Trieste francese
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- babatriestina
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Buona serababatriestina ha scritto: Nel 1813 Bertrand xe stado trasferido e sostituido da Junot, duca d'Abrantès, che purtroppo ga cominciado a dar segni de squilibrio mentale. El ga sostituido el Arnault col Calafati come Intendente della provncia e xe sto Calafati che ga riorganizzado el teatro nuovo, restaurado S Antonio Vecio, e fatta piazza Luetzen futura piazza Lipsia. La sede del Intendenza iera palazzo Biserini, ossia l'attual Biblioteca Civica.
Deventado matto Junot, nel luglio 1813 xe arrivado come intendente Fouché, ex convenzional, regicida, ministro della polizia de Napoleon.
Intanto nel ottobre 1813 Napoleone vegniva sconfitto a Lipsia.
Mi sembra che ci sia un piccolo errore . Andoche Junot sarebbe stato nominato nel febbraio 1812 (e pervenuo a Trieste nel marzo 1812) Gouverneur des Privinces Illyriennes. Si dice che fosse stato molto vicino al popolo... Dà segni di follia dal gennaio 1813 (spero che non sia stato considerato questo suo atteggiamento benevolo segno di follia) ed è mandato sotto buona guardia in Francia dal padre nel luglio 1813.
Claire S
- babatriestina
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Mori in Francia da suo padre nello stesso anno 1813, dall'infezione di una ferita che si era inferta lui-stesso.babatriestina ha scritto:Grazie per la precisazione: o ho sbagliato di riportare dal libro, o c'è un'imprecisione nel libro stesso.. come finì il povero Junot?
Ho una testimonianza sul periodo triestino di Junot, tratto dalle memorie di una corteggiana (puttana


Il tuo nome "Babatriestina" è bello . "Baba" a un senso in triestino ?
Cordialmente
Claire
- babatriestina
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Pour moi, pas de problèmes, e poi c'è pure une Section Française! e la "dame" era triestina?ClaireS ha scritto: Ho una testimonianza sul periodo triestino di Junot, tratto dalle memorie di una corteggiana (puttana) di alto rango. Ma è in francese... non so se vale la pena riportarlo qui... Il testo non ha nulla di pornografico e nemmenno di erotico, solo che è scritto in francese...
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Il tuo nome "Babatriestina" è bello . "Baba" a un senso in triestino ?
Baba è un termine di origine slava, hai presente la Baba Yaga russa? che sta a significare vecchietta, ma a Trieste significa in generale donna matura, spesso con significato spregiativo e con il significato di chiacchierona. Non è che mi senta tale, ma poichè ormai non ho più l'età per autodefinirmi una "mula" cioè una ragazza, ormai alla mia età sono una Baba.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
Dammi un pò di tempo perché devo ricopiare le pagine che riguardano Junot dal documento che ho in PDF... e semmai c'è anche un capitolo sul governo di Fouché su Trieste.Pour moi, pas de problèmes, e poi c'è pure une Section Française! e la "dame" era triestina?
No, la "dame" era olandese. Nata in Toscana verso 1778, Ida Versefeldt de Jong era tornata in Olanda con la famiglia quando fugì dalla casa paterna. Si fece chiamare Ida de Saint-Elme e venne a Parigi dopo il periodo del Terrore nella speranza di diventare attrice. Tra 1796 e 1816 viaggiò da una capitale all'altra in ricerca di "opportunità" artistiche ma visse di avventure ed anche visitava i fronti di guerra, offrandosi agli ufficiali. Quasi-quasi fu per sposare il général Moreau, fu adorata dal maréchal Ney e fu certamente una delle spie di Fouché presso Elisa Baciocchi-Bonaparte a Firenze...
Infatti dunque esistò realmente ma le sue memorie sono in parte apocrife (e non dicono tutte le realtà della sua vita) : furono ideate verso 1825 da un geniale editore francese che, dopo la caduta di Napoleone capì quanto l'Europa e l'America delle classe colte (che leggevano e capivano bene il francese) sarebbero state interessate da racconti su questo periodo; prese accordi con varie personne famose che avevano vissuto in contatto con i politici e/o i militari dell'Impero e li affiancò a veri scrittori o giornalisti o pubblicisti.
