Gli stili architettonici e Trieste
Tutte e immagini possono essere ingrandite facendo clic su di esse con il pulsante sinistro del mouse.
Dorico, ionico, corinzio
Gli edifici greci (e romani) che sono maggiormente conservati sono i templi, per loro non luogo di riunione come le chiese cristiane, ma luogo di dimora del dio, o meglio della sua statua. Il tempio, forse in origine di legno, verrà ricostruito in pietra e, almeno nella facciata, i tronchi d'albero presumibilmente hanno dato luogo alle colonne. E di colonne (e lesene o paraste, cioè rilievi sulle facciate simili a colonne) ne troviamo a Trieste in quantità. I Greci non conoscevano l'uso di arco, volta e cupola, ma avevano le colonne che sostenevano un architrave: la parte che univa la colonna con l'architrave era ed è tuttora il capitello, precisiamo che il capitello a sua volta sosteneva un altra pietra l'abaco, e dallo stile dei capitelli si passa a generalizzare lo stile della decorazione.
Le colonne greche erano quasi sempre scanalate per dare una sensazione di maggior slancio (come le signore che mettono i vestiti a righe verticali per dimagrire) ed erano costituite da diversi pezzi sovrapposti.
I romani, e prima di loro gli etruschi, costruirono templi abbastanza simili, solo che preferirono colonne lisce, spesso monolitiche, e aggiunsero archi e cupole.
Le classificazioni degli stili architettonici son antiche, e risalgono già all'architetto e scrittore romano Vitruvio. altro autore di architettura classica è Leon Battista Alberti, rinascimentale.
Poiché non c'erano archi e cupole, il tetto dei templi greci era a spiovente, a due falde, e la parte triangolare sulla facciata era il frontone, dove si trovavano spesso decorazioni importanti. Fra architrave e tetto, passava una striscia spesso decorata a bassorilievi.
Lo stile più antico era lo stile detto dorico: eccovi un esempio di foto di tempio dorico greco, è il tempio di Apollo a Corinto
Le colonne poggiano direttamente sulla base di pietra, il capitello dorico è un tronco di cono rovesciato rigonfio (più rigonfio è e più arcaico) come se si piegasse sotto so sforzo di sostenere il tetto. l'abaco è un parallelepipedo.
Simile, più completo e più tardo il tesoro degli Ateniesi a Delfi.
e simile sarà il Partenone…
i Romani riprenderanno lo stile, ma con colonne lisce e sarà detto (già da Vitruvio) tuscanico. E per confronto, guardatevi la Chiesa anglicana di via san Michele.
La decorazione dorica della trabeazione prevede dei bassorilievi (metope) alternati a tre righe verticali, i triglifi; guardare questa decorazione dietro il Municipio
Le immagini, fra i tre listelli, fanno riferimento ad una decorazione romana, ossa di teste di animali, dette perciò bucrani (crani di bove). ovviamente la nostra decorazione è neoclassica. Anche il vecchio ricreatorio Giglio Padovan in via Settefontane fa riferimento al tuscanico:
e sempre del medesimo stile, i vecchi ingressi del cimitero e la vecchia cappella del Cimitero
Lo stile ionico greco cambia il capitello, che avrà le sue volute attorcigliate, e le colonne hanno una scanalatura diversa (vedere Atena Nike ad Atene, sull'Acropoli notare il fregio continuo, a differenza delle metope e triglifi del dorico).
Colonne ioniche, a Trieste non ne mancano, anche se in genere il neoclassico si rifarà alla versione liscia e non scanalata:
i capitelli di S Antonio nuovo e palazzo Carciotti
e anche le colonne del tribunale
lo stile ionico sarà amatissimo nel neoclassico triestino e troveremo varianti tarde sul capitello ionico, come questo, sul palazzo del Monte di pietà: siamo già nel Novecento, con l'inserimento dell'alabarda!
o addirittura di questa rielaborazione del capitello ionico nel palazzo Secession della banca cecoslovacca.
Templi greci particolari, sull'Acropoli, sono il Partenone e l'Eretteo, costruiti entrambi
dopo le guerre persiane, ai tempi del periodo del massimo splendore ateniese:
il Partenone è principalmente di stile dorico, ma inserisce all'interno un fregio continuo di
stile ionico (che si trova soprattutto nei musei europei), mentre l'Eretteo, con un porticato
ionico a sinistra nella foto, inserisce a destra la famosa loggetta delle Cariatidi, fanciulle
di Caria, usate come colonne.
Dalle Cariatidi verrà l'uso di chiamare cariatidi le statue femminili che sostengono
un portico o una trabeazione come quelle del'ex Armonia (ognuno ha le cariatidi che può,
a casa sua…).
Gli uomini che sostengono la trabeazione sono detti Atlanti (dal mitico gigante che sosteneva il mondo o Telamoni (come Telamone padre di Aiace amico di Ercole, nome che significa pure ciò o colui che sostiene): ce ne sono di bellissimi al Teatro Verdi, telamoni al piepiano e cariatidi al prim'ordine. Eccone alcuni : Palazzo Modello (ma ce ne sono anche di belli in alto del Viale)
il terzo stile greco è quello corinzio, il più tardo ed il più amato dai Romani, nonché dal rinascimento italiano: il capitello rappresenta foglie di acanto, se l'acanthus mollis o quello spinosus non sono certa, eccovi l'acanto in Giardin Pubblico
un tempio corinzio ad Atene, il mai finito tempio di Zeus
Abbiamo anche noi dei capitelli corinzi originali romani, e sono quelli inseriti nel Campanile di san Giusto
il capitello corinzio si conclude spesso con una piccola voluta simile a quella dello ionico ed è detto composito allora
capitelli corinzi riciclati se ne trovano nella basilica di Aquileia
Il capitello dell'arco di Riccardo, romano, è un capitello già misto romano, che oltre alle foglie d'acanto inserisce un festoncino.
I templi greci, alle estremità del tetto, avevano delle decorazioni dette acroteri, e ne vediamo di simili alla Stazione ferroviaria (la palmetta in cima al frontoncino laterale)
e non dimentichiamo il frontone, o timpano, che, attraverso i palazzi rinascimentali, verrà messo sopra le finestre, e che troviamo nella maggior parte delle finestre ottocentesche triestine
Collegamenti ad altre pagine
Nota
Il testo è la trascrizione e rimpaginazione di un lungo topic del forum dedicato agli stili architettonici e il loro riconoscimento nei monumenti triestini.