concessionario, per l'illuminazione pubblica, parte a gas, e parte ad olio d'oliva.
Il Blanquet cedette al Franquet ogni diritto sull'impresa dell'illuminazione a gas di Trieste, che divenne quindi unico proprietario dell' usina di Trieste, sul fondo segnato N. tav. 2 della Contrada esterna di Cologna (?)
Il parametro per giudicare la bontà delle lanterne ad olio, divise in tre classi, era che un occhio sano potesse leggere senza fatica l' Osservatore Triestino alla distanza di trenta piedi Viennesi (lanterne di prima classe), 15 piedi Viennesi (quelle di seconda classe) e 9 piedi Viennesi per quelle di terza.
Per le lanterne a gas il parametro prevedeva che si potesse leggere l' Osservatore Triestino nel medio carattere di stampa a 43 piedi viennesi di distanza nelle lanterne di prima classe, e di 30 piedi Viennesi a quelle di seconda classe.
La multa giornaliera era di 5 carantani per ogni lanterna che non fosse pulita entro a mezzogiorno, o che venisse accesa fuori orario, e di 10 carantani per ogni lanterna che funzionasse fuori dai parametri previsti od alla quale non venisse immediatamente applicata l'illuminazione ad olio nel caso di sospensione del gas, nonché di 30 carantani per ogni lanterna ad olio si ritrovasse spenta in piena notte. La multa poi non assolveva il Sig. Franquet dal supplire immediatamente ai difetti.
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Re: Planetario all'ex gasometro
Sempre a proposito dell'usina ... su ebay i vendeva una "bolletta" con importo e lettura dei contatori datada 1877 !


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Re: Planetario all'ex gasometro
Caro Adler, su quel libro de Palinic xe per caso nominado el diretor de l'usina de Fiume che, fin alla fine de la guera iera el fradel de mio nono: Gastone Bellen?
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Re: Planetario all'ex gasometro
Non go ancora rivado a controllar .... devo farme un gropo al fazoleto 

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Re: Planetario all'ex gasometro
Ogi go guardado ... no, non lo trovo nel libro !
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Re: Planetario all'ex gasometro
Grazie, Adler! So che dopo el 45 e sino al 55 circa el xe andà a Trento sempre come vice o direttor de l'Usina del Gas.
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Re: Planetario all'ex gasometro
Aggiornamento: xe passai 12 anni del primo post e el xe sempre là. un per de foto de sti giorni:



"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
- babatriestina
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Re: Planetario all'ex gasometro
za che semo in zona, cabinetta Acegas in vetrocemento assai malandada ( che mi sapio xe restade tre: questa, una al incrocio de via Baiamonti e una a barcola)


"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)