Ad esempio fece scrivere alla vedova di Junot (Laure Permon, duchesse d'Abrantès) le proprie memorie affidandone la maggior parte della scrittura a... Balzac. Ma Laure Junot non raccontò niente su Trieste dove non si recò mai.
Tornando alla nostra etaira si pensa che l'editore (Pierre-François Ladvocat) la fece aiutare da vari personnaggi detti " teinturiers " (tintori) in gergo di edizione (oggi si chiamano "nègres" ossia "negri") cioè da Lesourd, Pichot et Villemareste, 3 autori minori. Quindi non siamo sicuri che lei veramente visse questo incontro con Junot. Ma possiamo essere sicuri che la scrittura è pressoché priva di errori già che ancora vivevano a Parigi tante personne che vissero in prima persona la gestione napoleonica dell'Illyrie. Questi "tintori" sapevano tra l'altro riunire della buona documentazione. L'opera in 7 volumi ebbe un successo strepitoso e salvò 3 volte l'editore dal fallimento ! Da notare que Ladvocat, uomo "senza cultura", con i ricavi di opere "manomesse" fu un buono mecenato per moltissimi giovanissimi scrittori di valore: Victor Hugo, Alfred de Vigny, Claire de Duras, Lamartine, Sainte-Beuve, Chateaubriand, ecc, e i traduttori francesi di Byron, Shakespeare and Shiller !
Il libro della dama si intitola "MEMOIRES D'UNE CONTEMPORAINE, ou Souvenirs d'une femme sur les principaux personnages de la République, du Consulat et de l'Empire".
- AdlerTS
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La descrizion de Trieste del general Louis Charles Antoine Desaix, in forza alle truppe napoleoniche:
"Interessantissimi a Trieste sono i costumi che si vedono per le strade, di gente di tutte le nazioni e specie. Tedeschi e ungheresi che vengono a caricare le mercanzie [...], gli ungheresi vestiti alla hussara [...], mentre i tedeschi hanno cavalli grandi e carri enormi. E poi tanti levantini di tutte le specie, greci, turchi dell'Asia minore, dell'Africa, ognuno col suo costume caratteristico, tutti con brache larghissime fino al ginocchio; molti portano i capelli neri attorti in trecce [...]. Quelli di Smirne hanno sovrapposte due tuniche ampie e lunghe [...]. I turchi sono in sandali, chi a gambe nude, chi con pantaloni ampi [...], seduti a gambe incrociate su tutte le banchine, fumano in continuazione le loro lunghissime pipe"
"Interessantissimi a Trieste sono i costumi che si vedono per le strade, di gente di tutte le nazioni e specie. Tedeschi e ungheresi che vengono a caricare le mercanzie [...], gli ungheresi vestiti alla hussara [...], mentre i tedeschi hanno cavalli grandi e carri enormi. E poi tanti levantini di tutte le specie, greci, turchi dell'Asia minore, dell'Africa, ognuno col suo costume caratteristico, tutti con brache larghissime fino al ginocchio; molti portano i capelli neri attorti in trecce [...]. Quelli di Smirne hanno sovrapposte due tuniche ampie e lunghe [...]. I turchi sono in sandali, chi a gambe nude, chi con pantaloni ampi [...], seduti a gambe incrociate su tutte le banchine, fumano in continuazione le loro lunghissime pipe"
Mal no far, paura no gaver.
un generale amato dai vinti...
...così fu Desaix, morto durante la battaglia di Marengo (1800): in Egitto ricevete dal popolo il soppranome di "Soltan Rachid" (le Sultan Juste, Equitable)... si dice in Francia che non esiste un generale al mondo per il quale furono eretti tanti monumenti... sarà vero?
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- Vilegiante
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Domando quà .... CASA SAULI PEPEU ERETTA NEL 1804 E/O 1805. ARCHITETTO BALZANO O BOLZANO O BALZANI ......
Questas casa xe in via cavana ...... se riva a saver de piu' ? Xe vero che iera i uffici dei francesi ...tipo consolato o qulacosa del genere ? o iera la casa per i ufficiai ?
Chi sa me faria un favor se el rispondi.
Questas casa xe in via cavana ...... se riva a saver de piu' ? Xe vero che iera i uffici dei francesi ...tipo consolato o qulacosa del genere ? o iera la casa per i ufficiai ?
Chi sa me faria un favor se el rispondi.
- AdlerTS
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Non so quala casa sia, googolando i la da per "consolato francese".
Nella nostra lista dei consolati però quel francese jera in via del Lazzaretto Vecchio 1810, console el signor Giulio de Pianelli.
Nella nostra lista dei consolati però quel francese jera in via del Lazzaretto Vecchio 1810, console el signor Giulio de Pianelli.
Mal no far, paura no gaver.
- babatriestina
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la casa xe questaAdlerTS ha scritto:Non so quala casa sia, googolando i la da per "consolato francese".
Nella nostra lista dei consolati però quel francese jera in via del Lazzaretto Vecchio 1810, console el signor Giulio de Pianelli.

che go postado in passeggiata.. etc. Xe ovvio che durante un'occupazion francese no ghe podeva esser un consolato francese....almeno me par a mi..




"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
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- Vilegiante
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- babatriestina
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ben, savemo che ala fin dela strada, dove che xe el arcivescovado, iera la casa d eFouché che xe stado per un certo tempo governator dele Province Illiriche! gnente de strano che i uffici no fussi lontan. Po la zona iera libera, perchè i gaveva butado zo i conventi e le cese dei frati per i decreti de Giuseppe II e i ga fato quela che deventerà Piazza Lipsia.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
consolato...
Se ragioniamo... vediamo che tutto dipende dal periodo. Secondo il periodo, poteva esserci:
Un consolato di Francia a Trieste sotto la Monarchia e la Prima Repubblica (ho verificato, esisteva un consolato francese a Trieste nel 1786 e 1793)
Una rappresentanza del Direttorio (in quanto regime governativo francese) nella primavera 1797 (prima occupazione francese).
Un consolato tra 1797 e 1805 per rappresentare prima il Consolato (nov. 1799- maggio 1804) in quanto regime governativo francese poi l'Impero francese (creato giuridicamente nella primavera 1804)
Un ufficio consolare per centralizzare mantenere e/o sviluppare rapporti con territori non francesi dei BalKani tra 1805 e 1806 (seconda occupazione francese)
Un consolato per rappresentare l'Impero tra 1806 e 1809
Un ufficio consolare per centralizzare i rapporti con territori non francesi dei Balkani tra 1809 e 1813 (terza occupazione francese)
Un regolare consolato di Francia in seguito.
Quindi molte possibilità… e non obbligatoriamente tutti nello stesso palazzo.
Si capisce che un consolato di rappresentanza degli interessi francesi quando il territorio non era occupato potesse essere assunto anche da un triestino. E che nei 3 periodi di occupazione poteva l'ufficio che mirava a sviluppare rapporti con altri territori essere assunto da funzionari francesi in quanto dipendenti dal ministero degli Affari Esteri, oppure da militari. Nei periodi bellici, incerti, ecc, i consolati francesi potevano essere spostati. Ad esempio è capitato che il console di Francia per l'Egitto sia provvisoriamente insediato a Malta, Rodi, Atene e così via.
Lo scrittore Stendhal fu nominato Console a Trieste nel 1831 ma Vienna rifiutò l'exequatur (si disse che a M. de Metternich non piacque il suo libro del 1817 intitolato Rome, Naples, Florence... e quindi S. prese il consolato di Civitavecchia... prima aveva assunto comunque le funzioni a Trieste (senza la nomina) per quasi un anno, ed era a Trieste quando uscì a Parigi Le Rouge et le Noir.
Un consolato di Francia a Trieste sotto la Monarchia e la Prima Repubblica (ho verificato, esisteva un consolato francese a Trieste nel 1786 e 1793)
Una rappresentanza del Direttorio (in quanto regime governativo francese) nella primavera 1797 (prima occupazione francese).
Un consolato tra 1797 e 1805 per rappresentare prima il Consolato (nov. 1799- maggio 1804) in quanto regime governativo francese poi l'Impero francese (creato giuridicamente nella primavera 1804)
Un ufficio consolare per centralizzare mantenere e/o sviluppare rapporti con territori non francesi dei BalKani tra 1805 e 1806 (seconda occupazione francese)
Un consolato per rappresentare l'Impero tra 1806 e 1809
Un ufficio consolare per centralizzare i rapporti con territori non francesi dei Balkani tra 1809 e 1813 (terza occupazione francese)
Un regolare consolato di Francia in seguito.
Quindi molte possibilità… e non obbligatoriamente tutti nello stesso palazzo.
Si capisce che un consolato di rappresentanza degli interessi francesi quando il territorio non era occupato potesse essere assunto anche da un triestino. E che nei 3 periodi di occupazione poteva l'ufficio che mirava a sviluppare rapporti con altri territori essere assunto da funzionari francesi in quanto dipendenti dal ministero degli Affari Esteri, oppure da militari. Nei periodi bellici, incerti, ecc, i consolati francesi potevano essere spostati. Ad esempio è capitato che il console di Francia per l'Egitto sia provvisoriamente insediato a Malta, Rodi, Atene e così via.
Lo scrittore Stendhal fu nominato Console a Trieste nel 1831 ma Vienna rifiutò l'exequatur (si disse che a M. de Metternich non piacque il suo libro del 1817 intitolato Rome, Naples, Florence... e quindi S. prese il consolato di Civitavecchia... prima aveva assunto comunque le funzioni a Trieste (senza la nomina) per quasi un anno, ed era a Trieste quando uscì a Parigi Le Rouge et le Noir.
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Re: Stendhal
non l'avevo fatto e finora nessuno me lo aveva chiesto... se volete lo faccio senza problemi. E' lunghetto. Vale la pena , credo di buttare l'occhio anche alle colonne laterali, ci vedo uno Chateaubriand a trieste, Hugo e Trieste, trieste nel XVIII secolo, Trieste la Marsiglia dell'Austria...ClaireS ha scritto:Grazie per avere messo il link.
Si arriva nel topic ad un articolo su Stendhal a Trieste. Se Baba non l'ha fatto proverò man mano a tradurlo...
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Re: Stendhal
Per me non è necessariobabatriestina ha scritto:...non l'avevo fatto e finora nessuno me lo aveva chiesto... se volete lo faccio senza problemi. E' lunghetto. Vale la pena , credo di buttare l'occhio anche alle colonne laterali, ci vedo uno Chateaubriand a trieste, Hugo e Trieste, trieste nel XVIII secolo, Trieste la Marsiglia dell'Austria...




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a volte san Google no basta.. e ocorri i libri..MUSTANGS13 ha scritto:Domando quà .... CASA SAULI PEPEU ERETTA NEL 1804 E/O 1805. ARCHITETTO BALZANO O BOLZANO O BALZANI ......
Questas casa xe in via cavana ...... se riva a saver de piu' ? Xe vero che iera i uffici dei francesi ...tipo consolato o qulacosa del genere ? o iera la casa per i ufficiai ?
Chi sa me faria un favor se el rispondi.



el solito Zubini: Borgo Giuseppino ( però nol dà la fonte), pag 112:
Nella vicina casa del notaio Giambattista Sauli ( poi Pepeu), costruita nel 1804 su progetto dell'architetto Francesco Balzano, in via Cavana 10, via Venezian 11 e via Madonna del Mare 2, risiedeva il console di Francia Maurice Séguier, che tra la seconda a terza occupazione francese ( 1805/1806 e 1809/ 1813) formò una quinta colonna per spianare la via alle truppe di Napoleone.
Sulla sommità della facciata, dove abitò il pittore Vito Thuemmel ( Vito Timmel? domanda de Babatriestina) ( 1886-1949), vi sono sei grandi vasi.
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